Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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GIORNO XX
CONDIZIONI PER L’ACQUISTO
DELLE SANTE INDULGENZE


Le sante indulgenze sono la partecipazione nostra al Sacro Tesoro della Chiesa. Questo tesoro è formato dai meriti di N.S. Gesù Cristo e dei Santi. Per questa partecipazione: 1° noi soddisfiamo ai debiti di pena che abbiamo con la Divina Giustizia; 2° possiamo offrire la medesima soddisfazione al Signore per le anime penanti nel purgatorio.
La Chiesa ci propone una grande ricchezza di indulgenze; ma quali sono le condizioni per acquistarle?

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Per acquistare le indulgenze è necessario:
1. Essere battezzati, non scomunicati, sudditi di chi le concede ed in istato di grazia.
a) Le indulgenze sono l’applicazione dei tesori della Chiesa; e perciò si possono applicare soltanto ai membri della Chiesa: come un membro, per partecipare alla vitalità del corpo, occorre sia unito ad esso. Gli infedeli, i giudei, i catecumeni non sono ancora membri della Chiesa; gli scomunicati non
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lo sono più; perciò tanto gli uni che gli altri sono esclusi dalle indulgenze. Occorre che divengano prima membri sani del corpo mistico di Gesù Cristo, che è la Chiesa.
b) Sudditi di chi concede le indulgenze. Infatti l’indulgenza è un atto di giurisdizione, importando assoluzione. Perciò: le indulgenze concesse dal Papa sono per i fedeli di tutto il mondo; essendo tutti i fedeli soggetti alla giurisdizione del Papa. Le indulgenze concesse dal Vescovo invece sono per i suoi diocesani. Tuttavia, poiché l’indulgenza è legge di favore, ovvero un dono, perciò, se nella concessione non vi è restrizione, l’indulgenza concessa da un Vescovo può essere acquistata da tutti i forestieri che vengono in diocesi; ed anche da diocesani che si trovino fuori diocesi per qualche tempo. Che se le indulgenze sono concesse a qualche comunità, i soli membri di essa possono lucrarle.
c) Che vi sia lo stato di grazia. È necessario che chi acquista le indulgenze, almeno quando compie l’ultima opera pia, si trovi senza colpa grave su la coscienza e possibilmente con il cuore distaccato da ogni affetto al peccato, altrimenti l’indulgenza non si lucra. E perché? Perché la pena non si può rimettere prima che venga rimessa la colpa. Anzi è assai buona cosa che allorché si tratta di placare il Signore, tutte le opere prescritte siano fatte in grazia di Dio. Come può placare chi con i suoi peccati muove anzi Dio a sdegno?
Nella concessione di certe indulgenze parziali
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si suole inserire la dicitura «con cuore contrito». Ciò significa che occorre essere in grazia; non già che chi è in tale stato debba fare un atto di contrizione. Parimenti la dicitura: «nella forma consueta della Chiesa» vuol dire: che l’indulgenza si concede ai contriti di cuore, cioè a quelli che già ebbero il perdono della pena.
Le indulgenze non si possono applicare per i viventi. Ma vi è una questione notevole fra i teologi; per acquistare indulgenze ai defunti è anche necessario lo stato di grazia? Ciò è dubbio: perciò chi vuol essere sicuro di lucrarle, farà bene a mettersi in grazia di Dio.

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2. Occorre l’intenzione di acquistarle, in secondo luogo. L’intenzione basta che sia generale. Infatti un benefizio si concede a chi sa e vuole riceverlo. Intenzione generale si ha da ogni fedele, il quale nelle opere di religione desidera acquistare tutte le indulgenze che vi sono annesse, ancorché non sappia proprio dettagliatamente quali siano.
L’intenzione basta che sia virtuale, cioè: avere avuta una volta in vita intenzione di acquistarle, senza che più in seguito sia stata ritrattata. Non è invece sufficiente l’intenzione interpretativa; poiché questa, di fatto, mai si è avuta. L’indulgenza plenaria in articulo mortis, cioè in punto di morte, si lucra anche dal moribondo, di cui si può presumere che avrebbe avuto tale intenzione.
Ma S. Alfonso con S. Leonardo da Porto Maurizio
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esortano a mettere ogni mattina, od almeno di tanto in tanto, l’intenzione di acquistare tutte quelle indulgenze che sono annesse alle opere e preghiere che si faranno. Se si tratta di indulgenza plenaria è anche necessario che il cuore sia distaccato da ogni affetto al peccato veniale: poiché finché rimane l’affetto non può rimettersi la pena dovuta pel peccato. È però bene osservare che l’indulgenza plenaria che non può venir acquistata come tale per qualche affetto al peccato veniale, sarà almeno acquistata parzialmente.


