9. I COOPERATORI PAOLINI (II)Esercizi Spirituali (14-23 marzo 1958) alle Pie Discepole del Divin Maestro insieme al gruppo formazione.
Roma, Via Portuense 739, 18 marzo 19581
La prima virtù che riassume tutte le altre è la carità. La carità, unione con Dio e unione con gli uomini. Carità che, verso Dio, impegna tutta la mente, tutto il cuore, tutte le forze fisiche, tutta la volontà2. E carità verso il prossimo: amare «come te stesso»3. E cioè, non in un modo uguale, ma in modo simile. Carità che si inizia sulla terra, carità che si perpetua in cielo.
Ora, che cosa significa amare il prossimo come noi stessi? Significa desiderare al prossimo e pregare per il prossimo e, in quanto è possibile, procurare al prossimo quei beni stessi che noi desideriamo e preghiamo e cerchiamo per noi medesimi. Ora, fra i beni che noi desideriamo per noi e dei quali dobbiamo esser gelosi custodi, vi sono i due, e cioè: la vita religiosa, il dono di noi a Dio; e poi l'apostolato nostro. Ora, di questi due beni così grandi, dei quali siamo stati così largamente favoriti dal Signore, desiderarli agli altri, in quanto possibile, chiederli al Signore per gli altri secondo la sua divina volontà e cercarli con l'azione, l'attività, di comunicarli agli altri.
Ora, questo già detto in una parte questa mattina: Cooperatori nel senso più comune, dei quali è necessario che mandiate gli elenchi ogni sei mesi, al massimo ogni anno perché i registri siano messi ai piedi della Madonna e quei nomi siano benedetti da Maria e quelle persone che corrispondono ai nomi siano custoditi da Maria: Sub tuum praesidium confugimus4, noi e loro, Maria Regina, Madre e Maestra.
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Oh, poi vi è una classe di Cooperatori, chiamiamoli così, i quali possono partecipare più intimamente, più largamente ai beni della Congregazione e cioè all'opera della santificazione, con cui dare gloria a Dio, e all'opera dell'apostolato, con cui aiutare le anime. Persone che non possono entrare negli Istituti religiosi, ma che intendono di tendere ad una vita di perfezione per quanto è possibile nelle loro circostanze, in uno stato di perfezione, in sostanza, e partecipazione ancora, all'apostolato della Famiglia Paolina.
Per ricordare solamente quello che riguarda la parte femminile, (perché bisogna ricordarle entrambi: la parte maschile e la parte femminile), per quel che riguarda la parte femminile vi è un discreto numero di signorine che desiderano consacrarsi al Signore in una vita di maggior perfezione e dedicarsi insieme ad un apostolato per la salvezza delle anime. Possono essere anche le vedove, non solo le signorine. Ma queste persone non amano l'abito religioso o hanno uffici in società che non conviene che abbandonino o non hanno salute adatta ad una vita pienamente in comune o vorrebbero un apostolato più moderno e corrispondente ai bisogni attuali, od una vita ben diretta, vita spirituale ben diretta, ma in tanta libertà nell'iniziativa così da esplicare le tendenze e tutti i talenti propri per le anime od una maggiore agilità nell'intervenire alle necessità nuove del mondo, pur sempre sotto la sicurezza di agire col merito dell'obbedienza e, nello stesso tempo, di operare nello spirito della Chiesa.
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Ora, è certo che vi sono di queste anime e numerose, nel mondo. Anime che sinceramente cercano Iddio e la maggior perfezione. Persone che non hanno la tendenza ad una famiglia, ma si sentono attirate dal Signore e tuttavia nel consacrarsi a Dio sentono di essere isolate. D'altra parte queste persone sono, spesso, come persone che si mettono su una strada e poi sono sempre un po' dubitanti di seguir la strada loro e vanno a cercare maestri di spirito o libri di una certa spiritualità e un po' abbracciano una pratica, un po' ne abbracciano un'altra e il loro progresso non è stabile.
D'altra parte, anche se fanno i tre voti, questi voti emessi singolarmente non hanno il valore dei voti emessi complessivamente in una Unione guidata, retta a nome della Chiesa; o siano voti o siano giuramenti o sian delle promesse, secondo i vari Istituti, che sono tanti, se sono fatti in unione di altre persone e guidate secondo lo spirito della Chiesa, come la Chiesa ha provveduto specialmente per mezzo della Costituzione Provida Mater Ecclesia1, hanno più merito ed è più facile che ci sia la stabilità, ed è più facile che, essendo guidate, perseverino nella loro strada.
