Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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3. INTENZIONI PER LA VISITA: GESÙ MAESTRO VIA
Ritiro mensile alla comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro in occasione della nuova ufficiatura del Divin Maestro.
Roma, Via Portuense 739, 26 gennaio 19581
Il secondo corso o la seconda serie di intenzioni nel pregare Gesù Maestro e, in generale, nel culto che si dà a Gesù Maestro, riguarda la "Via" o, meglio, la morale da una parte e, dall'altra parte, riguarda Gesù Cristo come mediatore fra Dio Padre e gli uomini.
[Prima parte
.] In riguardo alla morale, Gesù Cristo Via, tre intenzioni: la prima è l'osservanza dei comandamenti di Dio; la seconda, l'osservanza dei consigli evangelici; e la terza, la perfezione cristiana, la santità.
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Dobbiamo, in primo luogo, chiedere al Maestro Divino, l'osservanza dei santi comandamenti. I comandamenti sono di legge naturale, in generale; si eccettua, cioè, soltanto la parte dispositiva del terzo comandamento. Onorare il Signore, riconoscerlo, pregarlo, questo è di legge naturale ed è il primo comandamento. Rispettare il suo nome e rispettare i giuramenti, i santi voti, questo è di legge naturale, ed è il secondo comandamento. Così, dedicare al Signore qualche tempo dell'anno in particolare, e qualche tempo ogni giorno, ogni settimana, questo è di legge naturale. La Chiesa, poi, ha stabilito la santificazione delle feste, delle domeniche e cioè ha fissato il tempo in cui maggiormente dobbiamo mostrare e sviluppare il nostro culto a Dio. È pure di legge naturale il quarto comandamento che si riferisce ai superiori, osservanza verso i superiori nell'obbedienza, nel rispetto, nell'amore. E, primo tra i superiori, i genitori, poi tutte le altre autorità: autorità religiose e autorità civili. Il quinto comandamento si riferisce al rispetto alla persona altrui. E il sesto, all'osservanza della castità, della purezza, al buon costume. Così tutti gli altri comandamenti come già voi conoscete. E il settimo che si riferisce al rispetto della roba, delle sostanze altrui. E poi, al rispetto della verità, nell'ottavo comandamento. E alla purezza interna, cioè custodire la mente dai pensieri cattivi, custodire il cuore dai desideri cattivi. Così in ogni comandamento vi è la parte negativa, ciò che è proibito, e vi è la parte positiva, ciò che è comandato.
E connesse con i comandamenti sono le virtù, le virtù umane, ad esempio la sincerità, la fedeltà alle promesse date, l'osservanza dei patti e degli impegni contratti e il rispetto alla persona altrui, la giustizia sociale. Tutto questo è di legge naturale, come è di legge naturale una certa buona armonia fra le nazioni. Come vi sono i doveri che riguardano la persona, così vi sono i doveri che riguardano le società e vi sono i doveri che riguardano l'umanità, gli uomini fra di loro o presi individualmente o presi socialmente. Ecco la prima intenzione.
E allora, abbiamo da domandare al Signore la grazia che gli uomini seguano la dottrina di Gesù Cristo. La dottrina, in primo luogo, dogmatica, abbiam detto; ma, in secondo luogo, la dottrina morale, e nella dottrina morale stanno in principio i comandamenti della legge di Dio. E quanto sono trasgrediti questi comandamenti! Vi sono gli atei che non riconoscono Dio, né presentano a lui alcun culto. Vi sono gli spergiuri, gli infedeli alle parole date, ai giuramenti emessi. Vi sono persone che non si ricordano mai e non considerano mai che vengono da Dio e che vanno a Dio. Vi sono persone le quali non hanno nessun rispetto all'innocenza. Quanti scandali! Nessun rispetto alle sostanze altrui. Quanti furti! Nessun rispetto alle persone. E quanti danneggiamenti, quante calunnie, quante uccisioni, quante ferite, quante guerre ingiuste, ribellioni! E così vi sono le persone che non hanno nessun rispetto alla verità e calunniano e dicono il falso e vivono nell'ipocrisia.
