Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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32-L'APOSTOLATO EUCARISTICO1*
Gli Esercizi Spirituali, per noi, hanno sempre due parti e perciò ugualmente i propositi, cioè i frutti da ricavarsi sono divisi in due parti: la prima parte riguarda il primo articolo delle Costituzioni, cioè: la santificazione, la perfezione individuale nostra, secondo i santi voti e secondo la vita comune, descritta nelle Costituzioni.
Poi, la seconda parte risponde al secondo articolo delle Costituzioni e cioè: l'apostolato: se lo comprendiamo, se lo vogliamo, se lo amiamo, se vi mettiamo le nostre energie in quanto è possibile alla nostra debolezza.
Perciò, dopo aver considerato qualche cosa, solo qualche cosa, di quello che riguarda la nostra santificazione, pensiamo adesso all'apostolato.
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L'apostolato della Pia Discepola è triplice: l'apostolato eucaristico, l'apostolato del servizio sacerdotale e l'apostolato liturgico. Hanno la medesima radice, cioè: per amore. L'amore deve portarvi all'apostolato triplice:
l'amore a Gesù, presente nell'Eucarestia, quindi: apostolato eucaristico;
l'amore a Gesù, vivente nel sacerdozio, quindi: il servizio sacerdotale;
l'amore a Gesù, ancora, come Corpo mistico della Chiesa, e allora: il servizio liturgico.
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Questa mattina consideriamo l'apostolato eucaristico. Passare dalla divozione all'Eucaristia, all'apostolato eucaristico. Questo dovrebbe essere il frutto della meditazione.
La divozione all'Eucaristia già si aveva anche prima di entrare nella Congregazione e, tante volte, si entra tra le Pie Discepole appunto perché si vuole compiere, esercitare, praticare la divozione all'Eucaristia, particolarmente nelle ore di adorazione. E' Gesù dal tabernacolo che attira le anime. «Quando io sarò elevato sulla croce, attirerò tutti a me», dice Gesù1.
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Non manchi niente, per parte nostra, perché questa forza di attrazione che procede dal tabernacolo venga compresa, assecondata da tante buone figliuole. Non manchi niente, per parte nostra, che le vocazioni vengano, perché vi è nell'Istituto una doppia attrattiva, una doppia calamita; occorre che operino insieme. L'una sempre opera, ed è la calamita Gesù nel tabernacolo; e secondo, è la calamita umana, cioè le persone che compongono, che sono membri dell'Istituto, perché ogni religiosa buona, esemplare, osservante, piena di carità, di bontà, fervorosa, zelante, diviene una calamita. La nostra preghiera per le vocazioni è esaudita in quanto noi viviamo la vita religiosa. Attiriamo gli altri sulla nostra via, se noi la percorriamo; e si vede che la percorriamo bene e che la nostra vita serve di esempio. Allora, anche invisibilmente, ma per la forza del dogma, la comunione dei santi, la religiosa è una calamita accanto alla calamita Gesù, quando è veramente tale: religiosa. Perché si può essere estremamente calamite e si può, invece, esercitare sugli altri una forza di attrazione minore e si potrebbe anche essere una forza respingente. Dipende dall'osservanza religiosa nostra.
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L'apostolato eucaristico è diverso dalla semplice divozione all'Eucaristia e perciò l'aspirandato, postulato, il noviziato, particolarmente, devono formare l'anima già eucaristica, devono formarla apostola dell'Eucaristia e nell'Eucaristia: «cum ipso et in ipso et per ipsum»1. Con Gesù, per Gesù, in Gesù operante, l'anima eucaristica. Troppo sovente avviene che si considerano le ore di adorazione in sé, come una preghiera comune, quasi come una persona, una figliuola stando nel mondo senza voti, potrebbe imporsi l'ora di adorazione o anche due ore di adorazione. Vi è stato, in qualche luogo, questo: che mentre le Discepole facevano la loro adorazione, altre persone secolari venivano in chiesa e vi stavano sino al cambiamento delle due suore che facevano l'adorazione, a succedersi. Però, è la stessa cosa? Non è la stessa cosa. Quello che facevano quelle due persone che intervenivano in chiesa quando arrivavano le due Pie Discepole per l'adorazione e quello che facevano le due Pie Discepole adorando... era buono quello che facevano quelle due persone secolari, ma solo le Pie Discepole hanno questo compimento di apostolato affidato dalla Chiesa.
