Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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USO E ABUSO DEI MEZZI AUDIOVISIVI

Residenza dei Superiori

È necessaria qualche precisazione circa la residenza dei Superiori.
1. A norma dell’art. 335 il Superiore Generale non può trasferire la dimora, cioè il domicilio in una casa diversa dalla generalizia, perché, se facesse questo, trasferirebbe automaticamente la sede della Casa generalizia. Ora per fare ciò si richiede il permesso della Santa Sede.
Egli può visitare le case di tutta la Congregazione con visite canoniche ordinarie, ogni tre anni, e, se lo crede opportuno, anche con visite straordinarie.
L’unica cosa quindi che non può fare il Superiore Generale a riguardo della residenza è di trasferire altrove la sede della Casa generalizia.
2. A norma dell’art. 404 il Provinciale deve risiedere nella Casa provincializia e, senza il consenso del Superiore Generale, non può trasferire la sua dimora in casa diversa da questa.
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Ogni anno deve visitare le case della Provincia; ma non può uscire dai confini della medesima senza il permesso del Superiore Generale.
3. Secondo l’art. 449 l’obbligo della residenza per i Superiori locali è ancora più rigoroso, perché non possono allontanarsi dalle loro case senza la licenza del loro Superiore maggiore.
Secondo le disposizioni del Capitolo Generale (1957),1 rimane valido che i Paolini residenti all’estero (fuori d’Europa) possono tornare in patria per vacanze, aggiornamento, ecc. solo ogni sei anni. Si consiglia di far coincidere tale venuta con gli Esercizi Ss. o con la data delle elezioni politiche.
Si è chiesto: La morte dei genitori è un motivo sufficiente per un rientro anticipato?. Si sono consultati altri Istituti e Superiori. Fu risposto che non è sufficiente; è un sacrificio legato alle nostre rinunce.

Lo spirito che ha guidato la nostra Congregazione

Le leges credendi, orandi et agendi 2 sono così intime e costituiscono in fondo un’unica legge; come l’uomo, sebbene abbia tre facoltà (intelligenza, sentimento, volontà), è una sola persona.
Ed ecco lo spirito che ha guidato tutto il lavoro per costituire la Persona Morale della Pia Società San Paolo: Le Costituzioni paoline, la pietà paolina, l’apostolato paolino.
I canoni e gli articoli sono freddi come il marmo; ma ad essi si è data la vita spirituale. Il libro delle nostre orazioni è più importante per le introduzioni –
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spirito – che per le formule. All’inizio vi è un Invito generale; poi, prima della varie pratiche (Confessione, Comunione, Messa, Meditazione, Ritiro mensile, Esame di coscienza, Visita al Ss. Sacramento, ecc.), vi è un’introduzione speciale che spiega come la pietà dà l’anima alle regole e singoli articoli; comunica lo spirito che informa la giornata paolina e l’apostolato. Così che tutto sia ordinato al fine della gloria di Dio e pace degli uomini. Sopra tutto entra la grazia dello Spirito Santo, che è l’anima dell’anima. Per essa, ci sentiamo di vivere in Gesù Cristo: in Lui-Verità l’azione dell’intelligenza; in Lui-Via l’azione della volontà; in Lui-Vita l’azione del sentimento.
Sotto questo aspetto sono più utili le introduzioni che non le formule stesse.

