Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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GIORNO XIX
PER EVITARE IL PURGATORIO
E PER SUFFRAGARE LE ANIME PURGANTI


Le indulgenze in generale 1


Fra i molti mezzi per soddisfare la Divina Giustizia in causa dei nostri peccati ha molta importanza quello detto delle indulgenze. Dio infatti può venire soddisfatto a mezzo della preghiera, a mezzo della elemosina, pazienza, ecc. Qui predomina la parte nostra, cioè la giustizia. Nella penitenza sacramentale e nella indulgenza predomina la misericordia di Dio.
Che cosa sono le indulgenze?
Quali i vantaggi delle indulgenze?
Quali le premure della Chiesa e quali le nostre per le indulgenze?

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Le indulgenze sono: la remissione della pena temporale, ancora dovuta a Dio per i peccati nostri già perdonati; [remissione] che la Chiesa concede ai fedeli per l’applicazione dei meriti di Gesù Cristo e dei Santi, fuori del Sacramento della penitenza. Conseguenze:
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Prima di tutto: è necessario che la persona sia perdonata dal peccato, cioè dalla colpa e dalla pena eterna, se vuol venire perdonata dalla pena temporale.

Le indulgenze si possono concedere solo dalla Chiesa.
Nell’indulgenza risplendono la giustizia e la misericordia di Dio: la giustizia, poiché si offrono i meriti di N.S. Gesù Cristo e dei Santi in soddisfazione; la misericordia, poiché Iddio li accetta in luogo della penitenza che si dovrebbe fare da noi.
Anche nel Sacramento della penitenza vi è la soddisfazione; ma quella è la penitenza imposta dal confessore ed ha il suo valore speciale per la virtù del Sacramento. Questa è una soddisfazione che vien data fuori, per speciale benignità della Chiesa.
Chi riceve l’indulgenza non viene liberato dai suoi obblighi speciali; ché, anzi, è tenuto anche più strettamente ad osservarli. Specialmente: l’evitare le occasioni di peccato; restituire la fama o le sostanze tolte al prossimo; l’emendare la vita con tutti i mezzi che si devono prendere.
Le indulgenze si possono acquistare per noi e per le anime del Purgatorio; ma non si possono dai fedeli applicare ad altri fedeli ancora viventi.

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La benignità della Madre Chiesa, che interpreta la misericordia del Cuore di Gesù, ci propone tante e svariate indulgenze.
L’indulgenza può essere totale o plenaria, la quale secondo la intenzione della Chiesa può liberare
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l’anima da ogni debito di pena; può essere parziale, come l’indulgenza di sette anni e sette quarantene, per cui si intende di togliere quella pena che si sarebbe tolta con un digiuno di sette anni e 7 volte 40 giorni in pane ed acqua, come si era soliti imporre una volta, a norma dei Canoni.
La indulgenza può essere reale, personale, locale. La indulgenza reale è annessa a qualche oggetto che si può trasportare, come croci, medaglie, rosarii, ecc.; la indulgenza locale è annessa ad un luogo, come sarebbe una chiesa, un oratorio; la indulgenza personale è annessa a persone o comunità, come sono le confraternite, i fedeli in generale, ecc.
Le indulgenze possono anche venire più o meno largamente estese nel tempo, per esempio: le indulgenze perpetue, come sarebbe un altare privilegiato perpetuo, e le indulgenze temporanee, come sarebbe un’indulgenza concessa per il mese del Sacro Cuore di Gesù o delle Anime purganti. Come pure può estendersi a tutta la Chiesa od a qualche parte soltanto di essa, e così vi sono le indulgenze per chi recita certe preghiere dopo la Comunione per tutti i fedeli, e certe indulgenze per una diocesi, una confraternita, ecc. ecc.

