Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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7. FEDE - FIDUCIA - OTTIMISMO *


La divozione a Maria mantiene sempre la vita fresca e mantiene la vita serena, è un rigoglio di forze. [Maria] è regina di giovinezza! Così è intitolato il libro sulla Vergine che voi diffondete largamente1. Quindi, non solo conservare questa divozione a Maria regina di giovinezza, ma aumentarla, per mantenere fresche le forze dello spirito, per custodire il fervore ed essere sempre in cammino, in marcia.
Occorre [inoltre] avere un sano ottimismo. Cosa vuol dire ottimismo? Ottimismo vuol dire: sempre speranza viva in Dio, pensare e sperare sempre in bene. Sperare e pensare sempre in bene, cioè fiducia nella vostra santificazione, sperare e pensare che [ci] si riesce. Poi l’apostolato darà i suoi frutti.
Ottimismo! Vi sono due sorta di ottimismo, l’uno è un ottimismo falso e l’altro è un ottimismo santo. L’ottimismo falso è quando confidiamo in noi, quindi confidiamo sopra ciò che è vano. L’ottimismo sano invece si ha quando confidiamo in Dio: da una parte mettere tutte le energie a servizio di Dio come se tutto dipendesse da noi, e dall’altra parte sperare tutto da Dio come se tutto dipendesse da lui. Ottimismo falso è quando si va avanti così con la fantasia, senza far bene i calcoli e senza pregare, pensando quasi che possiamo riuscire coi nostri mezzi e con la nostra abilità. Ottimismo falso è quando noi confidiamo nell’abilità, nell’energia, nella salute, ecc. Ottimismo vero e buono quando invece confidiamo in Maria, nell’aiuto di S. Paolo e siamo sempre dominati da questi pensieri: fare quello che è
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possibile a noi, sperare tutto dalle mani di Dio. Noi dobbiamo pensare press’a poco così, [però] questa parola press’a poco non è che valga in modo assoluto. Il sacerdote nella Messa cambia il pane nel corpo di Gesù Cristo, il vino nel sangue di Gesù Cristo, ma chi lo cambia è Gesù Cristo stesso che viene a prendere il posto della sostanza del pane e della sostanza del vino con il suo corpo e il suo sangue. Cosa fa il prete? Il prete dice le parole della consacrazione: Questo è il mio corpo, ma chi fa il miracolo è Gesù Cristo. Noi dobbiamo in tutto mettere la nostra parte, poi Gesù fa lui. Quando noi abbiamo pregato, abbiamo fatto bene le opere di pietà, che cosa valgono le nostre parole, le nostre preghiere? Valgono in quanto piegano Iddio, l’onnipotenza divina in nostro favore. Per sé sono parole, per sé è un fiato. Diceva S. Giovanni Battista di sé: «Io sono una voce …»2. Sono parole, ma la preghiera piega l’onnipotenza divina verso di noi e quando abbiamo fatto ciò che è possibile nel nostro apostolato, pur nella nostra ignoranza e miseria, Dio ci dà [il resto]. Però noi, dobbiamo mettere tutto quello che possiamo. La fiducia in che cosa si appoggia? In Dio. Questa parola fiducia in Dio alcuni la chiamano fede, altri speranza, ma è tutte e due. Avere fede, mantenere viva la speranza.
Due compiti abbiamo da svolgere, due lavori abbiamo da fare sulla terra: il primo è la santificazione e il secondo è l’apostolato.
Ora parliamo del primo: santificarci. Il santificarci, che cosa significa? Significa accogliere lo Spirito Santo in noi e approfittare sempre più della sua presenza e della sua grazia. Ora è chiaro, se è lo Spirito Santo che ci fa santi, non siamo noi. Si chiama santo, perché? Perché effonde la santità e perché dimora nell’anima giusta. La santissima Trinità dimora nell’anima in grazia, e ciò significa che la santità non è nostra, è la dimora di Dio in noi. E noi, che cosa dobbiamo fare? Dobbiamo fare posto allo Spirito Santo e pregare che venga in noi; fare posto allo Spirito Santo e non commettere peccati. Se si commettono peccati lo Spirito Santo non può venire, non abita nell’anima cattiva né nel cuore di colui che è infangato dal peccato. Viene nei
