ISTRUZIONE V
GLI ISTITUTI SECOLARI
...Dopo questo il Signore ne designò ancora altri settantadue, e li inviò a due a due innanzi a sé, in ogni città o luogo dov’egli stesso voleva andare. E disse loro: La messe è molta ma gli operai son pochi. Pregate dunque il padrone della messe di mandare operai nella messe sua. Andate! Ecco, io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi. Non portate né borsa, né bisaccia, né calzari e non salutate nessuno nel viaggio. In qualunque casa voi entriate, prima dite: Pace a questa casa! E se lì vi è un figlio di pace, la vostra pace riposerà su di lui, altrimenti essa ritornerà su di voi. Dimorate in quella casa, mangiando e bevendo quello che ci sarà presso di loro, perché l’operaio ha diritto alla sua mercede. Non passate di casa in casa (Lc 10,1-7).
* * *
Art. 174. Ricordino i membri che tutto il bene ha principio e compimento nella carità. La carità è paziente e benigna, non è invidiosa,
100
non è insolente, non si gonfia, non è ambiziosa, non cerca il proprio interesse, non s’irrita, non pensa male, non gode dell’ingiustizia, ma si rallegra della verità; tutto sopporta, tutto crede, tutto spera, tutto tollera.
Art. 175. Perciò tutto sia fatto nella carità, osservando con sollecitudine il suo ordine, come conviene a persone sante.
Art. 176. Accettino volentieri le quotidiane mortificazioni imposte dalla vita comune. Al mattino si alzino presto; si astengano dal cibo fuori dei pasti; evitino ogni discorso vano; si applichino con diligenza alle occupazioni giornaliere, sotto la guida dei Superiori, in spirito di vera cooperazione fraterna, da cui le opere acquistano impulso ed efficacia.
Art. 177. Nelle ordinarie mortificazioni o penitenze corporali da esercitarsi in privato, i membri sono guidati dal giudizio del direttore spirituale. Se però si tratta di penitenze che, sebbene si esercitino privatamente, possono tuttavia influire sulla osservanza religiosa, sul ministero o sulla salute fisica, si richiede anche il permesso del Superiore, il quale deve vigilare affinché le penitenze non nuocciano alla sanità, non siano di disturbo alla disciplina religiosa, e non intralcino le opere dell’apostolato.
Art. 178. Ricordino anche i precetti del Signore: Imparate da me che sono mite ed umile di cuore; in maniera che chi comanda dimostri una paterna e dolce sollecitudine, e chi è soggetto mostri docilità.
Art. 179. Siano imitatori di San Paolo nell’amore
101
alle anime, come lui stesso fu imitatore di Cristo e come il cuore di Paolo si formò sull’esempio del Cuore di Cristo. Esercitino le opere del proprio apostolato in modo che, seguendo le orme di Gesù Cristo Divino Maestro, divengano essi stessi via, verità e vita delle anime.
Struttura e finalità generali
Gli Istituti Secolari sono società riconosciute dalla Chiesa in cui si realizza in modo completo lo stato giuridico di perfezione e in cui si esercita l’apostolato nel mondo. Essi costituiscono uno stato completo di consacrazione al Signore. Dal punto di vista teologico i membri sono veri e propri religiosi.
I documenti che li riguardano sono i seguenti: Provida Mater Ecclesia del 1947; il motu proprio Primo feliciter, Cum sanctissimum, Sedes Sapientiæ.
Il loro fine principale è la gloria di Dio e la santificazione mediante l’osservanza dei consigli evangelici, obbedienza, povertà e castità. Secondo fine, l’impegno di dedicare la propria vita ad opere di apostolato.
Quale differenza tra Istituti Secolari e Istituti giuridici di perfezione? I membri di Istituti religiosi vivono separati dal mondo, vestono un abito comune, esercitano un’attività in nome della loro religione. Invece: i membri degli Istituti Secolari non indossano divisa uguale, generalmente non vivono la vita loro in comune; esercitano un apostolato a titolo personale; vivono di mezzi propri.
102
Tuttavia alcuni, secondo le esigenze, per la propria santificazione e per l’apostolato che esercitano, possono vivere in comune.
L’Istituto deve avere case sue per la direzione, per esercizi spirituali e per riposo in anzianità.
Negli ultimi tempi tali Istituti son diventati assai numerosi.
Membri
Per l’entrata: quali sono i limiti di età? Per i laici dai 18 ai 35 anni; per i Sacerdoti vi è maggior larghezza per l’età.