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La Chiesa può concedere questa remissione di pena, sotto forma di indulgenza? Certamente: ed è questa una verità di fede; come è di fede che le indulgenze non sono inutili.
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Essendo venuto fuori Lutero, dopo tanti secoli dacché la Chiesa concedeva le indulgenze, a predicare che le indulgenze sono inutili e che la Chiesa non può concederle, il Concilio di Trento definì: che è fuori della Chiesa chi alla Chiesa nega tal potere o dice inutili tali indulgenze. È però diverso il modo onde la Chiesa concede le sacre indulgenze per i vivi o per i defunti: ai vivi per modo di assoluzione, ai defunti per modo di suffragio. La Chiesa ha sui vivi un potere diretto e per essi pronuncia una sentenza di assoluzione, che viene confermata in cielo: «Ciò che scioglierete su la terra, sarà assolto in cielo» [cf. Gv 20,23]. Allorché invece si tratta dei defunti che non sono soggetti alla giurisdizione della Chiesa, come preghiera la Chiesa offre il prezzo di remissione; a Dio sta l’accettarlo quando vuole e nella misura che vuole. Il suffragio per i defunti equivale quindi a preghiera; di gran valore certamente, ma preghiera. Ai vivi l’effetto è infallibile, se vi sono le dovute condizioni; per i defunti, invece, secondo i disegni nascosti della Divina Misericordia.

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Soltanto il Papa può concedere indulgenze plenarie, ovvero indulgenze a tutto il mondo cattolico; i fedeli però devono attenersi strettamente alle concessioni autentiche, che vengono promulgate debitamente secondo le regole stabilite dalla S. Sede. Spesso furono pubblicate indulgenze che la S. Sede non aveva concesso: o perché estese da luogo a luogo indebitamente, o perché esagerate, o perché addirittura
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false. È la vera pietà quella che onora Dio e giova alle anime, non la falsa pietà, né la vana osservanza, né la superstizione. Quanto gli uomini perdono la vera religione tanto divengono superstiziosi; poiché tutti in fondo sentono che sono di Dio. I Cardinali possono concedere indulgenze di 200 giorni, nei luoghi e istituti e alle persone di loro giurisdizione o protezione; anzi, anche negli altri luoghi, ma secondo le norme canoniche; i Metropoliti indulgenza di 100 giorni; i Vescovi di 50 giorni.

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Grande misericordia si è quella delle indulgenze.
a) La Chiesa ha sempre concedute indulgenze, nel senso vero, fin dai primi tempi. S. Paolo concesse allo scomunicato di Corinto assoluzione in vista delle preghiere dei fratelli e dei meriti di Gesù Cristo (2Cor 2,10).
Vi erano i canoni penitenziali che imponevano penitenze assai lunghe; ma poi spesso la Chiesa, mossa a compassione, condonava tutta o parte della pena.
È celebre il libello nei primi secoli. Qualche cristiano debole, sotto l’imperversare della persecuzione, cedeva; il peccato era grave e perciò la pena lunga. Ma spesso il peccatore pentito chiedeva perdono: se poteva ottenere il biglietto o libello di un martire, che aveva patito sebbene non ucciso nella persecuzione, la pena veniva spesso ridotta.
Il Concilio Niceno dice nel canone XIII: «In tutti i casi devono essere considerate le disposizioni
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ed il carattere del pentimento; perché a coloro che con le lacrime, col timore, con la pazienza, con le buone opere, manifestano una contrizione sincera, perseverandovi un certo tempo, e avendo cominciato a comunicare coi fedeli nella preghiera, il Vescovo potrà cominciare ad usare con loro più indulgenza. Tale indulgenza non sarà usata con coloro che si mostrano indifferenti e credono che loro basti essere ammessi ad entrare nella chiesa; costoro devono compiere tutta la loro penitenza...».

Il Concilio di Cartagine vuole che si usi indulgenza verso i peccatori molto pentiti in punto di morte.
b) La Chiesa nel dare le indulgenze fa opera santa e salutare:
1° perché segue lo spirito di misericordia di Gesù, il quale era tutto pietà e compassione per i poveri peccatori: e sappiamo bene come trattò e difese la Maddalena e il buon ladrone sulla croce: «Oggi sarai con me in paradiso» [Lc 23,43]; cioè promisegli indulgenza generale.
2° La Chiesa adempie un preciso mandato di riconciliazione degli uomini con Dio: il mandato di ricondurre i figli prodighi al Padre Celeste.
3° La Chiesa si fonda sul tesoro dei meriti infiniti di Gesù Cristo e dei meriti sovrabbondanti della SS. Vergine e dei Santi. I meriti di Gesù Cristo non saranno mai esauriti. Essi possono venire applicati ai fedeli: anzi appositamente Gesù Cristo ha sofferto ed è morto su la croce, onde noi potessimo pagare tutti i nostri debiti con Dio. Ed è questo il desiderio del suo Cuore.
4° La Chiesa opera come una società perfetta in cui esistono
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le grazie ed i condoni; in essa un membro debole, come una mano [malata], può venire aiutato dall’altra mano sana e forte. Anzi, essendo la Chiesa più per la misericordia che per la giustizia, secondo lo spirito stesso di Gesù Cristo di cui è il corpo mistico, ad essa, più che ad ogni altra società, si addice il condonare e agire con indulgenza.

