Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ISTRUZIONE IV
LE VISITE ALLE COMUNITÀ

...Venuto, poi, il giorno di Pentecoste, si trovarono nel medesimo luogo. All’improvviso scese dal cielo un suono come di vento che soffia impetuoso e riempì tutta la casa dove erano seduti. Apparvero quindi ad essi come delle lingue di fuoco separate e si posarono sopra ciascuno di loro. Sicché tutti furono ripieni di Spirito Santo e incominciarono a parlare diverse lingue, secondo che lo Spirito Santo dava ad essi di esprimersi (At 2,1-4).

L’approvazione dell’Istituto

Nel 1927 ero a Roma per la pratica dell’approvazione. Dalla Congregazione dei Religiosi ero stato mandato da un celebre Gesuita, insegnante di Diritto Canonico, già provetto ed esperto consultore della Congregazione medesima e direttore di anime.1 Lesse le nostre Costituzioni attentamente, poi mi chiamò: Molto
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bene, mi disse; segnano un progresso sopra gli Istituti ordinari; lo spirito è buono; per l’apostolato avete preveduto e provveduto a tutto. Non tutti saranno concordi ad approvare un Istituto che vuol dedicarsi a tale apostolato; ma il mio parere è favorevole, molto favorevole. E le approvazioni si susseguirono con regolarità, come tutti sanno.

* * *

Art. 167. In ogni casa si osservi accuratamente la clausura; per nessun pretesto, entro la cinta delle Case ed anche entro le aule scolastiche e di apostolato proprie dei religiosi, vengano ammesse donne, a meno che si tratti di quelle eccettuate dal can. 598 del Codice di diritto canonico e di quelle che, per giuste e ragionevoli cause, i Superiori stimeranno di poter ammettere.
Art. 168. Se poi una casa ha annessa l’abitazione degli aspiranti, oppure edifici o locali destinati specialmente alle opere di apostolato, si riservi, per quanto è possibile, qualche parte dell’abitazione per i religiosi, in cui gli esterni non siano ammessi se non a norma dell’articolo precedente. E le donne non si ammettano neppure in questi luoghi esterni, se non per giusta causa e con la licenza dei Superiori.
Art. 169. I Superiori e gli incaricati diligentemente procurino che le porte della casa si chiudano e si aprano a tempo opportuno e conveniente; e vigilino affinché la disciplina religiosa non venga turbata da
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discorsi inutili ed importuni di visitatori indiscreti, e ne venga a soffrire lo spirito religioso.
Art. 170. Nessuno esca di casa senza la licenza del Superiore a cui se ne esporrà la causa e s’indicherà il luogo dove uno è diretto; al ritorno, di nuovo si avvertirà il Superiore.
Art. 171. Non è lecito ai Superiori permettere che i religiosi dimorino fuori di una casa religiosa della Società, se non per giusta e grave causa e per un tempo il più breve possibile. Per un’assenza di oltre sei mesi, si richiede il permesso della Santa Sede, eccetto che sia per causa degli studi, nel quale caso si deve procurare che l’alunno alloggi in qualche casa ecclesiastica approvata dalla competente autorità ecclesiastica.
Art. 172. Le lettere dei membri, professi e novizi, sia in partenza che in arrivo, sono soggette all’ispezione dei Superiori, eccetto quelle indirizzate alla Santa Sede e al suo Legato nella nazione, al Superiore generale, ai Consiglieri generali, ad un altro Superiore maggiore, al Superiore della casa che fosse assente, oppure quelle che si ricevono da queste stesse persone. Tuttavia ricordino i Superiori che sono tenuti al segreto delle cose lette nelle lettere dei sudditi; devono servirsi con prudenza e carità del diritto di regolare le relazioni epistolari dei sudditi.
Art. 173. I membri coltivino l’osservanza religiosa, in modo da essere di esempio a tutti e possano progredire efficacemente; si esaminino con diligenza sui propri obblighi accusandosi severamente davanti a Dio.
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Le visite di Dio e di Maria

