Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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CAPO VENTUNESIMO
«OMNIA VESTRA SUNT»

ASSOGGETTIAMOCI A GESÙ - COME GESÙ SI SOTTOMISE AL PADRE - CON TUTTO IL NOSTRO ESSERE

«A chi andremo?...
tu hai parole di
vita eterna!»


ASSOGGETTIAMOCI A GESÙ


L'Apostolato Stampa ha il fine di attirare alla scuola del Divin Maestro gli uomini tutti: affinchè gli rendano omaggio della mente, della volontà, del cuore. «Dedit illi nomen quod est super omne nomen, ut in nomine Jesu omne genu flectatur: coelestium, terrestrium et infernorum»1, poichè in questa scuola si viene per amore; ma chi non si sottomette al giogo dell'amore, sarà sottomesso al giogo della giustizia.
E chi potrà piegare le menti umane a questo Maestro? Chi «sottomette la propria mente» a Gesù Cristo, e soltanto la dottrina di Gesù Cristo saprà predicare. Chi piegasi del tutto in amore alla Chiesa e per la Chiesa e con la Chiesa a Gesù Cristo e a Dio, ama la Fede e ne scrive,
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parla con calore, piegherà gli uomini. Non l'uomo all'uomo, ma l'uomo a Dio; non l'uomo a ragionamenti umani, ma la mente dell'uomo alla mente divina.
Chi «sottomette la sua volontà» alla volontà di Dio, chi si piega al Signore, fino alla morte completa dell'egoismo passionale, viene esaltato sugli uomini, che gli si sottometteranno docili. Essi accetteranno la volontà di Dio: i santi morendo hanno dominato: su l'esempio del Maestro Gesù che piegando il capo e spirando ha cominciato ad attirare tutto a sè ed a regnare dalla Croce.
Chi «sottomette il proprio cuore» al Cuore vitale di Dio. Il cuore che ama solo Dio, guadagna gli uomini. Gesù Cristo vince nella carità perchè uniformò il suo cuore al Padre e sempre ne cercò la volontà e la gloria. S. Paolo dominò i popoli perchè «Cor Pauli erat cor Christi». Il Divin Maestro consegnò agnelli e pecorelle a San Pietro, dopo che questi fece la triplice protesta che il suo cuore era tutto di Gesù. Le anime amanti del Crocifisso, del Tabernacolo, della Liturgia, del Cuore di Gesù, del cielo se ne vadano pel mondo o se ne stiano in ritiro; ma tutto incendiano ed infiammano.

COME GESÙ SI SOTTOMISE AL PADRE


Tanto realmente le menti, le volontà, i cuori si sottomettono all'apostolo quanto egli stesso si piega a Gesù Maestro. In Lui è piaciuto al Padre di tutto restaurare con un nuovo regno; onde come per la disobbedienza di un uomo tutti peccammo, per l'obbedienza di Gesù Cristo tutti siamo giustificati. Sottomettendoci al suo dolcissimo impero noi ci assoggettiamo in Lui al Padre; siamo le membra che si piegano al loro Capo Gesù
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Cristo e con Gesù Cristo e per Gesù Cristo a Dio. Questa la dottrina di San Paolo quale risulta da ogni capitolo della sua Teologia spiegata nelle Epistole.
Quanto l'uomo si fa debole, tanto diviene potente. Allorchè l'Apostolo giudica di saper niente, non ha volontà sua, non cerca se stesso; ma conosce solo Gesù Cristo, la sua volontà e il suo Cuore, allora al posto dell'uomo ha messo Dio, l'Uomo-Dio. E Dio è l'onnipotente, l'onnisciente, l'Ottimo: ecco spiegato come tosto o tardi gli uomini si piegheranno o saran piegati. Gli Apostoli siederanno accanto a Gesù Cristo per giudicare gli uomini. L'Apostolo avrà quindi la scienza, la potenza, l'attrattiva irresistibile di Dio. A Mosè Dio insegnò: «Dirai che Colui che è mi mandò a voi».
Lasciate fare a Dio, come se tutto dipendesse da Lui; e fate tanto di studio, di bene, di zelo, di predicazione come se tutto dipendesse da voi, perchè lo strumento sia atto e docile quanto si può nelle mani di Dio.
L'uomo risponde più facilmente il «sì» a Dio che ad un uomo, poichè siamo alteri!
L'anima è naturalmente cristiana, naturalmente razionale, naturalmente buona, naturalmente figlia di Dio, naturalmente immortale. Dio poi ha creato a se stesso e si forma un'apologia continua; della propria esistenza, della propria provvidenza, del proprio dominio supremo. Dovunque si predichi Dio! e Dio stesso e la natura saranno nostri alleati. L'uomo umile vince! vince la donna, vince il bambino, il cuore umano; non l'uomo superbo, l'uomo forte, l'uomo astuto.
Ecco perciò i grandi dominatori sono gli Apostoli, specialmente San Pietro e San Paolo, San Giovanni e gli altri Evangelisti. Dominatori S. Lorenzo, S. Stefano, S. Gregorio Magno, S. Benedetto,
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S. Tommaso, S. Agostino, S. Francesco di Assisi... Pio VII, Pio IX, Pio XI, i Papi in generale: poichè non hanno che i diritti di Dio da rispettare e predicare! I re di una nazione singola hanno da difendere e promuovere il proprio regno, non sono seguiti altrove, nè a lungo.
San Francesco di Sales, la cui mente, volontà, cuore, sono di Dio, è un dominatore di cuori, è un caposcuola di dottrine, è un modello amatissimo di perfezione cristiana e sacerdotale.

