Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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16. VIVERE L’EUCARISTIA *


Oggi, festa del Corpus Domini, chiediamo tre grazie: fede eucaristica; vita eucaristica; pietà eucaristica.
1. Chiedere aumento di fede eucaristica; credere nel mistero di fede, di amore, di grazia che è l’Eucaristia. Tutto dal tabernacolo; tutto al tabernacolo! Una mente sola con Gesù eucaristico!
2. Chiedere la grazia di condurre vita eucaristica. Tutta la giornata, tutta la vita graviti attorno all’Eucarestia. Il tabernacolo! Si parte da lì e si ritorna lì.
Fare nostro il programma di Gesù in tutti gli stati della sua vita [terrena]1.
3. Chiedere pietà eucaristica. Ricavare dalla Messa, dalla Comunione, dalla Visita il massimo frutto. Un pericolo per le suore, specialmente nella santa Comunione, è questo: sviluppare solo una parte [della pietà eucaristica]. Occorre devozione completa: unione della mente, della volontà, del cuore, del corpo con Gesù. La Comunione deve trasformarci. Non dobbiamo dire soltanto: Signore, io vi offro, ma … io mi offro... piccola vittima. Dopo la santa Comunione rinnovare i voti, la donazione a Dio. Offrirgli tutto se stesso e specialmente:
a) la mente. La mente è la facoltà direttiva; se un autista guida bene la macchina, si procede tutti sicuri, ma se perde il controllo... È più facile dirigere la volontà e il cuore che la mente. Quante fantasie inutili che vanno bene appena nel sogno (attente a non confessare i sogni, ché non sono peccato!), quanti pensieri sciocchi! Vi dicono: teste fasciate, ma a volte la testa è
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troppo poco fasciata! Far sì che la nostra mente sia la mente di Gesù: che abbiamo i suoi pensieri. Perché preoccuparti di una cosa o dell’altra? Perché sprecare le preziose energie della mente? Nessun pensiero non sia di Dio! Con l’aiuto della grazia che ci viene dalla Comunione offrire la nostra testa a Gesù. La mente ha una importanza massima, tanto che senza la mente non si fa nessun merito come nessun peccato, e viceversa con la sola mente si possono fare tanti meriti o peccati.
Il primo dono di noi al Signore deve consistere nella testa: mente verginale. Il M. Giaccardo [diceva:] Io non sono qui per discutere gli ordini, né per ribattere i superiori o per contristare i fratelli, ma per eseguire docilmente e aiutare. Mettere la nostra mente nella propaganda collettiva! Mente vergine che si occupi di Dio, delle sue cose, delle sorelle, e dei disegni che Dio ha su di me.
b) Dono della volontà, cioè volontà verginale che non sia mescolata con i nostri capricci o con i nostri gusti, ma aderisca alla volontà di Dio.
c) Dono del cuore vergine! Questo è più facile, tuttavia possono esserci delle affezioncelle, delle sensibilità che se proprio non tolgono la verginità, la diminuiscono, l’offuscano. Non ci siano più affezioni, gusti umani, ma avere le disposizioni della Madonna quando disse: «Fiat mihi secundum Verbum tuum»2, un atto che continua in uno stato di fedeltà a Dio.
d) Verginità del corpo: le mani non vadano dove non devono andare, né tocchino ciò che non devono toccare; i denti non mastichino fuori tempo e non rifiutino le medicine; il corpo non riposi più del necessario, altrimenti, invece di essere riposo, è ozio... Corpo vergine, per amore! Potrebbe [infatti] esser-ci anche la verginità per fini umani: cantori, gladiatori, ecc., ma noi la vogliamo per amore, attingendo forza dalla Comunione. Com’è più serena la morte quando ci si presenta con la verginità! Allora si può chiedere come il M. Giaccardo poco prima di morire: Aiutatemi a dire: «Jesu, corona virginum...»3.
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Verginità completa! Ma tutto dall’Eucaristia, per mezzo della Madonna. Con la Comunione noi riceviamo qualcosa della Madonna. Ella che ha formato il corpo e il cuore immacolato di Gesù, dandogli, in un certo senso, della sua immacolatezza, formerà anche noi verginali, immacolati.
Io credo che se S. Agostino avesse saputo che le sue parole sarebbero state prese per l’ufficiatura del Corpus Domini, avrebbe detto così: Dio si è fatto Eucaristia, affinché l’uomo per l’Eucaristia si facesse Dio.
Pregate perché queste cose le pratichi e le viva prima il Primo Maestro e ottenga poi che le viviate e le pratichiate tutte voi, onde S. Paolo possa guardarci compiacente e dirci: «Mio gaudio e mia corona!»4.
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* Meditazione tenuta ad Alba il 17 giugno 1954, stampata in quartino, assunto come originale, con il titolo: “Meditazione del Primo Maestro”. Non esiste la registrazione su nastro. Sono pervenuti un dattiloscitto, su carta vergata, fogli due, e un altro su carta pesante, ma ambedue risultano successivi.

1 Si nota l’influsso della scuola francese del Card. Pierre de Bérulle (1575-1629), esponente della restaurazione cattolica in Francia. Fondò la scuola e la Congregazione dell’Oratorio di Gesù. Scrisse varie opere di spiritualità. La sua opera principale è Le grandezze di Gesù.

2 Cf Lc 1,38: «Avvenga di me quello che hai detto».

3 Gesù, corona delle vergini. Cf Breviarium Romanum, inno dal Comune delle vergini.

4 Cf Fil 4,1.