24. LE NOZZE DEL FIGLIO CON L'UMANITÀ
La vita di unione con Gesù, sposo dell'anima
Domenica XIX dopo Pentecoste, Meditazione, Castel Gandolfo, 27 settembre 19591
Adesso avete ascoltato due Messe2 e la grazia di Dio è certamente più abbondante nei vostri cuori. Capire ora bene il Vangelo:
«In quel tempo: Gesù parlava ai principi dei Sacerdoti e ai Farisei in parabole, dicendo: Il regno dei cieli è simile ad un re il quale fece le nozze a suo figlio. E mandò i servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò ancora altri servi, dicendo: Dite agli invitati: Ecco il mio pranzo è già apparecchiato, si sono ammazzati i buoi e gli animali ingrassati, e tutto è pronto: venite alle nozze. Ma quelli non se ne presero cura e andarono chi al suo campo e chi al negozio. Altri poi, presi i servitori, li oltraggiarono e li uccisero. Avendo udito quanto era avvenuto, il re fu pieno d'ira e mandò le sue milizie a sterminare quegli omicidi e a dar fuoco alle loro città. Quindi disse ai suoi servi: Le nozze son pronte, ma gli invitati non ne erano degni. Andate dunque ai crocicchi delle strade e, quanti troverete, chiamateli alle nozze. E usciti per le strade i servi di lui radunarono quanti trovarono, buoni e cattivi, e la sala delle nozze fu piena di convitati. Or entrato il re a vederli, vi notò un uomo che non era in abito di nozze. E gli disse: Amico, come sei entrato qua senza la veste da nozze? E colui ammutolì. Allora disse il re ai servi:
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Legatelo mani e piedi, e gettatelo fuori, nel buio; ivi sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti»3.
Questa parabola è alquanto misteriosa. Qui non si tratta delle nozze comuni: il padre che celebra le nozze del figlio è il Padre Celeste il quale vuole unire il suo Figlio all'anima. Allora c'è lo sposo Gesù e l'anima sposa: sono nozze mistiche queste, ma sono le nozze più alte... Gesù con l'anima.
Oh! Che cosa avvenne? Il Padre chiamò tanti a entrare nell'intimità e a celebrare le nozze con il suo Divin Figlio, ma molti non ascoltarono, anzi molti, ancora, gli insultarono i servitori che venivano a far l'invito, e fino al punto di ucciderli. Allora il re si adirò, e che cosa fece? Sterminò quegli omicidi e incendiò le città.
Il Figlio di Dio, Gesù, Figlio di Dio incarnato, era venuto a predicare e a invitare le anime a unirsi a lui, con l'Incarnazione. Ma che cosa avvenne? Che specialmente gli abitanti di Gerusalemme non lo vollero riconoscere, non accettarono l'invito di unirsi a lui e di seguire la sua dottrina e di amarlo, e stabilire l'unione fra lui e l'anima: [non accettarono] quelle, le nozze divine. E la città di Gerusalemme fu sterminata e gli abitanti furono uccisi, e quelli rimasti furono fatti schiavi dai Romani4.
Oh! Ma se il Padre voleva queste nozze tra il Figlio e gli uomini, si rivolse e mandò i servi ai poveri, ai bambini, si rivolse ai pagani; ed ecco che questi entrarono. Ma bisogna dire che mentre bambini, pagani, eccetera, entrarono per stabilire la loro unione con Gesù Cristo e seguire il Figlio di Dio incarnato, ecco, qualcheduno non si comportò bene: intervenne alle nozze ma senza la veste nuziale, cioè senza la grazia, e allora fu messo fuori dal convito. Anime, bambini,
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che vengono battezzati, e allora si stabilisce l'unione fra il Figlio di Dio e l'anima; ma poi vi sono sempre di quelli che cadono in peccato, e quindi non stanno uniti. E che cosa avviene? Che molti cristiani peccano, non vivono in grazia, non portano la veste nuziale che è la grazia. La veste nuziale è simbolo della grazia; per essere uniti al Figlio di Dio, bisogna vivere in grazia, togliere il peccato. E allora costui fu messo fuori, e Gesù conchiuse: Molti sono i chiamati, pochi gli eletti". Ecco. Cosa misteriosa: il Vangelo fu predicato per tutti, chiamati tutti, ma quanti non sono ancora cristiani! E tra i5cristiani, vi sono quelli che non vivono in grazia, ancora!
Oh! Questo è ciò che propriamente insegna la parabola. Però bisogna anche dire che il Padre Celeste vuole stabilire delle nozze speciali anche tra il suo Figlio e anime elette, e lì si tratta dello sposalizio per mezzo della professione, della vita religiosa. Allora il cuore di colei che si consacra a Gesù resta pieno di amore, e ha delle consolazioni e ha dei meriti tutti particolari. Allora vi è una intimità maggiore tra chi si è consecrato a Gesù e chi, essendo chiamato da Gesù, ha corrisposto all'invito di Gesù.
