Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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DECRETO INTORNO AL PURGATORIO
DEL SANTO CONCILIO DI TRENTO


«Poiché la Chiesa pienamente ammaestrata dallo Spirito Santo, e secondo le sacre Lettere e l’antica Tradizione dei Padri nei Concilii sacri ed ultimamente nel Concilio ecumenico, ha insegnato che il Purgatorio esiste e che le anime quivi detenute sono aiutate e soccorse dai suffragi dei fedeli, e principalmente dal Sacrificio accettabile legittimo dell’altare; il Santo Concilio ordina che i Vescovi mettano la loro diligenza ed i loro sforzi, acciocché questa sana dottrina sul Purgatorio, trasmessa dai Santi Padri e dai Concilii sacri, sia tenuta di fede, ammessa ed accettata, insegnata e predicata in tutti i luoghi; che i Vescovi abbiano cura e veglino acciocché i suffragi dei fedeli viventi, i Sacrifici delle Messe, le Preghiere, le opere di misericordia e le altre opere di pietà che i fedeli sono soliti a compiere per gli altri fedeli defunti, si facciano piamente, devotamente, secondo le istituzioni della Chiesa; come le opere dovute per giustizia a queste anime, secondo i lasciti dei testatori o per altri motivi, siano compiute ed eseguite non per ragione di interesse, ma con cura e diligenza, sia dai Sacerdoti, dai ministri della Chiesa, e sia da tutti gli altri che vi sono tenuti ed obbligati» (Santo Conc. di Trento, sess. XXV).1
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1 A questo classico testo tridentino aggiungiamo, per un aggiornamento, alcuni tratti della Costituzione dogmatica sulla Chiesa “Lumen Gentium” del Concilio Vaticano II: «Unione della Chiesa peregrinante con la Chiesa celeste. – Fino a che il Signore non verrà nella sua gloria... e, distrutta la morte, non Gli saranno sottomesse tutte le cose, alcuni dei suoi discepoli sono pellegrini sulla terra, altri stanno purificandosi, e altri godono della gloria, contemplando chiaramente Dio uno e trino, qual è; tutti però, sebbene in grado e modo diverso, comunichiamo nella stessa carità di Dio e del prossimo e cantiamo al nostro Dio lo stesso inno di gloria» (n. 49). – «La Comunione della Chiesa peregrinante con la Chiesa celeste si attua specialmente nella sacra Liturgia. – La Chiesa dei viatori, riconoscendo questa comunione di tutto il Corpo Mistico di Gesù Cristo, fino dai primi tempi coltivò con grande pietà la memoria dei defunti e, “poiché santo e salutare è il pensiero di pregare per i defunti perché siano assolti dai peccati” (2Mac 12,46), ha offerto per loro anche suffragi» (n. 50). – «Alcune esortazioni pastorali. – La veneranda fede dei nostri maggiori circa il vitale consorzio con i fratelli che sono nella gloria o ancora dopo la morte stanno purificandosi, questo Sacrosanto Concilio la riceve con grande pietà e nuovamente propone i decreti dei Sacri Concili: Niceno II, Fiorentino e Tridentino. E insieme, con pastorale sollecitudine, esorta tutti quelli a cui spetta, perché, se si fossero infiltrati qua e là abusi, eccessi o difetti, si adoperino per toglierli o correggerli, e tutto ristabiliscano per una più piena lode di Cristo e di Dio. Insegnino dunque ai fedeli che il vero culto non consiste tanto nella molteplicità di atti esteriori, quanto piuttosto nell’intensità del nostro amore fattivo» (n. 51).