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Apostolato eucaristico, che è nelle Costituzioni; perciò stesso che è nelle Costituzioni, è affidato dalla Chiesa, affinché esse pensino a tutto il mondo e rappresentino il mondo davanti a Gesù eucaristico, rappresentino il mondo davanti a Gesù eucaristico e gli porgano adorazioni e ringraziamenti e riparazioni e suppliche per tutto il mondo. E le loro preghiere, essendo esse deputate a questo, per ufficio, appunto perché son Pie Discepole che hanno tali Costituzioni, le loro preghiere hanno un valore particolare per gli altri, davanti al mondo e per il mondo, davanti alla Chiesa e per la Chiesa, ed esse compiono così, meriti particolari.
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Formare, allora, in primo luogo, l'anima eucaristica. Occorre che la Pia Discepola venga qui. Poggiare la sua giornata sopra l'ostia: «petra autem erat Christus»1. Gesù Cristo è la pietra fondamentale, angolare, come sta nella Scrittura2. Ora, la giornata poggiata sopra Gesù Cristo, pietra fondamentale e pietra angolare, significa prender tutto da Gesù; significa: per Gesù eucaristico, con Gesù eucaristico, in Gesù eucaristico e, nello stesso tempo, con l'aiuto di Gesù eucaristico, la giornata. La giornata eucaristica, la quale è alimentata, in primo luogo, dalla comunione; in secondo luogo, dalla Messa, in terzo luogo, dalle ore di adorazione. Cioè, venire a Gesù, per amore di Gesù; venire a Gesù, con l'aiuto di Gesù; venire a Gesù e stare con lui; venire a Gesù e pregare in lui. Si può anche dire solamente con tre punti, come si dice nella Messa, quando vi è la piccola, così detta, piccola elevazione dopo, nel «per ipsum et cum ipso et in ipso».
Oh, allora ecco, l'anima arriva a fare la giornata eucaristica, la sua divozione eucaristica.
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E che cosa si richiede per questo? Si richiede di conoscere bene il sacramento dell'Eucaristia, quanto possibile alla nostra infermità.
Perciò il catechismo su questo punto della presenza reale, della Messa come sacrificio e della comunione, su questo punto l'insegnamento dev'essere più largo che sugli altri punti, nel catechismo, e per quanto è possibile, prendere una teologia in lingua nazionale; per noi, la lingua italiana. E arrivare di più a meglio conoscere questo mistero. Vi è, tante volte, una cognizione superficiale. Approfondire la cognizione eucaristica. Conoscere, in primo luogo.
Ma, in secondo luogo, oltre la conoscenza teorica, dottrinale, riguardo a questi tre punti: presenza reale, comunione e Messa, occorre la conoscenza morale e ascetica. E cioè: che cosa devo fare per avvicinarmi a Gesù? Quali sono le virtù che Gesù pratica nel tabernacolo? Come devo essere io in lui? Come dev'essere la mia anima, la mia mente, la mia volontà, il mio cuore in lui? Quindi, la conoscenza morale (diciamola così, per spiegarci, perché i termini non sono sempre tali da dire tutto) e morale intende la teologia morale sopra l'Eucaristia e la parte ascetica sull'Eucaristia.
Terzo, occorre avere la conoscenza della liturgia in quanto si riferisce al sacramento dell'Eucaristia, come anche in quanto si riferisce al sacrificio, la presenza reale. Oh, allora la liturgia prende un sapore nuovo.
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D'altra parte, dev'essere così approfondito questo punto che tutto l'apostolato liturgico e tutto l'apostolato del servizio sacerdotale prendono vigore e luce da questo punto. La vita liturgica non è semplicemente il rispondere alle parole del sacerdote nella Messa o dire con lui le parti variabili della Messa. E' qualche cosa di profondo: Gesù si associa delle anime, le quali anime con lui adorino il Padre, con lui ringrazino il Padre, con lui propizino il Padre, con lui supplichino il Padre, egli «semper vivens ad interpellandum pro nobis»1 nell'Eucaristia. Stare con lui nelle notti, quand'egli solitario prega il Padre, solitario nel tabernacolo, e presenta al Padre in adorazione, ringraziamento e riparazione e supplica, le proprie piaghe delle mani e dei piedi e del cuore, le sue ferite glorificate. Su questa via molto vi è ancora da fare, parecchia strada e non la esauriremo e non la percorreremo mai tutta; parecchia strada da seguire, da fare.
