28. MOTIVI DI LETIZIA PER LA PIA DISCEPOLA Esercizi Spirituali alle Pie Discepole del Divin Maestro addette all'apostolato liturgico.
Roma, Via Portuense 739, ... agosto 19581
Avanti con fede e con fortezza. Fede nella santificazione corrispondendo alle grazie e fede nella Congregazione nella quale vi è Gesù. E fortezza. Perché, altro è recitare la formula della Professione, altro è poi praticarla. Per questo è anche tanto utile che, specialmente dopo la comunione, si rinnovi la Professione tacitamente, cioè in silenzio, una per una, anche in formula più breve. E a questa rinnovazione vi sono indulgenze. E anche andare avanti in letizia. In letizia, per quali motivi?
Primo, per motivi naturali; e secondo, per motivi soprannaturali. I motivi naturali non sono i più importanti, ma formano la base sopra i quali, poi, stanno i motivi soprannaturali .
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I motivi naturali.
La Congregazione è fondata bene, ed è organizzata bene ed opera bene. La Congregazione ha delle Costituzioni che sono veramente belle, sante e capaci di condurre, chi è fedele, alla santità e al compimento dei vari uffici e apostolati della Congregazione stessa. La Congregazione ha un buon governo, eletto ad unanimità e, sú nell'alto, nell'altissimo posto, ho ricevuto congratulazioni. Oh, naturalmente non possono mancar le pene perché le pene sono, poi, il sigillo, il sigillo che la Congregazione procede bene. E le pene che vengono addosso a una persona, che colpiscono un'anima di buona volontà, sono il sigillo che Gesù è con questa persona, è con quest'anima, perché quando una cosa è segnata dalla croce, ha lo stesso segno con cui noi più frequentemente guardiamo Gesù: è sulla croce.
E organizzata, sia come scelta delle persone, e quindi, la ricerca delle vocazioni è fatta molto giudiziosamente. Le prime prove, e cioè, entrando nell'Istituto, le figliuole, aspiranti, trovano una formazione buona, materna e anche forte e sapiente. Si pensa a formare lo spirito e a formare, coltivare la mente e a indirizzare gradatamente e prudentemente verso l'apostolato. È buono il noviziato, assai. E il segno evidente che Gesù è qui, è nella Congregazione, è il numero crescente di aspiranti, di novizie e di professe nuove, non soltanto in Italia, ma nelle altre nazioni. E il fatto che la Congregazione si espande come una pianta solida che allarga i suoi rami, e dove si espande si vive bene, si vive veramente, si continua a vivere veramente la vita della Pia Discepola, è segno che Iddio guida tutte e che le suore, le quali sono destinate in queste varie regioni, in queste varie nazioni, hanno avuto una formazione buona, una formazione solida che resiste anche ai venti e alle tempeste.
Organizzata bene la formazione spirituale; viene organizzato lo studio, la parte intellettuale. Poiché la formazione consiste sempre in quattro parti: la parte spirituale, prima; secondo, la parte intellettuale; terzo, la parte apostolica, apostolato; e quarto, la formazione umana e religiosa in quanto che anche la vita religiosa ha una parte tecnica, non soltanto spirituale.
Poi, occorre notare che coloro che fanno bene sono liete: si legge sulla fronte, si legge negli occhi la letizia e ogni volta che incontro un gruppo di Pie Discepole, per poco che rimanga a contatto nell'incontro, noto subito la letizia che viene dall'animo. Non è una dimostrazione esteriore che sia una finzione, ma qualche cosa che dall'anima si effonde in tutto l'atteggiamento, come i meriti di una anima, i meriti, la santità di un'anima, la gloria che avrà un'anima in paradiso nel giorno della risurrezione si effonderà nel corpo e produrrà lo splendore, produrrà la immortalità, i doni, in sostanza, del corpo glorioso . Oh, le decisioni sono sempre prese con prudenza. Anzitutto è osservato quel che riguarda il Consiglio: come si deve radunare, come si deve discutere, come si devono fare le elezioni, le ammissioni. Oh, in qualunque società dove le cose procedono in questo modo, si deve avere fiducia.