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cuori che non hanno il peccato; perciò se vogliamo fare posto allo Spirito Santo, togliere il peccato.
Poi pregare. La preghiera ci ottiene lo Spirito Santo, e tanto più ampiamente lo Spirito Santo prende possesso di noi, tanto maggiormente egli si stringe all’anima nostra, e tanto più si è santi. Questa è operazione di Dio, quindi sempre umiltà: io devo mettere il mio impegno, togliere il peccato, pregare, e lo Spirito Santo verrà nell’anima mia. Anime semplici che tanto confidano in Dio sono arrivate a grande santità, a volte invece ci sono preghiere e preghiere, ma non c’è questa disposizione di umiltà e di fiducia che è Dio che opera in noi. Dio deve prendere possesso di noi, di tutta la mente, la volontà e il cuore. Quando abbiamo pregato, abbiamo compiuto tutte le opere di pietà, noi stiamo sereni, abbiamo un sano ottimismo: il Signore mi ama, il Signore verrà in me, abiterà in me. Fidarsi in Dio. Se una religiosa fa bene la sua meditazione, fa bene la sua Comunione, la sua Visita, ecco che lo Spirito Santo discende nell’anima come è disceso nella Pentecoste sopra Maria e gli Apostoli, non più in modo visibile, ma in modo invisibile, e le anime si santificano. Fiducia che vincerai le passioni, vincerai l’orgoglio, l’ira, la pigrizia, la golosità, la lussuria, la freddezza. Avere solo questa fiducia: Devo fare la mia parte, Iddio mi farà santa. Fare la mia parte, le pratiche di pietà al mattino, lungo il giorno, settimanali, mensili, annuali, farle con fiducia. Allora, ecco la santificazione!
In [secondo luogo] consideriamo l’apostolato. Si dice che siamo ignoranti e non siamo capaci e c’è sempre più da fare. Ci sono i periodici e le biblioteche, ci sono le scuole e gli abbonamenti, vi è la propaganda collettiva e troviamo difficoltà. Però quando si fa il bene, quando ci si mette a servizio di Dio e si impegna al suo servizio quello che abbiamo: intelligenza e salute, [quando] ci si fida di Dio, a volte, apparentemente, si è ottenuto nulla, e invece in realtà, si è ottenuto di più. E se la nostra umiliazione fosse il prezzo per cui delle anime vengono salvate? Il prezzo per cui la Congregazione progredisce, per cui chi succederà farà [molto]? Voi avete fatto poco, verranno altre suore e faranno molto. Gesù l’ha detto: «Voi seminerete e altri raccoglieranno». E diceva anche: «Voi raccogliete dove
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altri hanno seminato»3. Niente orgoglio, dipende dalla grazia di Dio, a noi il compito di fare quel tanto che possiamo. A volte pare anzi che né un anno, né un altro anno, né un terzo anno non si sia fatto [niente]. Ma quante grazie dà il Signore per quei sacrifici! Forse molti sarebbero morti in disgrazia di Dio e muoiono coi sacramenti. E quale fu il prezzo di questa grazia? Il prezzo sono forse quei passi, quei santi desideri, quelle sante preghiere che la suora ha fatto nel silenzio della sua cappella. Noi facciamo quello che possiamo, fidiamoci di Dio!
Agli Esercizi che ho fatto, le Figlie di San Paolo sono state nominate tante volte nelle prediche e sempre il predicatore diceva: Abbiamo bisogno dell’aiuto delle suore. Io l’ho lasciato finire e poi ho detto: E noi abbiamo bisogno che ci mandiate delle vocazioni, ma vocazioni intelligenti, vocazioni di salute. Date e vi sarà dato. Sì, così vi è un commercio di bene in cui ci scambiamo la grazia di Dio, per cui le anime hanno i mezzi di salvezza. Fidiamoci di Dio! Sta’ sicura che è la tua vocazione e che la tua vocazione comprende due cose: la chiamata alla santità e la chiamata all’apostolato. Iddio non chiama inutilmente, Iddio dà i mezzi, le grazie e per la santità e per l’apostolato. Abbi fiducia in Dio, guardati dunque dal confidare in te stesso e, se stai per cadere e ti appoggi ad una pianta di grano, [questa] non ti sosterrà. Noi, pur con tutta la volontà, siamo come una pianta di grano. Allora, che cosa ci vuole? Ci vuole la fiducia in Dio. Tante volte fa di più la suora che lava i piatti. Iddio è misterioso: quella, il frutto l’ha già ottenuto. Al giudizio di Dio si vedrà tutto.
