Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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10. LE COSTITUZIONI (I)
Esercizi Spirituali (14-23 marzo 1958) alle Pie Discepole del Divin Maestro insieme al gruppo formazione.
Roma, Via Portuense 739, 20 marzo 19581
Il Veni Creator che si recita prima della meditazione è recitato a tre fini: il primo è di adorare il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, in modo particolare fermandoci sopra la missione dello Spirito Santo in riguardo a noi: missione di luce e missione di carità e missione di forza soprannaturale. Adorare la Santissima Trinità, onorare in modo particolare la Terza Persona della Santissima Trinità. In secondo luogo, per chiedere la luce necessaria: che il Signore illumini la mente e ecciti i nostri sentimenti alla pietà, all'amor di Dio e fortifichi la volontà nostra. In terzo luogo, per raccoglierci in Dio.
La meditazione ha soprattutto il fine di fortificare la volontà. Fortificarla, perché la istruzione, la lettura spirituale, tendono a illuminar la mente, ma noi abbiam bisogno poi, di passare all'opera. Il Signore dat velle et posse pro bona voluntate2, il Signore dà il volere e il potere a secondo che noi mettiamo anche di impegno. E allora, fortificati dalla meditazione e poi unite a Dio per mezzo della Messa e particolarmente per mezzo della comunione, si incomincia bene la giornata.
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Una considerazione, stamattina, sopra le Costituzioni. Che cosa sono le Costituzioni? Sono la regola fondamentale dell'Istituto. La regola fondamentale, la quale poi viene applicata in varie maniere: primo, con l'interpretazione che viene data da chi guida la comunità; in secondo luogo, è interpretata dagli usi che si sono introdotti, gli usi buoni che si sono introdotti col passar degli anni; e, in terzo luogo, con le decisioni e le disposizioni che vengono prese. Tutto, però, va sempre dato, fatto in conformità a ciò che è il fondamento: le Costituzioni.
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Nel governo vi è la Costituzione, che è la legge fondamentale e breve, dà piuttosto i principi; ma poi, sopra la Costituzione si formano le leggi e per le leggi si formano i regolamenti e dopo i regolamenti vengono le circolari, le disposizioni particolari; poi vi sono le applicazioni nei casi singoli. Così, nella Chiesa vi è un governo, negli Istituti vi è un governo, perché la Chiesa è società perfetta e soprannaturale e l'avere un governo è essenziale. Se non c'è un governo, non ci può esser società. E così gli Istituti religiosi sono tutti società. Società di persone che si mettono assieme a due fini, e cioè: per la santificazione propria, di ciascheduno dei membri, e per la santificazione della comunità e per l'esercizio di un determinato ufficio, apostolato, nella Chiesa. Perciò la Chiesa ha il suo Diritto Canonico e le leggi della Chiesa sono state codificate e comunicate a tutta la cristianità, a tutta la cattolicità. E così ogni Istituto ha le sue leggi fondamentali e sono stabilite, precisate nelle Costituzioni. Tutto quel che vien poi disposto deve essere ispirato e guidato dalle Costituzioni e dev'essere applicazione pratica delle Costituzioni. Questo per esporre quello che possiamo chiamare tecnica o quello che possiamo chiamare indirizzo generale.
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Andando, poi, allo spirito, le Costituzioni sono presentate alla Chiesa e giudicate con serenità, con ponderatezza; poi, approvate dalla Chiesa stessa e, dal Papa consegnate agli Istituti perché vengano osservate. Perciò le Costituzioni ci mettono in diretta dipendenza dal Vicario di Gesù Cristo, il quale rimane così il supremo Superiore. E allora i religiosi e le religiose di diritto pontificio devono attendere dalla Santa Sede il pensiero che la Santa Sede ha, accettare tutto quello che la Santa Sede dispone e considerare che la propria sottomissione, la sottomissione di ogni giorno equivale alla sottomissione a Gesù Cristo, al Vicario di Gesù Cristo, cioè a Gesù Cristo stesso. E si può dire, allora, con realtà: Qui vos audit, me audit, qui vos spernit, me spernit1: chi ascolta voi, ascolta me, - dice Gesù - e chi disprezza voi, disprezza me. Accettare, allora, le Costituzioni con spirito soprannaturale, considerando che in esse è intervenuto lo Spirito Santo, la sua luce, e che in esse vi è il mezzo pratico per la santificazione.