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3. In terzo luogo è necessario compiere le opere prescritte: nel tempo, modo, integralmente e per quel determinato motivo.
a) Nel tempo prescritto. Il tempo utile, per visitare una chiesa recitando preghiere a mente del Sommo Pontefice, va dal mezzodì del giorno precedente, alla mezzanotte del giorno seguente.
Invece per le altre preghiere e pie opere (come sarebbe fare il catechismo, una pia lettura, una meditazione) il tempo utile va: da mezzanotte alla mezzanotte. Che se però si tratta di giorno festivo cui viene annessa l’indulgenza, le pie opere e pie preghiere si possono già fare dai primi vespri (circa le due pomeridiane) del giorno precedente, fino a notte del giorno seguente. Le visite alla chiesa però si possono sempre cominciare da mezzodì del giorno precedente.
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La Confessione e la Comunione si possono ordinariamente anticipare.
b) Nel modo prescritto. Poiché, se le preghiere si devono fare in ginocchio, ciò si deve osservare. È necessario che l’atto sia posto consapevolmente; non a caso, per errore, per forza, ecc.
Le opere sono personali; non si possono cioè fare da altra persona, ancorché la si volesse pagare. Eccetto che l’opera, pur rimanendo personale, possa compiersi da altri; ad esempio, se il padrone facesse elargire l’elemosina dalla persona di servizio.
c) Integralmente. E, cioè, sostanzialmente intere. Chi nella recita del Rosario omettesse un Pater od Ave, acquista ancora l’indulgenza. Chi invece omettesse un Pater ed Ave quando ne sono prescritti cinque, omette già una parte relativamente importante e non può lucrare.
Se viene, fra le opere, prescritto il digiuno, non può lucrare la indulgenza chi l’omette, benché per ignoranza o impotenza (come sarebbe in un vecchio); è necessaria allora una legittima commutazione.
d) Per il determinato motivo della Indulgenza. Come principio generale difatti sta che con un’unica moneta non si possono pagare due debiti, corrispondenti ciascuno a quell’unica moneta. E cioè: se due sono le obbligazioni, non può un unico atto soddisfarvi: per esempio il digiuno di una vigilia, la Messa festiva, non possono servire e per l’adempimento del precetto e per il giubileo, se tali
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pie opere vi fossero prescritte. La Penitenza Sacramentale può, però, servire e a compiere l’obbligo derivante dal Sacramento ed a lucrare l’indulgenza. Con la stessa opera, cui siano annesse indulgenze sotto varii aspetti, non si possono acquistare più indulgenze, ma una sola; vi è una speciale concessione per la recita del S. Rosario, in cui si possono cumulare le indulgenze dette dei P.P. Cruciferi e quelle dette dei P.P. Predicatori.

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4. Le opere, comunemente prescritte, sono: Confessione, Comunione, visita ad una chiesa, preci vocali. Spesso vengono fissate altre opere, però; specialmente ciò avviene quando occorre il Giubileo.
a) Circa la Confessione vi sono alcune avvertenze: i fedeli soliti a confessarsi due volte al mese e comunicarsi almeno
cinque volte per settimana, possono acquistare tutte le indulgenze che richiederebbero confessione e comunione (eccettuato soltanto il Giubileo). Inoltre la confessione basta che sia fatta nella settimana precedente o nell’ottava seguente al giorno cui venne fissata l’indulgenza.

La Confessione, sebbene non richiesta per certe indulgenze, tuttavia in pratica occorre; giacché è posta la clausola «contriti e confessati» o «alle solite condizioni». Ma in questi casi chi usa confessarsi e comunicarsi, come sopra si è detto, può lucrare le indulgenze.
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b) Circa la Comunione. È la parte migliore; giacché assicura le disposizioni del cuore per avere le sante indulgenze. Il Viatico serve come Comunione per l’acquisto delle indulgenze anche del Giubileo; ma la Comunione Spirituale non è sufficiente. Essa può riceversi o nel giorno cui è fissata l’indulgenza, o alla vigilia o negli otto giorni successivi. La Comunione poi ha una particolarità: una sola Comunione basta per lucrare tutte le indulgenze plenarie che possono ricorrere nella giornata. Infatti essa è l’unica opera che non si deve ripetere per lucrare le indulgenze, ancorché queste siano distinte e per ognuna si richieda la Comunione; solo è necessario ripetere tante volte le altre opere, quante sono le indulgenze che si vogliono lucrare.


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5. Per i Defunti vi sono poi due condizioni speciali da osservarsi perché loro siano applicate le indulgenze. Cioè: è necessario che siano state concesse come applicabili ai defunti, e questo può soltanto farlo il Papa; ed in secondo luogo occorre che chi le acquista metta l’intenzione di applicarle davvero; o volta per volta, od almeno un’intenzione abituale.

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6. Inoltre: vengono spesso prescritte preghiere vocali: allora è necessario farle con la bocca, giacché l’orazione mentale sarebbe insufficiente. Che se sono da farsi in una chiesa, tale condizione è necessaria per l’acquisto; né possono servire preghiere
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già obbligatorie per altro motivo, come la penitenza sacramentale. Si possono recitare in qualunque lingua, alternativamente con compagni; pei sordomuti e per i malati si suol fare la commutazione. Generalmente, quando sono prescritte le preghiere senza determinazione precisa, occorrono e bastano cinque Pater, cinque Ave e cinque Gloria.
I fedeli ascritti a qualche confraternita possono lucrare le indulgenze, purché mettano le opere prescritte; ancorché non abbiano osservato gli statuti delle confraternite stesse.

