INTRODUZIONE
Il presente volume raccoglie la predicazione tenuta da Don Alberione alle Figlie di San Paolo nel 1954, anno particolare per la Famiglia Paolina nel quale si festeggia il settantesimo genetliaco del Fondatore e il quarantennio di fondazione della Pia Società San Paolo.
Le Figlie di San Paolo, dopo l’erezione dell’Istituto a Congregazione di diritto pontificio con l’approvazione definitiva delle Costituzioni (15 marzo 1953), vivono un tempo di espansione e grande vitalità apostolica. Don Alberione, sempre vigile ai segni dei tempi, presenta loro ampli orizzonti che danno profondità al progetto vocazionale. Sottolinea soprattutto che santità e apostolato svolto con i mezzi più celeri e fruttuosi sono la sintesi della vita paolina, il binario sicuro su cui lanciarsi.
Negli anni 1952-54, il Fondatore detta alle comunità, riunite nella cripta del santuario romano Regina Apostolorum, memorabili meditazioni sui temi centrali della spiritualità paolina, prontamente stampate e fatte pervenire a tutte le comunità del mondo. Tale predicazione indirizzata alla Famiglia Paolina, è stata pubblicata nel volume Per un rinnovamento spirituale. 1
Nel presente volume sono invece raccolte le meditazioni proposte nell’anno 1954 solo alle Figlie di San Paolo, comprese quelle dettate in occasione di due corsi di Esercizi spirituali tenuti a Grottaferrata e ad Albano.
Considerando il quadro d’insieme in cui è stato teoricamente suddiviso il lungo arco (1915-1971) della predicazione alberioniana2, l’anno 1954 appartiene al sesto periodo, denominato: gli anni del rinnovamento e dell’approvazione pontificia (1950-1955).
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I. LA PREDICAZIONE ALBERIONIANA: 1954
1. Contesto storico
Il contesto storico è stato ampiamente delineato nel volume precedente che raccoglie la predicazione degli anni 1950-53.
Dal punto di vista economico e culturale, l’Italia vive trasformazioni profonde destinate a modificare il volto della società. Si avvertono i primi effetti del decollo industriale, la crescita del fenomeno migratorio dalla campagna verso la città e dal meridione verso i centri industriali del nord.
La Chiesa di fronte al fenomeno dell’urbanizzazione che provoca lo spopolamento delle campagne, avvia nuove iniziative pastorali e sociali, soprattutto fra gli emigranti3.
Il 1954 è l’anno in cui, evitando un intervento armato, viene completata la configurazione dello stato italiano con il ritorno di Trieste alla madrepatria.
Il 3 gennaio la televisione con il primo telegiornale nazionale, dopo un anno e mezzo di sperimentazione, inizia quel servizio che diventerà sempre più dominante nell’ambito educativo e dell’informazione. All’inizio delle trasmissioni televisive in Italia, Pio XII invia ai vescovi una lettera dove illustra «questo meraviglioso mezzo offerto dalla scienza e dalla tecnica all’umanità», e nello stesso tempo richiama l’attenzione «sui profondi riflessi che esso è destinato ad esercitare nella vita pubblica e privata delle nazioni».
Nel 1954, a ricordo del centenario della proclamazione del dogma dell’Immacolato Concepimento di Maria, è indetto l’Anno mariano4, per promuovere la devozione e l’amore alla Vergine santissima.
Si intensifica l’attività missionaria della Chiesa che si apre particolarmente alle missioni in Africa con risultati consolanti
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riassunti da Pio XII nella lettera enciclica Fidei donum del 21 aprile 1957.
Nella società in continuo cambiamento, Don Alberione sollecita i figli e le figlie a vivere il proprio tempo, a dare il Vangelo al mondo attuale con i mezzi che il progresso presenta, capaci di trasmettere e amplificare il pensiero, la dottrina di Gesù Cristo. E invita a guardare san Paolo, l’apostolo che, dopo aver meditato profondamente il Vangelo, lo ha applicato ai bisogni del suo tempo e delle varie nazioni5.
