Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

1. LA SACRA FAMIGLIA *


Nel 1893 quando si celebrò la prima volta questa festa1, fu grande solennità. Comunioni generali in tutte le parrocchie e istituti. Illuminazione alla sera e al passaggio della processione i fedeli pieni di letizia spargevano fiori. Questa festa era stata desiderata da tanto tempo. Ciascuno avrà ricordato bene questa festa e avrà ripetuto spesso questa giaculatoria: Gesù, Giuseppe, Maria, vi dono il cuore e l’anima mia. Gesù, Giuseppe, Maria, assistetemi nell’ultima mia agonia. Gesù, Giuseppe, Maria, spiri in pace con voi l’anima mia. Alla sacra Famiglia chiediamo oggi questa grazia: amore al lavoro, odio alla pigrizia. Amore al lavoro segno di vocazione, pigrizia segno che manca la vocazione. Quelli che visitano la Famiglia Paolina dicono: Questa è una casa diversa dalle altre, dove si lavora.
Leone XIII dice che gli angeli scendevano e guardavano dalla finestra e dalla porta quelle tre santissime persone, specialmente Gesù. Lezione di lavoro!
Le famiglie religiose devono essere non solo religiose, ma anche laboriose, e il lavoro inteso nel senso completo di spirito, di opere, di correzione, lavoro morale, materiale, ma sempre attività, sempre energia. Odio all’ozio, alla pigrizia. È necessario che il demonio non ci trovi mai disoccupati, altrimenti ci dà lui il lavoro da fare. Uno dei quadri più belli della sacra Famiglia è quello che rappresenta una bottega con il banco del falegname: da una parte Maria con il fuso in mano, dall’altra Giuseppe che pialla, in mezzo Gesù che aiuta. Questa scena è durata per ben trent’anni. Gesù è stato nascosto compiendo un umilissimo
~
mestiere, ma il suo lavoro era pur sempre un lavoro redentivo e il sudore del lavoro non fu meno redentivo del sudore di sangue. Gesù mostra al Padre non solo le sue mani traforate dai chiodi, ma anche le sue mani callose. Gli angeli ogni giorno hanno potuto registrare il sudore di Cristo. Il lavoro è obbligatorio per l’uomo. Anche se Adamo non avesse peccato l’uomo era pur creato per lavorare. Il castigo del peccato non fu il lavoro, ma la fatica che si aggiunge al lavoro. S. Paolo dice: «Ricordatevi che quando ero tra voi vi predicavo: Chi non lavora non mangi. Ma adesso ripeto: Lavorate in serenità e guadagnate il pane che mangiate»2.
Il lavoro va considerato come mezzo educativo. Se il giovane non mette in attività tutte le sue energie deve temere, il demonio si accosta. L’ozio è padre dei vizi. E quanti peccati derivano dalla pigrizia, dall’ozio! Vanno a pregare e non pregano. Vanno a studiare e perdono tempo prezioso. E nell’apostolato, lo stesso. Per vari anni all’inizio, al 1° maggio si faceva la festa del lavoro. Tutti al lavoro. L’esempio della sacra Famiglia ci sia di sprone. È misterioso questo che il Figlio di Dio sia rimasto per tanti anni in un lavoro così nascosto e umile!
Adesso ci accostiamo a Gesù e ci mettiamo davanti la scena della sacra Famiglia. Le santissime persone durante il lavoro spesso levavano lo sguardo al cielo e pregavano. Anche noi dobbiamo elevare gli occhi e il cuore al cielo. Recitiamo la preghiera prima del lavoro per offrirlo a Dio con le stesse intenzioni che aveva Gesù immolandosi sull’altare. Chi ha vocazione alla Famiglia Paolina? Chi sa spendere tutte le proprie energie nel lavoro. Proponiamo di metterci spesso davanti l’esempio della sacra Famiglia e consumare tutte le energie per Dio.
Forse che noi siamo figli di un padre ozioso? S. Paolo lavorò per tutta la vita. L’apostolo è colui che sa spendere tutta la sua vita nel lavoro per Dio. Domandare di capire che il lavoro è redenzione, che il lavoro è educativo, che il lavoro è apostolico. Preghiamo per ottenere di saper lavorare come la sacra Famiglia per poter dire alla fine: O Signore, tutti i talenti che mi hai dati li ho spesi per te. Gesù, Giuseppe, Maria…
~

* Predica, tenuta alla FP, in dattiloscritto, carta vergata, fogli 2 (22x27,5), [Roma, Vespri], 10.1.1954. Nell’originale non è indicato il luogo, ma nella cronaca di don Speciale è scritto che il giorno 10 gennaio il Fondatore “va in Cripta per i Vespri e, venendo a mancare il predicatore, chiedono a lui se può prestarsi per un pensiero; lo fa molto volentieri” (1954, p. 1382).

1 Durante il pontificato di Leone XIII, Vincenzo Gioacchino dei conti Pecci (1810-1903), papa dal 1878, fu istituita la festa della sacra Famiglia, che fu estesa a tutta la Chiesa da Benedetto XV e subì nella liturgia natalizia vari spostamenti.

2 Cf 2Ts 3,10.12.