Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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30. I SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO30
1. Tutta la Chiesa cattolica oggi si allieta celebrano i due pastori di anime san Pietro e san Paolo. San Pietro è capo della Chiesa, principe dei pastori, colui cioè che deve pascere tutti gli agnelli e le pecorelle, i vescovi e i fedeli.
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2. Pietro è centro di verità: l'ufficio d'insegnare, reggere e santificare le anime, che ha compiuto, continua a vivere e si perpetua nei secoli nella presenza del Papa.
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3. Paolo è colui che nella Chiesa ha lavorato di più, ha pensato soprattutto ai gentili, è arrivato a tante nazioni. Quante ne poté raggiungere nel suo apostolato, quante diocesi ha fondato, quanti vescovi ha formato, quante donne si è aggregato nella diffusione del Vangelo! Ebbe tante vocazioni ed egli continuò a lodare nelle sue lettere «quelle donne che hanno lavorato con me per il Vangelo» (Fil 4,3).
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4. Sostanzialmente le pastorelle fanno l'ufficio di quelle che aiutavano Paolo: sono accanto ai pastori per insegnare il catechismo, per l'educazione della gioventù, per l'evangelizzazione delle anime. Perciò oggi, con tutta la Chiesa, vi allietate particolarmente voi che li onorate come protettori.
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5. Del resto siamo tutti devoti a san Pietro che ci porta alla devozione al Papa e a san Paolo raccomandiamo le nazioni dell'Oriente. In Cina 500 milioni di abitanti non conoscono il Vangelo e in India sono circa 400 milioni.
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6. Perché tanto rallentamento nella conquista delle anime? Vi è poca fede e, mancando la fede manca la fiducia, la speranza e l'ardore di carità. Quanto raffreddamento!
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7. Gli stessi cattolici risentono del clima di odio che c'è fra le nazioni. Preghiamo allora che regni la carità. Avere quella fede che smuove le montagne. Purtroppo vi è una fede che è come un po' di brace sotto la cenere: non scalda e quindi non porta allo zelo.
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8. Crediamo che dobbiamo lasciarci crocifiggere per salvare le anime? La passione di Cristo non dice nulla al nostro cuore? Particolarmente nelle anime giovanili vi sia ardore per la gloria di Dio e per la conquista delle anime.
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9. Chiedere che la fede sia ben radicata in noi e poi progredire. Vedete il progresso degli apostoli: Pietro era timido ma come divenne coraggioso! Aveva timore dei Giudei ma dopo, sulle piazze, di fronte a tanta folla dice apertamente: «Voi avete crocifisso il Cristo» (At 2,36).
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10. Così l'apostolo Paolo: quale fede! Sulla strada di Damasco i suoi occhi si aprirono ed iniziò una vita nuova che lo portò al battesimo, all'apostolato più attivo e al martirio.
Occorre partire da un certo punto e questo punto è la fede da cui deriverà l'amore, la carità che tutto sopporta ed immola per le anime.
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11. Pensiamo al commento del Vangelo. Roma, che era la maestra dell'errore, divenne la maestra della verità per mezzo di Pietro e Paolo che predicarono il Vangelo arrivandovi dopo tante peripezie. Paolo vi giunse incatenato; i Romani lo incontrarono a cinquanta chilometri da Roma: conoscevano la fama del suo apostolato e il bene che compiva in mezzo alle nazioni.
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12. Che facciamo noi? Fino a che punto amiamo Gesù e le anime? Molti amano le anime fino a che tutto va bene, ma si scoraggiano alle prime difficoltà.
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13. Amiamo anche noi le pecorelle solo fino a quando danno il latte? Non cercare mai la nostra soddisfazione, la stima, la gloria umana, ma cercare solo Cristo. Pietro e Paolo che ci hanno preceduti ci diranno qualcosa e con la grazia divina ci otterranno i doni e i frutti dello Spirito Santo.
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14. Muoviamoci alla ricerca delle anime che si perdono, per fermarle soprattutto nel momento in cui stanno per perdere la strada della vita e condurle su quella buona, sulla via stretta, che conduce alla salvezza eterna.
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15. Mi sembra che possiate fare un proposito: raccogliere tante offerte per l'altare di marmo. Tutti quelli che hanno possibilità daranno volentieri. In un anno si può fare. Anche questo è da imparare per l'apostolato: far contribuire i fedeli al culto di Dio. Così si fa fuori d'Italia. Noi non abbiamo capito che le opere grandi si compiono con l'elemosina.
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16. Gesù vi benedica tutte e tanto e, per mezzo dei santi apostoli, vi conceda fede viva. Le professe rinnovino sempre, dopo la comunione, la loro consacrazione; le altre rinnovino le promesse battesimali e i propositi affinché ogni giorno segni una vita nuova. Essere interamente di Dio, di Gesù, fino alla morte.

Albano Laziale (Roma)
29 giugno 1956

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30 Albano Laziale (Roma), 29 giugno 1956