Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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10. DOMENICA V DOPO PENTECOSTE

Dal Vangelo secondo Matteo1.
In questo tratto del Vangelo sostanzialmente si insegna la carità, la carità verso il prossimo. Perché, in primo luogo: «Vi amo con tutto il cuore»: Dio; in secondo luogo: «il prossimo come noi stessi». La carità.
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Bisogna ricordare quello che il Signore Gesù ha detto. Quando verrà il giorno del giudizio e quando sarà stata la sentenza del giudizio universale, che cosa dirà Gesù? Come già egli predetto quello che dirà in quel gran giorno, e cioè: Venite, perché avevo fame e mi avete portato pane, mi avete sfamato; avevo sete e mi avete dato da bere; ero infermo e mi avete visitato; ero in carcere e siete venuti a soccorrermi; e poi tutto quello che voi avete fatto per il prossimo, è come fatto a me1. Perché in ognuno degli uomini, in ogni persona vi è l'mmagine di Dio2, e se quelle anime sono in grazia di Dio, nell'anima abita Gesù Cristo corporalmente.
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Quindi tutto quello che facciamo in ordine, in carità al prossimo, Gesù lo tiene come fatto a se stesso. Così, chi invece non avrà dato soccorso a chi aveva fame, a chi aveva sete, a chi era infermo, a chi era in carcere, ecc.: Quello che avete negato al prossimo lo avete negato a me.
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Quindi, nel giudizio particolare viene data la sentenza ad ognuno, e nel giudizio particolare è già fissata l'eternità per ognuno, cioè: o la salvezza o la perdizione.
Ma poi nel giudizio universale si ricordano in particolare le relazioni col prossimo. Quindi, dopo quel che riguarda la carità verso Dio, ora quello che riguarda verso il prossimo, sì; e quindi che siano ricordati i servizi che si fanno al prossimo o i servizi che sono stati recati al prossimo.
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Oh, quindi, possiamo dire così: che nel primo giudizio, il giudizio particolare, in modo speciale si riguarda l'amore verso Dio, cioè se si è in grazia di Dio, in sostanza, o non si è in grazia di Dio; e per il giudizio universale, riguarda in modo particolare la carità verso il prossimo, l'amore al prossimo; sì, perché nel prossimo vi è Gesù Cristo, vi è l'immagine di Dio.
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Quando Gesù richiamò: «Saulo, perché mi perseguiti?»1 Gesù Cristo si fece sentire da Saulo: «Perché mi perseguiti?». Egli cercava i cristiani, ma perseguitando i cristiani perseguitava Gesù Cristo. Quindi, quello che si fa di bene verso il prossimo è accettato da Dio come fatto per Gesù Cristo medesimo, e quando invece si offende il prossimo, si offende Dio, si offende Gesù Cristo.
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Ora, la legge antica aveva dei precetti: «Avete udito che fu detto agli antichi: non uccidere, chiunque ucciderà sarà condannato in giudizio». Quello era la legge antica. Ma Gesù Cristo è venuto a portare il perfezionamento alla legge antica. Quindi non solamente evitare di uccidere, ma di non offendere il prossimo né con le parole né in altre maniere, con le mancanze di rispetto, ecc. Il perfezionamento della legge nuova che è legge di amore, di amore verso Dio, perfetto; amore verso il prossimo, perfetto; amore verso il prossimo.
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Quindi qui fa risaltare che ci vuole la carità nelle parole: «Io invece vi dico: che chiunque si adira col suo fratello, oppure, chi dirà al fratello "raca" (un'offesa), e chi gli dirà "empio", sarà condannato», ecco. Occorre, quindi, che si rispetti il prossimo con le parole, ma coi sentimenti interiori: «Vi dico: chiunque si adira»; nell'intimo. E allora, in quanto noi amiamo il prossimo, amiamo Gesù Cristo stesso; e quello che facciamo di bene al prossimo, Gesù Cristo lo tiene fatto per sé; chi invece è contro il fratello, è contro Gesù Cristo.
