Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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27. IL VERO OSSEQUIO A GESÙ CRISTO RE:
dare a lui la mente, il cuore, la volontà,
e tutto il nostro essere
Festa di N.S. Gesù Cristo Re, Meditazione, Castel Gandolfo, 25 ottobre 19591

Quest'oggi è la festa Gesù Cristo Re2, e allora prendiamo la meditazione sopra la festa e ricaviamo i frutti che la stessa festa suggerisce.

«In quel tempo: Pilato domandò a Gesù: Sei tu il Re dei Giudei? Gesù rispose: Dici questo da te stesso, oppure altri te l'hanno detto di me? Disse Pilato: Sono forse Giudeo? La tua nazione e i grandi sacerdoti ti han messo nelle mie mani: che hai fatto? Rispose Gesù: Il mio regno non è di questo mondo; se fosse di questo mondo il mio regno, i miei ministri, certo, avrebbero combattuto perché non fossi dato nelle mani dei Giudei; ma il regno mio non è di quaggiù. Dunque tu sei Re?, gli chiese allora Pilato. Gesù rispose: Tu lo dici, io sono Re. Sono nato per questo, e per questo sono venuto al mondo, a rendere testimonianza alla verità. Chi è per la verità, ascolta la mia voce»3.

Gesù si dichiara Re innanzi a Pilato, ma noi, per capire, dobbiamo spogliarci dell'idea, della mentalità che abbiamo riguardo a un re temporale, a un re comune. Gesù Cristo è un Re, ma ben diverso. Pensiamo soltanto a questo: quale differenza fra un re della terra, un presidente di repubblica
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(che fa lo stesso)? Si conservano tutti in dignità, in maestà, sempre in una posizione di distinzione, di comando. Gesù Cristo sta nel tabernacolo, si mette sotto l'Ostia, la figura del Pane; nell'Ostia stessa si mette e si lascia da noi mangiare, si fa nostro cibo. Quale differenza!
Eppure il titolo di Re, applicato a Gesù, è il titolo che, possiamo dire, rispecchia del tutto, in modo assoluto, il senso, la dignità, il potere di un re. Ma come dice il Vangelo: Il mio regno non è di quaggiù", non come [è per] i re della terra: immaginare un re il quale sta circondato dalla polizia, dai soldati, ecco, il quale fa delle leggi umane, il quale ha i tribunali per giudicare, le prigioni per condannare.
Oh! Gesù Cristo è Re perché egli ha un regno pieno: tutto ha creato, quindi tutto dipende da lui. I re non ci hanno creati, non hanno creato i sudditi. Tutto è stato fatto «et sine ipso factum est nihil, quod factum est»4[Gv 1,3], senza di lui, senza Dio, nulla esiste... nulla. E ha creato la mente, e ha creato il cuore, e ha creato la volontà, ha creato il nostro essere: Adamo, Eva...
Ora, questo che cosa indica? Che noi siam tutte sue creature, tutte sottomesse, come un bambino è sottomesso ai suoi genitori. Un Re! Noi eravamo... l'umanità era caduta in schiavitù del demonio, era il regno del diavolo; e, purtroppo, per chi non segue Gesù, c'è ancora il regno del diavolo: per chi non entra nel regno di Gesù Cristo con il Battesimo e non vive la vita della grazia. Egli vuol vivere nei cuori, vuol essere amato, vuol darci la vita eterna. Egli non viene con le armi, ma è un Re che muore per i suoi, per noi, per i sudditi, e muore per darci la vita... non che voglia uccidere i nemici: morendo egli conquista la vita anche per i suoi nemici.
È lui che soddisfa per i nostri peccati, è lui che ci prepara il regno eterno in Cielo, quando avrà radunati tutti i suoi sudditi fedeli lassù in paradiso. Ecco il suo regno che egli presenterà al Padre Celeste: l'immensa moltitudine dei santi, delle anime giuste, delle anime salvate. E domenica prossima
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è appunto la festa, poi, di tutti i Santi, cioè la festa prossima è la festa di tutti i Santi5. È Gesù che trionfa poi con tutti i santi in Cielo. Ecco il suo regno beato.
Il suo regno sulla terra è la Chiesa, e ogni nostra anima è un suo regno: quando siamo in grazia di Dio, quando l'amiamo, il suo regno è nel nostro cuore e nella nostra anima, nel nostro interno, nel nostro spirito.
Oh! È un Re particolare. Egli è la verità, il suo regno è di verità. Non inganna, ma vuole che tutti credano alla sua Parola. Egli ha fatto la mente nostra, ci ha dato l'intelligenza e questa intelligenza deve essergli sottomessa. Nessuno della terra tra i6 re, tra i presidenti di repubblica, eccetera, possono pensare a imporre ai loro sudditi di stare sottomessi con la loro mente, cioè di pensare come vogliono loro; ma Gesù condanna chi non crede: chi crede, riceve il Battesimo, sarà salvo, chi non crede è condannato [cf Gv 3,16-18]. È un Re che comanda al nostro spirito, alla nostra mente. Tutto ciò che ha detto è verità, perciò il testo del Vangelo letto: Io sono venuto su questa terra per rendere testimonianza, cioè per predicare la verità". Un Re del nostro spirito, il Re della nostra mente, padrone della nostra mente.
