Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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12. I CARATTERI" DEL BUON PASTORE
Docilità a Gesù e alla Chiesa
Domenica II dopo Pasqua, Meditazione, Castel Gandolfo, 12 aprile 19591

«In quel tempo: Gesù disse ai Farisei: Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la vita per le sue pecorelle. Il mercenario invece, e chi non è pastore, a cui non appartengono le pecore, vede venire il lupo, e lascia le pecore e fugge, e il lupo le azzanna e disperde. Il mercenario fugge perché è mercenario e non gl’importa delle pecore. Io sono il buon pastore, e conosco le mie pecorelle, e le mie (pecorelle) conoscono me; come il Padre conosce me ed io conosco il Padre; e per le mie pecorelle dò la vita. E ho delle altre pecorelle che non sono di quest’ovile; anche quelle bisogna che raduni, e daranno ascolto alla mia voce, e si avrà un solo ovile e un solo pastore»2.

Questa II Domenica dopo la Pasqua è dedicata a Gesù Buon Pastore, come indica il Vangelo ora letto.
Gesù dice quali sono i caratteri del buon pastore e quali sono invece i caratteri del mercenario, cioè di uno a cui non appartengono le pecorelle, il quale è preso solo come garzone a custodirle, a condurle ai pascoli.
In primo luogo, Gesù dice che egli dà la sua vita per le pecorelle, mentre che, quando viene il lupo e assale il gregge, colui che è mercenario - cioè solamente un operaio preso con uno stipendio - cerca di salvare la sua vita, non di salvare la
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vita delle pecorelle; e fugge, quando arriva il lupo. Gesù invece andò lui a morire per le pecorelle, andò lui a morire: morì sulla croce per salvare noi, non come il mercenario che tende solo a mettere in salvo la propria vita. Diede la sua vita per le pecorelle e aprì a loro l’ovile del Cielo.
In secondo luogo, nell’Antico Testamento il Signore si lamentava di pastori i quali cercavano solo di sfruttare il gregge e cioè prenderne la lana, il latte, le carni [cf Ez 34,2-3]... quindi tenevano il gregge per proprio vantaggio; e Gesù invece che cosa ha fatto? Invece di cercare le carni del gregge, diede se stesso in nutrimento a noi, diede la sua carne, il suo sangue in nutrimento a noi. E questo nella Santa Comunione... e noi, in quanto gli crediamo, ogni giorno possiamo riceverlo e nutrirci di lui: «La mia carne è veramente cibo» [Gv 6,55], perché è il Pane, è il Pane dell’anima. Come il pane materiale nutre il corpo, così l’Eucarestia nutre lo spirito.
In terzo luogo, Gesù dice ancora un altro carattere che indica come egli sia il buon pastore: Io conosco le mie pecorelle ed esse conoscono me. Gesù ci conosce tutti, non soltanto nel modo esterno - il corpo, no! -, conosce il nostro spirito: quando si arriva in chiesa, se i nostri occhi si rivolgono al tabernacolo, là Gesù posa i suoi occhi sopra di noi e ci incontriamo con il suo sguardo; ma egli non guarda solo l’altezza, la statura, o le vesti o l’ornamento, la compostezza o non compostezza esterna nel pregare... Gesù conosce i pensieri che sono nella mente e conosce i sentimenti che sono nel cuore, sa con quanto amore veniamo a lui oppure sa, conosce se veniamo a lui con freddezza e indifferenza. Gesù ci conosce, conosce lo stato dell’anima, se è in grazia di Dio o non lo è. Nessuno al mondo potrebbe conoscerci come lui. Sempre Dio è dappertutto, però in cappella, in chiesa c’è la presenza reale di Gesù Eucaristico: Gesù con il suo corpo, con il suo sangue, con la sua anima, con la sua divinità; è in quel luogo, in Cielo e nel Santissimo Sacramento dell’Eucarestia, ed egli abita con noi nella stessa Casa: quale ospite più nobile! Il Figlio di Dio incarnato, con noi. Egli ci conosce e dice che le sue pecore conoscono lui. Che cosa significa? Le