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Inoltre, i motivi soprannaturali. Aver fiducia per motivi soprannaturali. Il primo motivo è pensare che si lavora per il paradiso, ecco. Labor vester non est inanis1. La vostra fatica, e anche qualche volta, la sofferenza, non è che cada a vuoto, no. Tutto è fatto bene? E allora tutto va sulle porte dell'eternità e ci accompagnerà il premio. Avanti!
Particolarmente, se si va un po' avanti già negli anni, cioè si è già un po' avanzati negli anni, perché allora è segno che ci si avvicina al premio e allora: Motus in fine velocior2. In ultimo la corsa più veloce, spiritualmente, sebbene qualche volta, per l'età, le gambe non siano più così svelte, si capisce. È lo spirito. E allora si guarda con fiducia il tramonto, con volto sereno, tranquillo lo spirito e il cuore, fiduciose d'incontrare Gesù accogliente e invitante: Euge, serve bone et fidelis3: sei stata buona e sei stata fedele ai tuoi voti. Avanti, intra in gaudium domini tui4.
Mai deve prendere la tiepidezza, mai, se si pensa al paradiso, non ci sarà posto. Si diventerà sempre più generose, più obbedienti, più sottomesse, più pronte nelle cose, sempre, perché il premio è vicino, ecco. L'operaio, man mano che si avvicina il sabato, e vedete che si mostra più contento, perché è il sabato, è il giorno della paga. Così, avvicinandosi il premio, sempre più liete. Fiducia nel cielo. «Credo... la resurrezione della carne, credo la vita eterna»5. Premio per il corpo, premio per l'anima.
E come dovrebbe temere la suora quando fu fedele sposa di Gesù Cristo? L'incontro sarà felice. Ha sempre cercato il suo Gesù e Gesù l'ha sempre attesa, non soltanto nel tabernacolo quando veniva, questa suora, alla Visita, ma l'ha sempre attesa lassù vicino a sé. E finalmente giunge, ecco, il momento della intima gioia per la suora, il momento in cui incomincia quella beatitudine che non avrà termine. Oh, se si pensasse al paradiso! Almeno nell'ottava6 dell'Assunzione, pensiamo alla risurrezione finale, pensiamo che in paradiso c'è una Madre che ci aspetta e ci prepara le grazie intanto che siamo sulla terra; pensare che il paradiso non è lontano e giorno per giorno noi diamo dei passi verso la grande meta. E allora, man mano che si va avanti, esser più agili nel servizio di Dio, più pronte nel servizio di Dio, nel compiere i propri uffici e anche nel sopportare sia le pene, sia le prove corporali, sia le prove spirituali.
Vi sono poi anime che il Signore sta preparandosi con particolare cura, comunicando luce speciale, anime che vuol prepararsi, vuol farle operare in una certa direzione e allora permette anche prove esterne e prove interne per purificarle e renderle degne di quella mansione che devono compiere sulla terra e che avranno da compiere in cielo nella glorificazione della Santissima Trinità: mansiones multae sunt in regno Patris mei7.
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Motivi soprannaturali: le grandi grazie che avete. Vengono queste grazie, come da fonte, dal tabernacolo: Haurietis aquas in gaudio de fontibus Salvatoris1. Una suora che faccia bene le Visite, ha sempre un'abbondanza di grazie. La Visita, poi, influirà sul modo di sentir la Messa, sul modo di far la comunione e sul suo lavoro spirituale interiore, sul lavoro di correzione e lavoro di conquista; la divozione a Gesù Ostia, al Maestro Divino, che sta nel tabernacolo per comunicare con l'anima adoratrice; la divozione alla Madre celeste, Maria Madre, Maestra, Regina degli Apostoli. Leone XIII dice che Maria è «Mater Ecclesiae»2. Poi, andando avanti: «Magistra ac Regina Apostolorum»3, Maestra e Regina degli Apostoli.
E vi illuminerà nell'apostolato e l'apostolato sarà solo sorgente di meriti, allora. Sarà veramente un continuo lavoro di carità in carità, perché il culto sia più grandioso, più conveniente e, d'altra parte, le anime ne abbian maggior frutto. Sì, l'apostolato liturgico ben fatto. Poiché, se la suora che attende al servizio sacerdotale pensa e lavora per formare il prete, allora riceve, poi, dal prete, volentieri l'ostia.E poi nell'apostolato liturgico le altre suore penseranno a questo: che il sacerdote abbia le pianete, abbia tutti i paramenti sacri, i calici, le chiese, gli altari, ecc.