* * *

Art. 55. Il noviziato ha lo scopo di formare, sotto la direzione del Maestro, l’animo dei novizi con lo studio delle Costituzioni, con pie meditazioni e l’assidua preghiera, con l’apprendere bene quanto riguarda i voti e le virtù, con esercizi atti ad estirpare i germi dei vizi fino alle radici, a frenare le passioni e ad acquistare le virtù.
Art. 56. I novizi discepoli devono essere diligentemente istruiti nella dottrina cristiana e nelle altre materie loro proprie; pertanto ad essi va concesso un sufficiente spazio di tempo per lo studio, oltre alle lezioni da impartirsi loro quotidianamente.
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Art. 57. Affinché i novizi siano in grado di leggere e meditare le Costituzioni, e comprendere la spiegazione fatta dal Maestro, si dia a ciascuno di essi, sin dall’inizio del noviziato, un esemplare integro delle stesse.
Art. 58. I novizi devono proporsi una speciale devozione verso la persona di Nostro Signore Gesù Cristo, e cercare di tradurre nella loro vita, per quanto è possibile, i suoi esempi e le sue parole. Devono inoltre nutrire amore intenso verso la Società, zelo per le opere di apostolato, ossequio fedele alle Costituzioni, perfetta obbedienza verso i Superiori a seconda del loro grado, carità profonda verso i fratelli e totale abnegazione di se stessi nell’adempimento dei doveri.
Art. 59. Durante il noviziato non si destinino i novizi chierici a tenere prediche, a confessare o a compiere uffici estranei alla Società; né si permetta che si dedichino di proposito allo studio delle lettere, delle scienze o delle arti.
Art. 60. I novizi discepoli possono dedicarsi ad occupazioni loro proprie, nella stessa casa religiosa, non però come capireparto, e solo nella misura in cui tali occupazioni non costituiscano un impedimento agli esercizi del noviziato stabiliti per loro.
Art. 61. I novizi, durante il noviziato, non possono essere promossi agli Ordini.
Art. 62. Durante il corso del noviziato, i novizi
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non possono, sotto pena d’invalidità, rinunciare in qualsiasi modo ai loro benefici o beni, o anche impegnarli.
Art. 63. I novizi godono di tutti i privilegi e favori spirituali concessi alla religione; e, se muoiono, hanno diritto ai medesimi suffragi che sono prescritti per i professi, anche se non avessero emesso la professione in articulo mortis.

Uso ed abuso delle tecniche audiovisive

L’apostolato paolino è definito e sunteggiato nel secondo articolo delle Costituzioni. Esso corrisponde al pensiero di Pio XII nella Lettera Apostolica 3 (12-1-1951) in cui proclamava San Gabriele Arcangelo protettore di tutte le invenzioni atte a comunicare il pensiero, le notizie, quanto è utile per l’umanità; protettore insieme di quanti vi collaborano, come concetto, tecnica, diffusione.
La stampa, il cinematografo, la radio, la televisione costituiscono oggi le più urgenti, le più rapide e le più efficaci opere dell’apostolato cattolico. Può essere che i tempi ci riservino altri mezzi migliori. Ma al presente pare che il cuore dell’apostolo non possa desiderare il meglio per donare Dio alle anime e le anime a Dio.
Voglia il Maestro Divino, per l’intercessione dell’Apostolo San Paolo, suscitare schiere di anime generose che diano tutta la loro attività di preghiere, di azione, di sacrificio, di eroismo a queste quattro nobili forme di apostolato e simili, proponendosi per unico fine quello
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che fu il programma della Redenzione: Gloria Deo, pax hominibus.4
Il dono della parola, da Dio fatto all’uomo, è grande; per le comunicazioni tra gli uomini e con Dio. Se viene usato, poi, per portare il messaggio evangelico della salvezza e della pace, si ha l’apostolato della predicazione: In omnem terram exivit sonus eorum et in fines terræ verba eorum.5
Ma i mezzi tecnici odierni dànno alla parola un sussidio di immenso valore per ampiezza e celerità; di immensa potenza. Così la parola del Papa può essere sentita dal mondo intero: il Papa può fare l’istruzione catechistica (parrocchiale) a tutta l’umanità, che così diviene l’immensa sua parrocchia. Può pregare con tutti gli uomini. Pio XI diceva: Questo equivale ad obbedire e realizzare in senso pieno il divino mandato: Docete omnes gentes.6