5° Perciò la Chiesa lo può e lo fece sempre, e sempre le indulgenze sono utili: questo è dogmatico; il modo, la misura, la estensione, ecc., sono cose disciplinari, che cioè vengono disciplinate secondo i tempi e i bisogni, dal potere, dalla sapienza e dal cuore della Chiesa.

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a) Intendere bene le indulgenze.
Esse sono misericordia di Gesù: si soddisfa cioè con offrire il prezzo del Sangue di Gesù per il nostro debito. È perciò cosa simile a quanto avviene nel Sacramento della Penitenza.
Le indulgenze non dispensano dalle penitenze imposte, né dalle restituzioni, né da riparazioni che si debbano fare. L’oggetto delle indulgenze è di supplire alle penitenze omesse, o malamente adempiute, o troppo leggere di fronte all’enormità dei peccati. L’indulgenza è anzi concessa, secondo dice la Chiesa, «ai veri penitenti»;2 e solamente chi è davvero pentito, e davvero fa di penitenza quanto può, riceve poi il condono di quanto non potrebbe dare. Onde è fisso nella Teologia cattolica che «per guadagnare l’indulgenza plenaria si richiede che
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sia tolto del tutto ogni affetto al peccato veniale; poiché fino a quando rimane qualche affetto al peccato non può essere rimessa la pena dovuta al peccato e neppure il peccato stesso». Infatti il S. Vangelo dice: «Fate degni frutti di penitenza» (Lc 3,8), e altrove: «Se non farete penitenza perirete tutti allo stesso modo» (Lc 13,3). Bisogna anche dire che la penitenza non solo è espiatoria, ma anche medicinale, cioè serve come mezzo potente a preservarci da ricadute. Il santo dottore Bellarmino, che per aver combattuto contro i protestanti sviscerò bene questa materia, scrisse: «In verità è più utile e sicuro soddisfare da se stesso che cercare le indulgenze. Ma di ambedue è utilissimo: far quello e non omettere questo. E ciò è quanto consigliano i buoni autori, affinché chi riceve le indulgenze non cessi di far frutti di penitenza, i quali, il più delle volte, vogliono essere meritori e medicinali; ed è più utile fare il cammino con due piedi che con uno solo».3 E nel capitolo XII riporta le parole di Benedetto XIV: «I cristiani prudenti così accettano le pontificie indulgenze che contemporaneamente si studiano di far degni frutti di penitenza e di soddisfare al Signore pei loro peccati».

b) Apprezzare le indulgenze.
I cristiani sono i figli della Chiesa: devono apprezzare ciò che essa apprezza, amare ciò che essa ama, seguire gli esempi e gli insegnamenti che essa dà.
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La Chiesa è infallibile in fatto di fede e di morale; i cristiani debbono credere alle sue parole. Ora, in riguardo alle sante indulgenze: Le apprezza? Le stima? Le propone? Le inculca?