La Chiesa, riferendosi alle apparizioni di Maria Immacolata a Lourdes a S. Bernardetta Soubirous, usa le parole: Visitasti terram, inebriasti eam; multiplicasti locupletare eam [Sl 65,10]: tu, Maria, hai visitato la terra, l’hai rallegrata tanto, l’hai arricchita di molti doni.
Così molto prima il Figlio di Dio s’incarnò e venne a visitare l’umanità per illuminarla, consolarla, arricchirla dei suoi doni celesti, e prendersi i nostri peccati per soddisfarli, e riaprire il cielo.
Ecco il modello di ogni visita da farsi ai Fratelli religiosi e ad ogni comunità, o famiglia, od amici: In quel giorno Maria si mise in viaggio per recarsi in fretta, attraverso alle montagne, in una città di Giuda. Entrò in casa di Zaccaria e salutò Elisabetta. Ed avvenne che, come Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo seno; ed Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo e ad alta voce esclamò: Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno. E per quale merito il Signore mi ha concesso che venisse a me la Madre del mio Signore? Poiché non appena suonò al mio orecchio il tuo saluto, il bambino esultò per l’allegrezza nel mio seno. E beata sei tu che hai creduto, perché le cose che ti furono dette da parte del Signore saranno tutte compiute. E Maria rispose: L’anima mia loda il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore [Lc 1,39-47].
Maria si fermò in quella casa che santificò con le sue virtù e con la preghiera, portando ad essa doni celesti: Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo; il suo bambino (il Battista) fu santificato nel seno della madre;
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Zaccaria riacquistò la parola, giacché era restato muto per i suoi dubbi sopra l’annunzio dell’Angelo. Là servì Elisabetta per tre mesi.
Vi sono visite paterne. Sono un incontro lieto tra padre e figli; così del Superiore Generale o del Provinciale, o di Vescovi o altre Autorità.
Esse hanno lo scopo di stabilire più intime relazioni, scambiarsi i saluti e notizie, rallegrare e rallegrarsi. Assieme pregare, esortare, consolare.
Sono visite attese, sono incontri desiderati, sono come un raggio di sole, che viene ad illuminare. Quanto più frequenti possono effettuarsi, tanto maggiori saranno i frutti.
I figli invitino volentieri il loro Padre; il Padre accoglie volentieri l’invito.
Si pensi alla visita dei pastori di Betlemme alla Grotta dove nacque Gesù; si pensi all’intervento di Gesù alle nozze di Cana insieme a Maria; si pensi alla visita di Gesù alla casa di Pietro a Cafarnao; si pensi alla visita di Gesù a Betania, dove veniva accolto con fede ed amore da Marta, Maria, Lazzaro: quanta luce e conforto, e benedizioni da quelle visite!
Occorre però sempre che abbiano il tono di intimità tra Padre e figli.

Visite fraterne

Sono le visite tra Religiosi fratelli. Possono avere vari scopi: possono essere incontri spirituali
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per edificazione; possono essere incontri istruttivi, intesi a dare o prendere cognizioni e consigli utili; possono essere visite di semplice e religiosa amicizia, per confidenze, per consolazioni, per edificazione. Tali visite possono anche avere uno scopo di semplice sollievo; occorre però che sia un sollievo sano e che si concluda in serenità morale e spirituale. La Scrittura ammonisce: hospitales invicem sine murmuratione.2
Convegni, visite o festività che non siano turbate da maldicenze, specialmente per chi è assente; mai seminare o ricevere del male, tanto da parte di chi ospita, come da parte dell’ospite. Emulazione nel bene! Secondo le parole di San Paolo: Æmulor vos Dei æmulatione3. Ricordate le parole di San Giacomo (3,17): La sapienza che procede da Dio in primo luogo è pudica, riservata, cioè pacifica, senza alterchi di parole, modesta; non pretese di superiorità, ma zelo modesto. Persuasiva, non imposizione, ma mite persuasione; inclinata a tutto ciò che è buono e santo. Piena di misericordia. Tutti compatire, tutti incoraggiare, tutto approvare ciò che è buono; i frutti di santità vengono seminati nella pace. Dopo il buon esempio lasciarsi in letizia.

