Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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6. DOMENICA DI PASQUA

…fu flagellato, crocifisso e morirà, ma il terzo giorno risusciterà1. E abbiamo atteso che si adempisse l'ultima parte di questa profezia, come si era adempiuta la prima parte. Perciò l'annuncio dell'angelo ci ha portato una grande gioia: «È risuscitato, non è più qui»2. Oh, una grande gioia, perché noi così sappiamo che tutto quel che Gesù ha detto è vero, è santo, che dobbiamo quindi credere e seguire.
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Noi ci rallegriamo con Gesù perché vinse l'inferno, riaprì il paradiso all'umanità e con la sua vita santissima egli diede una gloria immensa al Padre celeste, a Dio, mentre che soddisfece per i nostri peccati.
Ci rallegriamo con Gesù perché, se egli è Dio, ecco, tutto quel che ci ha detto è verità. Allora pensiamo che questo miracolo, che è il massimo: Gesù morto che risuscita se stesso, conferma tutta la dottrina che Gesù aveva predicato.
E ci rallegriamo perché egli sta per entrare trionfante nel regno preparato a lui, nel regno nel quale egli, Gesù, raccoglierà tutti i suoi fedeli, tutte le anime che lo avranno amato1.
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E ci rallegriamo con Maria la quale partecipò di più, più di tutti, alla passione di Gesù Cristo; la spada di dolore trafisse la sua anima1. E pensiamo alla gioia grande nel saperlo risuscitato, la gioia di una mamma; sì. Questo certamente Maria lo ha provato, ma era una madre particolare, era la Madre del Redentore, quindi una gioia doppia perché così si confermava che la redenzione era compita, che il paradiso era riaperto, che le anime, seguendo Gesù, potevano arrivarci. E quindi non vi era da far altro per l'umanità che rivolgersi a Gesù Cristo, a lui, per ottenere il perdono dei peccati cominciando dal battesimo con cui viene scancellato il peccato originale, e poi tutti gli altri peccati personali. La gioia di Maria. La gioia di questo giorno - diciamo - la ricompensò di tante pene e dolori sofferti nel corso della vita del Figlio suo e particolarmente durante la passione.
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Perciò diciamo sempre di cuore in questo tempo: Regina coeli, laetare, alleluia. Con questo Regina coeli si apre la giornata, e poi con questo Regina coeli si ritorna a mettere la giornata sotto la protezione di Maria a mezzogiorno, e si chiude la giornata con il saluto gioioso a Maria.
Credere alla risurrezione di Gesù Cristo, confermata essa medesima da tanti prodigi.
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Secondo, dobbiamo credere alla risurrezione della carne1 che vuol dire, alla risurrezione finale degli uomini. Perché gli uomini sono peccatori, siamo tutti peccatori. Gesù è venuto a cancellare il peccato e coloro che lo seguono hanno la vita, e cioè la vita della grazia sulla terra, vivono in grazia di Dio, uniti a Dio.
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Però, mentre che Gesù è venuto a redimer l'umanità, non ci ha redenti dalla morte - diciamo - perché egli ha voluto morire, e noi dobbiamo morire.
La morte è la separazione dell'anima dal corpo: il corpo al cimitero e l'anima all'eternità. Ma la redenzione si compirà nel giorno della risurrezione finale, perché allora saremo redenti anche dalla morte giacché l'anima si riunirà al corpo e sarà ricostituito l'uomo, mentre che, per la morte, l'uomo è sciolto, non c'è più; dopo c'è un'anima da una parte e c'è un corpo dall'altra, una salma dall'altra.
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Si ricostituirà l'uomo e allora la risurrezione sarà veramente tale che manifesterà l'uomo stesso perché ognuno risusciterà come è vissuto e come ha chiuso la sua vita: i buoni, gloriosamente; i cattivi, ignominiosamente.
Tutti quelli che saranno vissuti bene, ecco risusciteranno dotati delle... dei privilegi del corpo glorioso come il corpo glorioso di Gesù Cristo, a somiglianza del corpo di Gesù Cristo, a somiglianza del corpo di Maria risuscitata e assunta al cielo.
I cattivi avranno il castigo delle loro iniquità e specialmente della ostinazione. Perché tutti siamo peccatori, ma rifugiandoci in Gesù Cristo possiamo aver la vita e la vita eterna, la sua vita, partecipare alla sua vita.
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E sì, l'ostinazione è il grande male degli uomini, i quali o per la violenza delle passioni o per l'orgoglio della mente o per la loro schiavitù sotto l'impero della carne, risusciteranno segnati dai peccati commessi. E quale deformità! Deformità che significa, esteriormente, la deformità dello spirito, dell'anima.
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Credere la risurrezione della carne. Quindi, santificare il corpo: santificare gli occhi, l'udito, la lingua, il gusto, il tatto. E chi porta la sua stola battesimale al giudizio di Dio, come risorgerà glorioso! I vergini avranno una gloria particolare.