2. La realtà della Congregazione
Nel 1954 la predicazione del Fondatore, come negli anni dell’immediato dopo guerra, ha anzitutto il timbro della riconoscenza: l’essere usciti tutti incolumi dalla catastrofe della seconda guerra mondiale, è veramente un segno della protezione divina.
L’anno è ritmato dal continuo invito a conoscere, imitare, pregare, predicare Maria6, a motivo di due ricorrenze significative:
– L’indizione dell’anno mariano (8 dicembre 1953 - 8 dicembre 1954).
– La consacrazione del santuario Regina Apostolorum il 29-30 novembre 19547, a compimento del voto fatto da Don Alberione nel 19438.
Unitamente alla gratitudine, Don Alberione, ispirandosi agli scritti dell’apostolo Paolo, invita tutti, figli e figlie, a: Protendersi in avanti sempre, ovunque!
Nella società e nella Chiesa c’è fermento di solidarietà: tra i giovani c’è chi dimostra particolare sensibilità ai nuovi poveri, agli oppressi, ai deboli e non pochi sentono sorgere nel cuore la chiamata a consacrarsi al Signore nel sacerdozio o nella vita religiosa.
Anche i vocazionari degli Istituti paolini risentono di questo rinnovato affluire numerico e qualitativo. Sono giovani che,
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insieme a slancio e generosità apostolica, portano un’esperienza di vita e una cultura che si va aprendo alle nuove vie della solidarietà, della comunicazione e della evangelizzazione.
Don Alberione, con stupore, intravede ampliarsi l’orizzonte spirituale e apostolico che l’aveva portato a fondare la Famiglia Paolina. Dall’insistenza sullo spirito nativo (settembre 1950) passa a sviluppare temi di predicazione che favoriscano il rinnovamento spirituale e il consolidamento della vocazione paolina; punta a rafforzare il pilastro della spiritualità, inculca il senso della coscienza sociale9, del lavoro inteso in senso umano e cristiano10, dell’adesione totale alla propria vocazione11.
Il Fondatore intuisce l’ampiezza della chiamata a portare il Vangelo fino ai confini del mondo. Le numerose vocazioni che il Maestro divino indirizza agli Istituti paolini, sono come un sigillo, una conferma su tutta l’opera. Avverte però che gli apostoli sono tali se vivono lo spirito dell’Apostolo Paolo. Il 20 agosto, ribadisce con forza: San Paolo è stato la forma e noi dobbiamo formarci in lui. Vivere, cioè, pensare, operare, zelare, come egli ha pensato, come egli ha operato, come egli ha zelato la salute delle anime, come egli ha pregato. Essere veramente Paolini, Paolini! Quindi il proposito generale di diventare veri Paolini, vere Paoline12.
E proprio in questo tempo il Fondatore comincia ad usare nella predicazione il termine Famiglie paoline o Famiglia Paolina considerando l’insieme dei vari Istituti come realtà unica, informata dal medesimo spirito.
In occasione del Quarantennio di fondazione, il Fondatore, sollecitato da alcuni paolini a scrivere sulle origini della Casa, verga quei semplici ma importantissimi foglietti manoscritti che raccontano le abbondanti ricchezze della nostra storia. Una storia di salvezza che verrà illustrata anche da una mostra allestita in Alba13.
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Nell’aprile dello stesso anno, scrivendo alcune note sulle origini delle Figlie di San Paolo, tratteggerà il profilo spirituale e apostolico di Maestra Tecla14.
Nella casa di Grottaferrata, chiamata casa delle scrittrici, si sviluppa la redazione.
Il Primo Maestro insiste anche su nuovi metodi di diffusione, sulla propaganda collettiva compiuta con la collaborazione di laici cooperatori15.
Si moltiplicano le iniziative che portano il marchio creativo delle Postine di Gesù: le Feste del Vangelo, le Settimane bibliche, le Giornate mariane, le Settimane catechistiche, le Settimane della stampa, le Campagne per gli abbonamenti alle riviste paoline.
