3. PER IL GIUBILEO SACERDOTALE DEL REV.MO PRIMO MAESTRO31. Coi vostri canti e le vostre poesie siete state brevi, ma mi avete detto quel che dovevate dirmi e cioè quello che devo fare.
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2. Quel che è avvenuto ieri non riguarda la mia persona, ma gli istituti, il vostro istituto. Il santo Padre, la Congregazione dei Religiosi, i cardinali (circa trenta) sono tutti d'accordo nell'approvare e lodare i nostri istituti. Questo deve rallegrarvi perché significa che siete sulla strada buona, e che l'istituto può fare delle sante.
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3. Vivendo secondo il vostro spirito vi potete fare grandi sante e portare un buon contributo alla Chiesa. L'approvazione del Papa è l'approvazione di Gesù Cristo.
Godetene tutte, il vostro animo sia nella contentezza: siete bene avviate.
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4. Ed ora due cose voglio dirvi:
Mi fa impressione che vi amate e vivete bene, ciò è indizio che i cuori si fondono in quello di Gesù buon Pastore. Siate sempre fuse così in un cuore solo con Gesù. All'unione dei cuori si aggiunge l'unione delle menti per avere gli stessi pensieri e le stesse direttive, e poi l'unione delle volontà, in qualunque parte vi troviate. Pensate, in questi giorni, quattro nazioni hanno chiesto le pastorelle.
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5. Tenete come un male grave, il più grave, considerato nel suo aspetto antisociale, la divisione, le invidie, le gelosie, che non mancano mai di disturbare la comunità. In Gesù fondare le menti, i cuori, le volontà; perché la fusione dei cuori, delle menti, delle volontà è segno sensibile della presenza di Gesù buon Pastore.
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6. Non siete con la Chiesa, ma nella Chiesa: le Famiglie Paoline devono stare in Cristo e non con Cristo soltanto.
Il vostro insegnamento non vada mai a delle dottrine che sono ancora discutibili: ma alla dottrina della Chiesa, dottrina purissima, insegnamento semplice. Amare intensamente Gesù: noi non abbiamo questa o quella devozione, questa o quella santa, ma amare Gesù buon Pastore e le anime esaurisce le nostre facoltà.
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7. La vita religiosa è al centro; «Se vuoi essere perfetto, lascia quello che hai (abbraccia la povertà), vieni (vivi la castità) e seguimi (mettiti nell'obbedienza)» (Mt 19,21).
In questo dovete camminare ed essere ben salde e ferme per tutta la vita!
Nell'apostolato è facile che cerchino di spingervi di qua o di là. Essere ferme e salde: dovete osservare le vostre costituzioni che stanno al centro della vostra vita. Noi non siamo con la Chiesa e con Cristo, ma nella Chiesa e in Cristo. Che varrebbe essere osservanti in certi punti se poi il cuore fosse attaccato a delle sciocchezze? Bisogna santificare il cuore, bisogna indirizzare la mente, liberarla dalle ambizioni e dall'attaccamento alle proprie idee per vivere nella centralità della Chiesa: solo così vi fondete tutti: «in Christo et in Ecclesia semper» (Ef 3,21).
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8. Come Gesù, si amano i piccoli, la gioventù, gli abbandonati, i malati, i poveri e, più delle città, le campagne dove avrete più vocazioni. Andate, come il buon Pastore, in riva al lago: là ha trovato gli apostoli. Ne ha trovato anche uno in città: ma era malfamato. Se sarete salde nella vostra vocazione, avrete vocazioni sode, semplici, attive. Una sola ambizione: quella di raggiungere il più alto posto in cielo.
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9. Sono molto contento di voi: vi metto tutti i giorni nel calice; non posso dire che lo farò oggi o domani perché lo faccio sempre; non posso far a meno di compiere il mio dovere e di chiedere che vi conserviate sempre nel vostro spirito.
Albano Laziale (Roma)
30 giugno 1958
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3 Albano Laziale (Roma), 30 giugno 1958