SAN Paolo, nel primo capitolo della sua lettera ai Romani, ricorda le bassezze a cui si erano lasciati andare i pagani1. E la legge naturale viene pure da Dio; viene pure da Dio, perché tutto è fatto da Dio; e la legge naturale è il riconoscimento di quello che si deve a Dio, di quello che si deve al prossimo e di quello che si deve a noi stessi. Almeno: non fare agli altri quello che non vorresti fatto a te, e fa agli altri quello che vorresti fatto a te2.
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In secondo luogo, poi, c'è la morale cristiana Abbiamo da pregare perché siano osservate le virtù cristiane. Le virtù cristiane sono, in primo luogo, la fede, la speranza, la carità. Queste si chiamano virtù teologali. L'osservanza di queste virtù. Poi vi sono le virtù cardinali: la prudenza, la giustizia, la fortezza, la temperanza. Poi vi sono le virtù morali come l'obbedienza, la povertà, l'umiltà, ecc. L'adempimento del proprio ufficio nel senso cristiano.
E poi vi son tutte le virtù che Gesù Cristo ha praticato e di cui ci ha lasciato l'esempio. Sopra, quindi, le virtù umane, naturali, vi sono le virtù cristiane, perché Gesù Cristo ha detto: "Siate perfetti come è perfetto il vostro Padre che è nei cieli"1. Imitate me. Ecco, seguire Gesù Cristo, conformar la vita a Gesù Cristo. Questo, gli individui; questo, le famiglie; questo, la società; questo, la umanità nella convivenza tra le nazioni. Oh, invece, i delitti, i disordini, quanto si vanno moltiplicando, in ogni settore! Persone che non rispettano né se stesse, né il prossimo, né Dio. E quale disgusto danno a Gesù. Egli si è fatto la Via, cioè ci ha insegnato a passare per la strada che conduce al paradiso e a vivere secondo Dio.
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[Secondo:] ma poi nostro Signore ha aggiunto i consigli evangelici. Il Signore chiama fra i cristiani coloro che vogliono generosamente dedicarsi al lavoro di perfezionamento: Si vis perfectus esse1. Questa perfezione non è che sia esclusiva dei religiosi, delle religiose e neppure degli Istituti secolari. Tuttavia questa perfezione si può più agevolmente acquistare nella vita religiosa; sì.
In ogni modo il Signore chiama le anime generose a maggior santità, a maggiore perfezione. E questa perfezione sta, primo, nel lasciare il peccato; combattere non solo quello che è grave, ma combattere anche la venialità e combattere le passioni che possono portare al male; in secondo luogo, alla pratica di quegli esempi che nostro Signore Gesù Cristo ci ha lasciato nella vita privata e nella vita pubblica e nella vita dolorosa e che ancora continua nella vita eucaristica.
[Terzo:] la perfezione cristiana, la santità vera, la preparazione al cielo [si acquista] lavando le nostre vesti nel sangue dell'Agnello e ornando le nostre vesti con i meriti, con le opere buone di ogni giorno e con l'acquisto e con la preghiera che ci porti a fare nostri i meriti di nostro Signore Gesù Cristo. Che siano tante le anime elette che seguano Gesù! Veni, sequere me 2. Ecco i tre punti in cui noi particolarmente dobbiamo fermarci a pregare quando consideriamo Gesù Via, nella prima parte.
