12. DOMENICA VI DOPO PENTECOSTE
Il Vangelo di questa domenica VI dopo Pentecoste1.
Il miracolo della moltiplicazione dei pani è sempre simbolo dell'Eucaristia. Gesù è l'unico pane, ma è il pane che si dà a ognuno, e cioè, a quanti si accostano a ricevere l'Eucaristia.
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Quale considerazione abbiamo da fare? In particolare noi religiosi abbiamo, secondo le Costituzioni, due grandi mezzi per la santificazione.
Santificarsi vuol dire arricchirsi di grazia, di meriti; vuol dire vivere sempre di più Gesù Cristo.
Ora, la Chiesa, Gesù Cristo indicano come i mezzi di santificazione, i due sacramenti: il sacramento della confessione e il sacramento della comunione. Abbiamo tanti mezzi per la santificazione e cioè, primo per togliere il male, il quale impedisce la santità; e mettere il bene, cioè mettere Gesù Cristo che è il Santo.
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La purificazione si può fare con l'esame di coscienza, con il pentimento appena ci siamo accorti di avere sbagliato e un amore più intenso a Dio, di adorazione al Santissimo Sacramento; mezzi per cui noi ci purifichiamo dalle imperfezioni, dai difetti, quanto è possibile.
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Ma il mezzo principale per la purificazione è la confessione; e il mezzo principale per nutrirsi spiritualmente è la comunione. Sono i due grandi mezzi di santificazione: il primo, per togliere il male; il secondo, per mettere Gesù Cristo stesso nell'anima nostra, nel nostro cuore e farci vivere di lui che è Via, Verità e Vita1, secondo il punto a cui si arriva, un'anima. Oh, un'anima può arrivare al grado di san Paolo: Mihi vivere Christus est2, cioè la mia vita è Cristo; oppure l'altra espressione che equivale: Vivit vero in me Christus3.
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Se la santificazione consta di due parti: togliere il male e mettere il bene, ecco la confessione, ed ecco la comunione.
Notando che tutti i mezzi che abbiamo sono utili, servono sia per purificarci, sia per nutrirci di Gesù Cristo spiritualmente. Ma questi son due mezzi sacramentali, non è più solo la nostra buona volontà, il nostro esame di coscienza, la comunione spirituale, ecc., ma nei due sacramenti viene Gesù Cristo stesso a operare. Nel sacramento della confessione è lui che assolve, non mica il sacerdote. Il sacerdote dice le parole del sacramento a nome di Gesù Cristo, ma è Gesù Cristo che perdona. Soltanto Dio può perdonare davanti a lui1.
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E poi l'altro sacramento in cui Gesù interviene vivo e vero. La comunione che cosa porta? Gesù Cristo che è il pane consecrato: «La mia carne è veramente cibo»1. Nutre l'anima. E come il pane serve a sostentarci giorno per giorno, così l'Eucaristia serve a sostentarci. Notando che l'Eucaristia non solo ci sostenta, ma fa crescere la vita spirituale, e si cresce anche a 60 anni, anche a 80 anni, si cresce perché Gesù Cristo comunica se stesso all'anima e l'anima resta sempre più santificata; si cresce fino all'ultimo, quando si riceverà il viatico.
Allora ecco i due grandi mezzi di santificazione, mezzi sacramentali: confessione e comunione. E quindi a questi due grandi mezzi di santificazione, diamo massima importanza.
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Il primo articolo delle Costituzioni stabilisce che la vita religiosa è per il perfezionamento, per la santificazione1. Ed ecco i due grandi mezzi: confessarsi ogni otto giorni2; comunicarsi quanto più spesso si crede, si può, si vuole:3. «Prendete e mangiate, questo è il mio corpo»4.
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Ecco, ascoltavano la parola di Dio, le turbe, ma avevano seguito così Gesù che avevano esaurito le loro provviste di pane. E Gesù fece notare: «Se li rimando a casa digiuni verranno meno per via, perché alcuni son venuti da lontano, come potrebbero fare di nuovo il viaggio di ritorno a casa così digiuni?».
E come arriveremo noi a sostenerci nelle forze e camminare avanti nella virtù? Gesù ha provveduto un pane che è se stesso, è vita, del quale ognuno può partecipare, nutrirsi di questo pane.
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Confessarsi bene e comunicarsi bene, ecco.
Confessarsi bene. Non è da fare tante distinzioni: chi è il confessore; chi e che cosa dobbiamo dire, esprimerci, ecc.
Per confessarsi bene ci vuole il dolore unito al proposito, che poi è una cosa sola; perché se uno ha sbagliato non vuole più sbagliare; ecco, non vuole più sbagliare: c'è il pentimento e c'è nello stesso tempo il proposito; ho sbagliato e non voglio più sbagliare.
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E questo sacramento è necessario quando c'è il peccato grave; ma quando ci sono imperfezioni e difetti e venialità soltanto, ecco questi restano già perdonati, ma con la confessione restano di nuovo perdonati i peccati della vita e, nello stesso tempo, noi possiamo detestare sempre più i difetti; detestare e proporre. Si morirà con dei difetti, sì, ma quando si combattono questi difetti non sono più volontari, e allora non ci resta il peccato, ma ci resta l'umiliazione nostra che siamo ancora tanto difettosi; e se andiamo a confessarci il Signore torna a perdonarci dei peccati della vita passata e ci perdona anche le debolezze, le venialità.
