Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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8. È IL TEMPO DI UNA MISSIONE NUOVA
Chiedere le grazie necessarie
per essere apostole delle vocazioni
Domenica IV di Quaresima, Meditazione, Castel Gandolfo, 8 marzo 19591

Leggiamo il Vangelo.

«In quel tempo: Gesù andò al di là del mare di Galilea, cioè di Tiberiade; e lo seguiva gran folla, perché vedeva i prodigi fatti da lui sugli infermi. Salì pertanto Gesù sopra un monte ed ivi si pose a sedere con i suoi discepoli. Ed era vicina la Pasqua, la solennità dei Giudei. Or avendo Gesù alzati gli occhi e vedendo la gran turba che veniva a lui, disse a Filippo: Dove compreremo il pane per sfamare questa gente? Ma ciò diceva per metterlo alla prova; egli però sapeva quanto stava per fare. Gli rispose Filippo: Duecento danari di pane non bastano neanche a darne un pezzetto per uno. Gli disse uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che è questo per tanta gente? Ma Gesù disse: Fateli mettere a sedere. C’era lì molta erba. Si misero pertanto a sedere in numero di circa cinquemila. Allora Gesù prese i pani e, rese le grazie, li distribuì alla gente seduta; e così pure fece dei pesci, finché ne vollero. E, saziati che furono, disse ai suoi discepoli: Raccogliete gli avanzi, ché non vadano a male. Li raccolsero adunque; e riempirono dodici canestri dei pezzi che erano avanzati a coloro che avevan mangiato di quei cinque pani d’orzo. Or quegli uomini, visto il prodigio fatto da Gesù, dicevano: Questo è davvero il profeta che deve venire al mondo. Ma Gesù,
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accortosi che stavano per venire a rapirlo per farlo re, fuggì di nuovo solo sul monte»2.

