2. IL CATECHISMO21. Nella novena a Gesù buon Pastore consiglio di mettere anche questa intenzione particolare: il catechismo. Apprenderlo e insegnarlo, vivendolo noi stessi per farlo poi praticare agli altri.
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2. Il catechismo è una materia particolare da insegnare per domande e risposte. Insegnare le cose in forma breve e precisa. Non sempre nelle conferenze e nelle prediche la forma può essere breve, precisa però lo sarà sempre. Spiegare con parole chiare e che si ritengano facilmente.
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3. L'insegnamento a domanda e risposta si adatta più facilmente ai piccoli, agli operai, ai contadini. Quando si è piccoli si impara per domande e risposte, poi si darà più importanza alle prediche e conferenze.
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4. I grandi dottori della Chiesa pensano che la forma più adatta per il popolo sia la catechesi. Così anche grandi dottori che hanno scritto grossi volumi sono poi ricorsi al catechismo.
Se si vuol salvare la massa si deve usare una forma di insegnamento adatta. Per insegnare bene bisogna aver appreso bene.
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5. In molte parrocchie, specialmente in quelle da cui venite, il catechismo è ben organizzato e, come una figliola entra nell'istituto, subito ci rendiamo conto della sua preparazione; così dovete rendervene conto voi, andando in una parrocchia.
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6. Siccome poi l'ufficio di catechista appartiene a voi come ufficio fondamentale, dovete mettere il vostro impegno e sforzo prima di tutto nell'apprendere il catechismo. Prima si studia quello di san Pio X, poi quello di don Dragone.
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7. Nessuno, dice l'Imitazione, è capace di andare al popolo per edificarlo, se prima non ama la ritiratezza. Lo stesso si deve dire del catechista; per compiere bene questo ufficio bisogna che abbia amato il catechismo, lo abbia appreso con diligenza, a memoria, anche per dare risposte esatte, ed abbia allargato le sue cognizioni.
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8. La Famiglia Paolina è nata in primo luogo per il popolo. La prima cosa che abbiamo fatto è stata la stampa del catechismo.
Approfondirlo bene; domandare la grazia di amarlo, apprenderlo, diffonderlo quanto più possibile. La Chiesa vi affida questo grande ministero: istruire tutto il popolo, perché tutti si salvino.
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9. La lezione di catechismo è sempre più difficile della lezione di teologia, in cui si ha da fare con gente già colta. Il bambino è distratto, non ha capacità grandi, si richiede perciò una preparazione accurata.
Per farlo amare occorre presentarlo bene, non renderlo pesante, come passivo esercizio mnemonico. Farlo amare in modo soprannaturale, come mezzo per arrivare al paradiso.
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10. Particolarmente delicato è insegnarlo a quelli della prima comunione, ai quali bisogna dare in forma facile una globale cognizione catechistica.
Farlo amare tanto, in modo che non diventino insofferenti della disciplina, al punto che appena potranno liberarsene, non vengano più alle lezioni. Presentare le cose corredate di esempi, attivando il bambino perché apprenda bene e desideri ardentemente l'ora del catechismo.
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11. E' importante apprenderlo e amarlo per comunicarlo e farlo amare. Importantissimo è poi praticarlo e farlo praticare. Il bambino allora inviterà i genitori alla preghiera, ai sacramenti, dirà delle cose belle in famiglia e coi compagni, come faceva don Bosco che era diventato il catechista dei compagni.
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12. Nelle parrocchie si deve contare sulla gioventù, si deve essere attenti particolarmente quando cominciano a sbocciare i fiori di innocenza, i bambini di sei anni. La loro mente è maggiormente aperta a capire le cose di Dio.
Portare le anime a fare delle belle comunioni per sentirsi felici, a fare delle belle confessioni per sentirsi sgravati da un peso, ad ubbidire ai genitori come Gesù fanciullo.
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13. Il catechista sappia che la sua missione è grande, è la più bella. Possiede il segreto dell'insegnamento, il segreto per attirare la gioventù: soprannaturalità per quello che si insegna, per il modo con cui si insegna, per quello che si vuole comunicare.
Albano Laziale (Roma)
aprile 1958
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2 Albano Laziale (Roma), aprile 1958