4. LA RIPARAZIONE" DEI CONSACRATI
Chiedere al Signore la luce spirituale
Domenica di Quinquagesima, Meditazione, Castel Gandolfo, 8 febbraio 19591
Il Vangelo2 di oggi ha due parti. Leggiamo la prima, poi una riflessione; quindi leggeremo la seconda e un’altra riflessione. Prima parte.
«In quel tempo: Gesù presi in disparte i dodici, disse loro: Ecco, noi ascendiamo a Gerusalemme e si adempiranno tutte le cose predette dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo; egli sarà dato nelle mani dei Gentili, sarà schernito e flagellato e coperto di sputi. E, dopo averlo flagellato, lo uccideranno; ma risorgerà il terzo giorno. E quelli nulla compresero di tutte quelle cose, ed il senso di esse era loro nascosto e non afferravano quanto veniva loro detto».
Sì... e Gesù fece la profezia della sua futura passione e morte: noi andiamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà preso, dato in mano ai Gentili e flagellato, coperto di sputi, condannato a morte e crocifisso, e il terzo giorno risusciterà. Questa profezia Gesù la fece diverse volte.
In questi giorni di carnevale i peccatori commettono tante offese al Signore più che in altri tempi. Purtroppo [avviene] che molti cristiani la Quaresima quasi non la conoscono più, non vogliono né le penitenze, né le astinenze, né i digiuni,
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ma vogliono sempre festeggiare il carnevale più solennemente: il peccato sì, la penitenza no! Allora, con tanti disordini questi giorni, si può dire che è rinnovata la passione di Gesù Cristo, sputacchiato da tante bestemmie, parolacce disoneste, crocifisso da tanti disordini, e questi disordini moltiplicati, sì. Allora, Gesù così offeso, Gesù così disgustato, egli nel suo tabernacolo aspetta riparazione dalle anime consecrate a lui. Quasi dice: «Non potuistis una hora vigilare mecum?»3[Mt 26,40], ecco, i nemici son pronti [cf Mt 26,45-46], il rimprovero amoroso - e che era poi un invito agli apostoli di pregare in quel momento in cui i nemici suoi, i nemici di Gesù, stavano venendo per catturarlo nel Getsemani -. Gesù adesso è glorioso, non soffre più, ma in quella sua passione egli vedeva, come Dio, tutti i disordini e i peccati che si sarebbero succeduti lungo i secoli, e allora ha sofferto per tutti questi peccati: tutti i peccati ha espiato, il Salvatore.
E anche adesso il Signore rivolge a noi l’invito a riparare: riparare con tanta fede, con tanto amore, riparare con penitenze, mortificazioni; in questi giorni particolarmente compiere bene i doveri. La riparazione che si ha da fare sarà la preghiera più intima, più fervorosa; poi, la mortificazione che si ha da fare [saranno] quelle piccole cose che ci costano un po’ fatica: o il silenzio o far meglio i nostri doveri, eccetera... offrire a Gesù in riparazione.
E poi, la mortificazione e la riparazione che Gesù soprattutto attende ed accoglie: che non facciamo i peccati e che facciamo invece le nostre opere bene, facciamo bene le cose che nella giornata si devono fare. Le occupazioni incominciano al mattino e terminano e si chiudono alla sera: far bene le singole cose, con diligenza, per amore di Gesù, dicendo a Gesù che lo si vuole amare, anche per quelli che non lo amano, anche per quelli che lo offendono e lo disgustano. Ecco, la riparazione, sì. E questa diligenza, questa attenzione a far le cose bene, particolarmente in questo tempo. Se non
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c’è la Madre4, abituarsi meglio a far le cose per Dio, non per timore ma per amore! Se in altri tempi si teme di più l’osservazione o lo sguardo di chi assiste, la Madre, in questo tempo guardare di più a Gesù, che è sempre rappresentato da chi rappresenta la Madre; ma farle sempre le cose meglio sotto l’occhio di Dio, con retta intenzione, con quella perfezione che ci è possibile.
Occorre che vi facciate delle convinzioni. Supponete che un giorno siate mandate lontane tanti chilometri a fare una Casa nuova, lontana dalla Casa Madre: sempre sotto l’occhio di Dio. Se c’è questa abitudine di far le cose per il Signore, per il paradiso, per guadagnare i meriti, per amore di Gesù, dovunque uno sia, fa sempre le cose bene! Ma se uno le fa per timore delle osservazioni o perché si è veduti dagli uomini, e allora quando non si sia sotto l’occhio di chi deve sorvegliare, allora le cose o non si fanno più o si fanno meno bene. Il vero amore di Dio si mostra quando si fanno le cose senza la presenza di nessuno che ci possa fare osservazioni; quando si fanno solo... e, ancora più perfettamente, quando solo Dio ci vede, solo il Signore ha il suo richiamo superiore5; solo perché pensiamo all’eternità, al premio, al merito.
