Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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9. UMILTÀ, PENTIMENTO, RETTA INTENZIONE
E AMORE ALLA PAROLA DI DIO
Domenica I di Passione, Meditazione, Castel Gandolfo, 15 marzo 19591

Il Vangelo.

«In quel tempo: Gesù diceva alle turbe dei Giudei: Chi di voi mi potrà convincere di peccato? Se io dico la verità perché non mi credete? Chi è da Dio, ascolta le parole di Dio. Per questo voi non le ascoltate, perché non siete da Dio. Replicarono i Giudei: Non diciamo con ragione che tu sei un Samaritano e indemoniato? Gesù rispose: Io non sono indemoniato, ma onoro il Padre mio e voi mi vituperate. Ma io non cerco la mia gloria, c’è chi ne prende cura e ne giudica. In verità, in verità vi dico: chi osserva i miei comandamenti non vedrà morte in eterno. Gli dissero allora i Giudei: Ora vediamo bene che tu sei posseduto da un demonio. Abramo è morto, così pure i profeti e tu dici: Chi osserva i miei comandamenti non vedrà morte in eterno. Sei forse tu da più del padre nostro Abramo, il quale è morto? Ed anche i profeti sono morti. Chi credi mai tu di essere? Gesù rispose: Se io glorifico me stesso, la mia gloria è nulla: vi è a glorificarmi il Padre mio, il quale voi dite che è il vostro Dio; ma non lo avete conosciuto. Io sì che lo conosco, e se dicessi di non conoscerlo, sarei, come voi, bugiardo. Ma io lo conosco ed osservo le sue parole. Abramo, padre vostro, sospirò di vedere il mio giorno: lo vide e ne tripudiò. Gli opposero i Giudei: Non hai ancora cinquant’anni e hai veduto Abramo? Gesù rispose loro: In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse nato, io sono. Dettero allora di piglio
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alle pietre per tirarle contro di lui, ma Gesù si nascose, ed uscì dal tempio»2.

