18. DUE PENSIERI: LA QUARESIMA - SAN GIUSEPPE181. E' già da qualche tempo che non vi vedo! Voi non venite mai da me, poi esigete che venga io da voi! Ora vi dico due pensieri, uno riguarda la Quaresima, l'altro riguarda san Giuseppe.
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2. La Quaresima. Leggere bene la messa di ogni giorno nel messalino: istruisce e suggerisce le cose che dobbiamo dire e domandare al Signore ed inoltre porta a buoni propositi. Leggere l'introduzione ed anche la traduzione delle parti variabili e le parti del canone. Quanti insegnamenti vengono ricavati dalle ferie! La sera serve di preparazione alla messa e alla comunione del giorno seguente. Preparare il lettino a Gesù che viene nel nostro cuore con tanto amore.
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3. Voi non siete tenute al digiuno, ma siamo tenuti tutti alla mortificazione. Quale mortificazione? Quella della volontà con l'obbedienza, della lingua per parlare e tacere a tempo opportuno, del cuore perché sia sempre ben regolato; mortificazione nello studio, applicando bene la mente.
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4. Vivere nel raccoglimento che significa: a studio pensare a studiare e non permettere che la fantasia vada vagando, in chiesa pensare a pregare e, in tutte le azioni della giornata, stare unite al Signore. Al Signore piace la letizia sana che esclude i pensieri alle cose del mondo. Raccogliere i pensieri, i sentimenti, le attività, in quello che è da farsi nella giornata e che piace al Signore. Domandare questo raccoglimento per lo studio, per la pietà e per ogni dovere.
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5. San Giuseppe. Siamo nel mese dedicato a san Giuseppe e nella sua novena. San Giuseppe è il santo laborioso: faticava e si guadagnava il pane col sudore della fronte. Sempre ricordare che tutti dobbiamo guadagnarci il pane con fatica. Il lavoro non è solo materiale, ma anche intellettuale: lo studio esaurisce le forze fisiche più del lavoro materiale.
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6. E' lavoro il pregare, l'imparare il canto, l'aritmetica, le pulizie, tutto quello che esige occupazione. San Giuseppe è il santo del silenzio. C'è questa caratteristica in lui: quando il Signore gli comunicava qualche cosa, senza neppure rispondere andava a farla. Invece noi quante parole e proteste portiamo, a volte, nell'obbedienza! Il sì può essere brevissimo, come quello della Madonna: «Ecce ancilla Domini» (Lc 1,38), e può essere il silenzio: partire e andare, è risposta.
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7. E' il santo della volontà di Dio. Tutto quello che si legge di lui riguarda la volontà di Dio. Non ci sono parole nella Sacra Scrittura che si riferiscano a lui, eppure viene ricordato diciotto volte: di lui si dicono non parole, ma fatti.
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8. Che cosa chiederemo a san Giuseppe? Memoria per ricordare, intelligenza per capire; provvidenza, delicatezza di coscienza, prudenza e perseveranza per tutti coloro che han fatto i voti. Quando si fa la professione, si fa anche la firma nel registro di aver emesso i voti: lì è il biglietto del paradiso. Il biglietto si può anche perdere o stracciare, ma vi sono quelli che lo presentano pulito e bianco. Si promette il premio a chi comincia, ma si dà solo a chi persevera!
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9. State serene e liete, in gran fiducia; il Signore vi vuol bene e vi vuole aiutare. Pensare sempre «Da me nulla posso, ma spero tutto da te, per intercessione anche di san Giuseppe».
Albano Laziale (Roma)
15 marzo 1962
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18 Albano Laziale (Roma), 15 marzo 1962