Allora, ecco: «Credo la risurrezione della carne», cioè, credo la risurrezione degli uomini nel gran giorno del giudizio quando il numero degli eletti sarà già compito.
E chi fa il bene lo fa per sè e lo troverà. E chi fa il male e si ostina, troverà quello che ha fatto.
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Terzo pensiero: risorgere oggi. Certamente noi abbiamo lavato le nostre anime nel sangue di Gesù Cristo in questi giorni, e abbiamo promesso di voler vivere secondo Gesù Cristo. Perché la funzione del Sabato Santo comprende anche la rinnovazione dei voti battesimali. Certamente l'abbiamo fatto bene, però c'è ancora sempre dell'umanità.
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La perfezione è un altissimo ideale. Ma chi è già perfetto come il Padre celeste? Eppure questo è l'ideale che ci ha dato Gesù: «Siate perfetti come è perfetto il Padre che è nei cieli»1. Del resto vale la parola di Gesù. Perchè, la perfezione del Padre come la conosciamo? Guardando Gesù: «Vi ho dato l'esempio affinché come ho fatto io facciate voi, ancora voi2 E allora, ecco, Iddio è perfettissimo, ma noi non ce lo potevamo immaginare bene, chiaramente, la perfezione sua, e allora è venuto il Figlio, il Figlio di Dio il quale vivendo ci ha mostrato quale è la perfezione che noi dobbiamo cercare: «Imitate me»3.
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Allora lo possiamo comprendere un po' la perfezione del Padre celeste: il distacco dalle cose terrene, la povertà; il vivere spiritualmente con alti pensieri, alti desiderii, castità; il sottometterci alla volontà del Padre celeste con l'obbedienza; il sopportare con pazienza noi stessi e sopportare gli altri, e tutte le infermità che possono venirci addosso. E poi tutte le altre virtù: la giustizia, la fortezza, la temperanza, la prudenza; sì, tutte.
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In Gesù noi abbiamo un riflesso della perfezione del Padre celeste. Come se c'è una persona e ci sta di fronte un grande specchio, tanto fa guardare quella persona in faccia, come guardare nello specchio la figura che si riflette. La perfezione del Padre celeste è riflessa in Gesù Cristo. E allora lui è il Maestro di virtù, di santità, di perfezione. E noi capiamo: «Siate perfetti come è perfetto il Padre celeste».
Mai stancarci di guadare Gesù. È il Maestro di virtù, di santità, oltre che di dottrina. Ed è il Maestro che soccorre alla nostra infermità mediante la sua grazia, il suo aiuto per vivere sempre più nella perfezione, nella santità.
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Così il Padre celeste ha fatto un gran dono all'umanità: ci ha mandato il Figlio suo a insegnarci la via del cielo, la via della perfezione e ad aprirci il cielo stesso che era chiuso. Sic Deus dilexit mundum ut Filium suum unigenitum daret1: Così Dio ha amato il mondo da dare al mondo l'Unigento di Dio stesso. Che gran dono ha fatto il Padre celeste all'umanità!
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E questa umanità che tanto frequentemente lo rifiuta, il dono del Padre celeste! Pregare, pregare, pregare perché si faccia luce agli uomini, e perché tutti credano a Dio, credano a Gesù Cristo, e perché tutti poi abbiano da risuscitare gloriosamente nel gran giorno; e perché noi che abbiam conosciuto di più Gesù, noi che abbiam ricevuto più grazia da Gesù, possiamo imitarlo più perfettamente, più santamente, da religiosi. Pregare per questo.
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Questi 40 giorni, dalla risurrezione fino all' ascensione, impiegarli o, meglio, essere dominati da questi pensieri: la risurrezione di Gesù; la risurrezione finale; e la risurrezione nostra attuale da quello che è difettoso, da quello che manca ancora alla perfezione che dobbiamo..., ma in una grande fiducia nella grazia di Gesù, nel suo aiuto. E penetrare sempre meglio le sue parole confermate dalla sua risurrezione.
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E tuttavia ogni giorno ripulire un po' l'anima nostra da qualche cosa che c'è ancora di macchiato e aggiungere qualche ornamento, ornamento bello. Preparare l'anima alle nozze eterne. Quando devono celebrare le nozze che spese fanno? Quando si ha da preparare l'anima alle nozze eterne, eh, dobbiamo spenderci e sopraspenderci per ornare l'anima senza mai stancarsi. E più c'è di tempo e più noi dobbiam prendere fervore di cuore e non perdere un istante.
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Seguire Gesù. Sempre considerare in lui la perfezione ideale, cioè la perfezione del Padre celeste, quella perfezione che in Gesù Cristo fu come incarnata e presentata a noi perché potessimo mirare alla perfezione stessa.
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Allora domandiamo a Maria, tutta allietata dalla risurrezione del Figlio, questa grazia.
Sia lodato Gesù Cristo
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1 Cf Mc 8,31.

2 Vangelo: Mc 16,1-7.

1 Cf 1Cor 15,24.

1 Cf Lc 2,35.

1 Cf Catechismo della Dottrina Cristiana... cap. VIII.

1 Mt 5,48.

2 Cf Gv 13,15.

3 Cf Mt 11,29.

1 Gv 3,16.