Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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12. PRIMA PREDICA NELLA NUOVA CHIESA12
1. Il Signore ci ha chiesto una mortificazione e cioè che l'inaugurazione della chiesa venisse fatta così modestamente, quindi non ho potuto partecipare alla vostra gioia e preghiera nel giorno solenne. Ma questo è nello stile di san Paolo e delle famiglie paoline: non si sono fatte manifestazioni solenni eccetto che per il Santuario Regina Apostolorum. Anche nella casa degli esercizi c'è stata una semplice benedizione, la consacrazione dell'altare e poi Gesù ha preso possesso, così l'inaugurazione è fatta.
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2. Non dobbiamo compiacerci mai, ma dobbiamo sempre dar gloria a Dio in tutto quello che il Signore ci manda e ci offre. Finché vi credete nulla sarete veramente efficaci per la santificazione vostra e per il frutto nell'apostolato. Il diavolo è astuto e facilmente stimola alla compiacenza di ciò che si è fatto. Finché vi riterrete come le ultime e buone a nulla, il Signore dirà: «Questa gente bisogna aiutarla». E quando ci si mettono Gesù buon Pastore, Maria madre del buon Pastore, i santi apostoli Pietro e Paolo, credete che non facciano bene? Essi vi faranno apostole e sante.
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3. La chiesa è dono di Dio, è domus Dei, porta coeli. Voi avete cercato di preparare a lui una casa buona e bella. Quando Giuseppe e Maria cercarono un luogo per il Figliolo di Dio, trovarono una grotta, ma era il più grande santuario perché là dentro vi era il Verbo di Dio incarnato. Maria scelta a madre del figlio di Dio e san Giuseppe uomo giusto. E' questa la casa di Dio. Per noi c'è sempre tutto in abbondanza, ma per il Signore non è mai abbastanza, perché siamo povere creature, facciamo cose finite, mentre Dio è infinito.
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4. Ciò che è da darsi a Dio è sempre il meglio e il meglio è sempre il cuore. Se il cuore è caldo, esso è il più bell'ornamento della chiesa. I marmi sono freddi, Gesù aspetta il cuore; averlo sempre caldo quando si viene per la santa messa, per la comunione, la visita, l'esame, il rosario. Gesù ha gradito l'offerta che gli avete fatto vuole stare in mezzo a voi, desidera che veniate a fargli visita. Basta a volte una semplice genuflessione per mettere il nostro cuore in rapporto con lui, in pace, in tranquillità.
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5. Le vostre funzioni siano sempre decorose, le vostre preghiere siano sempre calde e fervorose. La chiesa è «porta caeli», casa di orazione. Questa chiesa è fatta bene, secondo lo spirito pastorale, proprio per voi.
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6. Le grandi basiliche antiche volevano dimostrare la grandezza e la potenza di Dio. In questi ultimi tempi, l'arte sacra tende a dare alle chiese una funzione pastorale. Ed era giusto che alle pastorelle si desse una chiesa che rispondesse a queste esigenze.
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7. La vostra chiesa deve formare ed educare il vostro spirito. Si possono fare chiese in tante maniere, ma noi abbiamo bisogno che siano utili: diano la maggior gloria a Dio e servano alla nostra santificazione.
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8. Questa è la chiesa dell'istituto dove frequentemente udrete la parola di Dio, dove Gesù buon Pastore comunicherà le sue luci intime, particolarmente quando si tratta di problemi della formazione e della vocazione: è la casa vostra più bella, è il rifugio sicuro quando vi è un bisogno. C'è Gesù che dà tutto, c'è Maria che aspetta e conforta.
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9. La chiesa è rifugio, conforto, consolazione. In questa chiesa, che è quella dell'istituto, Gesù vuole dare tutti gli aiuti necessari alle novizie, alle aspiranti, alle professe temporanee, poi continuerà, ma intanto collabora con le madri per la formazione di tutte quelle che sentono l'intimo invito a seguirlo. Qui Gesù buon Pastore, Maria e i santi apostoli, vogliono formare il vostro cuore nel vostro spirito particolare che risulta dalle belle costituzioni che avete.
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10. E' qui che Gesù aspetta i fiori più freschi della vostra vita. Da qui partirà la sua benedizione, quella di Maria e dei santi apostoli, e la benedizione vi seguirà ovunque andrete a portare luce, conforto, indirizzo e santificazione alle anime. Nutrite una riconoscenza ed un amore sempre più vivo e poi: avanti, coraggio. Se in qualche momento il demonio dello scoraggiamento tenta, avanti, liete e serene.
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11. Devo dire anche questo: non mettiamo troppa confidenza nelle nostre forze. Tutta la confidenza in Gesù. Lavorare seriamente, modestamente, umilmente. Impegnare tutta la nostra confidenza in Gesù. Lo sforzo o l'impegno ci devono essere, ma non tanto da credere che dipenda da noi il risultato.
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12. Aver fede nella formazione per averla poi anche nell'esercizio dell'apostolato. Quando Gesù predicava erano tutti consenzienti? No! L'han messo in croce! Volere sempre così: «a Gesù tutto l'onore». Qualche volta si ha paura del disprezzo e allora si dice «a noi il paradiso». Vi sono anime che arrivano molto avanti nell'amore a Dio.
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13. Siano benedetti tutti i propositi che avete fatto in questi giorni. Dio è con voi, vi ha voluto e condotto qui ed ogni costruzione è una conferma della sua presenza nell'istituto.

Albano Laziale (Roma)
6 maggio 1960

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12 Albano Laziale (Roma), 6 maggio 1960