La vostra vita è una sorgente continuata di meriti, ed è una effusione continuata di grazie da parte del Signore Gesù, di Maria, di san Paolo, sì. E ogni volta che si lavora per le vocazioni, il Signore dà più grazie per corrispondere alla propria vocazione.
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Poi vi sono i motivi soprannaturali ancora, cioè: i mezzi di grazia che propongono le Costituzioni.
Mezzi di grazia: confessione, comunione, adorazione, l'assistenza di chi guida, il conforto, l'esempio buono delle sorelle, le pratiche di pietà suggerite, consigliate, l'abito sacro che si porta e tutto quell'aiuto che si trova nella convivenza, nella convivenza religiosa. Allora veniamo alla pratica: fede, coraggio e letizia. E così avanti.
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È però necessario che da parte di tutte vi siano certe qualità e si adoperino certi mezzi.
In primo luogo: amare la Congregazione. Quando si ama, non c'è bisogno di tanti consigli, ciascheduna diviene sollecita. L'amore è inventivo, oltre che operoso, inventa mille cose utili per la Congregazione, e per parlar bene della Congregazione e per aiutare la Congregazione. È inventivo l'amore. Non si ferma l'amore. È la tiepidezza, la stanchezza spirituale, lo scontento, che portano quelle fermate che, alle volte, sono penose e per chi veramente si ferma e per chi vede il fermarsi. Quindi: amore alla Congregazione, ma un amore tale che si senta nel cuore. Dare anche la vita per la Congregazione. E alle volte può essere che il Signore accetti l'offerta di qualche vita. E io son persuaso che vi sono state suore che hanno offerto la loro vita come vittime, perché la Congregazione nascesse e perché la Congregazione crescesse e si stabilisse e arrivasse a questo punto di sviluppo e continui a espandersi sempre di più, producendo sempre più opere ed aumentando di persone. Sì, amore alla Congregazione.
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Secondo: essere docili. Docili alle Costituzioni e alle disposizioni. Nelle Costituzioni si dice: «Le Superiore devono esser cambiate ogni tre anni, si può prolungare fino a sei. Poi si deve cambiare»1.
Ora, questo beneficio del cambiare, che è una gran cosa per le superiore, un gran beneficio, una grande grazia, possibilmente si estenda a tutte le suore, che vengano cambiate di Casa e di ufficio, quanto è possibile, per quanto è possibile, affinché nessuna attacchi il cuore a un banco o a una sedia, eh!, ma tutte siano agili nel servizio di Dio e tutte prendano le disposizioni con letizia e riconoscenza. Oh, se devono cambiare le Superiore, perché non cambiare le suddite? Oh, e vi devo dire anche questo, che io non sono stato buono ad approfittar sempre delle esperienze, ma ho veduto che è necessario e si fa sempre un beneficio. Naturalmente bisogna che sia preso con riconoscenza, anche se qualche volta il distaccarsi dal banco sia come un distaccare la fascia, la benda dalla ferita. Ma allora si mostra solo che c'era bisogno di cambiare, eh? perché non si operava più abbastanza per Dio. Povere suore che perdono i meriti, affezionandosi a qualche cosa. Abbiate pietà delle suore, cambiandole. Oh!
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[Terzo,] poi, oltre a questo, non fa bisogno che vi dica di pregare per la Congregazione, perché pregate già, ma voglio dire di pregare molto secondo le intenzioni di chi governa, o in Casa Generalizia, oppure di chi governa nelle Case singole, sparse qua e là. E poi tanto, tanto chi governa nelle Case estere, dove il contatto con chi guida non può essere così frequente. E le lettere hanno il loro valore, le circolari hanno il loro valore, ma i contatti personali sarebbero, forse anche più efficaci. Allora mandare più abbondanza di grazie.