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Quanto alla confessione dobbiamo dare la massima importanza al pentimento e al proposito. Non una recitazione dei nostri difetti che si ripetono e di confessioni che sono sempre uguali.
Occorre che noi facciamo un progresso e vogliamo fare un progresso. E il progresso: ridurre sempre meno i difetti e, nello stesso tempo, conquistare sempre di più la virtù opposta: alla superbia sostituire l'umiltà; e così, alle nostre idee sostituire la fede, vivere di fede; e alle mancanze di carità sostituire l'amore: l'amore verso Dio e l'amore verso il prossimo nello stesso tempo. Non fare le confessioni per abitudine, ma confessioni per rimediare e per conquistare.
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Secondo sacramento, che è il secondo grande mezzo per seguire la vita religiosa, cioè per vivere la vita religiosa. Primo articolo: perfezionarsi. Nutrirci di Gesù, nutrirci di Gesù Maestro in quanto è Via, Verità e Vita1. Di Gesù. Persuaderci sempre di più che la via è Gesù Cristo.
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La via comincia dalle umiliazioni del Figlio di Dio che si umiliò e... La vita nostra sempre più uniformata al presepio, Gesù. Gesù che si è là... in esilio, in Egitto; Gesù come è vissuto a Nazaret: bambinello, fanciullo, come si comportava con la Madre, Maria, con Giuseppe, padre putativo; e come lavorava durante la sua vita fino a 30 anni, lavoro umile, falegname. E in quella casa si viveva di raccoglimento, di preghiera, di lavoro, tutto ordinato a Dio, la volontà del Padre celeste. E si progrediva, si progrediva: Proficiebat sapientia, aetate et gratia1. È la Via Gesù.
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E poi l'apostolato, e poi il sacrificio sul calvario. E morire poco a poco; moriamo tutti i giorni un poco, perché diminuiscono le forze, e cioè uno può avere 50 anni, ecco un giorno di più, un giorno... morte. Sentire di accompagnare Gesù, che egli ha subito una morte violenta: crocifisso. Ma la morte può venire adagio adagio, un pochetto ogni giorno diminuiscono le forze. Quella è la via.
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«Io son la Via e son la Verità»1. Più fede, non tanti ragionamenti umani, modi di pensare. Pensare come Gesù: «Beati i poveri, beati i miti, ecc.»2.
E poi la sua grazia, l'aumento del dono della grazia e, nello stesso tempo, la grazia, la vita spirituale più fervorosa. Ma non tanto nel sentirsi sensibilmente, ma tanto nell'ordinarci totalmente a Dio, al paradiso e tutto fare per Dio, per il paradiso che è l'amore a Dio: «Vi amo con tutto il cuore sopra ogni cosa, Bene infinito, eterna felicità»3.
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E che vogliamo solo Dio sempre meglio. Che noi mescoliamo tanta acqua nel vino in maniera che quasi il vino scompare e la bottiglia finisce per essere piena d'acqua. E cioè: amor di Dio quando si prega e amor... poco di amor di Dio quando si opera nella giornata. Bisogna che ci sia sempre più puro il nostro amore perché Gesù ha detto: Mi amerai con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze1. Ecco il nutrimento, è un nutrimento spirituale, intimo: della volontà, della mente, del cuore. Quindi si sostituisce tutta quell'acqua col vino puro, cioè, con l'amore puro.
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Siamo sicuri che progrediamo in questo? e che è sempre più puro l'amore a Dio? in noi? Se vogliamo conoscere che l'amore è puro san Giovanni dice che il segno è che amiamo il prossimo1. Quindi nutrirci sempre di più di Gesù Cristo.
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Ecco i due grandi mezzi sacramentali che la Chiesa dà ai religiosi e alle religiose: confessione ogni otto giorni; comunione quanto più spesso si desidera, si è disposti, si vuole. E poi vi sono anime, e sono molte, che non fanno la comunione solo al mattino, sacramentale, ma nella giornata fanno una comunione spirituale brevissima: "Gesù è con noi". "Noi siamo con Gesù". Mettere tutta la volontà e l'animo in Gesù e allora si prolunga la comunione, si sente sempre di più il nutrimento, e alla fine ecco: «Non son più io che vivo, ma è Cristo che vive in me»1. Allora il Padre celeste ci ama. Perchè? Perchè in noi vive Gesù. Dunque domandare questa grazia di utilizzare sempre più i due grandi mezzi di santificazione: confessione e comunione.
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1 Mc 8,1-9.
1 Cf Gv 14,6.
2 Fil 1,21.
3 Gal 2,20.
1 Cf Mc 2,7.
1 Gv 6,55.
1 Costituzioni delle Pie Discepole (1960), art. 1.
2 Costituzioni delle Pie Discepole (1960), art. 182.
3 Costituzioni delle Pie Discepole (1960),art. 196.
4 Mt 26,26.
1 Gv 14,6.
1 Lc 2,52.
1 Gv 14,6.
2 Cf Mt 5,3-10.
3 Dall'Atto di carità.
1 Cf Mt 22,37.
1 Cf 1Gv 5,2.
1 Gal 2,20.