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Tutto questo è preparazione all'apostolato eucaristico; fino lì, la vita eucaristica; di lì, in là, poi, l'apostolato eucaristico.
Questo, in che cosa consiste? Nel sentirsi intermediari fra gli uomini e Gesù Cristo, con Maria, come Maria sta interceditrice tra gli uomini e il suo Gesù. Perché Maria è mediatrice, sentirsi mediatrici, mediatrici con Maria presso Gesù; ecco. Mediatrici nel senso di offrire, come si offre nella Messa, Gesù, offrirlo al Padre col sacerdote, e nel senso di ricevere Gesù per farlo amare, col desiderio di farlo amare da tutti gli uomini affinché tutti gli uomini arrivino alla conoscenza dell'Eucaristia e tutti i cristiani facciano bene la prima comunione e l'ultima comunione per viatico; e tra la prima comunione e l'ultima comunione si frequenti la comunione nella vita, in modo che lo considerino, il pane eucaristico, lo considerino l'alimento quotidiano dell'anima così come vi è l'alimento quotidiano che è il pane materiale.
La posizione, allora, della Pia Discepola, è di mediazione con Maria tra gli uomini e Gesù Cristo eucaristico. Allora, intendere questa posizione di mediazione è il primo passo. Sentirla questa posizione di privilegio.
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Privilegio che, in primo luogo, fu dato a Maria e viene compìto da Maria in cielo in continuità fino alla consumazione dei secoli. Mediatrice universale della grazia presso il suo Gesù; perché abbiamo presso il Padre celeste un avvocato, che è Gesù Cristo, ma occorre avere anche presso questo avvocato, Gesù Cristo, un'avvocata: Maria, come è detto e scritto dai santi Padri, dai dottori della Chiesa. Non che sia di necessità assoluta, non in questo senso, ma di necessità morale. Allora entrare nei sentimenti, nei pensieri, nei desideri, nelle intenzioni di Maria, mediatrice universale di grazia. E per quanto si può, prendere il cuore di Maria.
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Che cosa ha fatto Maria nella sua missione? Maria nella sua missione ha preparato il sacerdote e l'ostia al mondo, perché Gesù che è Ostia, cioè vittima e sacerdote, è nato da lei. Per quanto la sacrestana faccia bene le ostie, le prepari, le metta nella pisside bene, con devozione e le porti all'altare, per quanto faccia bene, non arriverà mai a compiere una missione quale compì Maria. In questo senso: che Maria diede l'essere umano a Gesù: «benedetto il frutto del tuo seno, Gesù»1. «Lo Spirito Santo discenderà in te. La virtù dell'Altissimo ti adombrerà e colui che nascerà da te sarà santo, il Santo»2. «Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum»3. E incominciò così la sua missione.
Allora mettersi in questa posizione è il preambolo. Con Maria adoratrice nel presepio; adoratrice nei vari punti della sua vita allorché conviveva o in Egitto o nella casa di Nazaret o quando lo seguiva, poi, durante la sua missione pubblica, lo adorava come voi adorate pure abitando la stessa casa di Gesù; la casa è la cappella, la casa di Gesù, e questa casa medesima ospita voi e tuttavia adorate. Così Maria, che pure alimentava Gesù e gli preparava il cibo e il vestito, come voi preparate la cappella e i lini della cappella e i paramenti e i vasi sacri e accendete le lampade, le candele, ecc.
Entrare bene in questa posizione. Come Maria assistette alla Messa del Calvario, la grande Messa, della quale le altre Messe sono riproduzioni, rinnovamenti di quella allora compìta sopra il Calvario.