Iniziano i preparativi per le nuove fondazioni di Australia e Gran Bretagna (1955). E mentre ferve l’attività, anche per lo straordinario incremento vocazionale, Don Alberione avverte la necessità di un’attenzione particolare per la formazione paolina e la preparazione culturale sottolineando la necessità che lo studio sia sempre affiancato all’apostolato e orientato a questo16. Si susseguono i corsi interni di filosofia e di teologia e si prepara un corso biennale teorico-pratico. Il Primo Maestro, consapevole della necessità di una migliore preparazione, autorizza alcune sorelle a frequentare corsi di scienze sociali e corsi di teologia presso l’Istituto universitario «Regina Mundi» di Roma.
II. ATTUALE EDIZIONE
1. Fonti e linguaggio
Il presente volume pubblica, in ordine cronologico, la predicazione, rimasta inedita, indirizzata alle Figlie di San Paolo nell’anno 1954. È una predicazione giunta a noi in veste di dattiloscritti, di fascicoli stampati o di trascrizione da nastro.
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Alcune meditazioni, dettate occasionalmente, hanno il linguaggio proprio della circostanza, altre invece risentono di argomenti che in questi anni sono ricorrenti nella mente del Fondatore. Sono idee che si vanno maturando e che confluiranno poi negli opuscoli monografici scritti per il San Paolo e riproposti in due volumetti, Alle Famiglie Paoline e Santificazione della mente, pubblicati rispettivamente nel 1954 e 1956 e ultimamente inseriti nel volume Anima e corpo per il Vangelo17.
Al Fondatore sta a cuore far risaltare l’ispirazione biblica di quanto va annunciando; la Bibbia è la fonte principale della sua predicazione. Le citazioni di Padri, Dottori della Chiesa e di alcuni santi sono approssimative, derivate probabilmente dalla quotidiana familiarità con il Breviario o da letture agiografiche.
2. Alcune tematiche fondamentali
Gesù modello di santità
In una delle prime meditazioni tenuta alla comunità di Roma, il Primo Maestro presenta la scena del Figlio di Dio che per trent’anni vive nascosto nella casa di Nazaret compiendo un umile mestiere, e rileva che il «sudore del suo lavoro non fu meno redentivo del sudore di sangue»18. Ne deriva la conclusione: chi ha vocazione paolina «deve saper spendere tutta la sua vita nel lavoro per Dio»19.
Gesù è presentato come modello di povertà nel presepio, di umile sottomissione a Maria e a Giuseppe a Nazaret, di amorosa adesione alla volontà del Padre «dalla nascita fino alla fine della vita». E sul suo esempio, viene sottolineato che «il metodo per farsi santi si riduce a questo: compiere la volontà di Dio»20.
Gesù ci è proposto come modello di preghiera: «tutta la vita di Gesù è stata anzitutto una vita di preghiera, e la sua preghiera
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è la più sublime, è la più perfetta delle preghiere»21. Così «la nostra preghiera è fatta bene quando è fatta nello spirito della divozione al divino Maestro, cioè quando vi è da una parte l’esercizio della mente: Gesù Cristo Verità, dall’altra l’esercizio del cuore: Gesù Cristo Vita, e in terzo luogo l’esercizio della volontà: Gesù Cristo Via»22. Da questo deriva «la grande ricchezza della Congregazione: dare alle anime tutto Gesù Maestro Via, Verità e Vita»23.
Sempre in cammino…
«Essere sempre in cammino, mai fermi»24, è la sfida che Don Alberione lancia ai suoi figli e alle sue figlie e che ribadisce ogni volta con quello slancio che dona alle sue parole una inspiegabile forza trascinatrice. A questo riguardo, meritano particolare attenzione due meditazioni: nell’una, Don Alberione pone l’accento su una dinamica che vede tutto in movimento: «Case in cammino, anime in cammino, Congregazione in cammino, apostolato in cammino, studio in cammino, e così nell’amministrazione e per le vocazioni. Paoline giovani e paoline anziane, tutte in cammino, sempre giovani perché si finisce in paradiso eterna giovinezza»25.