Insegnamento dei Papi

...Questi ritrovati (telegrafo, telefono, radio, televisione) come possono riuscire a molto danno se non si usano con animo retto, come si conviene, così servono moltissimo a favorire e rinsaldare l’unione fraterna fra gli uomini, a nobilitare la vita, a propagare le buone arti e le nobili discipline, come pure a impartire gli insegnamenti della religione, a portare la voce del Supremo Pastore dalla Sede di Pietro fino agli estremi confini del mondo e a innalzare alla Maestà Divina pubbliche preghiere in una mirabile unità di animi da ogni parte del mondo. Perciò la Santa Madre Chiesa non solo non si è mai opposta a questo progresso dei popoli, ma ebbe ed ha cura di alimentarlo, promuoverlo, tutelarlo quanto è possibile; poiché qualunque cosa
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di vero e di nuovo che si attinge attraverso l’indagine è da riconoscersi come un vestigio della Mente divina e indizio della divina Potenza. Per questo motivo riteniamo che sia molto opportuno che questi mirabili ritrovati e i loro tecnici e addetti godano di uno speciale beneficio celeste e di un particolare presidio dall’alto... (Pio XII).
Né meno utile è la diffusione della buona stampa. Non crediamo tuttavia necessario soffermarCi molto intorno a questo argomento, poiché a tutti è noto quanto sia grande l’influenza della stampa quotidiana e periodica, sia per mantenere in luce convenientemente la verità e inculcare negli animi la virtù cristiana, sia per scoprire gli errori che si presentano sotto le apparenze di verità, sia ancora per confutare i principii antireligiosi e antisociali. Perciò caldamente lodiamo i Pastori di anime che si preoccupano di diffondere più largamente che è possibile la buona stampa. In questo campo molto si è operato, molto però ancora resta da fare... (Pio XII).
...Quel che Ci sembra non solo il male più grave, ma la radice d’ogni male, è questo: non di rado alla verità si sostituisce la menzogna, che viene adoperata come strumento di contesa. Da non pochi la religione viene trascurata, come cosa di nessuna importanza, e altrove addirittura proibita nell’ambiente familiare e sociale come rimasuglio di vecchie superstizioni; si esalta l’ateismo privato e pubblico, dimodoché, abolito Dio e la sua legge, i costumi non hanno più alcun fondamento. La stampa anche troppo spesso vitupera volgarmente il sentimento religioso, mentre
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non esita a divulgare le più turpi oscenità, eccitando e traendo al vizio, con incalcolabile danno, la tenera fanciullezza e la gioventù tradita....
Nell’insegnamento scolastico, sia esso inferiore che universitario, come nelle pubblicazioni della stampa o non si dà facoltà di esporre e difendere la dottrina della Chiesa o essa è talmente coartata e sorvegliata dalla censura ufficiale che sembra eretto a principio l’arbitrario proposito che la verità, la libertà e la religione devono servire sommessamente soltanto all’autorità civile... (Pio XII).
Voi, o uomini della stampa, avete una gloriosa vocazione, di vitale importanza per la società. Vivendo secondo la dignità e le esigenze di essa, voi siete in una posizione da esercitare un’influenza (non pienamente apprezzata da tutti) nella soluzione dei problemi intricati e tragici del mondo (Pio XII).
Quando questi mezzi del progresso servono all’evangelizzazione ricevono una consecrazione, sono elevati alla massima dignità. L’ufficio dello scrittore, il locale della tecnica, la libreria divengono chiesa e pulpito.
Chi vi opera assurge alla dignità dell’apostolo.
Chi, innocens manibus et mundo corde,7 vi lavora, comunica al mezzo ordinario un potere soprannaturale che contribuisce all’illuminazione ed azione intima per l’afflato divino che l’accompagna.