Quante anime attenderebbero alla perfezione se avessero una direzione e non soltanto di un sacerdote, del confessore, che forse cambiano tante volte perché non hanno la possibilità di continuare dallo stesso sacerdote, poi cambiando il confessore sembra loro di cambiar spiritualità; ma ci vuole una direzione, oltre che quella del confessore, la direzione esterna, di governo, di un libretto di indirizzo, di direzione, il quale stabilisce una strada retta che va a Dio e che le persone possono seguire costantemente, utilmente, in pace con se stesse e con la loro coscienza e con Dio.
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Poi, queste persone hanno il vantaggio che,essendo nel mondo, sono come il sale. Il sale si mette, supponiamo, nella minestra, ma il sale si liquefa e va a salare, cioè a condire tutte le minime parti dell'acqua, del cibo che si sta preparando. Così, queste persone, essendo a contatto col mondo, prendendo il bene da fare, quello che si presenta di maggiore urgenza, potendo arrivare in certe iniziative e in certi contatti a cui non può arrivare la suora né il prete, fanno la funzione del sale, la funzione del lievito, il quale lievito, liquefatto in una quantità d'acqua e immesso in una massa di farina, lievita tutte le parti della massa della farina e finiscono col santificare un'ambiente, oppure col santificare una scuola, per esempio, se son maestre, una fabbrica, se sono, per esempio, capi fabbrica, oppure operano nella loro posizione di autorità, supponiamo dell'università, o nelle opere sociali più distinte.
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Oh; la Chiesa promuove questo apostolato dei laici, particolarmente il Sommo Pontefice, Pio XII, sia nel 1950 e sia nel 19571. Quando l'apostolato laico coi suoi rappresentanti è stato celebrato a Roma, il Papa ha fatto sentire l'urgenza, la necessità. E tuttavia non è che tutti i laici si consacrino intieramente a Dio, esercitano un apostolato; ma più essi vivono la vita religiosa nei voti di povertà, castità e obbedienza, maggiormente si santificano e andranno in paradiso in un posto più glorioso e maggiormente opereranno per la società, per le anime.
Vedete come i nemici della Chiesa s'infiltrino in tutto: nelle scuole, nelle aziende, nelle fabbriche e nelle associazioni varie cominciando dalle agricole alle commerciali, alle associazioni che riguardano l'insegnamento, che riguardano il progresso, supponiamo, della medicina, che riguardano, magari, anche i partiti vari, i partiti politici ecc., s'insinuano per seminare le loro idee, e a poco a poco riescono a guadagnare anima per anima. E i cattolici?
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Dobbiamo, allora, avere in cuore due fini, due tendenze: primo, voler che tante anime partecipino ai beni di una vita spirituale più intensa e pur dovendo restare nel mondo, alle volte anche per un maggior bene tuttavia sentono sempre quell'ansia di donarsi a Dio, di consacrarsi al Signore. Queste anime scoprirle. E si scoprono facilmente e quante volte si aprono! E io ricevo sovente delle lettere, anche per mezzo delle suore, ma molto spesso direttamente; queste persone che devono vivere nel mondo e tuttavia vogliono essere intieramente di Dio. Magari, alle volte, persone che non han potuto seguire la vocazione religiosa quando erano giovani. E devono proprio abbandonare, morire col desiderio di esser sante, cioè di fare i meriti di una vita religiosa, col desiderio senza mai aver ottenuto?
Naturalmente gli Istituti hanno delle prescrizioni per il buon andamento e se aprissero le porte ad ogni persona che chiede, l'Istituto andrebbe in rovina. Ma queste persone messe nel mondo, alle volte, hanno più fervore che le religiose, che i religiosi. Ed essendo nel mondo più battagliate, in maggior difficoltà, molto spesso conservano una vita interiore intensa e potrebbero raggiungere grande santità in una buona direzione. Perché dice là, un autore: «su mille persone poche raggiungono la perfezione perché non hanno una direzione».
