Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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11. DOMENICA VI DOPO PENTECOSTE

Il Vangelo secondo san Marco, cap. VIII: In quel tempo: siccome la folla era molta... erano circa quattromila1.
In questo Vangelo si può considerare la divina Provvidenza. Il Signore vuole che noi, in primo luogo, cerchiamo la nostra santificazione per la gloria di Dio. «E il resto vi sarà dato per aggiunta» - come Gesù ha detto nel Vangelo -, cioè questo: «Cercate prima il regno di Dio e la giustizia, poi il resto vi sarà dato in aggiunta»2. Vuol dire, Gesù, che abbiamo da avere due intenzioni: il regno di Dio e la santità, cioè la giustizia.
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Il regno di Dio è la Chiesa, il regno di Dio è il complesso delle anime. Regno di Dio, cioè, che il Signore Dio sia onorato da tutti, sia adorato, sia glorificato e sia pregato; e costantemente che noi offriamo a Dio quello che riguarda la sua gloria. Ecco, questo pensiero: che l'umanità venga ad essere il regno di Dio, cioè che tutti gli uomini riconoscano Dio, riconoscano Gesù Cristo, riconoscano la Chiesa, i sacramenti e tutto l'insegnamento del Vangelo. Il regno di Dio. Il regno di Dio quando è? Quando le anime sono in grazia di Dio; perché quando si è nati non c'è ancora la grazia nell'anima, occorre il battesimo, e allora si diventa figli di Dio, cioè membri del regno di Dio, sudditi del regno di Dio. Ecco, allora siamo eredi del paradiso1 per i meriti di Gesù Cristo. Il regno di Dio.
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Sempre presente quello che il Signore Gesù ha detto: Andate e insegnate a tutti, insegnate a tutte le nazioni e che tutte le nazioni siano come discepole, le nazioni1, cioè che tutti riconoscano il Vangelo, l'insegnamento di Gesù Cristo; non altre dottrine, ma la dottrina di Gesù Cristo. Lui è il Maestro.
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Quindi Gesù queste due grazie vuole che cerchiamo in primo luogo: la gloria di Dio, e cioè il regno di Dio: Adveniat regnum tuum, come Gesù ha voluto che nel Padre nostro noi sempre recitiamo quella domanda: Adveniat regnum tuum. Fiat voluntas tuas sicut in coelo et in terra1. Ma fra tutti gli uomini viventi quanti sono che appartengono al regno di Dio? E quanti non appartengono ancora al regno di Dio?
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Ora, noi che siamo consecrati a Dio dobbiamo avere gli stessi desiderii di Gesù, gli stessi desideri di Dio, e cioè, che il regno di Dio si estenda e arrivi in tutto il mondo, e che tutti gli uomini appartengano a questo regno. Consecrati a Dio. Accettati dalla Chiesa per mezzo della professione, noi abbiamo solo degli interessi spirituali, e cioè, quello che riguarda la salvezza delle anime. Siccome la Chiesa ci ha accettati per mezzo... quando abbiamo fatta la nostra professione, ecco allora apparteniamo alla famiglia di Dio, al regno di Dio. Dobbiamo non essere della gente che non hanno né figli né figlie, ma che ci siano i figli e le figlie della Chiesa. Rinunciamo alla famiglia, ma rinunciamo per una famiglia più grande: la famiglia di Dio. Dobbiamo considerarci così, secondo la consecrazione, secondo cioè, la professione.
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E possiamo ottenere per mezzo della grazia, della misericordia di Dio, tante anime che divengano figlie di Dio, appartenenti al regno di Dio. Non è un consiglio, è un impegno, è un obbligo che abbiamo, questo di tener presente il mondo intiero, e che non sia sempre offeso Dio, e che Dio sia riconosciuto, e che Gesù Cristo sia riconosciuto, e che tutti gli uomini arrivino al battesimo, cioè alla grazia del Signore, quindi alla salvezza eterna. Dobbiamo considerare questo impegno che dipende dalla professione perpetua. Quaerite primum regnum Dei. Dunque la prima cosa che il Signore Gesù vuole: Quaerite primum regnum Dei. Prima il regno di Dio, et iustitiam eius1.
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Cercare la giustizia. La parola "giustizia" viene presa in tanti sensi; per esempio nei contratti, in quelli che sono i doveri di pagare, ecc. Ma questa parola "giustizia" nel Vangelo, in quel senso lì: primum regnum Dei et iustitia eius è la santità, perché la giustizia sta in questo: dare a Dio quel che spetta a Dio e dare agli uomini ciò che spetta agli uomini1. Cioè dare a Dio l'adorazione, il ringraziamento, la soddisfazione e la supplica; in particolar modo la Messa perché nella Messa c'è proprio l'adorazione in Cristo, e c'è il ringraziamento in Cristo, e c'è la soddisfazione, la riparazione in Cristo, e poi la supplica al Cristo.
