Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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1963
22. ASCENSIONE - LA GRAZIA22
1. Domani incomincerà la novena dello Spirito Santo in preparazione alla Pentecoste, incomincia la novena che è stata celebrata dagli apostoli con Maria. Dopo l'ascensione di Gesù al cielo, gli apostoli e i discepoli si tennero raccolti in preghiera nel cenacolo insieme a Maria. Alla fine della novena, lo Spirito Santo scese su di loro.
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2. Leone XIII, che ha stabilito questa novena vuole che abbia una certa solennità, pressappoco come quella del san Natale. Lo Spirito Santo ha tutto un complesso di doni e di grazie per la santificazione delle anime. Col battesimo esso è entrato nell'anima nostra ed ha dato l'inizio ad una seconda vita.
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3. Sopra l'organismo umano, viene a costituirsi un organismo soprannaturale. Prima del battesimo il bambino era figlio solo dei suoi genitori, con l'infusione della grazia viene ad essere figlio di Dio. Se il bambino venisse a morire, va in paradiso perché ha la grazia, ha lo Spirito Santo. Non ha acquistato meriti personali, ma ha i meriti di Gesù Cristo. Il bambino non si può onorare con culto pubblico, ma, se viene a morire prima dell'uso di ragione, i genitori possono pregarlo come santo: si è sicuri che è in cielo.
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4. Lo Spirito Santo dà questa vita soprannaturale e insieme dà le virtù. Le tre virtù teologali sono le virtù fondamentali da cui derivano tutte le altre. Quando si arriva alla cresima, lo Spirito Santo, oltre ad aumentare la grazia, dà lo spirito dell'apostolato, lo zelo, la fortezza; aumenta le grazie proprie del battesimo, comunica all'anima i suoi doni e frutti che, secondo l'enumerazione di san Paolo, sono le dodici beatitudini.
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5. Alle anime che sono chiamate alla vita religiosa, lo Spirito Santo comunica la virtù della religione, che sta fra le virtù teologali e le virtù cardinali. Se noi chiediamo al Signore i doni dello Spirito Santo la pratica della virtù e dell'apostolato è molto più facile.
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6. I doni sono sette: quattro riguardano specialmente l'intelligenza, la mente, e tre riguardano specialmente la volontà, il cuore. Vi sono anime illuminate che sentono la presenza di Gesù. Lo Spirito Santo comunica la sua grazia, la sua fortezza, lo spirito proprio della congregazione. Sul capo di Gesù battezzato discese sotto forma di colomba. Quando Gesù affidò agli apostoli il potere di rimettere i peccati, soffiò sopra di essi e disse: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui avrete rimesso i peccati saranno rimessi, e a coloro cui li avrete ritenuti saranno ritenuti» (Gv 20,22- 23).
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7. Se nel battesimo è venuta la grazia, per mezzo dell'assoluzione la grazia è ricostituita, se era mancata, è ridonata, o accresciuta. E se dopo i doni dello Spirito Santo si hanno i frutti, si hanno poi le beatitudini. I frutti particolarmente servono all'apostolato, al ministero, le beatitudini sono una preparazione diretta al cielo.
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8. Perciò chiedere la luce dello Spirito Santo che riguarda la fede e la scienza naturale. Se abbiamo bisogno di imparare, invocare la luce dello Spirito Santo. Illumini la mente per ragionare santamente e, in secondo luogo, perché non solamente si capiscano e si ritengano le scienze, le lingue, ma perché si ritengano sempre meglio le verità della fede.
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9. Lo Spirito Santo comunica la speranza che è fiducia in Dio e nelle grazie necessarie per fare le buone opere e per vivere bene. Poi comunica l'effusione della carità, che è l'amore a Dio e al prossimo, cioè alle anime in particolare: è lo spirito di apostolato e la carità vicendevole, carità di famiglia, carità religiosa.
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10. Quando si comunicano le verità e si fanno i catechismi, si riportano le anime a vivere bene e si aiutano con l'esempio, i consigli, le esortazioni. Fare questa novena con vera pietà. Invocare lo Spirito Santo. Già si è ricevuto nel sacramento della cresima, ma i suoi frutti si sviluppano. Lo spirito di apostolato è costituito da fede più viva, da speranza più ferma, da carità più ardente.
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11. Fede: che noi conosciamo Dio e lo presentiamo per mezzo dei catechismi, delle esortazioni, delle letture. Lo spirito di fede occorre che sia sentito, se in noi c'è una fede molto viva, si trovano le parole per comunicarla. Ugualmente per comunicare la fiducia in Dio e nella grazia si trovano parole piene di forza quando c'è la carità.
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12. Stasera volevo dirvi una cosa che penso vi sia di grande necessità e vi debba accompagnare per tutta la vita. Dovete capire che cosa è la consacrazione di tutto l'essere al Signore, in modo tale che Dio sia il Padrone diretto dell'anima nostra e l'anima possieda totalmente il Signore.
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13. Conoscere il valore della professione: essa separa la persona dal mondo, la grazia aumenta e lo Spirito Santo viene a possedete la sposa di Cristo. Bisogna che ci comportiamo in tutto come anime tutte di Dio: vivere e operare in ordine a lui, per lui, in lui. Se l'orefice ha fuso un calice e lo tiene in vetrina per venderlo, può essere adoperato anche per altro, ma una volta consacrato, non può essere usato per altro che per l'altare. Così quando si è consacrata l'anima, la mente, il cuore, la volontà e il corpo coi suoi sensi, si appartiene a Dio in tutto e per tutto. Si è così di Dio che la persona, una volta consacrata a lui, trasforma tutte le opere che fa in atti di religione (il dormire, mangiare, studiare, tutto ciò che riempie la sua giornata).
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14. L'anima consacrata non può adoperare l'occhio per guardare qualche cosa che non sia ordinato a Dio, né dire una parola che non sia ordinata a lui. Ciò che vien fatto dalla persona che ha emesso i voti appartiene tutto alla religione ed ogni atto diventa doppiamente meritorio. L'anima consacrata sente solo questo desiderio delle cose che sono di Dio, di trovarsi con lui, di vivere la sua bella vita religiosa in letizia e di occuparsi della sua missione. Ha un grande privilegio «Riceverete il centuplo» (Mc 10,30) e possiede già la tessera del paradiso. E' tutto significato nel foglio di carta del registro sottoscritto nel giorno della professione.
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15. Fu da quando avete sentito la prima voce «Vieni e seguimi» (Mt 19,21) che avete orientato tutto alla professione, in un desiderio e orientamento sempre più accelerato, fino alla professione perpetua che immette nel noviziato del paradiso. L'una vita tutta particolare. I voti sono sacri e tutta la persona e tutte le facoltà e il corpo vengono consacrati a Dio.
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16. In paradiso ci sarà la soddisfazione di ogni nostra facoltà, desiderio, aspirazione. Ci sarà grande differenza e distanza dai semplici cristiani: sovrabbondanza di gaudio, visione più intima di Gesù, di Dio, concetto più profondo e più pieno di Dio.
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17. Riconoscenza per il gran dono della vocazione, e di averci condotto in questa congregazione.

Albano Laziale (Roma)
23 maggio 1963

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22 Albano Laziale (Roma), 23 maggio 1963