La religiosa non può trovare altra via di santificazione che l'osservanza delle sue Costituzioni. Non vi è spiritualità che debba abbracciare, non vi è indirizzo che si debba accogliere che non sia conforme alle Costituzioni. L'indirizzo per la pietà, l'indirizzo per gli studi, l'indirizzo per l'apostolato, l'indirizzo per le amministrazioni, per l'organizzazione dell'Istituto, quello è obbligatorio. Fuori di lì, la religiosa potrebbe anche fare dei buoni passi, ma extra viam2. Fare dei passi, ma non seguir la strada, vuol dire non arrivare alla meta, vuol dire andar per traverso. E se si vorrà di nuovo raggiungere seriamente la meta, allora è necessario che si ritorni nella osservanza religiosa, cioè nell'osservanza delle Costituzioni.
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Può essere che una persona dica: Ma io ho il modo di ragionare, io ho anche la mia personalità. Per la religiosa ci deve essere la personalità e una personalità distinta, forte, illuminata; ma è solamente la personalità del proprio Istituto, non ce n'è altra. Le altre cose son passi fuori di strada. Su questo punto, particolarmente ai nostri giorni, vi sono degli errori, qualche volta fondamentali. Si chiama col bel nome di «personalità» ciò che è bizzarria, ciò che è capriccio, ciò che è passione, ciò che è errore, tante volte. La personalità del religioso, della religiosa è: «in Cristo e nella Chiesa»1. Non in una forma generale, perché non si segue solo la vita religiosa, no, ma si segue la vita religiosa delle Pie Discepole del Divin Maestro. Ecco la personalità. E allora la personalità consiste:
1. capire bene le Costituzioni, capire bene la propria vocazione, lo spirito di essa, gli impegni che porta, i vantaggi che ha, i motivi perché è stabilito questo o quello, perché è dato questo o quell'apostolato. Primo essere molto illuminate da Dio. Si vorrebbe accusare le Costituzioni che rendono la vita schiava? Non c'è vocazione, allora. Prendi un'altra via. La personalità è, in primo luogo, costituita dall'intelligenza delle Costituzioni, dal fine, dello spirito, dei mezzi, dell'organizzazione, degli apostolati, tutto quel che costituisce quella vita determinata. Non vocazione religiosa soltanto, ma vocazione alla Congregazione delle Pie Discepole di Gesù Maestro. Per essere soltanto religiose bisognava prendere un'altra via.
2. la personalità è costituita dal rendersi conto della bellezza della propria vocazione, delle proprie Costituzioni. Rendersi conto e mettervi il cuore.
3. ordinar la volontà a vivere le Costituzioni, a uniformare la vita alle Costituzioni e alle Costituzioni come vengono interpretate dagli usi e dalle circolari e dalle disposizioni che vengono date man mano che è necessario, affinché la religiosa acquisti dei meriti, perché se sta in un posto e non ne ha lo spirito, i meriti della sua vita son pochi.
E siccome vi è una falsa idea, una idea, purtroppo, sostenuta anche talvolta da chi non dovrebbe sostenerla, circa la personalità, così oggi è necessario ristabilire l'autorità di Dio, l'autorità della Chiesa. Stabilire che entrare in un Istituto vuol dire abbracciare fino al fondo quello che vuole l'Istituto, fino al fondo le Costituzioni e gli usi e le disposizioni, gli uffici e il modo di compierli, i vari apostolati. Vuol dir donarsi, vuol dire; ecco. E donare, mente e volontà e sentimento e anche forze fisiche, a Dio, a Dio.
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La personalità di una Pia Discepola non può essere altro che quella che è determinata nelle Costituzioni, che sono il Vangelo - come dice il Papa - ridotto alla pratica, cioè come si deve applicare e vivere in un determinato Istituto. La mania delle riforme, la mania di contraddire a quello che è disposto, la mania di giudicare, di condannare, il lasciarsi attirare da altri che seguono le proprie idee, o, meglio, il proprio capriccio e la propria falsa strada, è cosa che, non solo mette l'anima fuori della strada del perfezionamento, ma anche è un continuo seminare cattivo esempio, quando non è seminare scandali e divisioni. Nemici dell'Istituto sono sempre quelli che, in primo luogo e sotto aspetto spirituale, seminano altri modi di fare, altri indirizzi, altre idee; e sebbene tante volte lo facciano, per quasi pretesto, sotto aspetto di miglioramento, è un miglioramento che è un peggioramento. È il miglioramento che voleva ottenere Eva quando, curiosa di sapere anche il male, non di saper solo il bene, ha mangiato il frutto proibito. E che vantaggio ha avuto? Il peccato e la morte dell'anima e poi la condanna pronunziata da Dio sopra di lei, sopra di tutta l'umanità1.
Dubitare sempre di chi eleva e magari si mette in quella posizione che si può chiamare: opposizione.
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Quali sono i pregi della vostra regola, o meglio, delle vostre Costituzioni? I pregi, prima di tutto, sono questi:
[1.] La soprannaturalità. Perciò, non è cosa umana. Non è che una persona si sia fissata di volere una cosa e dare un indirizzo. È il volere indovinare la via della perfezione e seguirla in dipendenza da Gesù Cristo e dalla Chiesa.