Che cosa abbiamo da pensare per comprendere e che cosa abbiamo da imparare da questa parabola?
Primo: bisogna ricordarsi che molti resistono alla grazia. E voi sapete come hanno perseguitato i primi cristiani, e come anche adesso ci sono persecuzioni in parecchi luoghi della terra, ecco, fino a uccidere i servitori, oltre che oltraggiarli; i servitori sono quei che predicano, quelli che invitano le anime ad andare a Gesù, sì. Ma noi abbiamo da ringraziare il Signore che fino dal momento in cui siam nati ci ha invitati al Battesimo. Gesù voleva prender possesso dell'anima nostra e l'ha preso: il Battesimo.
Secondo: tutte le anime corrispondono ugualmente alle grazie di Dio? No, non tutte. Vi è chi ha più fede, ha più speranza, ha più amore verso Gesù, e allora ha più abbondanza di grazie. Si stabilisce allora una intimità, qualche volta una
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intimità molto forte, molto sentita fra Gesù e l'anima. Non tutte corrispondono nel medesimo grado, però; ma [in] quelle che corrispondono, ecco, Gesù aumenterà giorno per giorno la sua grazia. E si capisce allora: Riceverete il centuplo, possederete la vita eterna [Mt 19,29].
Oh! Benedette le anime che sono condotte a Gesù da Maria, benedette le anime a cui Maria offre Gesù come l'ha offerto ai pastori perché lo adorassero e lo amassero, come l'ha offerto ai re Magi perché lo adorassero e lo amassero [Lc 2,16-20; Mt 2,11]. Ecco, sì. Maria è la Madre delle buone vocazioni, ed è la Madre di tutti i cristiani, però: non che tutti abbiano vocazione religiosa, no, ma è la Madre di tutti i cristiani. Allora, ecco, farci condurre a Gesù da Maria, o pregare Maria che ci dia Gesù: che ce lo metta nel cuore, cioè che ci dia la grazia di conoscerlo bene, di amarlo sempre di più, di stringerci sempre di più a lui, in maniera che la nostra vita sia tutta unita a Gesù, e quindi nella morte unita a Gesù, cioè l'unione dell'anima con Gesù anche nella morte, e poi l'unione dell'anima a Gesù in eterno in Cielo. Questo è il regno dei cieli: è assomigliato, figurato in una parabola, questa parabola del Signore... il Padre Celeste che vuole stabilire le sue nozze, le nozze del Figlio con le anime che sono spose di Gesù. Lo Sposo Celeste, l'anima che è la sposa di questo Sposo Celeste, sì. L'intero libro del Cantico dei Cantici della Scrittura ci descrive queste nozze mistiche tra l'anima e Gesù.
Oh! Consiglio questo: recitare dei buoni rosari nel mese di ottobre, e allora noi avremo sempre più grazia, più luce in paradiso6, perché Maria pregherà per noi, Maria nostra speranza pregherà per noi; e noi saremo più uniti a Gesù, allontaneremo anche il peccato veniale e, vivendo maggiormente nella sua grazia, [avremo] più meriti per l'eternità e più benedizioni su questa terra.
Oh, Gesù è uno sposo che non si lascia vincere in amore, e se noi l'amiamo egli raddoppierà il suo amore verso di noi:
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è sempre più grande il suo amore verso di noi di quanto noi possiamo amare lui; tuttavia amiamolo con tutto il cuore e sopra ogni cosa"7 ed egli sarà sempre più largo, più largo di grazia. La vita passerà, anche alle volte tra difficoltà, tentazioni... anche sacrifici, ma sarà una vita in cui giorno per giorno l'anima si arricchisce di meriti, si arricchisce di meriti per l'eternità.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 58/59 (Nastro archivio 59a. Cassetta 59, lato 1. File audio AP 059a). Titolo Cassetta: “Gli invitati alle nozze".
2 Cf AP 1958/2, pp. 164-165.
3 Vangelo: Mt 22,1-14. Nella meditazione il brano viene citato liberamente dal PM.
4 Il PM inserisce questo commento perché il brano evangelico è associato da alcuni esegeti all'occupazione di Gerusalemme e alla distruzione del suo tempio nel 70 d.C.; molto probabilmente tale evento era già avvenuto quando il testo di Matteo fu scritto, e la Chiesa primitiva lo interpretò quale espressione del rifiuto del Messia da parte del popolo eletto.
5 Il PM dice: E dei.
6 Parola incerta.
7 Vedi p. 97, nota 6. Preghiere, ed. 1957, pp. 17, 24; ed. 1985, pp. 23, 46.