Poi il Signore ha creato il nostro cuore, e questo cuore deve essere docile, sottomesso, indirizzato tutto a lui, tutto a Dio, cioè all'amore di Dio e al paradiso. I re possono anche sospettare che vi siano, tra i sudditi, dei sudditi che l'odiano; Gesù, no. Chiunque, anche chi si mostrasse esteriormente sottomesso ma non lo amasse, ecco, è da lui condannato; il cuore deve concentrarsi, orientarsi in Gesù, in Dio, sommo bene, eterna felicità. Egli è colui che ha creato il nostro cuore e lo vuole per sé.
Poi è Re della nostra volontà: cioè ha dato dei comandamenti, e ha fatto la sua legge, il Signore, e ci fa anche comandare per mezzo delle persone che governano sulla terra, sì, e vuole la sottomissione della nostra volontà: è sua, e l'ha
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creata perché questa volontà compia la sua volontà, compia la sua volontà.
Cosicché Gesù Cristo è il Re più completo, un Re tutto speciale: il regno di Gesù Cristo è un regno di verità e di amore, di santità, di giustizia. Egli ha fatto le sue leggi, egli le vuole osservate, perché condannerà chi non le osserva e premierà chi le osserva; e giudicherà: alla fine del mondo con il giudizio universale; subito dopo [la] morte il giudizio particolare. Quale Re! E il premio che darà ai sudditi fedeli, cioè a chi avrà assoggettato la sua mente, il suo cuore e la sua volontà a lui: premio eterno. E il castigo che darà a coloro che non hanno voluto credere alla sua Parola, seguire la sua volontà, i suoi comandamenti e amarlo, il castigo sarà eterno.
Non vi è un re che sia come Gesù; e noi, pensando a Gesù Cristo Re, non dobbiamo formarci un'idea, non dobbiamo essere condotti dalla mentalità che abbiamo considerando i re della terra. Gesù Cristo è Re di ognuno ed è anche Re di tutti gli uomini: anche la società, le leggi devono essere conformate alla morale predicata da Gesù.
Oh! Che cosa dobbiamo fare per ossequiare oggi degnamente questo Re e per sottometterci a questo Re, ed amare questo Re di amore? Questa sera bisogna fare l'Atto di consecrazione al Cuore Sacratissimo di Gesù7: sottomettergli la nostra mente, il nostro cuore, la nostra volontà. Pensare come Gesù: sottomettergli la mente; amare lui con tutto il cuore:
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sottomettergli il cuore; volere ciò che lui vuole, o ascoltando, osservando quello che egli vuole. Tutto questo è amore, amore della mente, amore del cuore, amore della volontà: cioè l'unione. Perché la nostra consecrazione sia giusta e piena, oggi diciamo: Signore, io credo, sottometto tutta la mia mente a quello che hai rivelato e la santa Chiesa ci propone a credere. Sottometto tutta la mia volontà, cioè farò le opere buone che tu vuoi, con la tua grazia, con il tuo aiuto, ecco. E spero da te il paradiso, e voglio il paradiso, desidero il paradiso"8.
Sottomettere tutta la nostra volontà e sottomettere tutto il nostro cuore, cioè indirizzare tutto il cuore a lui: Vi amo con tutto il cuore e sopra ogni cosa... voi bene eterno, voi eterna felicità"9, sì.
Allora sottomettiamo... facciamo un atto di ossequio, di sottomissione della mente, del cuore, della volontà, di tutto il nostro essere. Della mente: volendo noi credere sempre meglio, più profondamente. E del cuore: amare solo lui, volere solo lui, amarlo senza misura. E, terzo, sottomettergli la volontà, dicendogli: Non sia fatta la mia ma la tua volontà, sempre nella mia vita!". Questo è il vero ossequio a Gesù Cristo Re: dargli la mente, il cuore, la volontà, tutto il nostro essere. Che felicità appartenere a questo Re!
Però, ecco, ricordare sempre che non si tratta di un re comune: Gesù vuole che gli facciamo un seggio, un trono nel cuore, cioè nell'interno; un trono d'amore che consiste appunto in questo: nella fede viva, profonda, sentita alla sua Parola, nell'amore pieno a lui, e in una dedizione, in una consecrazione piena della volontà a lui. Gesù Cristo regna in Cielo tra i beati, regna nel mondo nella Chiesa, e deve regnare nel nostro cuore: «Regnum Dei intra vos est» [Lc 17,21], il regno di Dio è nei vostri cuori, nel vostro interno".
Chi vive la vita religiosa fa Gesù padrone totale di sé... totale; e se adopera tutte le potenze dell'anima e tutti i sensi
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interni ed esterni per seguirlo, per amarlo, ecco, allora egli pone davvero la sua dimora nell'anima, la conduce alla perfezione, la stringe sempre di più a sé; e la vita resta una preparazione a quel Cielo dove egli ha il regno perfetto. Sulla terra il regno della Chiesa è ancora imperfetto, perché è composto di uomini deboli, ma lassù è il regno dei santi e lui [è] il primo santo, il santo dei santi, il Re dei re, glorioso, con accanto la Regina, Maria.
Aspirare ad essere totalmente di Gesù. Questo è l'ideale di colui che pensa, di colei che pensa alla vita futura: appartenere totalmente a Gesù.
E propone sempre più fortemente di essere posseduta da Gesù, l'anima. Gesù con noi e noi con Gesù. Questa è una bella giaculatoria: Gesù è con noi e noi siamo con Gesù"10.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 59/59 (Nastro archivio 60a. Cassetta 60, lato 1. File audio AP 060a). Titolo Cassetta: “Regno di verità, amore, santità…".