Per la vocazione: occorre la divina chiamata, o vocazione. Questa vocazione è preceduta da una tendenza alla consacrazione a Dio, dalla preghiera, dalla riflessione e dal consiglio di persone sagge; poi, in concreto, per l’entrata, l’accettazione da parte dell’Istituto.
Circostanze determinanti: persone che avrebbero voluto entrare in un Ordine o Congregazione religiosa, ma hanno dovuto ritardare per qualche grave motivo: salute, difficoltà di famiglia, carattere non adatto alla vita comune, ecc. Altri non intendono di abbracciare la vita comune, che ritengono impedimento all’apostolato a cui si sentono chiamati. Altri ancora confidano di trovare il loro ideale di vita santa ed apostolica negli Istituti Secolari.
Si richiede posizione economica solida, con le garanzie per malattia, invalidità, vecchiaia, ecc.
Si richiede un’istruzione sufficiente per l’apostolato che intendono abbracciare.
103
Son necessari: salute sufficiente, attestati ordinari, particolarmente rilasciati da persone autorevoli, capaci.
Per l’incorporazione definitiva occorrono: sei mesi almeno di Postulato, due anni di Noviziato, Professione per un anno che si rinnova per otto anni, quindi voti perpetui.
Vantaggi spirituali
I principali vantaggi sono questi:
1. È reso possibile lo stato di perfezione a tantissime persone, altrimenti impedite; eppure capaci della maggior santità e di efficacissimo apostolato.
2. Viene portata nel seno delle famiglie, della società, e di tutte le attività umane una vita di totale consacrazione a Dio.
3. Viene estesa e intensificata l’attività apostolica in molti ambienti, professioni, organizzazioni, ordinariamente chiusi all’azione del Sacerdote.
4. Queste persone consacrate sono di aiuto prezioso al Clero ed alle Famiglie Religiose, e possono diventare (in caso di persecuzione) il lievito nascosto ma fecondo della vita cristiana.
5. Suffragi: ognuno è esortato a provvedere per l’anima sua, anche mediante le indulgenze; sono poi assicurati abbondanti suffragi.
6. Chi entra in un Istituto Secolare non abbandona il suo campo d’apostolato od il suo ministero; anzi può divenire un collaboratore più efficace e attivo nel ministero parrocchiale, perché può immettere nella Parrocchia una nuova attività apostolica.
104
Governo e obblighi
Governo. Per gli Istituti Secolari nostri: il Superiore Generale della Pia Società San Paolo è pure Superiore Generale di ciascheduno degli Istituti Secolari. Il Superiore Provinciale della Pia Società San Paolo è pure Superiore Provinciale degli Istituti Secolari. Il Superiore locale della Pia Società San Paolo è pure Superiore locale degli Istituti Secolari.
Gli impegni principali dei membri degli Istituti Secolari sono tre: 1) pratiche di pietà, conforme alla pietà paolina; 2) pratica dei consigli evangelici, che vengono abbracciati con la Professione; 3) l’apostolato secondo la scelta concordata con il rispettivo Superiore.
Questo apostolato viene esercitato nel mondo e con i mezzi del mondo, ossia valendosi delle professioni, attività e circostanze che l’ambiente fornisce, facendo pure uso dei mezzi tecnici moderni.
I nostri tre Istituti partecipano delle finalità e svolgono nel mondo le attività (anche una sola di esse) della Famiglia Paolina. Questa si compone di cinque Congregazioni: Pia Società San Paolo, per l’apostolato della stampa, cinema, radio, televisione; Figlie di San Paolo, per gli stessi apostolati; Pie Discepole del Divin Maestro, per l’adorazione, la liturgia, il servizio sacerdotale; Suore Pastorelle, per le opere parrocchiali; Istituto Regina Apostolorum, per le vocazioni.
In generale, i membri degli Istituti Secolari dovranno cooperare con la Chiesa per dare al mondo Gesù Cristo
105
Maestro, Via, Verità e Vita, con la diffusione della dottrina cattolica, della morale cristiana e dei mezzi di grazia e di elevazione spirituale e materiale; questo, secondo lo spirito della Pia Società San Paolo.