Se si è letto il foglio che è stato scritto dal vicario della Pia Società San Paolo1, poco tempo fa, avrete trovato quelle espressioni che sono tratte dai libri e sono approvate dalla autorità ecclesiastica. Quando vi è una fondazione e la Chiesa approva il pensiero, l'indirizzo, quello che è stato detto in ordine a quell'Istituto, se vi è l'approvazione della Chiesa, coloro che stanno alla base dell'Istituto possono anche richiamare e dire: questo piace a Dio, perché è approvato dalla Chiesa e si deve seguire.
Èuna posizione diversa tra la condizione in cui vi troverete quando non ci sarà più colui che ha raccolte le figlie e che ha avviato il vostro Istituto e la posizione che avete attualmente2. Occorre che camminiate sempre con sapienza e anche se si è fatto qualche cosa di contrario, e questo è debolezza di uomini, non è la volontà del Signore. Considerarle sempre, le Costituzioni, quindi, in ordine a Dio, in ordine alla volontà di Dio sopra di voi.
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2. Le Costituzioni sono molto ben fatte e si distinguono fra molti Istituti; quindi, anche sotto questo aspetto, occorre stimarle e seguirle. E sono state messe ad esempio per altri Istituti in formazione. Le Costituzioni, poi, sono discrete e moderne, in quanto non esigono cose straordinarie e sacrifici e penitenze gravi, quasi insopportabili e forse non più tanto adatte alla debolezza delle costituzioni, cioè della salute, oggi, poiché noi viviamo nel secolo nostro. E non si è nati nel 1200, nel 1300. Sono discrete nelle disposizioni.
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3. Le Costituzioni tendono sempre a utilizzare tutte le forze che vi possono essere in una persona, quindi sono complete, esigono, cioè, il pieno esercizio di virtù, il pieno ossequio a Gesù di mente, di cuore, di forze, di volontà, il pieno, in maniera che la vita finisca con l'essere in Cristo ed essendo in Cristo è nella Chiesa, la quale è il corpo mistico di Gesù Cristo. Perciò in questo senso, le vostre Costituzioni portano l'anima a una libertà, da una parte, una libertà di camminare, cioè, di penetrare le cose soprannaturali, sempre guidate, però, dalle Costituzioni stesse e, dall'altra parte, favoriscono uno svolgimento del sentimento soprannaturale, dell'amore vero a Gesù Cristo e fortificano il carattere, fortificano la volontà perché si viva realmente, si pratichi la vera virtù.
Non vi siano solamente delle esteriori osservanze, ma «tutto» l'essere vada a Dio e tutta la persona s'innesti in Cristo Via Verità e Vita. Allora: vivit vero in me Christus1, si potrà dire. Vive in me Gesù Cristo. E ognuna diviene, davanti a Dio, un'ostia, perché c'è l'offerta totale dell'essere al Signore, ostia che accompagna l'Ostia divina. E allora la Messa liturgica ha il suo senso pieno, pieno perché la Messa liturgica ci porta a vivere Gesù Cristo offrendogli la mente e il sentimento, il cuore e la volontà e le forze. Eh, quale tesoro avete nelle vostre Costituzioni!
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E allora seguono le applicazioni, anche brevemente, ma d'altra parte già altre volte espresse. Primo: leggerle, meditarle e comprenderle; secondo: amarle, amarle intimamente e considerando in esse la vera direzione vostra. La direzione che dovete ricevere solamente in questo senso: di viver meglio la vostra vocazione, cioè le vostre Costituzioni, si riduce qui sostanzialmente. E potrà aggiungersi: avere qualche lume e qualche aiuto per meglio osservar le Costituzioni, ma il fine è quello. Non c'è perfezione per la Pia Discepola che non sia la perfezione nell'osservanza delle Costituzioni. O viverle totalmente o rinunziare ad essere veramente sante religiose, a esser sante. Poi, praticarle, in terzo luogo, con amore, con gioia e dare importanza all'interpretazione che viene data, leggendo sempre tutto davanti a Gesù nella Visita. Allora la pratica sarà molto più facile. E poi, e poi se sarete fedeli, riceverete il centuplo sulla terra, il centuplo di grazie e possederete la vita eterna1.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 21/a (= cassetta 46/b). - Per la datazione, cf PM: «... una considerazione, stamattina, sopra le Costituzioni» - dAS 20/3/1958: «Celebra [il PM] verso le 4,30; dopo va dalle PD in via Portuense. Rimane circa tre ore: predica alle suore degli Esercizi». - dAC (cf c38).

2 Fil 2,13.

1 Lc 10,16.

2 S. AGOSTINO (354-430).

1 Ef 5,32.

1 Cf Gn 3,1ss.

1 Vicario generale della PSSP, era in questo periodo di tempo, il sac. Damaso Zanoni, nato nel 1912, sacerdote dal 1937.

2 Cf lo scritto «Seguire il Fondatore» in San Paolo, marzo 1958, pp. 2-3.

1 Gal 2,20.

1 Cf Mt 19,29.