Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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9. SOLENNITÀ DEL CORPUS DOMINI

La Chiesa ci fa celebrare solennemente, il Giovedì Santo, il sacramento dell'Eucaristia. Tuttavia la Chiesa ha voluto stabilire un' altra solennità perché il Giovedì Santo si inizia anche la passione del Salvatore, quando cioè, istituita l'Eucaristia, si è avviato verso il Getsemani dove sudò sangue. Però questo, si può dire, è il giorno di ogni giorno perché ogni giorno si riproduce sull'altare Gesù Cristo vivo e vero e ogni giorno è... è, cioè, preparata la mensa eucaristica. Quindi è ogni giorno che si celebra l'Eucaristia. E particolarmente si celebra l'Eucaristia con le Adorazioni oltre che, quello che è principale, nella Messa e in secondo luogo, la comunione. L'Adorazione.
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Il sacrificio domina tutta la storia umana da quando Abele offerse al Signore i frutti della sua opera1. E là si iniziò l'offerta di un sacrificio che era simbolico e questo sacrificio chiuderà la storia umana che è rappresentata da una grande figura. Il sacerdote che sta all'altare consuma le specie consecrate, distribuisce la comunione e parte. E il mondo finisce così: l'ultima cosa (la storia umana è pensata in questa maniera), l'ultima cosa: il sacrificio di lode, gloria, soddisfazione e supplica, che è la Messa stessa. Questo domina la storia umana: il sacrificio.
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E domina tanto più la vita nostra perchè siamo nati dall'Eucaristia e dobbiamo vivere dell'Eucaristia e dobbiamo consumare la vita con Gesù Cristo; la vita nostra consumata con Gesù Cristo. E quindi non solamente ogni giorno si offre il sacrificio dell'Eucaristia, ma dobbiamo offrire il sacrificio quotidiano: ogni giorno diminuiscono le forze; ogni giorno la nostra vita è accorciata di un giorno. Quindi dobbiamo fare il nostro sacrificio, la nostra offerta quotidiana insieme all'offerta di Gesù Cristo stesso, al Padre celeste. Particolarmente per le Pie Discepole, ecco.
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La meditazione veramente è quasi cosa superflua perché c'è questa Sequenza che dice tutto quel che riguarda l'Eucaristia. E si può fare l'Adorazione sopra la Sequenza andando adagio adagio e considerando ogni versetto della Sequenza.
San Paolo dice, nel caso dell' Epistola: Ho ricevuto dal Signore quello che ho insegnato a voi... condanna1.
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Ecco, il sacrificio della Messa figura, in primo luogo... prefigurata l'Eucaristia nel sacrificio di Abele1, nel sacrificio di Abramo2, nel sacrificio di Melchisedek3, sacerdote. Figura: la manna4; figura: l'agnello pasquale che veniva celebrato ogni anno dagli Ebrei all'uscita dall'Egitto5; figura: Gesù Cristo. Ha fatto due miracoli grandi, pubblici, moltiplicando due volte il pane a quelli che l'avevano seguito e che lo avevano ascoltato un tempo abbastanza lungo e dovevano ritornare alle loro case perché erano privi di cibo. E Gesù, perché non venissero meno per istrada, volle moltiplicare il pane6. I due miracoli erano prefigurati di quello che poi sarebbe stato fatto. La moltitudine fu saziata. E i cristiani possono ogni giorno mangiare il pane consecrato, cibarsi cioè di Gesù: «La mia carne è veramente cibo»7.
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E poi annunziato. Gesù fece un lungo discorso per annunziare l'Eucaristia. E una piccola parte di quel discorso è nel Vangelo [di oggi]: In quel tempo disse Gesù: la mia carne è veramente cibo...1. Quindi, dopo aver figurato l'Eucaristia, ora la promessa; promette. E finalmente la compie; e cioè all'ultima cena: «Prendete e mangiate, questo è il mio corpo...2 . L'istituzione.
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Perchè un sacramento così prefigurato, così annunziato e così solennemente istituito? «Prendete e mangiate». Raccolti gli Apostoli, nell'ultima cena, dopo aver celebrato la cena ebraica, perché tanta solennità? Perché è il sacramento principale. In tutti i sacramenti interviene la grazia, il potere di Gesù Cristo; ma qui è lui, vivo e vero, corpo, sangue, anima e divinità. Quindi il primo sacramento.
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Secondo: primo sacramento anche in altro ordine, in quanto che gli altri sacramenti ricevono proprio dal sacramento dell'Eucaristia, ricevono la forza e la grazia che viene comunicata negli altri sacramenti. Lì è la fonte e gli altri sacramenti sono i rivi, i rigagnoli di grazia, che sono gli altri sacramenti. E d'altra parte, questa specialità: tutti i giorni si può ricevere il sacramento. Il battesimo, la cresima, l'ordine, non sono che si possono per tutti i giorni, ma l'Eucaristia si può ricevere ogni giorno.
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E poi è un sacramento tutto speciale: prima si riproduce nella Messa, consacrando l'ostia; secondo, comunicandosi nella Messa, ricevendo Gesù Cristo vivo e vero; e poi la presenza reale, perché il sacramento perdura, e cioè Gesù rimane nei nostri tabernacoli: per essere adorato, per essere portato agli infermi, se c'è bisogno. E Gesù, Dio, il Figlio di Dio incarnato, rimane in mezzo a noi.
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L'istituzione è misteriosa, l'istituzione dell'Eucaristia. Quel Giovedì Santo a sera, tra Giuda e i nemici di Gesù, si combinava come prenderlo, condannarlo e farlo morire, toglierlo di mezzo: Tolle, tolle1 - gridavano fuori in piazza -,toglilo di qua, che scompaia; cioè, morte. Noi non lo vogliamo - gridavano -. E se gli uomini non lo volevano, Gesù Cristo ha voluto. Non lo volevano? Non lo volevano più vedere davanti ai loro occhi? E Gesù Cristo si è stabilito di rimanere per sempre in mezzo agli uomini inventando un modo nuovo, cioè vivendo con gli uomini per tutti i secoli fino alla fine del mondo; è sempre nel tabernacolo in mezzo agli uomini, che è la salute, la grazia per tutti gli uomini che vogliono.
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E accostandosi alla comunione, si ha l'aumento di grazia. E la quotidiana comunione è il pane quotidiano; come c'è il pane quotidiano per il corpo, c'è il pane quotidiano per l'anima. E quanto più bene si fa la comunione, quanto meglio si sente la Messa, quanto più fervorosamente si fanno le Adorazioni, questo pane nutre, nutre e viene ad essere la sostanza della nostra vita spirituale.
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[Primo:] Ringraziate il Signore di avervi chiamate ad essere le Pie Discepole di Gesù Maestro eucaristico. Grande riconoscenza.
Secondo: purificarci sempre di più per essere meno [in]degni di accostarsi all'altare, di stare alla presenza sua. Ecce Agnus Dei, ecce qui tollit peccata mundi1. Domine, non sum dignus2. L'atto di umiltà. Dopo il ringraziamento, l'atto di umiltà.
Terzo: l'atto di fede. Non bisogna solamente pensare che egli riceva, e che questo sia soltanto un atto di unione, di amore, ma è un'alimentazione della virtù, è crescere nella virtù quotidianamente; sì. Il bambinello va crescendo, va crescendo fino a che è uomo adulto, ecco, perché ogni giorno si è nutrito. Così quelli che frequentano bene la comunione, la Messa e l'Adorazione, ecco, vengono nutriti.
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Quanto più facile è per noi crescere in virtù, perché ogni giorno la mensa è imbandita, il sacrificio della croce si rinnova, la presenza reale è perché noi possiamo fare l'Adorazione.
Dunque la vita nostra spirituale dev'essere quotidianamente alimentata. Fede! Fede! Che cresciamo! Crescere in Gesù Cristo. Qui manet in me, ed io in lui...1. I tralci della vite sono alimentati dalla vite.Noi siamo i tralci, la vite è Gesù Cristo2. E finché siamo uniti alla vite come i tralci, la linfa passa da Gesù Cristo a noi, sue membra; è la vita di Gesù Cristo stessa quella che passa a noi, secondo le disposizioni che portiamo; sì, secondo le disposizioni che portiamo noi. Quindi fede che quello è il gran mezzo per crescere nella santità. Fede! E lo ripete la Sequenza.
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Oh, allora, i nostri propositi: primo, ringraziare il Signore. Rappresentarsi la scena dell'ultima cena: «Prendete e mangiate»1. Secondo, umiliarci; perché la nostra fede c'é già, ma potrebbe crescere molto la nostra fede. Terzo, se il pane, se il cibo è ben digerito, porta sostanzialmente a farci vivere e crescere in attività e forze. Così l'Eucaristia. Perciò, in gran gioia. Il Magnificat2e la Sequentia3, il Te Deum4, Laudate Dominum omnes gentes5 son tutti inni, salmi per glorificare l'Eucaristia; sì. «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita». E la vita è grazia; ma anche: abundantius habeant6; abundantius. Ogni giorno più grazie aumentano...
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Allora, che cosa domandiamo? Domandiamo al Signore che ci dia le disposizioni necessarie per ricavare il maggior frutto... Non è che manchi il Signore, che dobbiamo tirar giù le grazie quasi per forza, che non voglia darcele, piuttosto dobbiamo domandare le disposizioni noi, lui vuole dare. Ma se c'è l'amor proprio non ci sta l'amore di Dio; perché se la bottiglia è già piena di acqua non ci si può mettere del vino. Bisogna che togliamo l'amor proprio che è significata dall'acqua; e il vino puro, il vino eucaristico, cioè, Gesù Cristo stesso. Non è tanto da domandare le grazie, quanto più importa domandare al Signore questo: di essere disposti a ricevere in fede, in speranza e in carità.
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Dobbiamo sempre esaminarci sulle disposizioni in noi perchè tante comunioni portino frutti sempre più abbondanti; ma disposti bene il nostro stomaco - diciamo -; cioè il recipiente vuotato dall'amor proprio. Allora: Vivit vero in me Christus1, Gesù.
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1 Cf Gn 4,4.

1 1Cor 11,23-29.

1 Cf Gn 4,8.

2 Cf Gn 22,1ss.

3 Cf Gn 14,18. Cf anche Missale Romanum, Supra quae...

4 Cf Es 16,13-16.

5 Cf Es 12,1-14.

6 Cf Mt 14,16ss; 15,33ss.

7 Cf Gv 6,55.

1 Gv 6,55-59.

2 Mt 26,26.

1 Gv 19,15.

1 Gv 1,29.

2 Mt 8,8. Cf anche Missale Romanum, Comunione dei fedeli.

1 Gv 15,5.

2 Gv 15,5.

1 Mt 26,26.

2 Lc 1,46-55.

3 Lauda Sion, Salvatorem...

4 Inno di ringraziamento.

5 Sal 116.

6 Gv 10,10.

1 Gal 2,20.