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Ecco, questa parola "santità" vuol poi dire, in sostanza, questo, e cioè: secondo i doni che ci ha dato Dio, adoperare i doni per Dio. Ci ha dato la vista perché noi adoperiamo gli occhi per lui; se ci ha dato l'intelligenza, per lui; che pensiamo a lui secondo la fede e secondo i pensieri buoni. E perché ci ha dato la volontà? Perché noi facciamo la sua volontà. E perché ci ha dato il cuore, i sentimenti? Perché lo amiamo, lui. Così tutto quel che abbiamo in noi: e l'udito e la lingua e il tatto e tutto quel che abbiamo, tutto quel che abbiamo di giorni di vita. Perché? Perché tutto adoperiamo ad onore di Dio.
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E oggi tutta la giornata sia tutta a onore di Dio e fatta secondo i desideri di Dio e secondo gli esempi di Gesù Cristo che ha lasciati. Vuol dire che noi avendo ricevuto dei doni, che noi li impieghiamo per Dio; tutto quel che abbiamo, non solamente le facoltà che sono in noi, ma tutto il tempo della vita. Se oggi ci dà una giornata: come vuole il Signore; se ce la dà la giornata, se ce la dà, noi impegnarla; impegnare la giornata ad onore di Dio.
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E, in secondo luogo, dopo che questo amore, questo onore a Dio, viene la giustizia col prossimo, e cioè: come onorare i superiori; come amare le persone uguali, nella bontà; e poi gli inferiori, perché agli inferiori diamo buon esempio; e perché preghiamo per tutti. Quindi si chiama "giustizia", ma si chiama insieme "santità", secondo il Vangelo. Quindi Gesù ha detto: Prima il regno di Dio e poi la santità, ecco. E chiediamo queste due cose. E poi non preoccuparsi troppo.
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Dobbiamo lavorare e fare quel che dobbiamo compiere perché il Signore vuole che noi operiamo, che lavoriamo secondo la possibilità; che noi, siccome abbiamo la forza, cioè la robustezza, la possibilità di lavorare, lavorare. E allora compiendo questo dovere di adoperare le forze nostre, allora di conseguenza: «e le altre cose vi saranno date in aggiunta». Ecco, cercare il regno di Dio e la santità, e poi il resto, il Signore, in aggiunta. E ci darà tutto quello che è necessario per la vita presente.
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E così, in questo caso, le folle si erano... da tre giorni seguivano Gesù e rimanevano ormai senza cibo. Avranno avuto qualche provvista in principio, ma poi dopo era tutto esaurito. E questa gente quasi non si era preoccupata del mangiare, e invece cercava la parola di Gesù Cristo, l'insegnamento di Gesù Cristo. E allora, siccome avevano cercato Gesù Cristo, la sua dottrina, i suoi insegnamenti, Gesù ha provvisto, ha provvisto col miracolo moltiplicando il pane coi pesci e dare in abbondanza per tutti; e poi gli avanzi, sette sporte, perché non si sprechino i frammenti.
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Bisogna che capiamo proprio quel versetto lì del Vangelo: «Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia (cioè la santità), e il resto vi sarà dato in aggiunta». Non perché noi siamo, quindi, aspettando il pane sulla tavola, no; noi dobbiamo compiere il nostro dovere di operare, di lavorare, perché se abbiamo il dono della salute, è proprio perché quello è il dovere, e allora, compiendo questo dovere, ecco interviene il Signore e dà poi il necessario. E se poi vi sono degli infermi o della gente che non può più attendere ad altri lavori, la Provvidenza...
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Se si va al Cottolengo1, a Torino, non ci sono gente che lavorano. Dicono che siano 13 mila i ricoverati (dicevano ultimamente), ma non lavoravano e non lavorano perché non possono. E la Provvidenza provvede. E seppure qualcheduno è ancora capace a qualche cosa... e quella donna farà un po' di cucito o altro di cose simili.
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Vuole che, il Signore, che facciamo quello che ci è possibile fisicamente. Poi, man mano che vengono meno le forze, allora è la legge di Dio, è il volere di Gesù Cristo, è l'insegnamento della Chiesa: «Prima cercate il regno di Dio e la sua giustizia (cioè la santità), il resto vi sarà comunicato in aggiunta».
Siamo veramente secondo il Vangelo? Pensiamo secondo il Vangelo? Operiamo secondo il Vangelo? Quindi, la nostra vita è in Cristo? «Cercate il regno di Dio e la sua giustizia e poi...»
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1 Mc 8,1-9.

2 Cf Mt 6,33.

1 Cf Rm 8,17.

1 Cf Mt 28,20.

1 Mt 6,10.

1 Mt 6,33.

1 Cf Mt 22,21.

1 "Cottolengo", ossia la "Piccola Casa della Divina Provvidenza", fondata a Torino da s. Giuseppe Benedetto Cottolengo (1786-1842).