Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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15. DOMENICA XV DOPO PENTECOSTE

Il Vangelo secondo san Luca, cap. VII. In quel tempo: Gesù andava ad una città chiamata Naim...Dio visita il suo popolo1.
Vi sono due considerazioni da farsi che poi si riducono, in fondo, a una: la morte e la risurrezione.
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Il fanciullo era defunto e, accompagnato da una grande folla, veniva portato al sepolcro. E la madre, si capisce, era addolorata, anche perché aveva questo figlio unico ed ella era anche vedova. Gesù si commosse a vedere il dolore e il pianto della madre e perciò Gesù la consolò: «Non piangere». E allora fermò la sepoltura e si fermarono quelli che portavano la salma. E Gesù, preso il fanciullo: «Giovinotto, te lo dico io: alzati». E si pose a sedere e incominciò a parlare (perché allora si portavano al sepolcro non con la cassa, ma allo scoperto). E il fanciullo, il giovinotto, cominciò a parlare. E Gesù lo consegnò alla madre, lo rese così alla madre, e in questa maniera la consolò.
209
Bisogna che consideriamo la nostra preparazione alla morte e la risurrezione. Noi, l'uomo è composto di anima e di corpo, e finché l'anima è unita al corpo, vive, c'è l'uomo. Ma quando si separa l'anima dal corpo, ecco la morte. E l'anima va al giudizio e il corpo è portato al sepolcro. Ma non sarà così per sempre. Passeranno i secoli, e quando sarà compita la storia umana, quando sarà chiusa la storia umana, ecco la risurrezione finale. Tutti risorgeranno, ma non tutti risorgeranno nella stessa maniera. Sì, l'anima si congiungerà al corpo, ma secondo che il corpo si unisce ad un'anima santa, felice in cielo; e il corpo si unisce ad un'anima perduta, nell'inferno.
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La preparazione alla morte. Vi sono le morti del tutto improvvise; sì. Un medico celebre che cura... tante persone ha curato, e poi mentre che ancora curava altro, è morto lui, improvviso, non finì la visita al malato. Ma tuttavia questo indica che un organo del corpo è del tutto privato, cioè incapace ancora di servire all'anima.
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Ma o che sia la morte improvvisa o che sia la morte preceduta da anni lunghi di vita o di malattia, bisogna che consideriamo che il nostro corpo si consuma e diviene incapace, come uno strumento, che può essere una forchetta, può essere un cucchiaio, può essere una sedia, e tutto finisce col non servire più. Diminuisce la vista, diminuisce l'udito, diminuisce la prontezza nel percepire le cose, diminuisce anche la prontezza nel ragionare, diminuisce la capacità della lingua, delle mani, delle forze, delle gambe, il camminare, poco per volta, ecco; e poco per volta anche il ritardo nell'intendere le cose e nell'esprimersi nelle cose. Si consuma come un abito vecchio, il corpo.
212
E tuttavia può essere che sia un membro il quale sia insufficiente, incapace, un membro necessario per la vita, e allora la morte può essere preceduta senza che consumino tutti gli altri organi poco per volta. Se il cuore si ferma, anche se l'udito è ancora buono o se la lingua è ancora buona, un organo che è essenziale, se viene a mancare, ecco si chiude la vita.
213
Bisogna che ricordiamo che, il corpo il Signore ce lo ha dato perché noi con l'anima lo usiamo; santificare gli occhi, santificare l'udito, santificare la lingua, santificare il gusto, il tatto, l'odorato, le forze fisiche; santificare e le ginocchia a pregare, e le gambe per camminare e tutto quel che abbiamo, a servizio di Dio, ecco. Oh, la morte. Quindi a un certo punto il corpo non può più contenere l'anima ed ecco la separazione dell'anima dal corpo e così segue la morte; separazione dell'anima dal corpo.
214
Se il corpo viene santificato risorgerà, risorgerà glorioso al modo simile con cui Gesù Cristo è risuscitato il giorno di Pasqua; come Maria, la sua gloriosa assunzione al cielo, sì. E si riprendono gli organi: e gli occhi che contempleranno Dio; l'udito che sentirà le armonie celesti; la lingua che canterà le lodi eterne a Dio: Gloria a Dio.
