Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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3. SEMINARE NEI CUORI LA PAROLA DI DIO
I frutti prodotti dal terreno buono
Domenica di Sessagesima, Meditazione, Castel Gandolfo, 1 febbraio 19591

«[In quel tempo: Radunandosi e accorrendo a Gesù dalle città gran folla, disse in parabola: Andò il seminatore a seminare la sua semenza e nel seminarla parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e la beccarono gli uccelli dell’aria]2; parte cadde sul sasso, e, appena nata, si seccò, non avendo umore; parte cadde tra le spine, e queste, cresciute insieme la soffocarono; parte poi cadde in buon terreno, e, cresciuta, diede il centuplo. Ciò detto, esclamò: Chi ha orecchi da intendere, intenda. E i suoi discepoli gli chiesero che volesse mai dire questa parabola. Ed egli rispose loro: A voi è concesso d’intendere il mistero del regno di Dio; ma a tutti gli altri parlo in parabole, affinché guardando non vedano, ed ascoltando non intendano. Ecco il significato della parabola: la semenza è la parola di Dio. Quelli lungo la strada sono coloro che ascoltano, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dal loro cuore affinché non credano e non si salvino. E quelli sul sasso sono coloro che, udita la parola, l’accolgono con gioia; ma non hanno radice, e credon quindi per un certo tempo e poi al tempo della tentazione si tirano indietro. Seme caduto fra le spine sono coloro che hanno ascoltato, ma, coll’andare avanti, restano soffocati da cure, da ricchezze, e dai piaceri della vita, e non arrivano a maturare. Seme poi caduto in buon terreno sono coloro che ritengono la parola ascoltata in un cuore buono e perfetto, e perseverando, portano frutto»3.
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Il seminatore è Gesù, il quale sparse nel mondo la sua santissima Parola. E seminatori sono coloro che istruiscono nelle cose di Dio e a nome di Dio: sacerdoti in modo particolare, e poi anche tutti coloro che cooperano con il sacerdote - che vuol dire con il Papa, con i Vescovi, con i preti, i parroci - e seminano la Parola di Dio, «semen est verbum Dei».
Ora, quanta Parola di Dio cade sulla strada e gli uccelli se la beccano oppure i pedoni la calpestano? E questo vuol dire che si predica nelle chiese ma non vengono a udirla la Parola di Dio tante persone. Si predica, e il pensiero, la mente è rivolta ad altro: neppure capiscono quel che si dice, non pongono attenzione. Anche quando fanno delle buone letture, delle buone meditazioni, non penetrano la Parola di Dio, non arrivano ai propositi.
Poi vi sono coloro che pure sentono la Parola di Dio volentieri: la sentono volentieri ma è una Parola di Dio che cade in terreno arido, che non ha radice; quindi quella semente non può germogliare, perché manca l’umidità. Questo si verifica quando non si prega. Occorre l’acqua della grazia perché la semente germini nel nostro cuore e cresca e arrivi a maturità portando i frutti, sì.
Sempre Gesù è luce da una parte, la verità, ma dall’altra parte è anche vita, cioè grazia, grazia; quindi bisogna far le due cose: da una parte sentir la Parola di Dio e dall’altra parte farla precedere dalla preghiera. Quando si invoca lo Spirito Santo prima della meditazione, ecco, allora si portano le due disposizioni: disposizione a sentire la Parola di Dio, a ricevere la luce di Dio, e disposizione a ricevere pure la sua grazia, ecco, cosicché la Parola di Dio porti in noi il frutto che è destinata a portare.
Molte anime pensano solo a istruirsi e credono che basti leggere, basti ascoltare delle belle conferenze, e se c’è un predicatore di grido, corrono, magari per curiosità... e allora mancando quella disposizione di umiltà, mancando quella preghiera che è necessaria, la Parola di Dio è ascoltata con gioia forse, ma, siccome manca la grazia, ecco che non arriva
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a dei buoni propositi e non arriva quella abbondanza di grazia anche che4 i propositi giungano a frutto.
E poi vi sono quelli i quali sentono la Parola di Dio e per un momento restano contenti e fanno anche qualche proposito; ma poi, dopo, le distrazioni, le preoccupazioni della vita presente, specialmente le ricchezze, il denaro, i piaceri, spengono, fanno morire quel germe che era nato, che era nato. Quante parole vanno a vuoto, quanti propositi vanno a vuoto, perché poi per mettere in pratica la Parola di Dio ci vuole il sacrificio, ci vuole mortificazione. Se uno è orgoglioso, se uno è troppo premuroso per se stesso nel senso umano e non nel senso spirituale, ecco, la Parola di Dio era in qualche maniera nata, ma viene poi soffocata tra le spine, dalle spine. Sì, e quindi anche essa non arriva a maturità: magari le erbacce cattive, ecco, la coprono...