Nell’altra, egli sollecita ad essere: «in cammino nel lavoro spirituale; in cammino nell’apostolato; in cammino nel conoscere sempre meglio il Signore, nel conoscere meglio il Vangelo, la dottrina della Chiesa, le Costituzioni. In cammino nell’osservanza religiosa»26.
Si è in cammino:
– quando si è sempre più Figlie di San Paolo, formate sui principi paolini riproducendo nella propria vita, la vita della Congregazione…27;
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– quando si fanno fruttificare tutti i talenti ricevuti28;
– quando «si ama il lavoro e lo si compie nello spirito di Gesù a Nazaret»29;
– quando «si mettono tutte le energie a servizio di Dio come se tutto dipendesse da noi, e dall’altra parte si spera tutto da Dio come se tutto dipendesse da lui»30;
– quando si è convinte che «il Signore ha su di noi disegni di amore e di sapienza avendoci dato una vocazione così speciale, conforme agli attuali bisogni della Chiesa»31;
– quando lo spirito di preghiera porta a fare non solo qualche orazione, ma porta ad uno stato, alla disposizione interiore…32;
– quando «si ama la Congregazione, si ama tutto della Congregazione, si desiderano le vocazioni e si aiutano le vocazioni a farsi sante»33.
Essere san Paolo oggi
Nel quarantesimo di fondazione, il Primo Maestro sottolinea l’importanza di avere uno specifico colore paolino: «Noi dobbiamo avere una scienza di colore paolino, la scuola deve essere paolina, dobbiamo avere un cuore paolino, la nostra pietà ha da avere un colore spiccatamente paolino, quello che è dato dalle Costituzioni, e dobbiamo avere una volontà, un’abitudine, un modo di vivere, un orario, un modo di metterci in movimento tutto paolino»34.
Don Alberione desidera che noi ci specchiamo in san Paolo così da rifletterlo nell’oggi: «La Famiglia Paolina deve essere san Paolo oggi vivente, secondo la mente del Maestro divino; operante sotto lo sguardo e con la grazia di Maria Regina Apostolorum»35.
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E ci invita ad assumere particolari atteggiamenti:
– Avere il cuore di san Paolo, «un cuore senza limiti, il cuore di Gesù… un cuore grande, un cuore sociale nel quale ci stiano tutti gli uomini»36.
– Vivere la pietà di san Paolo per comprendere lo spirito con cui parla «e il modo con cui lui applica il Vangelo alle popolazioni e ai tempi»37.
– Nutrirci di san Paolo e del Vangelo per capire Gesù e dare alle anime quello che Gesù vuole38.
– Vivere l’obbedienza di san Paolo, «disposte a fare ciò che il Signore vuole … indifferenza ad adoperare la penna o il coltello per sbucciare le patate, indifferenza a vivere o a morire»39.
– Imitare san Paolo nel suo cammino di perfezione, nella sua unione di mente e di cuore, di tutto se stesso a Cristo40.
– Compiere l’apostolato nello spirito di san Paolo perché l’attività parta dal cuore, dal grande amore a Gesù Cristo, al suo Vangelo, alle anime41.
– Adattare il messaggio agli uditori, vivere il proprio tempo e far sentire l’attualità di Gesù Cristo al mondo42.
L’Eucaristia al centro della vita
Il Fondatore ancora una volta afferma che «la Famiglia Paolina viene dall’Eucarestia»43 ed esorta affinché «tutta la giornata, tutta la vita graviti attorno all’Eucarestia, al Tabernacolo. Si parta da lì e si ritorni lì»44.