Questo è uno dei miracoli di moltiplicazione dei pani che ha compìto Gesù. Con cinque pani e due pesci egli sfama cinquemila uomini, i quali ne ricevono in abbondanza; e poi Gesù ordina che siano raccolti gli avanzi, i pezzi, perché nulla vada perduto. Sempre ho insistito che si tenga conto delle briciole [quando] state a tavola, e così si tenga ben conto di tutto quello che la Provvidenza ci manda, affinché noi veniamo degni della Provvidenza. Per ottenere la Provvidenza spirituale e la Provvidenza materiale, noi dobbiamo avere quest’impegno: di usare intanto di quanto già la Provvidenza ci ha mandato di grazie spirituali e di grazie temporali.
Gesù sfama cinquemila persone. Dice sant’Agostino: È più grande quello che fa Dio, che ogni giorno manda il necessario - perché tutto viene da lui che tutto ha creato -, il necessario per sfamare tutti gli uomini - che sono oltre due miliardi e mezzo - e questo è potenza di Dio, potenza molto più grande, esercizio della potenza di Dio molto più grande che sfamare cinquemila persone. Tuttavia che egli sfami tutti gli uomini quotidianamente è cosa ordinaria e non ci fa grande impressione; invece sfamare cinquemila persone in questo modo, moltiplicando il pane, questo ci fa impressione, perché è un modo inusitato, è un modo eccezionale. Tuttavia questo modo eccezionale prova la potenza di Dio, la potenza di Gesù3. Per sfamare gli uomini, egli vuole che gli uomini coltivino la terra, seminino il grano, seminino il riso, e poi gli uomini raccolgano tutti i frutti e adoperino i mezzi che son necessari per vestirsi, eccetera... lo vuole che usiamo dei mezzi di Dio, dei mezzi che già Dio ci ha dato.
Questo, tuttavia, prova l’esercizio della Provvidenza di Dio in un modo inusitato. Ora occorre che ci sia fede, sì: quella gente aveva seguito Gesù fin da dimenticare il cibo, fino a
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dimenticare il cibo e, quindi, non avevano più provviste con sé. Oh! E allora il Signore pensò al loro corpo, essi che prima pensavano alla loro anima, al loro spirito, seguendo Gesù e ascoltando la sua Parola ed assistendo alle grazie che egli stava distribuendo, particolarmente agli infermi, sì.
E Gesù non è più capace di fare i miracoli, adesso? La sua potenza non è fermata, non si è arrestata, e quanti prodigi abbiamo letto che si sono verificati a Lourdes! Quando si canonizza un santo, quando si eleva uno agli onori degli altari, è sempre perché ci sono stati i miracoli, sempre. Ci vuole certamente da parte del santo l’eroicità delle virtù, ma soprattutto, quello che dimostra che quella data persona è in Cielo, sono i prodigi operati per sua intercessione, per l’intercessione di quella persona. Allora è intervenuto Dio, e Dio opera quel prodigio a intercessione di quella persona per provare, per dimostrare che quella persona è in Cielo, santa, e quindi da pregarsi e da imitarsi.
Vedete, il Signore deve operare un prodigio in voi, se avete fede sufficiente, e cioè: non solo sante, ma apostole. Ecco. La missione vocazionaria è una missione che non c’è ancora, diciamo così, non c’è in generale, dolorosamente, non perché manchi ma perché non è rilevata e non si corrisponde; e allora il Signore ha scelto voi, piccolo gregge, ma: «Nolite timere, pusillus grex, quia complacuit Patri vestro dare vobis regnum» [Lc 12,32], non temete, piccolo gregge, perché il Signore si è compiaciuto di donarvi questa grazia, questa vocazione; ed essendo nuova, questa vocazione, essendo nuova ha bisogno, per venire attuata, di una straordinaria grazia di Dio. È necessario che voi, in primo luogo, abbiate conoscenza delle anime, del valore delle anime, della necessità delle vocazioni: che ci sia lo spirito vocazionario, di ricerca e di formazione. Si ha da compiere in voi un prodigio, un prodigio della grazia di Dio!
Di questi prodigi ne ho veduti tanti! Persone che non pensavano affatto, prima, nella loro fanciullezza, a compiere poi nella vita una missione che ancora non conoscevano e, quindi, non potevano neppure desiderarla; ma il Signore ha
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trasformato, ha trasformato lo spirito, l’anima, dando una luce, una forza, una tendenza, un’attività nuova, insolita, che dapprima neppure si voleva riconoscere dagli altri e sembrava impossibile... Così è la vostra.
Allora, occorre che ci sia il prodigio di Dio, una cosa nuova, un miracolo del Signore. Ma come otterrete questo miracolo? Bisogna che sempre ricordiate la preghiera il Patto o Segreto di riuscita - la preghiera che c’è nel libro delle orazioni4 -, e recitarlo con grande fede in tutte le vostre Visite, o insieme
o singolarmente, in tutte le vostre Visite e poi nelle occasioni che vi si possono presentare. Tuttavia la recita, perché sia efficace, occorre che sia il frutto di una fede viva, una fede viva che il Signore trasformi, dia una cosa nuova, e così trasformi voi da piccolo gregge in grande gregge! Sì, che si creda alla potenza di Dio, perché questa è la volontà di Dio sopra di voi! E quando si vuol fare la volontà di Dio, è lì che interviene Dio a dare le grazie! Quando vogliamo far la volontà nostra, i nostri capricci... no! Bisogna che noi vogliamo, nel domandar le grazie, che si compia il volere di Dio, che i disegni di Dio siano realizzati, che da nostra parte non ci siano impedimenti, anzi, [che ci sia] assecondamento. Ecco, quindi, scenda nella vostra anima, nell’intimo del cuore: questa è nuova grazia, questa trasformazione. Siate sicure che siete sotto l’azione dello Spirito Santo: ma ci vuol fede, ci vuol fede in questo; ci vuole la disposizione: Signore, fate di me quel che volete che io sia, come volete che io sia, come volete che io faccia. Datemi l’efficacia in questa vocazione, che è indirizzata alle vocazioni: l’efficacia della parola, l'efficacia dell’esempio, e l’efficacia della preghiera, soprattutto.
Vorrei che stamattina entrasse in voi una convinzione nuova a questo riguardo: che si tratta di ottenere un miracolo, un prodigio! Nessuno, però, lo impedisca con la poca fede, per la mancanza di fede... nessuna lo impedisca; anzi, [è necessario] che tutte insieme lo chiediate, perché mi pare che sia arrivato
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il tempo... sia arrivato il tempo. E non temete... e non temete! Mettersi nelle mani di Dio come bambinetti, nelle mani di Dio come piccole bambine, e domandare al Padre Celeste la grazia di una trasformazione, sì: che egli vi nutra, che egli vi rafforzi, che egli vi dia luce, che vi porti quasi in braccio, che capiate e amiate la vostra vocazione e l’ufficio che ha la vostra vocazione per le anime. Sì. Ci vuole proprio una cosa nuova: «Emitte Spiritum tuum, et creabúntur: et renovabis faciem terrae»5, Manda il tuo Spirito e sarà creato un essere nuovo: in voi, esseri nuovi!
Può essere che nasca in qualcheduna lo scoraggiamento: Non cresciamo, no". Ma è perché ancora non siete nella piena formazione, nella piena formazione... e cioè, quanto a vita religiosa progredite giorno per giorno, anche nella silenziosità, nella carità, nell’uso del tempo, eccetera; va bene, state facendo un progresso: che sentite sempre di più che il vostro essere è di Gesù, il vostro essere è di Gesù, che siete con Gesù sempre di più. Quanto poi alla seconda grazia dell’apostolato, ecco, è il tempo di chiedere il prodigio al Signore: Create in noi degli esseri nuovi, fate delle apostole delle vocazioni. L’avrete! Purché non si impedisca la grazia, e cioè... sarebbe solo questa la mancanza di fede; il Signore la grazia l’ha preparata.
Adesso vi dò la benedizione; e recitate frequentemente il Patto, il Segreto di riuscita.
Adiutorium nostrum in nomine Domini.
Qui fecit caelum et terram.

Et benedictio Dei omnipotentis, Patris, et Filii, et Spiritus Sancti descendat super vos, et maneat semper.
Amen.
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1 Nastro originale 53/59 (Nastro archivio 54a. Cassetta 54, lato 1. File audio AP 054a). Titolo Cassetta: “La moltiplicazione dei pani e dei pesci”.

2 Vangelo: Gv 6,1-15. Il brano viene letto da una Apostolina, e citato liberamente dal PM all’interno della meditazione.

3 Cf AGOSTINO D'IPPONA, Commento al Vangelo di San Giovanni, Omelia 24,1.

4 Cf Preghiere, ed. 1957, pp. 124-125; ed. 1985, pp. 193-194. GIACOMO ALBERIONE, Preghiere. Orazioni composte dal Fondatore della Famiglia Paolina, Roma 2007, pp. 58-61.

5 «Manda il tuo Spirito, e [tutte le cose] saranno create: e rinnoverai la faccia della terra». Dominica Pentecostes: Breviarium Romanum, Ad Nocturnum, Ant. 3; Missale Romanum, Alleluja. Cf Sal 104(103),30.