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Adriana, cugina di S. Margherita da Cortona e sua confidente, sino dalla gioventù, essendo desiderosa di conseguire la celebre indulgenza della Porziuncola, si portò in Assisi, alla chiesa della Madonna degli Angeli, ove, entrata il 2 agosto, fu sì oppressa dalla calca di gente che in tale giorno vi concorreva, che subito dopo il ritorno in Cortona, tormentata da violentissimi dolori di fianchi, morì. Non poté S. Margherita trattenere le lacrime per la morte di sua cugina e, mentre raccomandava al Signore l’anima di lei, ebbe da Gesù Cristo questa rivelazione: «Non piangere più l’anima della tua Adriana, giacché per i meriti grandi dell’indulgenza, conseguiti da lei in S. Maria degli Angeli, io l’ho ammessa alla gloria dei Beati».

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S. Maria Maddalena de’ Pazzi aveva assistito
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con somma carità alla morte di una consorella, a cui le monache non solo furono sollecite di fare i consueti suffragi della Religione, ma di applicare ancora le sante indulgenze che correvano in quel giorno. Restava esposto nella chiesa il cadavere; e dalle grate, con affetto di tenerezza e di devozione, lo guardava Maria Maddalena, implorando requie e pace alla defunta, quando vide l’anima di lei innalzarsi verso il Cielo per ricevervi la corona dell’eterna gloria. Non poté la Santa trattenersi dall’esclamare: «Addio, sorella, addio, anima beata; prima tu in cielo che il corpo tuo nel sepolcro. Oh, felicità! oh, gloria! negli amplessi del divino Sposo ti sovvenga di noi, che sospiriamo in terra!».

Mentre così diceva, apparve Gesù per consolarla, dichiarandole che in virtù delle indulgenze, quell’anima era stata liberata così presto dal Purgatorio ed ammessa in Paradiso. Laonde tanto fervore si accese in quel monastero per l’acquisto delle sante indulgenze, che si aveva quasi a scrupolo il lasciarne alcuna.
Una scintilla di quel santo fervore si accenda nei nostri petti.

PRATICA: Tra le orazioni indulgenziate vi sono: il segno di croce, l’Angelus, gli atti di fede, speranza, carità. Abituarci a fare e dire devotamente.

GIACULATORIA: O anime sante del Purgatorio, noi preghiamo per voi; ma voi che siete già sicure della salvezza, pregate per noi che ci troviamo ancora in tanti pericoli di perderci.
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FRUTTO


Per la Comunione quotidiana

O Vergine Maria Nostra Signora del Santissimo Sacramento, gloria del popolo cristiano, letizia dell’universa Chiesa, salute del mondo, pregate per noi e ridestate nei fedeli tutti la devozione verso la Santissima Eucaristia, affinché si rendano degni di riceverla quotidianamente.

300 giorni ogni volta. (Pio X, 23 gennaio 1907).


Alla Sacra Famiglia

Gesù, Giuseppe e Maria, vi dono il cuore e l’anima mia. – Gesù, Giuseppe e Maria..., etc.

200 giorni ogni volta per le tre. (Pio X, 28 aprile 1907).


Gesù, Maria, Giuseppe.
7 anni e 7 quarantene ogni volta. Plenaria con confessione e comunione soltanto o con sola comunione per quelli che fanno la comunione quotidiana. (Pio X, 8 giugno 1908).
NOTA. Questa è la giaculatoria più ricca d’indulgenze.

Agli Angeli

Angelo di Dio, che siete il mio custode, illuminate, custodite, reggete e governate me affidato a voi dalla pietà divina. Così sia.

100 giorni ogni volta. Plenaria al mese.
Plenaria in art. mortis per chi l’avrà detta spesso.

(Pio VII, 11 maggio 1821).


O Spiriti Angelici, che custodite i nostri Tabernacoli, ove riposa il Pegno adorabile del divino Amore,
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difendetelo dalle profanazioni degli uomini iniqui che tentano derubarlo e conservatelo al nostro amore.

300 giorni ogni volta. (Pio X, 16 luglio 1908).


A Dio, a Nostro Signore, alla Madonna,
a tutti gli Angeli e Santi insieme


Dio sia benedetto. – Benedetto il suo Santo, ecc. (come dopo la Benedizione col SS. Sacramento, per riparare le bestemmie).

Indulgenza di un anno ogni volta.
Plenaria una volta al mese in un giorno ad arbitrio,
a chi l’avrà recitato per un mese, alle solite condizioni.

(Pio VII, 23 luglio 1801; Pio IX, 8 agosto 1847).


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