Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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2. PREZIOSITA' DEL TEMPO - II2
1. E' stato scritto che un minuto di tempo vale quanto Dio. Può sembrare un paradosso ma non lo è. In un istante, un pensiero cattivo corrisposto ci può far perdere Dio; un buon pensiero, invece, ce lo può far ritrovare. Ogni momento è prezioso! Alle volte vi sono persone che chiacchierano del più e del meno. «Che state facendo?». «Cerchiamo di far passare il tempo». Viene l'ora della morte e vorremmo ancora un momento ma non ci verrà dato.
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2. A tavola si ha cura delle briciole, nel cucito di un po' di filo, e del tempo? Evitare lo spreco del tempo ed utilizzarlo tutto bene, facendo il nostro dovere santamente.
Alle volte un'Ave Maria ci tiene lontani da tanti mali: sfruttare i ritagli di tempo mentre si aspetta chi deve fare scuola, alla fine della scuola e durante l'apostolato. Essere puntuali e ordinate. Una maestra tarda cinque minuti ad andare a scuola, ma cinque minuti moltiplicato per il numero delle alunne che attendono fanno ore.
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3 Il tempo della pastorella è preziosissimo perché riguarda la salvezza delle anime. Quando poi si tratta della formazione spirituale e intellettuale, la perdita del tempo assume delle conseguenze eterne che noi per ora non comprendiamo: al giudizio ci accorgeremo di ciò che avremmo potuto fare in più.
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4. Agire quindi sempre:
Con retta intenzione. Già si è parlato molte volte su questo argomento, ma ci sono dei cibi spirituali di cui dovremmo nutrirci sempre. Operare per il Signore, per la nostra santificazione, per il paradiso. Il dire nelle varie circostanze «fiat voluntas Dei» è retta intenzione. Quanto più l'intenzione è bella, santa, pura, tanto più grande è il merito. L'intenzione può essere ottima! (per amor di Dio, per il desiderio del paradiso), buona (per essere promossa agli esami, perché più si sa e più si fa del bene), mediocre (fine umano anche se non cattivo), cattiva (quando c'è ambizione, attaccamento, invidia, orgoglio).
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5. Miriamo sempre all'intenzione ottima: per amor di Dio e della Madonna, che è la stessa cosa perché unisce a Dio.
Quando l'intenzione è retta si guadagnano molti meriti: essi non sono assicurati dalla quantità e dalla grandezza delle azioni, ma dall'amore!
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6. Per obbedienza. Sia fatta la volontà di Dio sopra di noi: nei comandamenti, nei voti, nelle disposizioni dei superiori, in quel complesso di circostanze e di cose che il Signore permette e dispone. Nella malattia Egli ci chiede la pazienza per la salvezza delle anime; nel fervore ci chiede di compiere dei passi in avanti. Sopportare con slancio i periodi di aridità e ricavarne quel bene che il Signore vuole da noi. Vocazione vuol proprio dire «seguire lui in quello che vuole da noi».
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7. La volontà di Dio si manifesta in tanti modi, nelle difficoltà, nel nostro ufficio, nei nostri impegni, nelle piccole cose di ogni giorno.
Accettare la volontà divina con semplicità; non facciamo le cose più grosse di quelle che sono! Il Signore non permette mai che siamo tentate al di sopra delle nostre forze. Non facciamoci noi gli orari e non cerchiamo di mettere le cose come vogliamo noi. Tante volte sotto la veste dell'amor di Dio c'è l'amor dell'io. Quando vi è tanto fumo vuol dire che l'amor di Dio non è puro. Purificarsi sempre più.
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8. Occorre inoltre che le azioni da farsi siano compiute bene. Una stoffa si compone di tanti fili, se ogni filo è prezioso la stoffa è preziosa. Far bene anche la minima cosa perché sia preziosa di meriti. Sia tutto compiuto per amore e nella volontà di Dio.
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9. Saper trattare bene, saper scrivere bene, comportarsi rispettosamente con tutti: ciò porta tanta buona armonia nella casa e nella parrocchia. Il modo di fare può guastare tutto. Si sente a volte dire: - Sa tanto, ma tratta così male! Occorre che noi ci esaminiamo diligentemente. Il Signore nella sua misericordia permette che noi siamo puniti da quelle stesse cose che ci siamo procurati: in questi preziosi momenti saperci riprendere.
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10. La buona educazione, il rispetto, la modestia, la sincerità, l'obbedienza ci guadagneranno tante anime. Ci sono prediche senza parole che sono efficacissime e ci sono esortazioni che invece eccitano. Si guadagnano più anime con la dolcezza che con l'autorità.
San Francesco di Sales dice: «si prendono più mosche con un cucchiaio di miele che con un barile di aceto». Essere come Gesù «umile e dolce di cuore» (Mt 11,29). A volte costa essere dolci con certe persone, ma occorre sapersi vincere. Fare bene ogni cosa!
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11. Che dire come conclusione? Agendo così vi farete sante. Il buon Pastore vi illumini molto e la Madre del buon Pastore vi ottenga la grazia di guadagnar tanto, di arrivare alla fine dell'anno con un cumulo di meriti per il paradiso. Queste mura, che vi vedono operare bene, parleranno al giudizio universale e diranno ciò che di buono avete fatto. La vostra casa è un tempio di Dio in cui, vivendo bene, voi offrite ringraziamento, adorazione, supplica, espiazione. Una casa religiosa è casa di santificazione, è casa di Dio. Santificarla tutta. Non ci sarà virtù più bella di questa: santificare il momento presente e continuare per tutti i momenti successivi che il Signore ci darà.

Albano Laziale (Roma)
6 gennaio 1956

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2 Albano Laziale (Roma), 6 gennaio 1956