Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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14. LA CORONCINA ALL’ANGELO CUSTODE *


Defendite nos in proelio, ut non pereamus in tremendo iudicio1: preghiamo gli angeli custodi, preghiamo tutta la corte celeste perché ci difenda dal male e difenda dal male tutta l’umanità. Sempre nella Messa si ripete al termine2: Sancte Michaël Archangele, defende nos in proelio, S. Michele arcangelo, difendici, combatti con noi la grande battaglia contro il male. S. Michele, che condusse alla vittoria l’esercito degli angeli buoni, conduca adesso alla vittoria la Chiesa; ...satanam aliosque spiritus malignos qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, in infernum detrude; cioè: il Signore voglia per sua misericordia e per la protezione degli angeli, cacciare nell’inferno satana e tutti gli altri spiriti cattivi che circolano, ad perditionem animarum pervagantur in mundo, vanno attorno a rovinare le anime. Satana, il nemico di Gesù Cristo, vorrebbe strappare dalle mani di Dio quelle anime che da Dio sono create e che da Gesù Cristo sono redente dal suo preziosissimo sangue. Satana, il gran nemico! E se in noi è entrata la concupiscenza, e se in noi vi è tanta inclinazione al male, e se il mondo è avvolto in tanti errori e se vi sono mali non solamente spirituali, ma tante rovine, [è per] satana... All’alba dell’umanità il serpente penetrò nel giardino celeste e di là venne la rovina. Satana, che fu omicida fin dal principio, uccise le anime, e il peccato portò la morte.
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Prendiamo la coroncina che vogliamo recitare bene, sempre, specialmente il primo giovedì del mese.
1. Il primo punto della coroncina ci ricorda che mentre gli angeli custodi ci stanno accanto, sono sempre inabissati con tutta la corte celeste nella contemplazione e nel gaudio della santissima Trinità. Dopo una breve prova, gli angeli fedeli furono ammessi all’eterna felicità, alla contemplazione di Dio, al gaudio in Dio. La visione di Dio! Noi domandiamo [loro] la grazia di difenderci dal male e di saper ordinare la vita per giungere là dove gli angeli già si trovano. Gli uomini si dividono in due grandi schiere: [c’è] chi pensa soltanto alla vita di quaggiù, e chi invece ordina la propria vita alla gloria e alla felicità eterna del cielo. Quanti, trascinati al male dagli spiriti cattivi, dalla concupiscenza, dall’orgoglio, si illudono! Chiediamo: Comunicatemi la suprema sapienza di considerarmi pellegrino sopra la terra. Questa è la scienza dei santi, [cioè] ordinare tutta la vita al cielo, in tutto avere di mira la conquista del paradiso, e in ogni cosa cercare il regno di Dio e la sua giustizia. La grazia che qui si chiede è una grazia fondamentale, è una grazia che riguarda non il momento soltanto in cui stiamo pregando, ma riguarda tutta la vita, tutta la nostra vita interiore e l’attività esteriore. Diciamo allora bene il primo punto: Angelo mio custode...
2. Secondo punto. Che cosa fa l’angelo custode vicino a noi? Illumina, custodisce, regge e governa, come recitiamo nell’Angelo di Dio. Che fai tu vicino a me? Questo: illuminare, custodire, reggere e governare me. Egli, l’angelo custode, ci illumina, cioè chiarisce alla nostra mente molte verità, specialmente quelle che riguardano l’anima e la salvezza. Ma quante volte anche durante le ore stesse dello studio, nella difficoltà di una traduzione, di un problema, quante volte nella propaganda del libro, del cinema, quante volte nello stesso apostolato abbiamo bisogno di essere illuminati! E abbiamo vicino a noi un amico che ci può suggerire tutto. Quante volte noi chiediamo consiglio e ci preoccupiamo di trovare la via giusta e dimentichiamo il consigliere che Iddio ci ha dato e che sta vicino proprio a noi, destinato non solo ad illuminarci, ma a custodirci
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[anche] dai pericoli dei bombardamenti durante l’ultima guerra. Quante volte ho sentito: Stavamo mettendoci in salvo, non sapevamo da che parte veramente rifugiarci. Detto l’Angelo di Dio, siamo andati avanti come ci sembrava di essere ispirati. Siamo arrivati a destra, la bomba è caduta a sinistra, siamo stati salvi. Questo, nelle lettere e nelle narrazioni l’ho sentito diverse volte, e non solo, ma provato. E lo stesso [aiuto]: reggere, sostenere le debolezze nel praticar la virtù, le incertezze nel combattere la buona battaglia, e governare, cioè guidarci perché non sbagliamo, avviene in tanti pericoli in cui abbiamo bisogno di essere salvati.
Recita l’Angelo di Dio prima di prepararti alla confessione, recita l’Angelo di Dio anche per il tuo maestro, perché possa spiegarti le cose bene, recita l’Angelo di Dio per il predicatore, per il confessore, perché ispiri [loro] quello che è più necessario per te. Se vi sono discordie, prega il tuo angelo custode che si metta d’accordo con l’angelo custode dell’avversario, e fra il tuo angelo e l’angelo suo, avvenga e sia fatta la pace. Spesso viviamo troppo umanamente, facciamo troppo conto delle nostre vedute, delle nostre attività e abilità, ma l’angelo non ha un potere immensamente superiore? Se l’uomo è intelligente, l’angelo […]3 legge nella mente di Dio, cioè gode la visione. Recitiamo perciò il secondo punto: Angelo mio custode...