Cattedre abusive contro il Divin Maestro

L’abuso dei mezzi tecnici (della stampa, cinema, radio, televisione) porta innumerevoli mali sociali e compie
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una vera strage di anime. Per questo l’apostolo delle edizioni si accenda di zelo.
Questi mezzi tecnici spesso stabiliscono tante cattedre contro il Padre Celeste che dopo aver parlato molto per mezzo dei Padri e Profeti, in questi ultimi tempi ci ha parlato per il Figlio suo [cf. Eb 1,1-2]; contro Gesù Cristo che consumò il tempo della sua vita terrena per rendere testimonianza alla verità; contro lo Spirito Santo che è spirito di verità.
I mezzi tecnici audiovisivi, nei loro abusi, distruggono la vita spirituale dell’uomo, seminano discordie, immoralità.
Sono peccati premeditati: esigono infatti una preparazione spesso di lungo tempo, fatta a mente calma.
Scrittori, tecnici, propagandisti, organizzatori, ecc. che spendono giorni ed anni, ingegno e denaro a servizio dell’errore, dell’empietà; società bibliche protestanti, registi, sale grandiose... L’interesse, l’odio, l’ambizione, ecc., ne sono le cause segrete.
Grave scandalo e danno pubblico: la teologia morale ne indica responsabili tutti coloro che in qualche modo per mezzo della stampa, o del cinema, o radio, o televisione, o musicisti, pittori, ecc., disseminano quanto contribuisce al male.
Peccati che si moltiplicano facilmente: nelle ore notturne migliaia di grandi macchine, in ogni parte del mondo, con velocità sorprendente dànno milioni e milioni di copie di riviste e giornali; ogni sera assistono nei cinematografi folle di spettatori; quasi nell’intera giornata radio e televisione continuano le loro trasmissioni...
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Chi può dire quale percentuale è buona e quale invece è pericolosa?

Uso apostolico: Opporre stampa a stampa

La Chiesa è intervenuta con disposizioni e documenti solenni (Santa Sede, Episcopato, Clero, Educatori) a richiamare produttori, lettori, spettatori, uditori, perché questi grandi mezzi siano usati per l’elevazione dell’uomo; mai per la rovina. Dolorosamente, anche sovente, ne sono vittima gli adolescenti stessi.
1. Studiare i mezzi audiovisivi. Vi sono i mezzi che si usano in ogni Vocazionario; ma occorre fare una conoscenza degli altri. Si studi e legga bene il libro Apostolato dell’Edizione; è in lingua italiana, ma si sta traducendo in altre lingue.
2. Opporre stampa a stampa, radio a radio, cinema a cinema, televisione a televisione.
3. Mettere in guardia le persone di buona fede con tutti i mezzi a disposizione: perché non si cooperi al male, né lo si commetta direttamente.
4. Preghiera e sacrificio:
a) la S. Messa e la S. Comunione quotidiana;
b) ore private e pubbliche di adorazione al Ss. Sacramento;
c) celebrazione della prima domenica di ogni mese ad onore del Divin Maestro, con Ritiro mensile, Confessione, Comunione riparatrice e meditazione della Parola divina;
d) lettura quotidiana di un tratto del S. Vangelo;
e) piccoli sacrifici e mortificazioni volontarie;
f) recita del Dio sia benedetto nelle orazioni del mattino e della sera e dopo la S. Messa;
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g) recita quotidiana della seguente preghiera Per chi sente sete di anime come Gesù:

Preghiera e offerta paolina

Signore, io vi offro in unione con tutti i Sacerdoti che oggi celebrano la S. Messa, Gesù-Ostia e me stesso, piccola vittima:
1. In riparazione delle innumerevoli bestemmie, errori ed empietà che le edizioni di radio e televisione, cinema e stampa, diffondono nel mondo intero.
2. Per invocare la vostra misericordia sulle molte anime che per inganno e per seduzione vengono dai mezzi moderni del male, strappate dal vostro Cuore di Padre.
3. Per la conversione di tanti ministri di satana, che, con la radio e la televisione, il cinema e la stampa, hanno innalzato cattedre contro il Divino Maestro, avvelenando la mente, il cuore e l’attività degli uomini.
4. Per seguire unicamente Colui che voi, o Padre Celeste, nell’eccesso del vostro amore avete dato al mondo proclamando: Questi è il mio Figlio diletto, ascoltatelo.
5. Per conoscere che solo Gesù è perfetto Maestro, cioè la Verità che illumina, la Via e il modello di ogni santità, la Vita vera dell’anima, cioè la grazia santificante.
6. Perché si moltiplichino i Sacerdoti, i Religiosi, le Religiose e gli Apostoli laici che si dedicano alla diffusione della dottrina e della morale cristiana con l’orazione e i mezzi di bene più celeri e più efficaci.
7. Perché gli scrittori, i tecnici e i propagandisti siano santi, pieni di sapienza e di zelo per la gloria di Dio e la salvezza delle anime.
8. Per domandarvi che tutte le edizioni cattoliche
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prosperino, si moltiplichino, e coprano la voce dell’errore e del male.
9. Perché tutti noi conosciamo la nostra ignoranza e miseria, e il bisogno di starcene umilmente innanzi al santo Tabernacolo, o Signore, invocando luce, pietà e misericordia.

Per i Defunti. Nel nostro libro di preghiere vi è un numero della Coroncina per i Defunti che si riferisce a quelle anime che si trovassero in purgatorio per l’abuso delle tecniche audiovisive; dice: Ti ringrazio, o Gesù Maestro Divino, disceso dal cielo a sollevare l’uomo da tanti mali con la tua dottrina, santità e morte. Ti supplico per le anime che si trovano in Purgatorio a causa della stampa, del cinema, della radio e televisione. Confido che queste anime, una volta liberate dalle loro pene e ammesse all’eterno gaudio, Ti preghino e supplichino per il mondo moderno; affinché i tanti beni che ci hai elargito per l’elevazione della vita presente, siano pure adoperati per l’apostolato e la vita eterna.