Ora, la direzione è duplice: la direzione esterna di un Istituto, di una regola, di una specie di costituzione, e una direzione interna che è poi quella che procede dal confessore, oppure procede da qualche persona che presiede a loro, in qualche maniera, a cui si aprono e così mantengono un'uniformità di lavoro interiore e possono quindi arrivare a grande santità.
Non abbiamo nella Chiesa tanti esempi di queste persone? Le quali nelle varie azioni, oppure nella loro dedizione al Signore, oppure nel consacrare i loro beni, le loro forze alla Chiesa hanno portato alla Chiesa medesima tanto frutto, tanto vantaggio? e si son santificate? Qualche volta son vere viole nascoste, veri gigli che vivono in mezzo al fango e si conservano bianchi e puri; colombe che non si lasciano sporcare dall'ambiente, dal fango del mondo. E noi non vorremmo aiutarle? E la Chiesa ci incita a farlo. E se sono già molti gli Istituti che sono in attività e se già da un buon numero di loro ha ricevuto l'approvazione? Ecco, viviamo «in Cristo e nella Chiesa»1. Gesù Cristo ha condotto le anime alla santità secondo il grado delle grazie che avevano e la Chiesa ha lo stesso spirito: condurre ogni anima secondo i disegni di Dio a quel grado di gloria che era nell'intenzione di Dio quando quelle anime son state create.
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Inoltre, queste anime possono partecipare all'apostolato in tante forme; molte volte in forme che i religiosi, le religiose non possono sostenere, non possono seguire. E questo secondo la finalità dei vari Istituti. Se l'Opus Dei1 ha per fine la santificazione della vita, la santificazione professionale, e nella professione, nel mestiere fare il massimo bene, vuol dire che la Chiesa stima questo: arrivare ai vari strati sociali e portare, in questi strati sociali, la vita, cioè portare la verità prudentemente e portare il buon esempio e portar la preghiera e portar l'opera, sì.
Allora, l'apostolato. E questo apostolato, ho detto, può essere vario. Naturalmente noi insegniamo, in modo particolare, l'apostolato conforme, o, meglio, più conforme all'apostolato della Famiglia Paolina e questo apostolato si può favorire, aiutare in tante maniere. Bisogna sentire poi le circostanze varie, le posizioni in cui queste persone vengono a trovarsi. Ora, in quanto a questo, il Santo Padre ha dato come protettore degli apostolati: cinema, radio e televisione: san Gabriele. E san Gabriele ha portato l'annunzio della redenzione e Maria l'ha accettato. Quindi, l'Annunziazione, Maria Annunziata, per la parte femminile.
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Oh, questo, come può essere fatto? Può essere fatto, in primo luogo, se si ha zelo e amor di Dio e amore alle anime. Questa è la condizione. Perché se non abbiamo neppure amore all'anima nostra, certo non ne avremo per le anime altrui. Se noi non abbiamo un'anima tesa verso la santità, certo non vogliamo cercare anche di indirizzare gli altri verso la santità. Ma se c'è dentro un vero amor di Dio, un vero amore alle anime, amore, quell'amore che ha Gesù Cristo, perché l'amore di Gesù Cristo era duplice: al Padre: la gloria di Dio, cercava; e alle anime: «Niente ho risparmiato per loro»1. Ecco, nulla ha risparmiato Gesù per le anime. Allora se noi abbiamo un cuore conformato a Gesù Cristo, all'Ostia santa, eh, avremo anche zelo, sentiremo, sì. E questo può essere nella vita chiusa, può essere come per santa Teresina2nella vita contemplativa vita di clausura per cui ella ha meritato di essere chiamata: «Protettrice delle Opere Missionarie».
E vi sono tante anime che sono lavorate dallo Spirito Santo, sono illuminate dalla sua luce e sono favorite dai doni, allora è un altro modo di pensare. E gli Istituti che comprendono queste cose non si perdono in egoismi della giornata, in quelle sciocchezzuole che poi creano le divisioni e lo scontento. Pensano che nel mondo c'è un campo immenso e che il Padrone della messe invita tutti alla mietitura3. Si vive una vita diversa, non gretta.
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Secondo: per operare qui, bisogna aver la luce di Dio duplice: prima: scoprir le anime; secondo: a comprenderle, a comprendere con una visione più larga. E certamente vi sono anime paoline le quali le comprendono. E mi hanno anche fatto dei regolamenti, mi han mandato, queste persone della Famiglia Paolina, perché si proponga, perché si insista. Si vede che lo Spirito Santo opera nella Famiglia. Oh; scoprirle: idee larghe e prudenza.