Noi vogliamo fare l’apostolato, ma in che cosa sta l’apostolato? L’apostolato sta in questo: ottenere che le anime siano in grazia di Dio, non siano morte con il peccato e che il paradiso sia loro aperto. Che cosa sono tutti questi discorsoni che si fanno da un capo all’altro dell’Italia Per un mondo migliore? Prima di tutto migliorarci, più santi noi, e poi che gli altri non vivano in peccato. Sembrano vivi, ma sono morti. Lavoriamo perché le anime vivano in grazia di Dio e, seconda cosa, che non vadano all’inferno. Perché in quel discorso che
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ha fatto il Papa [Pio XII] circa un anno fa per l’Immacolata di Lourdes disse: Tanti milioni di anime sono avviate all’inferno. Aiutate tutti a salvarle. Se il diavolo scorrazza e si impadronisce di tutte le anime, anche se ci fossero bei tram e tutte le comodità della vita e cibo in abbondanza e le anime andassero perdute, noi siamo i più miserabili. Dietro una bella cassa da morto, tutta intarsiata e lavorata, diciotto vetture che portano i fiori: così si va all’inferno; era uno che era morto molto malamente perché era vissuto malissimamente. All’inferno si va in trionfo, fiori e cassa e tale lusso per andare trionfalmente all’inferno.
Bisogna che ci diamo da fare e lavoriamo perché le anime vivano in grazia e muoiano in grazia di Dio. E se possiamo ottenere che ci siano migliori case, migliori strade, tutto bene, ma ciò che importa è questo, ciò che importa per i religiosi è che siano santi. Ci vuole quel sano ottimismo che è la fiducia in Dio. Vi è qualcuno che debba disperarsi? […]4. Ma sapesse, io ne ho già fatte tante!. E con questo? Vuol dire che devi lavarti meglio nel sangue di Gesù Cristo con la confessione e poi buona volontà. Se mi dici che quella bambina è più sporca… Lavala meglio con due buone insaponate. Allora il peccato è tolto, viene la grazia che abbellisce la sua anima. E se si tratta di una persona già molto anziana, con poche forze, che ha ancora più poco da vivere…, ricordare sempre il buon ladrone sulla croce che pur avendo più poco da vivere, il suo passato era stato un passato nero, eppure per la sua fede, per il suo pentimento fu salvo: «Quest’oggi sarai con me in paradiso»5. Ecco il primo che si è rivolto al Crocifisso.
Tutti dobbiamo rivolgerci a Gesù crocifisso, sperare in lui, anche quando non avessimo fatto niente [che ci rimorde]. Gesù era stato crocifisso e nessuno pensava a pregarlo, ci ha pensato un ladrone, ha pregato e ottenuto immediatamente la grazia. Che cosa ci vuole per avere questa fiducia? Bisogna ricordare che siamo sulla terra per farci santi, che il Signore ci ha mandato per questo e ci ha dato la vocazione per diventare più sante e
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per fare l’apostolato. Ora, se ragioniamo non soltanto umanamente, ma soprannaturalmente, ecco che la fede ci salva. Mettere più fede. Fra due [suore] che abbiano uguale istruzione, uguale salute, uguale abilità, uguale desiderio buono, chi fa di più? Chi ha più fede in Dio. La fede non è tanto facile ad averla, bisogna chiederla a Dio e bisogna eccitarla in noi con considerazioni buone e facendo atti ispirati alla fede. Quindi la fiducia si basa sopra la fede in Dio, la fede nella sua grazia, però sarà di grande aiuto anche la divozione a Maria. Se noi pregheremo Maria, ella ci renderà facile quello che noi crediamo difficile. L’ufficio di questa Madre celeste è rendere facile quello che è difficile. Se trovi difficile la santificazione, Maria ti renderà facile la santificazione.