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Seconda parte: Gesù è Via. In quale senso? È Via in quanto che dobbiamo passare attraverso a lui per entrare in paradiso. Che cosa vorrebbe dir questo? Vorrebbe dire che noi non possiamo acquistare un merito da noi, nessun merito per il paradiso. Possiamo soltanto evitare il male. Ma acquistare il merito per il paradiso non è possibile da noi soli perché il paradiso è un premio soprannaturale e allora ci vuole un mezzo soprannaturale. E ci vuole, quindi, che noi facciamo l'opera buona, ma che alla nostra opera buona siano uniti i meriti di Gesù Cristo, la grazia di Gesù Cristo, altrimenti le nostre opere buone avranno un valore naturale e quindi esigeranno un premio naturale, ma non il premio del paradiso. È chiara la parola di Gesù: Sine me nihil potestis facere1: senza di me non potete guadagnare nessun merito, né grande né piccolo, nihil, niente.
È necessario allora che noi facciamo il merito in grazia di Dio, perché facciamo quel bene mentre che l'anima è mondata dal peccato. L'anima, quindi, ha ricevuto nel battesimo la vita soprannaturale e l'ha conservata o l'ha riacquistata, questa vita soprannaturale, questa grazia, per mezzo della confessione, della penitenza. E allora, noi con Gesù, qualunque piccola cosa che facciamo, ha un merito grande per l'eternità. Ma noi con lui, appoggiati a lui. Allora: reposita est mihi corona iustitiae 2.
Così le nostre preghiere, quando domandiamo la perseveranza nel bene, quando domandiamo la grazia di Dio, quando domandiamo di evitare il male, quando domandiamo di salire nella perfezione cristiana, le nostre preghiere devono avere l'appoggio dei meriti di Gesù Cristo. Sempre: Per Christum Dominum nostrum. Per Christum Dominum nostrum, facciamo il bene e facciamo i meriti per il paradiso. E per Christum Dominum nostrum veniamo esauditi. Per Christum veniamo assolti dai peccati nella confessione. E così "per nostro Signore Gesù Cristo", tutto quel lavoro di perfezionamento cristiano, religioso il quale ci assicura il paradiso e un posto particolare in paradiso.
Dobbiamo passare attraverso a lui. Egli è la Via. Se prendiamo un'altra strada noi possiamo raccomandarci a tutti i santi, possiamo raccomandarci alla Madonna Santissima, ma sempre tutto è appoggiato ai meriti della Passione di Gesù Cristo e ai meriti che egli ha fatto durante il corso della sua intiera vita. Tutto per Cristo. Quindi: Per ipsum et cum ipso et in ipso3, sempre. Egli è la salute. Et non est in aliquo salus 4.
Abbiamo da fare accento sopra le divozioni, specialmente le divozioni nostre, ma tutte queste nostre divozioni hanno efficacia in quanto, in ultima analisi, si appoggiano ai meriti di Gesù Cristo. Maria stessa, la sua immacolata concezione, ante praevisa merita Iesu Christi. Fu conservata immacolata ed ebbe tutti quei privilegi, quelle virtù, quei doni, quelle grazie, quella dignità che ha, per Christum Dominum nostrum 5. Tutto ha ricevuto. Tutto è per Gesù Cristo. Oh, questa è la Via.
Perciò, voi che andate direttamente a Gesù, non soltanto nelle comunioni e nelle Messe, ma particolarmente nelle adorazioni, vi trovate sulla via buona, sulla via perfetta. Ego sum via 6: io sono la via. La via della santità, la via della grazia, la via del merito, la via della gloria.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 19/b (= cassetta 43/a). - Per la datazione, cf PM: "... la seconda serie di intenzioni nel pregare Gesù Maestro (...) riguarda la Via..." (cf PM in c22). dAS e dAC (cf c10).

1 Cf Rm 1,24 ss.

2 Cf Mt 7,12.

1 Mt 5,48.

1 Mt 19,21.

2 Mt 19,21.

1 Gv 15,5.

2 2Tm 4,8.

3 Missale Romanum, "Ordo Missae" Dossologia finale della Preghiera eucaristica o canone.

4 At 4,12.

5 Cf DS 2803.

6 Gv 14,6.