Prudenza, perché vi sono molte persone che hanno dei desideri vuoti e vaghi di perfezione e piuttosto criticano gli altri che non fanno, che mettersi all'opera, a fare. Bisogna distinguere quando c'è la vera buona volontà o quando c'è solamente un desiderio vago, incerto; quando non si sono attaccati a Dio, ma si son trovati in una vita isolata per cui il loro cuore, diciamo, è un cuore gretto, è un cuore sterile. Oh, sì, il Papa2vi ha dato una certa definizione, parlando allora di questi casi, sì, la solitudine del cuore, per cui, alle volte, finiscono in continue amarezze e non trovano e non raggiungono quella perfezione che avrebbero potuto raggiungere.
Camminare con prudenza per distinguere le vere volontà dalle velleità. Poi, si devono aiutare sempre in dipendenza dalla Congregazione, sempre in dipendenza da chi guida la Congregazione onde non si commettano sbagli e, d'altra parte, non si vada fuori di strada noi, perché dobbiamo amare gli altri come noi stessi, ma non in modo uguale, in modo simile. Non esporsi a trasgressioni, non esporsi a inganni, ma prima: santificarsi.
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E terza condizione: bisogna avere un grande amore all'Istituto, alla Congregazione vostra. Allora, considerando i grandi beni che si hanno nell'Istituto, viene il desiderio spontaneo di farne partecipi. Considerando le bellezze dei vostri apostolati, viene spontaneo il desiderio di essere accompagnati e di far partecipi altri dei meriti di tali apostolati. Un grande amore all'Istituto. Non sono le chiacchiere, non sono le cose vuote, delle velleità irrealizzabili che poi portano frutti, ma è il vero, intenso amore all'Istituto.
L'Istituto va bene, avete avuto le benedizioni di Dio in ogni senso; ma non solo che ci sia un amore collettivo, ma anche un amore individuale, cioè di ognuna per l'Istituto, disposta a consacrarsi e a compiere qualunque sacrificio per l'Istituto, solo allora si può operare fuori. Non operare per una passione o per un'idea strana, ma operare nello spirito dell' Istituto e docilmente sotto la guida dell'Istituto e quindi con la benedizione che Iddio dà a coloro che amano l'Istituto.
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Quello che si dice della parte femminile, si deve dire della parte maschile, lo stesso. Oggi in tutte le Nazioni il laicato di ispirazione cattolica è in grande movimento: Congressi nazionali, internazionali, convegni, settimane di studio, raduni, prese di posizioni, contatti diretti e indiretti con la gerarchia cattolica stanno ad indicare necessità di nuove vie per salvare l'umanità dal materialismo, dall'ateismo, dai residui dell'anticlericalismo massonico. Il sacerdote, come il religioso, non può penetrare in tutti gli ambienti sociali e per certi ceti di persone si è creata una netta separazione tra l'azione benefica, apostolica e salvatrice del clero cattolico e il sistema di vita di molti laici.
Tra i mezzi nuovi e le nuove vie indicate dalla Chiesa vi sono appunto questi Istituti che sono tanto vari e si può dire che ogni Istituto ha un suo carattere proprio, non solo, ma ogni Istituto si diversifica così dagli altri che quasi non ci si trova più il punto fondamentale, ma il punto fondamentale c'è: è l'amore alle anime ed è il desiderio di santità, di perfezione, per cui si chiamano: stati di perfezione, questi vari Istituti.
Oh, questi sarebbero quelli che chiamiamo i Cooperatori più intimi, a diversità degli altri di cui abbiamo meditato stamattina.
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E allora, in pratica, che cosa bisogna pensare? Ecco, bisogna pensare che il Maestro Divino ha dei desideri, pensa a tutti gli uomini; che noi, il suo cuore, non lo possederemo mai in modo perfetto se non quando avremo i suoi desideri: «Ecco quel cuore che ha tanto amato gli uomini e nulla ha risparmiato per essi»1. Così, così.
I Centri non dovrebbero essere solo Centri di apostolato liturgico, ma devono esser centri di contatto con le persone per dare buoni indirizzi, per dire, almeno, buone parole, per fare i Cooperatori; sì. E non solamente sono un'occasione e una condizione buona i Centri, ma vi sono altre maniere, vi sono tanti altri contatti.