In particolare, per dare qualche esempio:
a) i membri possono cercare ed aiutare vocazioni religiose per le cinque Congregazioni religiose, come pure per il clero diocesano;
b) collaborare alla redazione o diffusione di libri e periodici delle Congregazioni Paoline: abbonamenti, biblioteche, centri di diffusione, ecc.;
c) aprire ed esercire sale cinematografiche adatte, o collaborare in altre forme all’apostolato del cinema;
d) nelle nazioni ove è possibile, potranno preparare programmi per la radio e la televisione, o aiutare le emittenti cattoliche;
e) organizzare l’adorazione eucaristica, curare le persone di servizio ai Sacerdoti, fare laboratori, iniziative per la Liturgia; estendere la devozione a Maria Regina degli Apostoli ed a S. Paolo Apostolo;
f) parteciperanno e aiuteranno il più possibile le opere parrocchiali e diocesane, soprattutto l’Azione Cattolica;
g) pregheranno per i Religiosi e per il Clero, ecc.
I tre Istituti secolari paolini
1. Istituto Gesù Sacerdote
È per il clero diocesano. Tanti Sacerdoti sentono vivo il bisogno di una spiritualità più profonda, di una famiglia spirituale a cui appartenere, di una vita più impegnata nella perfezione, abbracciando i consigli evangelici. E cercano questo pur restando al loro posto
106
di ministero, così necessario anche se così gravoso. Si offre loro l’Istituto Gesù Sacerdote.
Notiamo in particolare:
1. Per l’ubbidienza, non vengono obbligati ad ubbidire al loro Vescovo in virtù del voto (il voto stretto riguarda solo i Superiori dell’Istituto, in quelle attività che esulano dall’azione parrocchiale e diocesana, di cui perciò ognuno può disporre liberamente, senza dipenderne dagli Ordinari). Però, ogni volta che si ubbidisce al proprio Vescovo, si viene ad acquistare anche il merito del voto; perciò anche l’ubbidienza al proprio Vescovo resta assai valorizzata e favorita.
2. Per la povertà, il rendiconto riguarda solo le spese strettamente personali. Sono esclusi quei beni di cui il Sacerdote è semplice amministratore.
3. Per l’apostolato. Il primo e principale apostolato è quello assegnato dall’Ordinario diocesano. I membri dell’Istituto: a) lo accetteranno volentieri, in spirito d’ubbidienza; b) lo compiranno con generosa dedizione, seguendo l’indirizzo e i desideri del Vescovo; c) lo lasceranno, anche con sacrificio, pur accettandone altro meno gradito, se l’Ordinario lo giudica conveniente.
Può essere che tale ufficio assorba tutte le energie e richieda tutto il tempo. In tale caso basterà che si compia e si faccia fruttare al massimo, usando a tale fine quei mezzi ed iniziative che sono suggerite oggi, curando un sano aggiornamento.
Se invece rimangono tempo ed energie: aggiungere un proprio apostolato secondo le attitudini e secondo i bisogni locali e generali.
107
2. Istituto S. Gabriele Arcangelo
Oggi il laicato cattolico è particolarmente in movimento, e impegnato in tante attività. I migliori sentono vivo il bisogno di contribuire a salvare l’umanità dal materialismo, dall’ateismo, dall’anticlericalismo massonico. E vi sono tanti giovani e uomini che vogliono attendere alla santificazione propria in una vita stabile, organizzata giuridicamente e guidata da ubbidienza, ma senza entrare negl’Istituti tradizionali, ossia senza abbandonare il loro ambiente di vita e di apostolato. Ad essi si offre l’Istituto intitolato all’Arcangelo annunziatore dell’Incarnazione e della salvezza, e sotto il cui patrocinio Pio XII ha posto il cinema, la radio, la televisione.
3. Istituto Maria Ss. Annunziata
Le parole del Papa
Questi Istituti possono conferire e giovare con facilità per vivere seriamente, sempre e dappertutto la vita di perfezione; per poterla abbracciare in molti casi in cui la vita canonica religiosa non sarebbe possibile o conveniente; per un profondo rinnovamento cristiano delle famiglie, delle professioni, della società civile, mediante un contatto intimo e quotidiano, mediante una vita perfettamente e totalmente consacrata alla santificazione; per esercitare un multiforme apostolato e i ministeri in luoghi, tempi e circostanze in cui sarebbe proibito o risulterebbe difficile ai
108
Sacerdoti e ai Religiosi (Pio XII, Provida Mater Ecclesia).
Raccomandiamo con paterno animo di promuovere generosamente sante vocazioni di questo genere, di offrire aiuto con mano amica, non solo alle Religioni ed alle Società (Religiose), ma anche a questi Istituti Secolari veramente provvidenziali (Pio XII, Primo feliciter).
109