3. Nel terzo punto facciamo come un esame di coscienza: [consideriamo] da una parte la bontà, la premura dell’angelo, dall’altra la nostra corrispondenza alla sua premura, alla sua custodia. Quali sono le mancanze che abbiamo commesso riguardo all’angelo? La mancanza più comune forse, e anche la prima, è la dimenticanza. Egli sempre è con te4: alla sera stende le sue ali sopra di te, perché riposi nella pace, al mattino quando ti svegli è già lì daccanto al letto. Appunto questo leggiamo nella vita dei santi, come l’angelo custode previene. S. Gemma Galgani5, al mattino svegliandosi, subito si voltava e vedeva
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l’angelo che già stava al capezzale. E allora incominciava la giornata accanto a lui, e innumerevoli sono le cose belle che seguono circa le relazioni fra Gemma Galgani e il suo angelo custode. La dimenticanza! Se sapessimo ricordare che accanto a noi c’è un angelo, quante volte avremmo [per lui] più riguardo: è lì alla destra, rispettalo! S. Bernardo dice: Angelo tuo reverentiam habe6. Non dire, non fare alla presenza dell’angelo quello che non faresti alla presenza di un superiore. Abbi fiducia per la [sua] custodia e rispetto perché è un essere superiore, e divozione perché è un amico, è il tuo primo amico. Ti assisterà anche in morte, e la sua missione non sarà compiuta finché non ci vedrà lì in cielo. La prima mancanza, quindi, sta nel dimenticare. Poi ci può essere l’irriverenza, ci può essere l’ingratitudine. Ripariamo con la preghiera del terzo punto: Angelo di Dio...
4. Nel quarto punto consideriamo gli angeli del cielo nei confronti della Chiesa militante. Invochiamo tutta la corte celeste, quindi tutta la celeste Gerusalemme o Chiesa trionfante per la Chiesa militante, per noi che siamo ancora in pericolo dell’eterna perdizione, perché le vie del male sono tante e le tentazioni sono continue e gli inganni innumerevoli. La Chiesa di Dio sia difesa contro l’esercito dei demoni. «Proelium magnum factum est in coelo: Un giorno si combatté una grande battaglia in paradiso»7, tra satana, che nel suo orgoglio pretendeva di mettere il suo trono daccanto a quello di Dio quasi per uguagliarsi a lui e condividerne il regno, e S. Michele che alzò la bandiera di Dio: «Quis ut Deus?: chi è come Dio?». E lo seguirono innumerevoli angeli: «proelium magnum», e fu vinto satana con i suoi spiriti ribelli e per loro non vi fu posto in paradiso. Ora quella battaglia combattuta in cielo si è trasferita sulla terra: grande battaglia fra lo spirito del male e lo spirito del bene! Noi quindi invochiamo l’assistenza degli angeli sopra tutta la Chiesa, dal Papa fino all’ultimo tra i fedeli, da quelli che sono vicini a morire a quelli che stanno lottando. Preghiamo gli angeli
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custodi per i bambini innocenti e per coloro che hanno sbagliato la strada. Che satana sia ricacciato nell’inferno. Quarto punto: Angelo mio custode...
5. L’ultimo punto è indirizzato a chiedere l’assistenza degli angeli custodi non soltanto sulla Chiesa, ma su tutta l’umanità. Pensiamo ai due miliardi e mezzo di uomini, particolarmente a quelli che vivono nell’Oriente, dall’India al Giappone, all’Australia, pensiamo che la maggior parte di essi non hanno ancora sentito la predicazione del Vangelo: non conoscono i benefici della redenzione. D’altra parte satana organizza il male. Nazioni intiere combattono la Chiesa, Gesù Cristo, i sacramenti, il sacerdozio e tutto quello che è sacro. Sono congiurati non solamente contro Cristo, ma ancora contro Dio, e vorrebbero scancellare dalla faccia della terra il nome santo di Dio. Sempre noi pensiamo di riparare con la recita del Dio sia benedetto8 al termine della Messa e anche nelle orazioni. Ma satana mette a servizio del male tutti i mezzi moderni, sembra veramente che i figli delle tenebre siano più prudenti dei figli della luce e si accaparrino e le onde e le pellicole e la carta e tutti i mezzi, [tutti] gli strumenti di trasmissione del pensiero. E il loro pensiero è ateo. Il loro pensiero è ispirato molto dall’odio. Noi dobbiamo pure compatire innumerevoli uomini i quali non hanno molto tempo, però l’ignoranza li guida, e nella loro ignoranza sono preda, conquista dei più astuti, in fondo di satana e dei suoi ministri. Abbiamo pietà di questa gente: «Illuminare his qui in tenebris et in umbra mortis sedent»8, preghiamo per tutta l’umanità, per la pace: O angeli tutti del Signore...
Recitare bene la coroncina, specialmente il primo giovedì del mese, come ho detto; e ora cantiamo la lode all’angelo custode.
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* Meditazione, tenuta alla FP, Roma, 3 giugno 1954. Si assume come originale la trascrizione della registrazione: A6/an 4a = ac 9b. Questa meditazione è stata stampata anche in Le nostre Devozioni, novembre 1960, pp. 65-71 e in Spiritualità Paolina, pp. 476-481, con aggiunta di brani presi da altre prediche di Don Alberione.