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pecore che conoscono lui sono coloro che ascoltano volentieri la Parola di Dio, la predica, il catechismo, le istruzioni religiose; e penetrano le cose che conducono alla santità: conoscono, le pecorelle fedeli, i desideri di Gesù sopra di noi; conoscono, queste pecorelle, le intimità della vita pia, della comunicazione continuata con Gesù. Gesù in un’altra occasione disse che coloro che sono con Dio ascoltano la sua Parola; e aggiunge: Voi farisei non siete con Dio, perché non ascoltate la mia Parola [cf Gv 8,47]. Coloro che rifuggono dall’istruirsi nella religione non sono con Dio, non ascoltano la Parola di Gesù e non amano la predica e non amano l’istruzione religiosa.
Quarta cosa da notarsi in questo Vangelo [è] il desiderio di Gesù: Io ho ancora molte altre pecore che non appartengono all’ovile mio, ma anche quelle è necessario che io raduni, perché si faccia un solo ovile sotto un solo pastore. L’ovile, su questa terra, è la Chiesa; sotto il sommo pastore, il Papa; e sotto gli altri pastori, i Vescovi e i sacerdoti. L’ovile, nell’altra vita, è il paradiso. Ecco che noi abbiamo da pregare perché si faccia un solo ovile. Quanti pagani, quanti milioni di uomini non conoscono Gesù, non lo conoscono! Moltissimi non ne hanno mai sentito parlare. Poi vi sono anche i cristiani che conoscono un po’ Gesù, ma che non lo seguono bene. Vi sono anche gli eretici, vi sono anche quelli che lo combattono, sì, Gesù. Non appartengono quindi veramente all’ovile di Gesù Cristo, e Gesù Cristo è il buon pastore che va in cerca delle pecorelle smarrite. Quanti sono veramente pecorelle smarrite! Li chiama in tante maniere, costoro, anche con i rimorsi, con gli esempi dei buoni, con le grazie che offre, eccetera... Sempre pregare per l’unione della Chiesa, per il ritorno degli eretici alla Chiesa, il ritorno degli scismatici alla Chiesa: nelle Visite al Santissimo Sacramento pregare per questo, pregare per la conversione dei peccatori, pregare perché la Chiesa si estenda, arrivi a portare la luce e la salvezza a tutti gli uomini. Ho tante pecorelle che non appartengono ancora a questo ovile, ma è necessario che io le raduni anche quelle... e stiano tutte nell’ovile e sotto la guida del medesimo pastore: poiché
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Gesù Cristo non ha fondato più Chiese, ha fondato una Chiesa, la Chiesa che è cattolica, apostolica, santa, romana. Solo questa è la vera Chiesa fondata da Gesù Cristo.
Oh, allora ecco come dobbiamo continuamente pregare noi. Si affretti il giorno in cui si estenderà sulla terra il regno di Dio: venga il tuo regno! Si affretti il giorno in cui tutti gli uomini siano entrati nell’ovile della Chiesa, che è l’ovile di Gesù Cristo, perché tutti un giorno entrino nell’ovile celeste: paradiso, salvezza eterna, sì!
Perciò in questa giornata considerare nelle vostre preghiere le parole del Vangelo: Io sono il buon pastore.
Oh! Poi preghiamo noi stessi di essere le sue pecorelle docili: lasciarsi guidare da lui e cercare di conoscere sempre di più Gesù, ascoltando la divina Parola e studiando i catechismi, è chiaro3: cercando di estendere la nostra istruzione e cultura religiosa.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 49/59 (Nastro archivio 55b. Cassetta 55, lato 2. File audio AP 055b). Titolo Cassetta: “Gesù Buon Pastore”.

2 Vangelo: Gv 10,11-16. Il brano viene letto da una Apostolina, e citato liberamente dal PM all’interno della meditazione.

3 Parole incerte.