Cautele necessarie

La vocazione specifica nostra esige una particolare delicatezza nell’uso dei mezzi audiovisivi: meglio comprenderli, meglio usarli, maggior timore di abusarne.
Per chi è chiamato all’apostolato-edizioni sarebbero peccati più gravi, che non per altri, l’abuso di:
a) letture pericolose o addirittura cattive, di giornali, riviste, libri; così di fotografie, cartoline, figure, pitture, ecc.;
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b) pellicole scandalose o come tesi o come sviluppo; o sconvenienti o sconsigliate per l’età, o riservate a classi speciali di persone;
c) trasmissioni di radio e televisione contrarie alla morale, alle verità cristiane, al decoro del culto cristiano.
È cosa pure grave anche trattandosi di letture, trasmissioni, proiezioni semplicemente inutili, o per la perdita di tempo, o per l’influenza dannosa su la personalità, disorientando i sensi interni, il sentimento.
Per questo la Sacra Congregazione dei Religiosi ha date disposizioni sapienti e che obbligano in coscienza:
Tutto ben ponderato, questa S. Congregazione stabilisce quanto segue e su tutto ciò richiama l’attenzione dei Superiori per una precisa osservanza graviter onerata eorum conscientia.8
1. Non esiste alcun motivo che giustifichi l’introduzione di apparecchi televisivi nelle comunità di vita contemplativa sia di uomini che di donne; un apparecchio radio potrà tollerarsi all’unico scopo di permettere ai Religiosi di udire la parola del Papa che parla al mondo intero e riceverne la Benedizione, oppure per qualche eccezionale celebrazione a carattere religioso.
2. Nelle religioni di vita attiva:
a) mai si possono permettere apparecchi radio e molto meno apparecchi televisivi individuali, da usarsi liberamente e senza il controllo del Superiore;
b) gli apparecchi radio o televisivi debbono essere sempre ed esclusivamente in qualche sala della comunità, in luogo palese, sotto il controllo del Superiore o di un suo delegato;
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c) i Superiori debbono controllare il tempo dedicato alla televisione o alle audizioni radiofoniche, in modo che non vengano intralciate le occupazioni ed i doveri del proprio stato e dell’ufficio a ciascuno affidato, l’apostolato, le pratiche di pietà, gli esercizi della vita comune, le ore destinate al riposo, secondo l’orario della comunità;
d) i Superiori debbono vietare le visioni od audizioni che per ragioni di moralità o mondanità non siano confacenti alla vita religiosa: all’infuori delle trasmissioni delle cronache giornaliere o delle trasmissioni a carattere istruttivo o religioso, debbono o almeno possono considerarsi tali tutte le altre rispetto alla vita religiosa e perciò da interdirsi, se proposte solo a scopo ricreativo dei religiosi;
e) se ragioni di apostolato esigano chiaramente, per determinati Religiosi e in casi concreti, delle ragionevoli eccezioni, il giudizio di tali eccezioni sia sempre riservato al Superiore, il quale, graviter onerata conscientia, procurerà che il pericolo sia il più possibile remoto, curando la scelta di Religiosi adatti, che abbiano solido spirito religioso, sana esperienza della vita e sappiano ben distinguere, non solo quanto possa essere dannoso ai detti Religiosi, ma anche quanto possa essere dannoso a coloro per i quali viene fornito lo spettacolo.
Il retto uso invece contribuisce alla cultura, all’educazione, alla vita sociale e cristiana.
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1 Cf. C. DRAGONE, “Il Primo Capitolo generale della Pia Società San Paolo” in Cooperatore Paolino del maggio-giugno 1957, pp. 10-15. In UPS ci si riferisce sovente a questo Capitolo (cf. per esempio, III, 54). Quello del 1957 fu il primo Capitolo generale della Pia Società di San Paolo. Era stato convocato per il mese di aprile, nella Casa di Albano Laziale (Roma), via San Francesco di Assisi, 52. Più formale che giuridico, il Capitolo era stato convocato da Don Alberione in persona che ne diresse anche tutti i lavori. Tra membri di diritto e delegati erano in 33 i presenti. Si radunarono la sera del 4 aprile 1957. Dal 4 al 10 aprile attesero agli Esercizi spirituali, predicati da Don Giacomo Alberione, da Monsignor Antonio Bergamaschi (vescovo di Pennabilli, Pesaro e Urbino) e dal Padre Arcadio Larraona, segretario della Sacra Congregazione dei Religiosi. L’11 aprile incominciarono le sessioni. Don Alberione venne riconfermato Superiore generale quello stesso giorno. Il giorno dopo vennero eletti i Consiglieri e gli Officiali generali: Don Luigi Damaso Zanoni, primo consigliere e Vicario; Don Eugenio Pierino Marazza, Don Carlo Tommaso Dragone, Don Valentino Ambrogio Gambi, consiglieri; Don Aldo Cipriano Poggi fu nominato Procuratore generale presso la Santa Sede; Don Fedele Pasquero, Segretario generale; Don Torquato Tito Armani, economo generale. Il 15 aprile, nella seduta pomeridiana, il Capitolo fu chiuso con un discorso del Primo Maestro. Il giorno dopo, 16 aprile, Pio XII accordò una udienza speciale.

2 “Le norme del credere, del pregare e dell’agire”.

3 Cf. Acta Apostolicæ Sedis, An. e vol. XXXXIV, N. 4, 30 marzo 1952, pp. 216-217.

4 “Gloria a Dio, pace agli uomini” (Lc 2,14).

5 “Per tutta la terra si è diffusa la loro voce, e ai confini del mondo la loro parola” (Sl 19[18],5).

6 “Ammaestrate tutte le genti” (Mt 28,19).

7 “Con mani innocenti e cuore puro” (Sl 24[23],4).

8 “Con grave peso di coscienza”, cioè: sotto pena di colpa grave.