1 Cf Antifona al Magnificat: [Santi angeli, nostri custodi], difendeteci nel combattimento, perché non soccombiamo al giudizio finale. In Le preghiere della Famiglia Paolina, ed. 1996, p. 136.

2 Prima della riforma liturgica, attuata dal Concilio Vaticano II, al termine di ogni Messa, per disposizione del papa Leone XIII, veniva recitata questa preghiera: O san Michele arcangelo, soccorrici nel combattimento; contro la nequizia e le insidie del demonio sii nostra difesa.… E tu, Principe della celeste milizia, con forza divina ricaccia nell’inferno satana e gli altri spiriti maligni, che a rovina delle anime si aggirano per il mondo.

3 Originale: è vivente.

4 Risonanza di un canto della devozione popolare all’angelo custode.

5 Gemma Galgani (1878-1903), nativa di Lucca, anima mistica, partecipe delle sofferenze di Cristo, fu canonizzata da Pio XII il 2 maggio 1940.

6 Bernardo di Chiaravalle (1090-1153), monaco cistercense, Dottore della Chiesa. Cf Discorso 12, sul salmo 90: Tu che abiti.

7 Cf Ap 12,7.

8 Preghiera che ora si recita al termine della Benedizione eucaristica. Cf Le preghiere della Famiglia Paolina, ed. 1996, p. 103.

9 Cf Lc 1,79: «…rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte».