Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ISTRUZIONE V
LA VISITA EUCARISTICA

Nota sul Maestro educatore

Il Maestro dei reparti (o gruppi) sta tra i suoi [discepoli] secondo Gesù Maestro: alimenta la loro intelligenza con la parola, vive e sente tutti assieme e singolarmente nei vari casi, con essi prega, per essi celebra la Messa, dà loro la comunione; guida, corregge; se può avvia le ricreazioni e giochi; ha occhio a tutti, specialmente nei tempi più difficili: il dopo cena, la levata, i bagni, le vacanze, il mettersi a letto; ne è il primo assistente, l’amico, il padre, la madre.
Il Maestro rappresenta l’occhio di Dio come è descritto nel Salmo 139[138],1-12:
Signore, tu mi scruti e tu mi sai,
(tu conosci a fondo il viver mio).
Quando io sosto o mi levo, tu lo sai
e penetri da lungi il mio pensiero.
S’io cammino o riposo, tu mi osservi,
tu consideri tutti gli atti miei.
Non sta ancora sul labbro la mia parola
che tutto, o Signore, già ti è noto.
Da tergo e da fronte tu mi stringi,
e su di me distendi la tua palma.
Mirabile è troppo il tuo sapere,
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è sublime, e giungervi non posso.
Dove mi sottrarrò dal tuo pensiero,
e dove sfuggirò la tua presenza?
S’anche io salgo al cielo, là tu sei,
s’io vo in fondo agli abissi, eccoti là.
Pur s’io m’appigli all’ali dell’aurora
o mi rifugi anche al di là del mare,
mi guiderà là ancora la tua mano,
e la tua destra mi raggiungerà.
S’io dico: almen l’ombre mi celeranno,
e la notte m’avvolgerà tutt’intorno,
né pur la tenebra a te sarà buia,
splenderà la notte come il giorno.
Art. 116. Con le persone di altro sesso, chiunque esse siano, si evitino del tutto le relazioni o conversazioni non necessarie e non approvate dai Superiori e si usino sempre le cautele raccomandate dai Santi, affinché sia tenuto lontano ogni pericolo e cattivo sospetto.
Art. 117. Tutti i membri si sforzino di praticare nel cuore, nella mente e nel corpo questa angelica virtù, per piacere a Cristo Divino Maestro. Per raggiungere questo con maggior efficacia, attendano incessantemente all’orazione e alla mortificazione; alimentino una particolare devozione verso l’Immacolata Vergine Maria e si accostino con cuore ardente ed umile ai Sacramenti.

Dal Tabernacolo tutto

La Santissima Eucarestia è il primo sacramento. Non solo simboleggia e comunica la grazia, es. l’acqua nel battesimo; ma contiene l’Autore della grazia, Gesù Cristo, in Corpo, Sangue, Anima, Divinità.
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Esso nella Messa rinnova il sacrificio della croce, da cui, come da fonte, procede la grazia.
Esso diviene il pane, vero nutrimento dell’anima, con i suoi frutti: grazia, letizia, robustezza, trasformazione della vita nella vita in Gesù Cristo: vivit in me Christus.1
Inoltre: non è sacramento di un momento, come l’assoluzione, ad esempio; ma ha una permanenza nel S. Tabernacolo: vobiscum sum;2 abita come il primo cittadino nei villaggi e nelle metropoli.
A tanto amore di Gesù si dovrà corrispondere: con l’assistenza alla Messa, col ricevere la Comunione, con la visita a Gesù-Ostia nelle nostre chiese.
La vita paolina è nata dal Tabernacolo; così dovrà viversi; così da consumarsi, per il S. Viatico.
Dal Tabernacolo tutto, senza il Tabernacolo nulla.

Che cosa è la Visita

Nel Vangelo di San Giovanni (1,35-39) si legge: Giovanni (il Battista) se ne stava ancora là, e vi erano con lui due discepoli; e, mirando colui che passava (Gesù), disse: Ecco l’Agnello di Dio!. I due discepoli avendo sentito dire questo tennero dietro a Gesù. Allora Gesù, rivoltosi a guardarli, disse loro: Che cercate?. Ma essi chiesero a lui: Rabbi (che vuol dire Maestro), dove abiti?. Egli rispose loro: Venite e vedrete. Andarono dunque e videro dove abitava; e rimasero presso di lui quel giorno. I due divennero discepoli ed apostoli, uno fu Giovanni Evangelista; l’altro (Andrea) per prima cosa condusse a Gesù il fratello, Pietro.
Ecco la prima visita a Gesù che iniziava la sua vita
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pubblica: visita di un giorno. Li trasformò. Fu il primo modello di Visita. Indica i preziosissimi frutti che la Visita a Gesù produce in un’anima.
Così l’Aspirante, così il Paolino, così l’apostolo, il Discepolo, il Sacerdote: con belle Visite avranno luce, conforto, grazia, gaudio, perseveranza, santità.
Che sia la Visita. È un incontro dell’anima e di tutto il nostro essere con Gesù.
È la creatura che s’incontra con il Creatore.
È il discepolo presso il Divin Maestro.
È l’infermo con il Medico delle anime.
È il povero che ricorre al Ricco.
È l’assetato che beve alla Fonte.
È il debole che si presenta all’Onnipotente.
È il tentato che cerca il Rifugio sicuro.
È il cieco che cerca la Luce.
È l’amico che va al vero Amico.
È la pecorella smarrita cercata dal Divino Pastore.
È il cuore disorientato che trova la Via.
È lo stolto che trova la Saggezza.
È la sposa che trova lo Sposo dell’anima.
È il nulla che trova il Tutto.
È l’afflitto che trova il Consolatore.
È il giovane che trova orientamento per la vita.
I pastori al presepio, la Maddalena al convito di Simone, Nicodemo che arriva nella notte.
Le sante conversazioni della Samaritana, di Zaccheo, di Filippo e di tutti gli Apostoli con Gesù; specialmente nell’ultima settimana della sua vita terrena e dopo la resurrezione.
Si va a Gesù come Mediatore tra Dio e l’uomo;
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come Sacerdote del Padre; come Vittima di espiazione; come il Messia venuto; come Verbo di Dio; come Buon Pastore; come Via, Verità e Vita; come Salvatore del mondo.
Nel piccolo Tabernacolo il Modello di ogni perfezione, nella piccola Ostia vi è Chi tutto ha fatto, Colui che è: la gioia dei Beati in Cielo, il Religioso del Padre Celeste, il Viatico della vita, l’Amico, il Sommo Bene ed eterna felicità.

Importanza

È prescritta dalle Costituzioni e dal Diritto Canonico.
Contiene tre pratiche obbligatorie: lettura spirituale, esame di coscienza, Santo Rosario.
È la corrispondenza dovuta a Colui che è nostro Ospite, Familiare, Fratello, Salvezza.
È il Maestro di fede, morale, preghiera: dovere di andare alla sua scuola.
La Visita è la pratica che più orienta ed influenza tutta la vita e tutto l’apostolato.
Raccoglie in sé i frutti, e li conduce a maturità, di tutte le altre pratiche.
È il gran mezzo per vivere tutto Gesù Cristo.
È il gran mezzo per superare la pubertà e formare la personalità in Cristo.
È il segreto per la trasformazione nostra in Cristo: vivit vero in me Christus.3
È sentire le relazioni di Gesù col Padre e con l’umanità.
È la garanzia di perseveranza.
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Assicura la serenità in morte: Sono andato a visitare Gesù ogni giorno; ora che vado a Lui, son certo, mi accoglierà; si mostrerà, si svelerà, lo vedrò faccia a faccia; ho cercato sempre il suo volto, il suo spirito, il suo amore; non mi allontanerà.

Metodo

I metodi della Visita sono tanti: dalle semplici orazioni vocali, all’orazione di semplicità, sino all’unione trasformante.
Ma per avere un certo ordine: seguire i quattro fini: adorazione, ringraziamento, riparazione e supplica.
Considerare e chiedere le tre virtù teologali, oppure le quattro virtù cardinali.
Raccogliersi e stabilire un familiare discorso con Gesù. Vi è la Visita del penitente, dell’anima contemplativa, del maestro, del sacerdote, dello scrittore, del confessore, ecc., ecc.
Nella Famiglia Paolina si compie generalmente la Visita secondo la divozione a Gesù Maestro Via, Verità e Vita. Si divide il tempo in tre parti; i primi due atti specialmente si possono invertire.
Esempio:
a) Si va alla scuola di Gesù Verità: Ego sum Veritas. Si fa la lettura spirituale, che d’altronde è prescritta dalle Costituzioni, secondo il Diritto Canonico. Oppure si considera una verità di ordine soprannaturale
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od anche naturale, tolte forse dalla Teologia; oppure si legge un tratto di Vangelo, delle Lettere Paoline, di libro di Ascetica o Mistica, ecc. Quindi si fanno riflessioni, si chiede l’aumento di fede e di luce, si entra in dolce colloquio con Gesù. Atto di fede, il Credo...
b) Si compie l’esame di coscienza. Contemplare il Divino Modello: Ego sum Via; o fermarsi sopra una virtù, un principio di morale, ecc.
Si guarda a Gesù in qualche tratto della sua vita: Presepio, Nazareth, deserto, vita pubblica, dolorosa, gloriosa, eucaristica; si ascoltano i suoi discorsi di perfezione, le beatitudini, la carità, la mortificazione, la vocazione, i consigli evangelici; si contempla Gesù mansueto, umile, lavoratore, obbediente, paziente, ecc. Ci si specchia in Lui, con Lui ci si paragona, specialmente per la virtù che si vuole ed i propositi che si hanno; si discende alle particolarità della giornata.
Seguono il ringraziamento ed il dolore; si recita l’atto di contrizione; si esprime quanto può sgorgare dalla considerazione e si conchiude col più vivo desiderio di perfezione e proposito pratico.
c) Si prega: Ego sum Vita; per la grazia abituale e le grazie attuali. Si recita il Rosario; si fa la Comunione spirituale; si rinnovano i voti battesimali o religiosi. Si prega con Gesù, con Maria, con San Paolo.
Si introducono le migliori preghiere per noi e per il mondo; spesso si fa uso della Liturgia.
Altre volte sono orazioni personali; molte domande riguardano le necessità particolari nostre ed altrui.
Volendo distinguere i tre tempi della Visita, specialmente quando si fa in comune, giova: alla conclusione
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del primo punto recitare o cantare l’inizio del Vangelo di San Giovanni: In principio erat Verbum...;4 alla conclusione del secondo punto le beatitudini: Beati pauperes...;5 alla conclusione del terzo punto la preghiera sacerdotale di Gesù: Pater, venit hora, clarifica....6
Od altre preghiere o canti preferiti; avendo cura che quando si fa in comune si scelgano orazioni o canti cui tutti possano partecipare.

Pratica

Fare la Visita, predicare la Visita, avviare alla Visita.
a) La fedeltà alla Visita ha immensi vantaggi individuali e sociali.
Scegliere l’ora più tranquilla.
Se viene la noia, allungarla di cinque minuti.
La vita paolina, più esposta a pericoli, non si reggerebbe senza di essa. Le Costituzioni non avrebbero provveduto abbastanza per la perfezione e l’apostolato se non l’avessero introdotta.
È in Cristo che si stabilisce l’unione di spirito, di fede, di carità, di pensiero, di attività.
b) Giovano i fervorini come guida delle comunità nel fare la Visita. In generale vi siano tre punti, ma un solo oggetto: esempio la fede: comprenderla, viverla, chiederla al Signore.
Frequentemente predicare su la Visita, perché sorgono tante difficoltà e speciose ragioni per esimersi da essa.
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c) Per avviare: si partirà dalle preghiere vocali, poi si arriverà alle mentali.
Invitare con fatti: es. la moltiplicazione dei pani, l’ultima cena; spiegare orazioni che poi si fanno recitare; proporre un mistero di Rosario che si spiega e si recita. Usare lo stesso metodo; ma variare l’applicazione; mai stancare.
Per avviare alla Visita ed arrivare ad un più alto grado d’orazione si procederà secondo le disposizioni ed i doni di Dio:
1. orazione vocale,
2. orazione mentale,
3. orazione affettiva,
4. orazione di semplicità,
5. raccoglimento infuso,
6. orazione di quiete,
7. unione semplice,
8. unione estatica (fidanzamento),
9. unione trasformante (matrimonio spirituale).
Anche per questo ultimo grado ogni anima consecrata a Dio ha la vocazione e la grazia: poiché è il realizzare il vivo ego, iam non ego; vivit vero in me Christus [Ga 2,20].
In questi gradi, anche più alti, sebbene superino la via ascetica, ed appartengano alla mistica, non si tratta di fatti straordinari, come visioni, apparizioni, elevazione, rivelazioni; ma di preghiera ordinaria.
Per maggior istruzione confrontare qualche buon trattato di Teologia ascetica e mistica.
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Avvertenza: evitare il formalismo

Vale per tutte le pratiche di pietà; ma specialmente per la Visita Eucaristica: evitare il formalismo. Il chiudere la Visita in se stessa, tanto per compiere una pratica,7 per soddisfare alla regola, è una perversione materialistica dell’orario, un regolamento meccanico che ha fine a se stesso, fa della vita un mobile a scompartimenti.
La Visita vera è un’anima che pervade tutte le ore, le occupazioni, i pensieri, le relazioni, ecc. È una linfa o corrente vitale, che su tutto influisce, comunica lo spirito anche alle cose più comuni. Forma una spiritualità che si vive e comunica. Forma lo spirito di orazione che, coltivato, trasforma ogni lavoro in preghiera.
Occorre la unità e circolazione della vita. I Padri Benedettini vivono di liturgia, ben meditata, sentita, praticata: costituisce la loro vita spirituale, attiva, ministeriale.
Così la Visita Eucaristica per il Paolino.
– Se l’ora di Visita fatta da ognuno che vuole l’avanzamento, si isolasse meno in un concetto formalistico;
– se, invece di essere una semplice porta come le altre, mirasse ad essere il cuore della giornata;
– se la Visita fosse come il sangue che vivifica gli altri atti di pietà;
– se la si fa scaturire dalle profondità dell’anima e dalla vita ordinaria, e meno da metodi convenzionali, o libri, o formule di preghiere superficiali;
– se con la Visita si acquista una base soprannaturale che illumina tutto, una spirituale generosità nel donarsi
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ed operare, un sentire profondo che Dio è in noi;
– se, dopo essere stati con Gesù Cristo, lo si sente vivo ed operante nel nostro essere, e nasce il bisogno di tuffarsi, tratto tratto, nel soprannaturale, a ristorarci;
si arriverebbe presto al nono grado di orazione: trasformazione in Cristo: vivit vero in me Christus [Ga 2,20].
La vita si trasforma in preghiera, la preghiera dà la vita.
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1 “Vive in me Cristo” (Ga 2,20).

2 “Io sono con voi”.

3 “Vive in me Cristo” (Ga 2,20).

4 “In principio era il Verbo” (Gv 1,1).

5 “Beati i poveri...” (Mt 5,3).

6 “Padre, è giunta l’ora: glorifica...” (Gv 17,1).

7 Nel testo stampato si legge “tanto per cambiare una pratica”, ma probabilmente si tratta di un errore di trascrizione.