Tutto il corpo sarà glorificato e come spiritualizzato e mai più avrà sofferenze, ma invece tutto il corpo parteciperà alla gloria, alla felicità dell'anima. E come sarà felice il corpo con l'anima dei martiri e di quelli che hanno usato tutte le fatiche, tutte le forze, giorno per giorno, a servizio di Dio!
215
Ci può essere il martirio, che viene decapitato, quindi la morte in un istante. Ma quando noi giorno per giorno usiamo il corpo e tutti i suoi sensi del corpo per il servizio di Dio, si va giorno per giorno acquistando quello che sarà per l'eterna... per la risurrezione e l'eterna felicità. Chi invece non sa usare il corpo e allora come si troverà?
Occorre che noi adoperiamo il corpo... dare, sì, il riposo giusto, il nutrimento giusto, le cure giuste, necessarie, ma poi tutto quello che c'è di forze e di capacità e dei sensi interni ed esterni... Santificare il corpo.
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E come si fa a santificare il corpo? L'anima che guidi il corpo, non il corpo che guidi l'anima. Il corpo ha delle pretese che sono poi tentazioni, pretese contro l'anima.
Bisogna che l'anima, con la grazia di Dio, guidi bene il corpo al lavoro, all'uso dei sensi, alla stessa fantasia e all'occhio, all'udito, ecc. Allora l'anima che domina il corpo prepara a se stessa e al corpo una risurrezione gloriosa.
217
Vi sono quelli che sono schiavi del senso e del corpo e l'anima finisce con l'essere soggetta alle voglie del corpo. E quale disordine che proprio sia l'anima che soggiace alle voglie del corpo? Come s'incontreranno allora l'anima col corpo? Se l'anima ha guidato il corpo santamente, ecco si riuniranno felici assieme. Se invece è stato il corpo che ha guidato, che ha comandato e l'anima è stata soggetta al corpo, alle voglie del corpo, come saranno anima e corpo nel giorno della risurrezione? Omnes quidem resurgemus, sed non omnes immutabimur1. Risorgeremo, ma non tutti saremo veramente immutati, cioè gloriosi e felici.
218
Tutti risorgeranno, ma quale diversità fra l'uno e l'altro! Colui che è nemico del corpo, cioè colui che con l'anima domina il corpo e fa in maniera che il corpo servire all'anima, ecco preparerà anche al corpo una felicità eterna. Se invece è il corpo che domina le sensazioni del corpo, le voglie del corpo, allora quale infelicità per l'anima e per il corpo nel giorno della risurrezione! Notando che non ci sarà rimedio, non ci sarà più cambiamento. Come si risorgerà, così si rimarrà in eterno.
219
Gesù Cristo dimostrò con questo che egli risuscita i morti, e con questo indicava che ha potere sopra la morte. E quindi: «Giovanetto, te lo dico: alzati, te lo dico io».
Così questo è come un saggio di quello che sarà alla fine del mondo quando il Signore chiamerà tutti dai sepolcri alla vita.
220
Chi è che ama il corpo? E chi odia l'anima sua? Odia l'anima sua colui che è servo del corpo, delle voglie del corpo. E al corpo prepara una felicità eterna se l'anima domina il corpo. Alle volte piccole cosette, piccoli sacrifici per il corpo; ma sono tutte le piccole cose, piccoli sacrifici che si fanno in obbedienza allo spirito. Ma il premio! Ma il cedere, il cedere alle voglie del corpo, piccole cose e poi alla fine si cede in cose anche gravi.
221
Allora purificare il nostro corpo e stabilire la nostra anima signora, padrona di tutto l'essere, cioè guidare tutto il corpo nei suoi sensi e nelle sue forze. E poi l'accettazione della morte, la separazione, quindi, dell'anima dal corpo. Allora questa accettazione della morte è un grande premio.
222
Persone che sono inferme, che soffrono, ma poi si allietano nella speranza che il corpo sarà ricostruito nella maniera come Gesù Cristo è risuscitato. Allora, glorificato il corpo, più nessuna sofferenza, il corpo è come spiritualizzato, e l'anima e il corpo compagni nella eterna felicità. «Venite, o benedetti, nel regno del Padre mio»1.
Sia lodato Gesù Cristo
223

1 Lc 7,11-16.

1 1Cor 15,51.

1 Cf Mt 25,34.