Del resto, quanto più si vive raccolti, tanto più si è efficaci. Quando l'anima sembra chiudersi in sé, ma non chiudersi in sé per taciturnità, ma per meditare meglio, per unirsi meglio con Dio, l'anima, allora, opera in modo più largo, più largo. C'è bisogno di santi, ma di oggi! Dobbiamo vivere la vita di oggi, considerare il mondo com'è oggi.
E ogni discorso che il Santo Padre... non è una prova che occorre pensare ai pericoli di oggi, alle necessità di oggi, ai mezzi che la Provvidenza ci ha dato oggi per fare il bene e tutto utilizzare? Perché il Signore non ci chiederà conto delle anime e delle persone che son vissute due secoli fa, un secolo fa, ma di quelle persone che vivono oggi. «Aggiornarsi» ha un senso, vuol dire: portare il Vangelo e l'amore a Dio, l'amore a Gesù Cristo, come si può portare oggi, ecco, coi mezzi e nelle condizioni e nelle difficoltà in cui viviamo oggi.
Fissate nella mente queste intenzioni affinché tutte possano allargare le loro idee, le loro intenzioni anche, e l'attività, in quanto è possibile e conveniente nella vostra vita. Pensiamo solo quel che vorrebbe Gesù. Dobbiamo vivere «in Cristo e nella Chiesa»2.«Membra vive ed operanti»3, non membra che vivacchiano, una vita sterile e che piuttosto cercano di farsi una vita comoda che non una vita di attività apostolica per gli altri. Membra vive ed operanti!
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 20/d (= cassetta 46/a) - Per la datazione. cf PM: «ora, questo già detto in una parte, questa mattina: Cooperatori nel senso più comune (...).Poi vi è una classe di Cooperatori (...) i quali possono partecipare più intimamente (...) ai beni della Congregazione» (cf PM in c55). - dAS (cf c55). - dAC (cf c38).
2 Cf Mt 22,37.
3 Cf Mt 22,39.
4 E'la più antica preghiera rivolta a Maria, rinvenuta in un papiro d'Egitto nel III secolo.
1 PIO XII, Provida Mater Ecclesia, cost. apost. sopra gli Istituti Secolari, 2 febbraio 1947.
1 Sono del 1950: la Lettera apost. di Pio XII Quod ait, del 15 maggio, che dichiara s. Giovanni Battista de La Salle protettore dei Maestri di Scuola (AAS 42 [1950] 631-632; versione italiana in OR 15-16 maggio 1950); e la Epistola Laetanti admodum, del 12 novembre 1950, al Card. C. Micara, Prefetto della Sacra Congregazione dei Religiosi, per preparare il Primo Congresso Generale degli Istituti di Vita perfetta, a Roma: (AAS 43 [1951] 24-26; versione italiana in Insegnamenti Pontifici, n. 14, op. cit., numeri marginali 700-704).
Per il 1957 ricordiamo il Discorso Sous la maternelle protection, ai Religiosi partecipanti al secondo Congresso generale degli Stati di Perfezione, del 9 dicembre (AAS 50 [1958] 34-43; versione italiana in Insegnamenti Pontifici, n. 14, op. cit., numeri marginali 1008-1035).
1 Ef 5,32.
1 Società sacerdotale della Santa Croce, fondata il 2-10-1928 dal sacerdote spagnolo Iosemaria Escrivà De Balaguer (1902-1975), eretta a Prelatura il 28-11-1982.
1 Cf Rm 8,32.
2 Il nome scelto per questa Santa, nella lingua italiana, è Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, scartando le altre espressioni. Questa carmelitana visse brevemente (1873-1897), e poi salì in breve ai vertici della gloria dei santi con una vera pioggia di rose di grazie e di miracoli. Santa nel 1925 e dichiarata Protettrice di tutte le Missioni Cattoliche e di tutti i Missionari e Missionarie accanto a S. Francesco Saverio, il 14-12-1927.
3 Cf Mt 9,37-38.
2 Il Papa è Pio XII, ma non si può avere una indicazione più precisa, dato che i documenti pontifici su questa materia sono numerosi.
1 Parole di Gesù a s. Margherita Alacoque.
2 Ef 5,32.
3 Cf Costituzioni delle PD (1948), art. 3.