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E poi è una cosa che sembra persino esagerata se non si medita bene, sembrerebbe così. «Se dunque presenti la tua offerta all'altare e là ti viene in mente che tuo fratello ha qualche cosa contro di te (cioè quando si è offeso il fratello e il fratello è disgustato di te), lascia la tua offerta davanti all'altare e va a riconciliarti prima col tuo fratello, poi torna a presentare la tua offerta». E nel nostro caso, prima della comunione: va a riconciliarti prima col tuo fratello, poi torna a presentare la tua offerta, cioè, ricevere la comunione.
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Vi sono anime che portano sempre un poco di rancore, e magari invidia, e magari desiderii di male al fratello. E allora quale sarebbe il frutto della comunione? quale sarebbe? Sembra una cosa quasi esagerata, e cioè: prima di fare l'offerta all'altare e prima della comunione, primo luogo riconciliarti col fratello, perdonare il fratello, pregare per il fratello, amare il fratello anche se avuto qualche disgusto, allora la comunione ha i frutti e i frutti spirituali, le grazie di Dio. Come se il Signore vuole, in primo luogo, che si ami il fratello e poi dopo, amando il fratello, si ama Iddio. Oh, quasi Dio, in primo luogo vuole l'amore al fratello e poi l'amore a Dio. Se non amiamo il fratello che vediamo con gli occhi, come conoscerai Iddio che è spirito?1.
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Qui sopra, appunto, che riguarda la carità, c'é tanto da riflettere: carità nei pensieri: pensare in bene, scusare in bene anche quando si è sbagliato, e desiderare il bene a tutti, e pregare per tutti, e perdonare le offese; e poi il proposito di fare al prossimo tutto quel bene che si può. Quindi amare coi pensieri; quindi col sentimento, desiderando il bene; e con le parole, parlando in bene; e poi con le opere, facendo il bene.
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Dobbiamo però allargare il cuore. Non pensare soltanto a quel cerchio di persone con cui si convive, poche persone; ma pensare a tutta la Congregazione, pensare a tutta la Chiesa, pensare a tutti i peccatori, pensare a tutti gli scismatici, gli eretici; pensare a tutti i pagani, pensare ai tre miliardi e 200 milioni di uomini.
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E poi, col cuore ancora più allargato, le anime del purgatorio. Carità verso il prossimo. Quasi si potrebbe dire: se tu liberi le anime del purgatorio coi suffragi, così viene rimesso il purgatorio che tu avrai... avevi meritato. Quindi la carità verso quelle anime che non si possono aiutare da se stesse, e devono ricevere gli aiuti e i suffragi dai vivi.
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Pensare, quindi, in questo senso: la Chiesa è una, ma c'è la Chiesa militante, c'è la Chiesa purgante e c'è la Chiesa trionfante. Sentirsi membra della Chiesa intiera: e militante e purgante e trionfante, ecco; siamo nella Chiesa, così, nella Chiesa totale, Chiesa totale di Gesù Cristo. E: «Fonderò su di te la mia Chiesa»1.
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Ora, come è il nostro cuore? come sono i pensieri? come sono le preghiere? Tutta la giornata la preghiera può essere diretta alla salvezza delle anime, alla conversione dei peccatori, ecc.; tutta, in particolare la Messa che: pro mundo totius, pro nobis et pro mundo [= pro nostra et totius mundi salute]1, tutto il mondo, cioè per la salvezza di tutti come viene offerta l'Ostia: pro mundi salute.
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Oh, poi, nella vita religiosa vi è questo impegno, e cioè, di pregare per tutti, che è l'apostolato, che è l'apostolato, è entrare nello spirito eucaristico. Gesù, e quali sono i suoi pensieri che è nel tabernacolo, i desideri del suo cuore nel tabernacolo, quali sono? I pensieri di Gesù, i desideri, i sentimenti di Gesù eucaristico: Gloria in excelsis Deo. Glorifica il Padre. E poi: et in terra pax hominibus bonae voluntatis1. E poi, quindi, dopo la glorificazione del Padre, la santificazione e la salvezza delle anime.