Oh, adesso seconda parte del Vangelo: la guarigione del cieco.
«Or avvenne che mentre egli si avvicinava a Gerico, un cieco stava seduto lungo la strada a mendicare; e sentendo passare la folla, domandò che cosa mai fosse. Gli dissero che passava Gesù Nazareno. Allora egli gridò: Gesù, figlio di David, abbi pietà di me. E quelli che precedevano gli gridavano di tacere. Ma lui a gridar più forte che mai: Figlio di David, abbi pietà di me. Allora Gesù, fermatosi, comandò che gli fosse menato6. E quando gli fu vicino, gli domandò: Che vuoi ch’io ti faccia? E quello: Signore,
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esclamò, che ci veda. E Gesù gli disse: Guarda, la tua fede ti ha salvato. E subito ci vide e gli andava dietro glorificando Dio. E tutto il popolo, visto il miracolo, lodò Dio».
Ecco, la fede di quell’uomo cieco: Gesù, figliolo di Davide abbi pietà di me... la fede. Gli altri lo sgridavano perché tacesse - disturbava, non potevano più sentire Gesù a parlare -, ma mentre che gli altri, il popolo lo invitava a tacere, egli gridava più forte per essere sentito da Gesù. E allora Gesù comandò che egli fosse condotto vicino a lui e operò il prodigio: Che cosa vuoi?. Che io veda. E allora: Guarda... vedi, e i suoi occhi si aprirono e riacquistò pienamente la vista, e fu riconoscente al Signore, perché seguiva poi il Signore glorificando Dio.
Abbiamo tanto bisogno di pregare per i peccatori, quelli che camminano nelle tenebre e nell’ombra di morte [cf Lc 1,79]. Se si sapesse cosa è il peccato non lo si commetterebbe mai. Si pecca per ignoranza, per mancanza di luce spirituale, per debolezza. Pregare che tutti abbiano la luce, e cioè che ricordino che dopo la vita c’è un giudizio, e che bisogna prendere la strada che ci conduce al Cielo, non la strada comoda che ci porta all’inferno. Che abbiano la luce, sì.
In secondo luogo, pregare che anche noi abbiamo la luce: Che io ci veda. Quando facciamo meno bene le cose è perché abbiamo meno luce nella nostra anima, sì. E quando invece abbiamo luce ancora abbondante nella nostra anima, la luce che avevano i santi, allora si fa meglio: si capisce il valore della vita religiosa, si capisce come ogni momento si possano acquistare bellissimi meriti, si capisce come Gesù ama e benedice le anime che sono a lui consecrate, le anime che lo amano, si capiscono le cose eterne. Sì, allora c’è la luce. Chiediamo al Signore di essere sempre illuminati. «Ego sum lux mundi» [Gv 8,12], Io sono la luce del mondo". Illuminati, illuminati sempre per riguardo alle cose eterne.
Questa luce noi la ricaviamo nella meditazione - le meditazioni sono [...] -, la ricaviamo nelle letture spirituali, nelle predicazioni, nella Visita, nei consigli che ci vengono dati.
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E questa luce la abbiamo pure direttamente tante volte da Gesù, che ci fa comprendere ciò che a lui piace, che ci fa comprendere quanto egli ci ama. Questa luce l’abbiamo in certe ispirazioni che son profonde nell’anima, particolarmente dopo la Comunione e durante la Visita: Fatti più santa, sii generosa con il Signore!; Perché continui a ripetere fin qui certi difetti volontariamente?; e Perché non sei più fervorosa nella preghiera?. Tante volte il Signore parla proprio intimamente all’anima e parla proprio all’anima di quelle cose di cui7 l’anima ha bisogno. La meditazione alle volte non fa direttamente per ciascheduna - fa indirettamente sempre però bene! -, ma quando parla Gesù, dice quello che fa proprio per la nostra anima, e allora le ispirazioni sono particolarmente importanti: assecondatele.
Adesso vi dò la benedizione, perché questi giorni siano santificati, che si faccia un bel passo nella virtù, che si formino convinzioni profonde, perché si viva sempre più bene, più santamente, sotto lo sguardo di Dio! Il Padre Celeste sempre ha il suo occhio rivolto a noi.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 50/59 (Nastro archivio 52b. Cassetta 52, lato 2. File audio AP 052b). Titolo Cassetta: “Gesù predice la sua morte e risurrezione”.
2 Vangelo: Lc 18,31-43. Il brano viene letto in due tempi da una Apostolina, e citato liberamente dal PM all’interno della meditazione.
3 «Non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora?».
4 Si riferisce all’assenza dalla comunità di Rosa De Luca, a cui Don Alberione aveva dato allora l’incarico di Madre [Madre Tecla], ricoverata nella clinica Regina Apostolorum di Albano Laziale dal 16 gennaio al 3 maggio 1959.
5 Espressione incerta.
6 Sta per: condotto.
7 Il PM dice: che.