Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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31. LO STATO RELIGIOSO31
1. Si chiama così per una totale consacrazione di sé al culto e al servizio di Dio, un continuo omaggio reso alla divina eccellenza di Dio. E' proprio di quella grande virtù morale che è la religione per cui, giustamente, questo stato si dice religioso.
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2. Se si parla di perfezione, lo stato religioso in sé, è più perfetto dello stato ecclesiastico perché offre mezzi maggiori con cui tendere alla perfezione, che sono i voti di povertà, obbedienza e castità. Anche più stretto ed esplicito è l'obbligo di praticare questa perfezione.
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3. Questo se si tratta del religioso laico. Se si tratta del religioso sacerdote, oltre la vita religiosa possiede i poteri e la dignità dello stato sacerdotale.
Vita contemplativa?
Vita attiva?
Vita mista?
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4. La risposta è, secondo san Tommaso d'Aquino:
- presa in sé, la vita contemplativa è più perfetta in quanto ha per oggetto diretto Dio stesso, mentre la vita attiva giunge a Dio attraverso il prossimo, cioè in parte indiretta.
- In casi particolari, però, attese le necessità della vita presente, possono darsi circostanze per cui la vita attiva è da preferirsi alla vita contemplativa.
- La contemplativa unita con l'attività è da preferirsi: è la vita mista; infatti, come è più perfetto illuminare che risplendere soltanto, così è più perfetto comunicare agli altri le cose contemplate che tenerle per sé.
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5. E' più perfetta la vita mista perché scelta dal divino Maestro; egli la insegnò così agli apostoli e certamente il divino Maestro scelse il più perfetto.
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6. Nel desiderio di dar la maggior gloria a Dio, salvare le anime, arricchirsi del massimo dei meriti, è stata scelta da noi la vita mista. Vi sono pure altri vantaggi: più facilmente tutti i talenti, naturali e soprannaturali, vengono impegnati nella duplice carità, amore a Dio e amore al prossimo.
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7. Inoltre vi è il legame dei santi voti come mezzi per raggiungere la perfezione. Per il distacco dai beni materiali, dalle tendenze della carne e dalla propria volontà, l'anima s'eleva più facilmente a Dio; come l'aquila spicca il suo volo verso l'alto dei cieli.
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8. La Civiltà Cattolica del 4 dicembre 1965, nell'articolo «Scrittura del Sinodo dei Vescovi» è scritto:
«La presenza nel "Sinodo" di rappresentanti religiosi è da ritenersi opportuna e, in qualche maniera, necessaria.
Infatti, i religiosi costituiscono nella Chiesa una parte singolare, non solo a motivo del loro numero, ma soprattutto per l'importanza del loro stato nella vita della Chiesa, e per l'attività da essi esercitata in ogni sfera della vita ecclesiastica.
Di fatto la vita e l'attività dei religiosi hanno bisogno di essere sempre organicamente inserite nella vita e nell'attività della Chiesa, affinché ne possano incrementare i beni comuni. Per tale ragione è veramente utile che i religiosi siano rappresentati nel "Sinodo"».

Sac. G. Alberione
gennaio 1966

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31 Gennaio 1966