Ma se tra [tale] sorta di uditori, [questi] non hanno avuto le disposizioni perché la Parola di Dio nascesse, vi è però una specie di uditori che son ben disposti e in essi la Parola di Dio non solo nasce ma cresce, ma produce i frutti, frutti di vita eterna: quando si ascolta la Parola di Dio con buon cuore, con buona volontà, eh sì! Allora il terreno è buono; e se avete nel giardino un terreno buono, ben preparato, ben innaffiato, ben concimato, allora la semente non solamente crescerà, ma potrà la pianta svilupparsi, e un giorno si potranno raccogliere i frutti che la pianta ha da portare. Questo indica le anime le quali fanno le meditazioni, ascoltano la Parola di Dio, fanno le pie letture, eccetera... e hanno un cuore buono5, e hanno un cuore pio. E allora il Signore manda la sua luce e poi dà l’inclinazione, il sentimento buono al cuore, per fare quello che è stato detto, quello che si è letto; e il Signore aggiunge ancora la grazia che al tempo opportuno ci sia la forza a praticare: se vi è il proposito sull’umiltà, se vi è il proposito sulla fede, se vi è il proposito sulla carità, eccetera... e allora, con la grazia del Signore, si potrà portare frutto.
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La parabola lì è presa da quell’evangelista, però in un altro Vangelo si fa un’altra applicazione, si aggiunge un’altra cosa... perché ogni evangelista ha scritto le cose che erano secondo le sue tesi - gli evangelisti non sono una pura ripetizione l’uno dell’altro... tutt’altro: si può dire che in qualche maniera uno completa l’altro, ed è tanto bello ai nostri giorni che il Vangelo venga considerato così coordinato e completato, il Vangelo, prendendo da tutti e quattro gli evangelisti -. Dunque, in un altro evangelista si dice: La semente produce allora il trenta, il sessanta e il cento per uno [cf Mc 4,20; Mt 13,23]. Fra le anime di buona volontà, le anime pie, non è ancora che produca in tutte lo stesso frutto: e in alcune produce il trenta, in altre il sessanta, in altre il cento, perché c’è gradazione anche nelle disposizioni. Vi sono anime umili che sono anime piene di generosità, vi sono anime che pregano, vi sono anime in cui il Signore può effondere maggiormente la sua grazia perché sono più sante, più pure, e allora ecco che possono arrivare a produrre il cento; e altre meno, il sessanta per uno, e altre il trenta per uno. È sempre già una grande cosa, si tratta già sempre di un terreno buono... la semente è caduta già in terreno buono, ma vi è sempre diversità fra campo e campo, tra terreno e terreno, ancorché siano buoni e ancorché questi terreni siano anche coltivati: ma alcuni possono essere coltivati ottimamente, altri coltivati invece mediocremente, e altri coltivati sufficientemente... ancora c’è la sufficienza.
Dunque, il frutto da ricavarsi da questa parabola, che Gesù si è degnato di spiegare lui agli apostoli, il frutto è questo: le migliori disposizioni, ascoltare la Parola di Dio. Sì. Primo, perché la Parola di Dio è quella che ci istruisce nelle verità della fede, e quando è ascoltata con buona volontà eccita in noi la fede, piega la nostra mente a credere, ed infiamma i nostri cuori all’amore di Dio, e ci apre l’animo a sperare la grazia e a sperare il paradiso, sì.
Il mondo il Signore l’ha creato con la sua Parola: «In principio»... [Gen 1,1] «Ipse dixit, et facta sunt» [Sal 33(32),9; 148,5], egli parlò, e tutto fu fatto . E questa vita nuova nelle anime,
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che è la santità, viene prodotta dalla Parola, da un’alta Parola: «Semen est verbum Dei». Sì, e il mondo fu fatto cristiano dalla predicazione degli apostoli. E le anime raggiungono la santità quando ascoltano volentieri la Parola di Dio, quando meditano volentieri la Parola di Dio, quando la leggono volentieri la Parola di Dio, quando pregano perché la Parola di Dio cresca nei cuori e produca i frutti. Sì, produca i frutti.
Allora ecco che noi abbiamo sempre da domandare al Signore di portare le nostre disposizioni in grado sempre più perfetto alla lettura della Bibbia, alla lettura del Vangelo in particolare, a tutte le istruzioni religiose, a tutte le meditazioni, eccetera... E aspettare dal Signore la grazia: Tu che parli alla mia mente, infondi anche l’acqua della grazia; e pregare come la Samaritana: Signore, dammi della tua acqua, «Da mihi hanc aquam» [Gv 4,15], l’acqua della grazia.
Abbiamo fede, fede che questo germe della Parola di Dio si sviluppi nel nostro cuore e produca i buoni frutti. Tanti ne ha già prodotti nel vostro cuore: siete cresciute buone, avete ascoltato la voce di Dio, che è la Parola di Dio di invito ad essere consecrate a lui. Adesso perfezionarsi, vivendo la consecrazione in quella continua luce che viene dal tabernacolo, in quella continua grazia che viene dalla comunicazione con l’Eucarestia, in quella continuata e sempre più illuminata istruzione religiosa, sì. Avanti.
Pensate che Gesù vi dice: Non temete, io sono con voi. Non temete, sono con voi [cf Mt 28,10.20]. E quando c’è Gesù, cosa ci manca? Con Gesù tutto.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro originale 49/59 (Nastro archivio 52a. Cassetta 52, lato 1. File audio AP 052a). Titolo Cassetta: “Parabola della semente”.

2 Questa parte iniziale del Vangelo non risulta registrata.

3 Vangelo: Lc 8,4-15. Il brano viene letto da una Apostolina, e citato liberamente dal PM all’interno della meditazione.

4 Intende: l’abbondanza tale di grazia per cui...
5 Il PM dice: hanno un buon cuore buono.