Visite canoniche

Sono da farsi ogni tre anni alle singole Case; ed in casi particolari anche più spesso. Impedito il Superiore Generale, delegherà persona di fiducia. Queste visite possono avere di mira anche soltanto un argomento particolare ed un oggetto determinato.
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Le visite che si compiono ogni tre anni hanno per fine di rendersi conto della Provincia o Casa particolare sopra i quattro punti, cioè: spirito, studio, apostolato, povertà.
Per questo fine il Visitatore procederà con molta carità. Anzitutto, radunata la comunità, si avrà il canto del Veni Creator, poi il Visitatore rivolgerà parole di edificazione ai Religiosi; inviterà tutti ad esprimere quanto si crede vi sia di bene da confermare o di male da togliere.
Il Visitatore ascolterà ognuno dei Professi. Tutti dovranno essere sentiti. Se sarà opportuno, prenderà anche notizie da altre persone con tutta prudenza. Il Visitatore si farà consegnare una relazione completa di tutto l’andamento della comunità o Provincia, nelle sue varie opere, nelle amministrazioni, nell’andamento delle persone, degli studi e di tutta la disciplina religiosa.
Annunziata la visita, il Superiore che, senza il consenso del Visitatore, avrà trasferito sudditi in altra casa; e così pure tutti i Superiori e sudditi che direttamente o per mezzo di altri avranno indotti i religiosi, anche indirettamente, a tacere o a dissimulare in qualche modo la verità, quando il Visitatore interroga; oppure a non esporla sinceramente; ovvero sotto qualunque pretesto avranno recato molestia ai medesimi per le risposte date al Visitatore; siano dichiarati dal Visitatore inabili a coprire uffici che importano il governo degli altri; ed i Superiori siano privati dell’ufficio che hanno.
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Annunziata la visita, due cose sono da farsi: 1) prepararsi con la preghiera, per esempio mediante una novena allo Spirito Santo per il miglior frutto della visita; 2) disporsi tutti con animo docile a ricevere chi viene nel nome del Signore, per accoglierlo come si trattasse del nostro Padre San Paolo.
Da notarsi: 1) dare l’elenco degli alunni, dei testi di scuola e delle votazioni; 2) preparare l’elenco di quanto fatto nell’apostolato negli ultimi tre anni, o dall’ultima visita. Nella contabilità si facciano in riassunto i raffronti tra anno ed anno e si espongano le difficoltà, i progetti e i desideri per il progresso della Casa o Provincia.
Dopo la visita è necessario che si diano gli opportuni avvertimenti ed esortazioni e si promulghino le cose che avrà giudicato dover stabilire per il bene della comunità; le quali cose, descritte fedelmente nel registro delle visite della casa, e sottoscritte dal Visitatore, dovranno essere osservate da coloro che li riguardano. Dai decreti del Visitatore si può ricorrere al Superiore Generale, ma solo in devolutivo; si capisce: questo quando sia altro Sacerdote visitatore delegato.
A sua volta il Visitatore delegato darà una relazione completa ed accurata al Superiore Generale di quanto è venuto a conoscenza; di quanto si è fatto nel corso della visita; delle osservazioni ed avvisi dati; allo scopo di provvedere in modo opportuno alle necessità. Il Superiore Generale riferisca le medesime cose al Consiglio Generalizio.
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Una visita di Gesù

Gesù entrò poi in Gerico e stava attraversando la città, quand’ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, desideroso di vedere chi fosse Gesù, e non potendo a causa della folla, perché era basso di statura, corse avanti e salì sopra un sicomoro, per vederlo, perché doveva passare di lì. Gesù arrivato in quel punto, alzò gli occhi e gli disse: Zaccheo, presto, scendi, perché oggi devo fermarmi in casa tua. Ed egli, svelto, scese e lo accolse con gioia. Nel veder questo, tutti incominciarono a mormorare, dicendo: Si è fermato in casa di un peccatore. Ma Zaccheo, stando davanti al Signore, gli disse: Ecco, Signore, io dò ai poveri la metà dei miei beni, e se di qualcosa ho defraudato qualcuno, gli rendo il quadruplo. Gesù gli disse: Oggi è venuta la salvezza a questa casa, perché anche lui è figlio di Abramo. Infatti, il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e a salvare quello che era perduto (Lc 19,1-10).
Omnia in caritate fiant.4 In caritate radicati et fundati, solliciti servare unitatem spiritus in vinculo pacis.5
La preghiera finale sarà: Visita, quæsumus, Domine, habitationem istam; et omnes insidias inimici ab ea longe repelle: angeli tui sancti habitent in ea, qui nos in pace custodiant; et benedictio tua sit super nos semper. Per Dominum nostrum....6
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1 L’8 marzo 1927 Don Alberione aveva scritto a Don Giaccardo, a Roma: “conviene intervento di persona importante” per l’approvazione. È possibile che si tratti di P. Generoso Graziosi (1856-1934), insegnante di Teologia morale, Diritto Canonico e Storia della Chiesa, e dal 1922 al 1934 consultore presso la S. Congregazione dei Religiosi. Anche un altro gesuita, il P. Enrico Rosa (1878-1938), direttore di Civiltà Cattolica, ebbe un ruolo importante in tutta la vicenda delle pratiche svolte presso la Santa Sede, il Vicariato di Roma e il Papa Pio XI.

2 “Praticate l’ospitalità gli uni verso gli altri, senza mormorare” (1Pt 4,9).

3 “Io provo, infatti, per voi una specie di gelosia divina” (2Cor 11,2).

4 “Tutto si faccia tra voi nella carità” (1Cor 16,14).

5 “Radicati e fondati nella carità; cercando di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace” (Ef 3,17; 4,3).

6 “Visita, o Signore, la nostra casa e tieni lontane le insidie del nemico; vengano i santi angeli a custodirci nella pace, e la tua benedizione sia sempre con noi. Per il nostro Signore...” (Liturgia delle Ore, Compieta).