2 Questa festa ricorreva l'ultima domenica di ottobre. Oggi la Solennità di Gesù Cristo Re dell'universo si celebra l'ultima domenica del Tempo Ordinario.

3 Vangelo: Gv 18,33-37. Nella meditazione il brano viene citato liberamente dal PM.

4 «E senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste».

5 Nel 1959 la Solennità di tutti i Santi, 1° novembre, cadeva appunto di domenica.

6 Il PM dice, qui e dopo: dei.

7 L'Atto di consacrazione dell'umanità al Sacro Cuore: “O Gesù dolcissimo, o Redentore del genere umano... ", era stato voluto da Leone XIII in preparazione al giubileo dell'Anno Santo 1900, e allegato come “formula da recitarsi" nella Lettera Enciclica Annum Sacrum [Acta, vol. XIX, pp. 71-80], Consacrazione dell'umanità al sacro Cuore di Gesù, 25 maggio 1899, in EnchEnc 3, 1441. Nel 1925 Pio XI associa questa preghiera alla nascente festa di Cristo Re: «Istituiamo la festa di nostro Signore Gesù Cristo Re, stabilendo che sia celebrata in tutte le parti della terra l'ultima domenica di ottobre, cioè la domenica precedente la festa di tutti i Santi. Similmente ordiniamo che in questo medesimo giorno, ogni anno, si rinnovi la consacrazione di tutto il genere umano al Cuore santissimo di Gesù...». PIO XI, Lettera Enciclica Quas primas [AAS 17(1925), pp. 593-610], Istituzione della festa di Gesù Cristo Re, 11 dicembre 1925, in EnchEnc 5, 158. Nella medesima Enciclica ritroviamo il concetto di Cristo come re delle menti, delle volontà e dei cuori (n. 143), così caro al PM ed esposto anche in questa meditazione. Cf anche GIACOMO ALBERIONE, Brevi meditazioni per ogni giorno dell'anno, II, (BM2), Roma 1948, 401-404.

8 Cf Le Preghiere del Cristiano, Atto di fede e Atto di speranza. Preghiere, ed. 1957, pp. 16-17; ed. 1985, pp. 22-23.

9 Vedi p. 142, nota 7.

10 Questa giaculatoria fu utilizzata molto presto nella Famiglia Paolina e il PM la raccomanda spesso come formula di comunione spirituale da utilizzare soprattutto durante l'apostolato. Cf San Paolo, Anno I, n. 2, 4 Marzo 1926, Consigli e avvisi: «I. Particolarmente durante la Scuola d'Apostolato ripetere la giaculatoria: “Gesù è con noi e noi siamo con Gesù”». La Prima Maestra Tecla Merlo in una nota personale del 1° gennaio 1927, si propone: «Ad ogni respiro intendo dire: Gesù è con noi e noi siamo con Gesù». Una luce sul nostro cammino, Maestra Tecla nelle sue note spirituali, dicembre 1926 - giugno 1928, (T 1), Roma 2009, p. 33. Nel libretto delle Preghiere, a partire dall'edizione del 1946, tra i consigli “per allargare il frutto della Comunione", è indicato di «rinnovare spesso la Comunione spirituale, almeno con la formula: “Gesù è con noi; e noi siamo con Gesù"» (cf ed. 1957, p. 29).