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Immedesimare i nostri pensieri, i desiderii, domande innanzi al tabernacolo, quelli stessi di Gesù. Non che ci sentiamo un po' lontani da Dio, no, bisogna immedesimarci ai pensieri, ai desideri di Gesù. E per fare la cosa più perfetta: avere gli stessi pensieri, gli stessi desideri, le stesse domande che Gesù ha nel tabernacolo, e che noi condividiamo gli stessi.
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«Io sono la Via, la Verità e la Vita»1. Allora ci immedesimiamo così; allora la nostra preghiera è appoggiata ai pensieri, ai desideri e ai meriti di Gesù Cristo; sì. Quindi, adorare per tutti; quindi, ringraziare per tutti; quindi domandare al Signore perdono per tutti i peccatori; e poi per tutte le grazie che sono necessarie agli uomini tutti, e in particolare ad ognuno degli uomini, quelli che sono sulla terra e quelli che sono già passati all'eternità, se sono ancora in bisogno di grazia e di salvezza e di suffragi. Avere un cuore largo.
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Quante anime sono egoiste, pensano solo a sè, e pensando solo a sè i meriti sono ristretti. Ma quando si ha un gran cuore, il cuore stesso di Gesù, i desideri stessi di Gesù, allora i nostri meriti sono più grandi, e quanto più noi preghiamo per coloro che sono ancora infelici, che non sono ancora in grazia, che non sono ancora alla salvezza. Noi quello che facciamo agli altri, viene fatto a noi. Se noi abbiamo misericordia, otteniamo misericordia.
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Questo bisogna pensare: tutto il bene che desideriamo agli altri, o viventi o anime purganti e glorificando le anime che sono già in cielo gloriose, tutte, allora la nostra vita è molto più ricca di meriti; l'azione della giornata, la preghiera, tutte son le 24 ore, tutto è ordinato: Gloria a Dio. Quindi l'amore a Dio in primo luogo; et in terra pax hominibus bonae voluntatis; a tutti gli uomini che hanno buona volontà. E per quelli che non hanno buona volontà preghiamo perché abbiano, ottengano la buona volontà. E allora si riconcilieranno con Dio.
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Vedere come siamo egoisti nella nostra pietà; oppure abbiamo una grande carità nella nostra pieta? Questa è l'interrogazione che dobbiamo fare a noi stessi. Se non siamo molto raccolti, i meriti sono ristretti. Ma se noi abbiamo quel cuore, quei pensieri, quei desideri che sono estese a tutte le necessità, la nostra giornata, le 24 ore rendono molto di più; particolarmente rende di più la preghiera. E quanti piccoli sacrifici, piccoli, nella giornata; alle volte sono cose minime, ma per le anime purganti quanto servono se li mandiamo; e quante piccole azioni, parole sante, ad esempio, e allora sono in carità, e allora l'anima nostra si arricchisce.
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Avere il cuore di Gesù: Vivit vero in me Christus1. Gesù Cristo vive in me. Questo vuol dire che, Gesù Cristo: la gloria del Padre; e lui: la pace, cioè la santità delle anime, la salvezza di tutti. Quanto è diversa la pietà ristretta, un po' egoista, da quello che è la pietà larga, la preghiera che raduna, l'anima, in se stessa tutte le necessità della terra e del purgatorio, aggiungendo, poi... grazie dei Santi che sono già in cielo e onorarli in quanto sono già in cielo e glorificano Dio in eterno. Avere un cuore completo, il cuore di Gesù. Sentirsi membra della Chiesa militante, purgante, trionfante.
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1 Mt 5,20-24.

1 Cf Mt 25,34ss.

2 Cf Gn 1,27.

1 At 9,4.

1 Cf 1Gv 4,20.

1 Cf Mt 16,18.

1 Cfr Missale Romanum, Offerimus tibi...

1 Lc 2,14.

1 Gv 14,6.

1 Gal 2,20.