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Poi, (qui non ci sono le Superiore e mi dispiace di non avere detto questo quando han fatto gli Esercizi le Superiore, ma le riferirete): prendere un impegno che entro pochi anni avrete raddoppiato il vostro numero, curando le vocazioni, la ricerca e formazione. Un impegno. Si potrebbe anche determinare una data, per aver raddoppiato il numero delle persone, ma per adesso, non arrivo fino a qui. Però, raddoppiare in poco tempo. La Congregazione va costruendo case qua e là e allora ci vogliono, poi, anche i mezzi materiali per poter accogliere queste nuove vocazioni e potere avere i mezzi per la loro formazione: i mezzi di persona e i mezzi materiali. Sì, per la formazione. Questo proposito lo metterete al fondo della vostra anima, eh? Raddoppiare il numero di persone. Lo porterete come frutto esterno del vostro corso di Esercizi che comunicherete poi anche alle altre sorelle che non sono qui presenti. Avete già i vostri propositi che riguardano la vita spirituale e che riguardano l'apostolato. Ma su questo punto, in modo particolare, desidererei che vi impegnaste. Raddoppiare il numero delle persone in un tempo determinato, e può essere che anche si dica poi in una circolare qualcosa di più, ma intanto il proposito sia fatto così, in forma generale. Se farà poi bisogno, discenderemo a una forma particolare.
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Avanti lietamente. La vostra Congregazione piace a Dio e piace alla Chiesa e piace a quanti l'avvicinano e la conoscono bene. Perché, poi, non dovete pretenderlo che tutti dicano bene, eh? Sarebbe una cattiva raccomandazione, perché han detto tanto male di Gesù e se non dicessero male delle Discepole, stareste contente? Eh, no! Non c'è un discepolo sopra il Maestro1. E le cose che si dicono di male e che veramente corrispondono alla realtà, ci inducano a correggerci. E le cose che si dicono in male che non corrispondono alla realtà, cioè che non sono vere, allora prendiamole come umiliazioni e accettiamole dalla mano di Dio che permette e cambiamole in meriti preziosi, perché ogni volta che Gesù sopportava un'accusa, egli, uniformandosi al volere del Padre celeste, accresceva i suoi meriti, la sua santità. Procurava la nostra redenzione. Compiva la nostra redenzione. Così anche noi.
Vi benedica, dunque, il Signore. Portate fede, coraggio e letizia.
Sia lodato Gesù Cristo.
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E domando solo questo: che vogliate pregare per gli Istituti Secolari. E quelle che possono dare una mano, non si risparmino. Portino a tante anime questo beneficio di orientamento nella vita. Ma siano veramente anime - come dice il Papa - «che brucino di amor di Dio e sappiano tradurre tutta la loro vita in apostolato»1. Non delle fallite nella vita, eh! Non delle fallite, ma delle anime che, invece, san bene cosa si facciano, cosa si fanno e che, tuttavia, non possono o non vogliono, non hanno, in sostanza, quella chiamata di entrare nella vita comune.- Adiutorum nostrum in nomine Domini.
- Iesu Magister Via, Veritas et Vita. Regina Apostolorum. Sancte Paule apostole.
- Benedictio Dei Omnipotentis, Patris et Filii et Spiritus Sancti, descendat super vos et maneat semper.
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1 Nastro 24/c (= cassetta 55/a). - Per la datazione, cf PM: «L'apostolalo liturgico ben fatto...» (cf VV in c237). «Almeno nell'ottava dell'Assunzione pensiamo alla risurrezione finale...» (Probabilmente il PM dicendo «ottava» intendeva dire «novena». Pertanto la data di questa meditazione precede la festa). dAS (cf c237).
1 1Cor 15,58.
2 Cf CAMPANINI-CARBONE, Vocabolario latino italiano, Appendice, «Sentenze e proverbi latini», p. 51.
3 Mt 25,21.23.
4 Mt 25,21.23.
5 Simbolo apostolico.
6 Cf c258.«Almeno nell'ottava dell'Assunzione pensiamo alla risurrezione finale...». (Probabilmente il PM dicendo «ottava» intendeva dire «novena». Pertanto la data di questa meditazione precede la festa).
7 Gv 14,2.
1 Is 12,3.
2 LEONE Xlll, Adiutricem populi christiani, 1895.
3 LEONE Xlll, Adiutricem populi christiani, 1895.
1 Costituzioni delle PD (1948), art. 367.
1 Cf Lc 6,40.
1 Cf PIO XII, cost. apost. Provida Mater Ecclesia, 2 febbr. 1947.