Lo Spirito Santo è un po’ indipendente e passa per tante strade. A volte a noi pare di avere fatto nulla e [invece] abbiamo fatto tutto; a volte a noi pare di avere fatto tutto e abbiamo incominciato con delle cose che porteranno a delusioni. Fede ci [vuole], per sé e per le anime! Ci possono essere due figlie che frequentano la medesima scuola per tanti giorni uguali, può essere che abbiano lo stesso ingegno e può essere che abbiano ingegno diverso. La votazione sarà per una dieci e per l’altra otto, per una nove, per l’altra sei, ma il merito e il frutto sarà secondo la buona volontà. Studiare per Dio, applicarsi con buona volontà, il merito [maggiore] è di chi si è applicata di più. Gli uomini diranno: quella ha avuto dieci e quella sei, ma il Signore cambierà i voti e qualche volta farà il contrario. Chi dopo la vita ti darà il posto [in paradiso] è il Signore. Quante persone che sulla terra fanno nessuna figura, al giudizio di Dio la faranno bellissima, mentre tante persone che fanno bella figura di qua, di là la faranno bruttissima! Noi non conosciamo i pensieri, i sentimenti interni altrui, ma la santificazione dipende dall’interno. Quella pensa bassamente di sé, è umile, questa cercala vanagloria. Al giudizio di Dio che cosa conterà? È l’interno, la fede in Dio. Il frutto per le anime, il frutto dell’apostolato [dipende] dalla disposizione di fede, dall’umiltà del cuore, dalla retta intenzione. Troppa importanza diamo all’esterno e meno all’interno. Siate persone di vita interiore! Guardate poco a certe esteriorità, è l’interiorità [che conta]!
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Venendo adesso dal parlatorio, mentre vi aspettavo, ho guardato Aurora6, c’è la figura del Papa Pio IX7 quando definisce l’Immacolata Concezione. Bellissima figura: il Papa che legge il Decreto con il quale riconosce che l’Immacolata Concezione di Maria è verità rivelata da Dio. Attorno tanti monsignori, cardinali, vestiti sontuosamente con lunghi piviali. Pensavo: S. Giuseppe messo qui d’accanto, che figura farebbe con il suo grembiule da falegname! Eppure [in paradiso] è più in su di tutti loro, compreso il Papa. Guardiamo l’interno: certe persone [all’esterno non] fanno nessuna figura. È l’interno che decide la santità e anche l’apostolato. Guardiamo bene il nostro interno, che siamo santi interiormente e che nel cuore ci sia fiducia e santità. Camminate serene e il Signore vi benedirà sempre di più.
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* Meditazione, in dattiloscritto, carta vergata, fogli 4 (20,5x28,5), tenuta a [Roma] il 21.2.1954. Non è indicato il luogo, ma dalla cronaca di don Speciale risulta che in quel giorno il Primo Maestro ha tenuto la meditazione alle Figlie di San Paolo in Esercizi. I curatori dei dattiloscritti successivi hanno aggiunto a mano il titolo: “Fede - fiducia - ottimismo”. Vedi anche la nota dell’asterisco (*) della meditazione n. 6. Probabilmente l’originale è una trascrizione da pellicola. Si sono resi perciò necessari talora alcuni interventi da parte delle curatrici per rendere il testo comprensibile.

1 Silvio da Paina, Maria, regina di giovinezza, Pia Società San Paolo, Alba 1942.

2 Cf Gv 1,23.

3 Cf Gv 4,37-38.

4 Originale: Ma non c’è nessuno....

5 Cf Lc 23,43.

6 Aurora, periodico mariano di carattere divulgativo, edito dalla Società San Paolo. Nel 1932 iniziò la pubblicazione con il titolo La Madre di Dio, nel 1950 assunse quello di Aurora, nel 1958 riprese il titolo Madre di Dio. Cf Damino A., Bibliografia di Don Giacomo Alberione, EAS, Roma, pp. 205-207.

7 Giovanni Maria Mastai Ferretti (1792-1878), papa dal 1846 con il nome di Pio IX, beatificato il 3 settembre 2000. Durante il suo pontificato, l’8 dicembre 1854 avvenne la definizione dogmatica dell’Immacolata Concezione.