La Comunione dona una forza di amore che trasforma. Per questo è importante «non dire soltanto: Signore, io vi offro, ma
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io mi offro». Offrirgli specialmente tutta la mente, «mente vergine che si occupi di Dio, delle cose sue, delle sorelle…»; la volontà, «una volontà verginale che aderisca alla volontà di Dio»; il cuore, «un cuore vergine che ha le disposizioni della Madonna quando disse: Sia fatto di me secondo la tua volontà»; il corpo: «corpo vergine, per amore! Verginità completa! Ma tutto dall’Eucaristia, per mezzo della Madonna»45.
L’invito del Fondatore a essere anime eucaristiche è insistente. Per questo invita a: «chiedere aumento di fede eucaristica..., di amore, di grazia.... Tutto dal Tabernacolo, tutto al Tabernacolo. Una mente sola con Gesù eucaristico… Chiedere pietà eucaristica… devozione completa, unione. Comunione con il cuore: uniformare i nostri sentimenti ai sentimenti di Gesù, sostituire al nostro cuore il cuore di Gesù»46.
III. AVVERTENZE
1. Le curatrici del presente volume hanno raccolto le singole prediche sotto il titolo di Meditazioni varie e hanno cercato di mantenere uno stretto legame con l’originale.
Sono stati inseriti due brevi corsi di Esercizi tenuti uno a Grottaferrata e l’altro ad Albano, stampati precedentemente in un unico volume47, considerato come originale. Per conservare la possibilità di un riferimento diretto ad esso, nel titolo corrente è indicato il volume; in margine in grassetto è segnato il numero di pagina; e quando il cambio di pagina si verifica a metà riga è segnato con il simbolo |.
2. Le Meditazioni varie sono numerate con numerazione ordinale, le prediche degli Esercizi con numerazione romana.
3. Gli interventi operati sul testo, sono minimi: inserimento del titolo quando non risulta nell’originale, o sostituito quando non sembrava pertinente. Per non appesantire il testo, le parentesi quadre che indicano le variazioni o la sostituzione del titolo, sono state collocate solo nell’indice cronologico.
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Altri interventi apportati: uniformità delle maiuscole e minuscole; adattamento alla forma corrente per accenti, doppie vocali finali (esempio:principii con princìpi, ecc.); completamento di elementi mancanti, ad esempio, numerazione omessa.
Alcuni vocaboli non sono stati uniformati, perché rispecchiano l’uso del tempo, ad esempio: obbedienza e ubbidienza, eucarestia e eucaristia, divozione e devozione, consecrare o consacrare, ecc.
Non si è uniformato l’uso del maschile o del femminile, lasciando come era nell’originale.
Dei testi latini, conservati fedelmente, è stata riportata in nota la traduzione, e talvolta la correzione.
4. Si sono corretti gli errori tipografici o ortografici evidenti, e gli errori grammaticali, ad esempio le concordanze. Si è intervenuto sulla punteggiatura. Si sono completate le abbreviazioni quando non sembravano comprensibili.
Si sono eliminate le virgolette ( o «) quando il discorso diretto era finzione letteraria; si sono lasciate le cediglie () se favorivano la comprensione del testo. Le virgolette ad angolo (« ») si sono riservate per le citazioni.
5. Si è avuta cura dell’apparato informativo: note bibliche, note storiche riguardanti l’ambiente, i fatti, i personaggi, le fonti, ecc.
6. Si è corredato il volume di indici: biblico, onomastico, bibliografico dei libri citati, analitico, cronologico con l’indicazione anche del testo quando l’originale è un libro.
7. I cenni biografici dei santi o di altre persone sono riferiti in nota la prima volta che appaiono nel testo; nell’indice dei nomi è riportata la pagina dove la stessa persona è citata.
8. Quando nelle note si usa come fonte di notizia il termine Diario, si intende la cronaca, praticamente quotidiana, della vita e dell’attività di Don Alberione, compilata dal suo segretario personale don Antonio Speciale, ssp. Essa copre l’ultimo periodo della vita del Fondatore: dal 1946 al 26 novembre 1971, data della sua morte. Il Diario è tuttora inedito.
9. Se l’originale è la trascrizione di una registrazione, in nota è riportata la segnatura archivistica di riferimento (ad esempio: A6/an 1a, ac 1b).