Oh; e Maria continuò le adorazioni fino a che lasciò la terra e salì al cielo per adorare meglio, per tutti i secoli, per tutta l'eternità. Adorò anche di lontano il corpo sacratissimo di Gesù che stava nel sepolcro, in quel triduo; e Gesù, quando compariva, vi era lei presente, per esempio, il giorno dell'ascensione; e poi successivamente, quando Giovanni, considerato come suo figliuolo, aveva celebrato i sacri misteri, fino al termine della sua vita. Entrare in questo spirito.
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Secondo: allora l'adorazione prende come tre parti: prima, conoscere; secondo, volere; e terzo, amare.
E in quanto è apostolato? In quanto è apostolato fare la parte degli uomini presso Gesù e, dall'altra parte, supplicare Gesù per gli uomini.
Gli uomini cosa dovrebbero fare presso Gesù? Adorarlo. E la Pia Discepola adora.
Riconoscerlo per sovrano padrone, per il Dio del cielo e della terra, Dio che si è fatto uomo: «et incarnatus est de Spiritu Sancto ex Maria Virgine, et homo factus est»1.
E Dio che si fece pane nell'ultima Cena, che si fa pane: «il pane che io vi darò» - disse Gesù2. Si è fatto pane, impanizzato, come prima si era umanizzato, diciamo così, per fare un po' di violenza alle parole, e per questo, per rimanere in continuità con noi.
La materia dell'Eucaristia è il pane divino e la formula che trasforma è costituita dalle parole della consacrazione, sia del pane e sia del vino.
Adorare Gesù Cristo. «Ego vobiscum sum omnibus diebus usque ad consummationem saeculi»3. Prestargli gli omaggi. Gli uomini lo dimenticano.
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E secondo, ringraziare, per tutti gli uomini.
I benefici immensi che Dio ha fatto all'uomo: la creazione, la redenzione, la Chiesa, i sacramenti, il Vangelo, il sacerdozio, lo stato religioso. Quanto viene opportuna, allora, la coroncina al Cuore di Gesù, quella che è stampata nel nostro libro di preghiere. Ringraziare.
Ma gli uomini godono i benefici di Dio e non solo non dicono il «Deo gratias», il più delle volte, ma negano lo stesso Dio e cioè non riconoscono che quanto hanno di bene viene di lassù. E lo facciamo anche un poco noi e quando abbiamo qualche cosa di buono, vanamente ci compiacciamo.
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Terzo, riparare, riparare le dimenticanze; non solo le dimenticanze, ma i peccati di incredulità che sono i più gravi; e poi, in secondo luogo, ai peccati che riguardano la morale; e in terzo luogo, ai peccati che si riferiscono al culto: negare il culto, non prestare il culto all'Eucaristia. I più, i più, nelle grandi città, non vanno a Messa. Comunioni? E quale, che percentuale c'è a Roma di gente che fa la Pasqua? Bassissima. E mica che sia solo Roma così, e molto di più in altri posti ancora. Che desolante spettacolo! E poi non lo vogliono ricevere Gesù. Riparare.
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E poi, in terzo luogo, supplicare. Supplicare perché tutti gli uomini conoscano Gesù eucaristico e tutti gli uomini vengano a lui, e l'abitudine dell'adorazione sia sempre più larga, e l'abitudine di comunicarsi spesso o quotidianamente sia sempre più larga, e la frequenza alla Messa sia sempre più larga, non solo nei giorni festivi, ma quanto è possibile, anche nei giorni feriali. Apostolato eucaristico. Lì poi, vi è una sequela di cose. Pregare per le vocazioni sacerdotali, ad esempio. Il sacerdote è quello che ci dà Gesù, come si esprimeva san Francesco d'Assisi.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Esercizi Spirituali (14-21 giugno 1956) alle Superiore Pie Discepole del Divin Maestro Roma, Via Portuense 739, 20 giugno 1956 *
* (1) Nastro 7/b (= cassetta 16/b). - Per la datazione, cfr. PM: «... questa mattina consideriamo l'apostolato eucaristico» . - dAS, 20/6/'56: «(dopo Messa) va [il PM] a predicare alle PD in via Portuense» . - dAC: «Sesto giorno (20/6): 1a meditazione: Apostolato triplice... 2a meditazione: Adorazione - comunione - Messa» .

1 Cfr. Gv 12,32.

1 Missale Romanum, Ordo Missae, Dossologia finale della Preghiera eucaristica o Canone; più esattamente è: «per ipsum, cum ipso et in ipso» .

1 1 Cor 10,4.

2 Cfr. Ef 2,20.

1 Eb 7,25.

1 Cfr. Lc 1,42.

2 Cfr. Lc 1,35.

3 Cfr. Lc 1,38.

1 Simbolo apostolico.

2 Cfr. Gv 6,51

3 Mt 28,20.