Si avvicina la Settimana Santa, si avvicina il gran giorno in cui Gesù fu immolato sulla croce per l’odio, l’invidia dei farisei, degli scribi; e quindi si vede sempre più chiara la lotta tra Gesù e la sinagoga o, meglio, della sinagoga contro Gesù. Alcuni pensieri sul Vangelo.
Il primo pensiero è questo: Gesù sfida i suoi avversari dicendo: Chi di voi mi può rimproverare di peccato?. Gesù era santissimo, innocentissimo. Potremmo noi dire una frase così e fare agli altri una quasi sfida: Chi può rimproverarmi di un difetto?. No! Siamo nati in peccato, ma il peccato originale non era volontario... sono i peccati attuali, personali, che abbiamo commesso e che dobbiamo sempre condannare, detestare, sì. Se non siamo innocenti, almeno che abbiamo adesso la volontà di non commetterne mai più, e quindi di usare tutti i mezzi per evitare la colpa, il peccato, fuggire le occasioni, ricordando questo: che il peccato si presenta sempre in forme lusinghiere. Sembra allora, quando lo si commette, che ci sia una ragione di fare quello, come Eva pensava di avere una ragione di mangiare il frutto vietato [cf Gen 3,1-6]: non lasciamoci ingannare, sì!
Intanto cerchiamo in questi giorni di camminare con più umiltà e con più dolore delle nostre colpe passate, che sono state la causa della morte di Gesù Cristo. Sì, perché Gesù venne a scontare il peccato nostro, prese sulle sue spalle le nostre iniquità; e allora, guardando il Crocifisso, noi dobbiamo dire: Chi di noi è innocente? Chi di noi non ha contribuito alla passione di Gesù Cristo?. Camminare quindi in umiltà e sempre in pentimento e sempre in desiderio: Non voglio commetterne mai più e propongo di fuggire le occasioni prossime del peccato3.
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Secondo pensiero. Gesù dice che cerca la gloria del Padre; il Padre poi pensa ad onorare e a glorificare il Figlio, ma il Figlio di Dio incarnato, Gesù Cristo, cerca la gloria del Padre. Ecco allora le intenzioni che abbiam sempre da avere; fissarle bene al mattino: Vi offro le azioni della giornata...4, offrire le nostre azioni della giornata a Dio, cioè cercando la gloria di Dio e cercando il paradiso, perché sulla terra onoriamo Dio imperfettamente, ma se noi arriviamo al Cielo, là lo onoreremo perfettamente, sebbene non infinitamente, ma perfettamente per quanto spetta da noi, per quanto sarà nelle nostre forze, con tutte le nostre forze.
Vedere sempre la rettitudine delle intenzioni. Quando si dice: Vi adoro..., e quando si dice al Cuore Divino di Gesù: Vi offro... eccetera5. Non fare le cose per amore di qualche cosa che ci sta a cuore, per esempio per vanagloria: nessuna parola che esca dalle nostre labbra che sia per vanagloria, perché vogliamo, ad esempio, mostrare che sappiamo, per distinguersi. No! Tutto solo e sempre per la gloria Dio e per il nostro paradiso, tutto. Retta intenzione! Condannare dal mattino ogni altra intenzione non buona o inutile che ci passasse nella mente, ci passasse nel cuore: condannarla... ché se uno poi non si accorge che per un momento è guidato da altro interesse che non sia la gloria di Dio, ecco, rimettersi nella via giusta, e cioè rettificare di nuovo le nostre intenzioni e sempre con maggior cuore, con maggiore amore a Gesù, con maggiore amore al Signore: retta intenzione.
Terzo pensiero che possiamo dedurre dal Vangelo è questo: chi è da Dio, ascolta la Parola di Gesù, la Parola di Dio; e chi non è da Dio, ecco, non ascolta la Parola di Dio. Il che significa che noi abbiamo da essere come buoni figlioli con il Padre: immaginarsi una buona figliola con suo padre che al mattino domanda che cosa deve fare, che cosa il padre comandi, e mostra di ascoltarlo volentieri e di compiere quella
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che è la volontà del padre. Così, chi ha lo Spirito di Dio ama la predicazione, ama le letture spirituali, ama la Sacra Scrittura - particolarmente il Vangelo, le lettere di San Paolo -, ama... Chi non vuole invece fare la volontà del Padre Celeste, neppure vuol sentirla, neppure vuol sentirla... e quindi non è con Dio: vuole piuttosto fare il proprio capriccio, ecco. Per conseguenza, noi possiamo capire se veramente siamo con Dio dall’amore che abbiamo alla Parola di Dio, alla meditazione, alla lettura spirituale, alla lettura dei libri santi o di santi, alla scuola di catechismo; dall’amore che abbiamo a tutto quello che viene detto di santo, di buono, quello che procede dallo spirito buono, che procede, in sostanza, da Dio.
Abbiamo così un segno: se siamo più o meno uniti a Dio, se amiamo più o meno secondo6 Dio, lo conosciamo dall’amore alla Parola di Dio. Ma non s’intende solamente qui di sentire volentieri la Parola di Dio. In altri tratti del Vangelo si dice che la Parola di Dio [occorre] ascoltarla e metterla in pratica [cf Mt 7,24; 13,23; Lc 6,47]: da una parte sentirla o leggerla, ma dall’altra metterla in pratica. Allora veramente si ama la Parola di Dio e la si pratica, e quindi si è uniti a Dio.

Ecco dunque tre pensieri.
Primo: mondarci sempre di più dal peccato, condannando il peccato commesso e volendo camminare in una vita di innocenza, di santità, sempre di Dio, meglio. Secondo: intenzioni rette, cercare la gloria di Dio, il paradiso. E terzo: ascoltare e leggere la Parola di Dio come figlioli docili che vogliono sapere i desideri del Padre Celeste per metterli in pratica. Questi tre pensieri possono servirvi di guida nel Tempo di Passione che comincia oggi e poi in tutta la Settimana Santa, affinché la preparazione alla Pasqua sia sempre più perfetta e fervorosa, che [sia] più perfetta e più fervorosa rispetto agli anni antecedenti.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 53/59 (Nastro archivio 54b. Cassetta 54, lato 2. File audio AP 054b). Titolo Cassetta: “Pentimento e conversione”.

2 Vangelo: Gv 8,46-59. Il brano viene letto da una Apostolina, e citato liberamente dal PM all’interno della meditazione.

3 Cf Le Preghiere del Cristiano, Atto di dolore. Vedi Preghiere, ed. 1957, p. 17; ed. 1985, pp. 23-24.

4 Cf Le Preghiere del Cristiano, Ti adoro, mio Dio. Vedi Preghiere, ed. 1957, p. 13; ed. 1985, p. 19.

5 Cf Preghiere, ed. 1957, pp. 12–13; ed. 1985, p. 17. GIACOMO ALBERIONE, Preghiere, op. cit., p. 42.

6 Il PM dice: se amiamo più o meno di.