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10. La citazione del presente volume è la seguente: FSP + anno + pagina, ad esempio: FSP54, p. 97.
11. Per le note bibliche e traduzione italiana dei testi latini, si fa riferimento alla
Bibbia di Gerusalemme, trad. CEI; talvolta per il senso, alla Volgata, traduzione di Tintori E., edizione 1931. Per la traduzione dell’
Imitazione di Cristo, si fa riferimento all’edizione italiana delle Figlie di San Paolo 1992.
A cura del
Segretariato Internazionale di Spiritualità
Figlie di San Paolo
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1 Cf Per un rinnovamento spirituale, OOA, Edizioni San Paolo, 2006.
2 Cf i volumi dell’Opera Omnia Alberioniana, a cura delle Figlie di San Paolo, pubblicati precedentemente.
3 Cf La Chiesa in Europa 1945-1991, Edizioni Paoline, Roma 1992, p. 192.
4 L’anno mariano (8 dicembre 1953 - 8 dicembre 1954) fu indetto da Pio XII con l’enciclica Fulgens corona gloriae per ricordare la proclamazione del dogma dell’Immacolato Concepimento di Maria, fatta da Pio IX l’8 dicembre 1854 con la Bolla Ineffabilis Deus.
5 Cf Pr IV, 1954, Esercizi di Grottaferrata, II, p. 224.
6 Cf RSP pp. 431-435.
7 Cf RSP pp. 520-533.
8 Cf CVV 102.
9 Cf Meditazioni varie, n. 25, p. 163.
10 Cf ibid., nn. 9 e 10.
11 Cf ibid., n. 20, p. 136.
12 Cf ibid., n. 21, p. 145.
13 Cf ibid., n. 22, pp. 148-149.
14 Cf Abundantes Divitiae, EP, Roma 1985, nn. 232-239; Considerate la vostra vocazione, EP, Roma 1990, Circ. 210.
15 Cf CVV 210.
16 Cf Meditazioni varie, n. 26, pp. 171, 172; n. 27, pp. 180-181.
17 Cf Anima e corpo per il Vangelo, Edizioni San Paolo, Milano 2005, pp. 163199.
18 Cf Meditazioni varie, n. 1, p. 30.
19 Cf ibid.
20 Cf ibid., n. 32, p. 199.
21 Cf Pr IV, 1954, Esercizi di Grottaferrata, II, p. 217.
22 Cf Meditazioni varie, n. 8, p. 71.
23 Cf ibid., n. 27, p. 181.
24 Cf ibid., n. 6, p. 55.
25 Cf ibid.
26 Cf ibid., n. 8, p. 68.
27 Cf ibid., n. 8, p. 72.
28 Cf ibid., n. 10, p. 82.
29 Cf ibid., n.1, pp. 29-30.
30 Cf ibid., n.7, p. 61.
31 Cf Pr IV, 1954, Esercizi di Albano, IV, p. 293.
32 Cf ibid., II, p. 217.
33 Cf ibid., II, p. 278.
34 Cf ibid., VI, p. 260.
35 Cf Meditazioni varie, n. 22, p. 151.
36 Cf ibid., n. 8, p. 73.
37 Cf Pr IV, 1954, Esercizi di Grottaferrata, VI, p. 260.
38 Cf ibid., II, p. 220.
39 Cf Pr IV, 1954, Esercizi di Albano, II, p. 280.
40 Cf Meditazioni varie, n. 6, p. 58.
41 Cf ibid., n. 15, p. 118.
42 Cf Pr IV, 1954, Esercizi di Grottaferrata, II, p. 224.
43 Meditazioni varie, n. 22, p. 149.
44 Cf ibid., n. 26, p. 120.
45 Cf ibid., n. 16, p. 122.
46 Cf Pr IV, 1954, Esercizi di Albano, V, p. 299.
47 Prediche del Rev. Primo Maestro - Esercizi di Grottaferrata e di Albano 1954, Edizioni Paoline, 1957.