CON TUTTO IL NOSTRO ESSERE


a) La mente a Dio: «con il retto uso della nostra intelligenza», del nostro giudizio, della nostra memoria; leggere, pensare, giudicare, ricordare quanto è vero e buono innanzi a Dio; sviluppare il raziocinio con lo studio della sana scienza filosofica; tutta la forza intellettiva al Signore. Apprendere la scienza sacra: Catechismo, Vangelo, istruzione religiosa, materie teologiche; abituarci a pensieri soprannaturali; ispirare i nostri ragionamenti alle verità eterne; giudicare di tutti gli avvenimenti e di tutte le scienze e di tutti i fatti secondo le verità della Fede e la dottrina della Chiesa. Che se poi si tratta dell'apostolo: vi sono ancora scienze d'apostolato, scienze pastorali: come l'amministrazione dei Sacramenti, la predicazione, lo scrivere, la pedagogia che devono occupare la mente, perchè sia soggetta tutta a Dio.
b) La volontà al Signore: poichè la volontà di Dio è la nostra guida: «Nemo secure praeest nisi qui libenter subest». Abramo diviene padre di un immenso popolo perchè assoggettò se stesso a Dio, «credidit Abraham Deo»2. Obbedire
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adunque a Dio: osservando con amore i santi Comandamenti; assoggettando la carne, la gola, l'ira, la superbia, con gli altri vizi capitali; meglio ancora se si passerà all'osservanza dei Consigli Evangelici, assoggettando tutti i movimenti del cuore ai desideri del Cuore di Gesù.
c) Il cuore al Signore: diventi il nostro «naturalmente buono» cioè schietto, docile, generoso, umile, paziente, pietoso, attivo, costante, mite, ecc.; l'aver buon cuore è un fondamento per la santità. Diventi il «nostro cuore santo»; cioè unito a Dio di aspirazioni, di sentimento, di affetto; sia abitazione di Dio stesso per la vitalità della Grazia; sia ricco di fede, di speranza, di carità, di timor santo di Dio, di desideri di cielo. Diventi il nostro cuore «pastorale», cioè amante delle anime; zelante per la loro salute, paziente nelle opere, costante nelle avversità. Sia come il buon Pastore: Io sono il Buon Pastore e dò la mia vita per le pecorelle; le conosco, le difendo; le nutro. Sia così il nostro cuore.
Siamo tanto padroni del mondo, quanto noi siamo di Gesù Cristo; e quanto noi predichiamo la sua verità, il culto a lui solo: «Noi non predichiamo noi stessi, ma Gesù Cristo Signore nostro; noi poi siamo vostri servi per Gesù Cristo»3.
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1 Philipp. II, 10.

2 Gen. XV, 6.

3 II Cor. IV, 5.