Ecco le parole del Concilio di Trento: «La Chiesa fece uso fin dai tempi più remoti del potere di concedere indulgenze; perciò il Sacrosanto Concilio insegna e comanda che sia tenuto e conservato l’uso delle indulgenze, grandemente utile al popolo cristiano e dall’autorità dei Concili approvato». Si notino le parole insegna e comanda: non si tratta di un parere, consiglio, esortazione soltanto, sebbene anche in queste cose dovremmo ricevere [la disposizione] con massima riverenza, poiché si tratterebbe della Chiesa. Inoltre «grandemente utile al popolo cristiano»; non soltanto conveniente per alcune anime. Poi seguono le parole, con cui è tagliato fuori dalla Chiesa con la scomunica chi diversamente insegna.
Perciò ecco la pratica della Chiesa, oggi.4 Chi volesse consultare una raccolta autentica e completa delle indulgenze in vigore oggi, capirebbe subito quanto stia a cuore alla Chiesa che acquistiamo le indulgenze. Sono quasi innumerevoli: fra totali e parziali; ordinarie e straordinarie; generali e particolari.
Ricordiamone alcune: Il Giubileo od anno santo, le indulgenze apostoliche, la benedizione papale, l’assoluzione generale, l’indulgenza plenaria in punto di morte, l’altare privilegiato, la Porziuncola, la Via Crucis, ecc. ecc.
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Vi sono poi le preghiere indulgenziate: Angelus Domini, Dio sia benedetto, l’Angelo di Dio, gli Atti di fede, speranza, carità, il segno di croce, tantissime giaculatorie: alla SS. Trinità, alla Croce, a Dio, a Gesù Sacramentato, al Sacro Cuore di Gesù, al Cuore Eucaristico di Gesù, a Gesù, allo Spirito Santo, alla SS. Vergine, all’Immacolata, alla Sacra Famiglia, agli Angeli, ai Santi, in suffragio delle anime purganti, pei religiosi, pei Sacerdoti, avanti lo studio, ecc. ecc.
Le confraternite sono arricchite di indulgenze: del SS. Sacramento, della Dottrina cristiana, del Carmine, della Madonna della Speranza, del Santo Rosario, del Rosario perpetuo, del Rosario vivente, della Madonna Addolorata; l’Unione Missionaria del Clero, le Opere Pontificie della Propagazione della Fede, della S. Infanzia, del Clero Indigeno; il Transito di S. Giuseppe, i Terzi ordini, il cooperatore salesiano, il cooperatore dell’Apostolato stampa, ecc. ecc.
Poi vi sono tante novene, oggetti religiosi, pratiche divote, corone, santuari, ecc., ricchissimi di indulgenze. Stimiamo le indulgenze come le stima la Chiesa. Desideriamole vivamente.

c) Lucrare le Ss. Indulgenze.
S. Alfonso era così sollecito di lucrarle che dopo morte gli fu trovata una borsa che portava appesa al collo: vi erano dentro le medaglie, abitini, crocifissi, ecc., che portava per guadagnarne il massimo numero.
Abbiamo con Dio tanti debiti noi stessi; molte
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anime del purgatorio poi attendono. Che cosa ci vuole di più per stimolarci?
La somma facilità poi di lucrarle ci dovrebbe decidere e infervorarci alla massima sollecitudine.

PRATICA: Sceglietevi alcune giaculatorie indulgenziate da ripetere spesso durante il giorno, nel corso dei lavori, nei momenti di calma, per istrada, ecc.

GIACULATORIA: O dolcissimo Gesù, per i dolori che avete sofferto nella vostra suprema agonia sulla Croce, abbiate pietà di queste anime. Abbiatene pietà, o Signore.

FRUTTO

Mio Dio, vi offro tutte le messe che si celebrano oggi nel mondo intero, per i peccatori che sono in agonia e che debbono morire in questo giorno stesso. Il Sangue prezioso di Gesù Redentore ottenga loro misericordia.

300 giorni ogni volta (Pio X, 18 dicembre 1907).

Cuore divino di Gesù, convertite i peccatori, salvate i moribondi, liberate le anime sante del Purgatorio.

300 giorni ogni volta (Pio X, 13 luglio 1908).

Requiem æternam dona eis, Domine: et lux perpetua luceat eis. Requiescant in pace. Amen.

300 giorni ogni volta (Pio X, 13 febbraio 1908).

Pie Jesu Domine, dona eis (oppure ei) requiem sempiternam.

300 giorni ogni volta (Pio X, 18 marzo 1908).

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Te ergo, quæsumus, animabus igne Purgatorii detentis subveni, quas prætioso sanguine redemisti.

300 giorni ogni volta (Pio X, 15 settembre 1908).

Mio Dio, vi offriamo per le anime del Purgatorio tutti gli atti di amore coi quali il Sacro Cuore di Gesù vi ha glorificato in questa stessa ora, quando era sulla terra.

300 giorni ogni volta (Pio X, 12 ottobre 1908).

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1 Quanto esposto nel presente capitolo e nei successivi sulle Indulgenze, rispecchia la teologia e la normativa canonica preconciliare. Tutta la materia, per disposizione del Concilio Vaticano II, è stata riformulata e ufficialmente riproposta nella Costituzione apostolica Indulgentiarum doctrina di Paolo VI, che viene riportata in Appendice.

2 «Vere poenitentibus».

3 Cit. Lib. I, c. 10.

4 Si tenga presente che l’Autore scriveva nel 1932.