ISTRUZIONE II
LE COSTITUZIONI: LEGGE E SPIRITO
Mezzi per gli Esercizi
È necessaria una speciale luce e grazia dello Spirito Santo per introdurci nella presente considerazione. Chiediamola per mezzo della Madre, Maestra e Regina
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Maria; per mezzo di San Paolo, Padre, Maestro e Protettore.
Nel lontano ricordo di giorni santi abbiamo sentito un fervore tutto speciale: è brillato l’orizzonte di una vita tutta per Dio e per le anime, una ricca messe di meriti, nella immolazione di ogni giorno, nella visione di una magnifica mansione in cielo. Allora non ci siamo ridotti a fare ciò che è indispensabile per la salvezza, l’osservanza dei comandamenti; abbiamo invece chiesto il perfetto. E perché volemmo il perfetto, abbiamo accettato il lascia tutto, vieni, seguimi.
Per questo: vi sono i mezzi naturali,
vi sono i mezzi cristiani,
vi sono i mezzi religiosi, e
vi sono i mezzi sacerdotali.
Ad ogni serie di doveri corrisponde una grazia ed un premio.
Abbiamo voluto il massimo: perciò con gioia prendiamo il libro delle Costituzioni, baciamolo, meditiamolo, poiché in esso sono indicati i mezzi migliori, l’optimam partem,1 per il massimo: la santità. Pienezza di fede, esuberanza di speranza, ardore di carità, faranno accogliere in santa letizia ogni articolo della via di perfezione; sì, lieti di dare a Dio il tutto, per il tutto! La corrente sempre ad alta tensione!
Obblighi e orientamenti
Prima di iniziare questo grande corso di Esercizi Ss. ho creduto bene di chiedere udienza al Papa onde assicurarci
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una paterna sua benedizione. La diede con quel suo gran cuore che gli è proprio nelle grandi e piccole cose: mi sembrava la benedizione dei Patriarchi sui loro figli.
Se il primo fine di questo Corso è di aggiornare la nostra vita alle Costituzioni, occorre leggerle, meditarle, conformarvi i pensieri e la vita intera. Esse tracciano la particolare nostra vita per lo spirito, lo studio, l’apostolato, la povertà.
Ogni Istituto religioso, comunque si chiami (Ordine, Famiglia, Congregazione) è sempre una società: e questa esige una regola. Si associano persone di alti ideali per ottenere un fine determinato, viribus unitis,2 sotto un’autorità che organizza le forze; diversamente è meglio operare come individui. Qui vale il detto: Serva ordinem, et ordo servabit te.3
Formare l’aspirante significa avviarlo, sin da principio, alla povertà, delicatezza, obbedienza; alla pietà paolina ed all’apostolato paolino; fortiter et suaviter, attingens a fine usque ad finem,4 così come la mamma opera col bambinello che vuole crescere buono e forte.
I due primi articoli sono fondamentali, gli altri sono spiegazioni ed applicazioni pratiche. Conviene prima leggerne l’ultimo capitolo.
Come obbligano le Costituzioni? Fu grave errore il dire, come principio generale: le Costituzioni non obbligano sotto pena di peccato.
Art. 458. Nelle presenti Costituzioni: 1. Le prescrizioni che riferiscono leggi divine ed ecclesiastiche, ritengono l’obbligazione che hanno in se stesse.
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Esempio: tutti i comandamenti, le virtù cristiane, il lavoro, evitare il peccato e le occasioni di peccato, la Messa quotidiana, la Visita, il Rosario, il Breviario; tutte le prescrizioni canoniche che regolano l’ammissione al Noviziato, il modo di compierlo, le Professioni, le dimissioni, gli studi per gli aspiranti al Sacerdozio, le Ordinazioni; e in generale tutti i canoni del Diritto Canonico dal canone 499 al 672; poiché la vita religiosa è regolata sostanzialmente dalla Chiesa. Così che dei 463 articoli delle Costituzioni oltre 300 sono leggi ecclesiastiche, di cui rivestono l’obbligazione.
2. Le prescrizioni riguardanti i voti, ossia che ne determinano la materia remota e prossima o stabiliscono il modo di osservarli, ricevono l’obbligo dai voti stessi.
Di conseguenza, gli articoli dal 104 al 151 che riguardano i voti, la loro materia, il modo di osservarli, ricevono l’obbligatorietà dai voti stessi di povertà, castità, obbedienza; esempi: le disposizioni della clausura, il modo di amministrare i beni, le adunanze mensili dei Sacerdoti e Discepoli, la residenza dei Superiori, la vita comune, gli uffici assegnati, i resoconti stabiliti, ecc.
3. Le prescrizioni che riguardano il governo e le norme fondamentali che ne determinano le funzioni necessarie, o i doveri e gli uffici per mezzo dei quali si esercita; parimenti le prescrizioni che stabiliscono e consacrano la natura e il fine speciale della Società, obbligano in coscienza secondo la gravità della materia.
Esempi: le elezioni del Superiore generale, dei Consiglieri generali, Procuratore, Economo generale, Segretario generale, dei Provinciali, Superiori locali, Maestri
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di Noviziati, revisori dei libri; tutto ciò che tocca il nostro apostolato, l’organizzazione, le edizioni col loro spirito pastorale, nei periodici, libri, pellicole, la propaganda, la tecnica, ecc.; i doveri dei Superiori maggiori e locali... Tutto questo costituisce almeno un ottantacinque per cento degli articoli delle Costituzioni, i quali obbligano in coscienza, perché contengono leggi divine ed ecclesiastiche, o del Diritto canonico.
4. Le prescrizioni puramente disciplinari o ascetiche, che non sono incluse nelle precedenti, per sé non obbligano direttamente sotto reato di colpa, sebbene possano costituire materia del voto e della virtù dell’obbedienza. Però violare queste norme anche minime per disprezzo formale è peccato; se poi la trasgressione è fatta per motivo o fine non retto, oppure è di scandalo, o coopera alla rilassatezza della vita religiosa, importa peccato contro le relative virtù.
Esempi: gli avvisi comuni e particolari per la giornata, le vacanze, i giuochi, l’ordine nelle cose e nelle attività, il modo di fare la pietà, ecc.
Il disprezzo formale può essere interno o manifestato, per quanto fu disposto o per la persona che ha disposto, con le parole o con i fatti. Spesso la trasgressione può portare la rilassatezza o lo scandalo, particolarmente nei più giovani; la trascuranza di prescrizioni disciplinari o ascetiche finisce per lo più con l’annullare l’impegno e dovere fondamentale della vita religiosa, che è la perfezione. Se questo è dovere fondamentale e primo, vi è pure l’obbligo di usare i mezzi per compierlo.
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Parentesi: In Italia, agli inizi dell’Istituto, lo studio della liturgia e la partecipazione dei fedeli alla liturgia era pressoché sconosciuto, benché già si avesse la traduzione di un Messalino pubblicato in altra nazione. Si dedicarono allora nostri chierici di buona volontà, prepararono un Messalino proprio, che ora è arrivato a diverse edizioni, e viene giudicato il migliore fra i diversi che nel frattempo sono usciti.
Mentre, tuttavia, si dà un posto degno alla pietà liturgica, non deve essere trascurata la preghiera personale, con le sue pratiche, specialmente la meditazione, l’esame di coscienza, la visita al Ss. Sacramento.
L’anima delle Costituzioni
Gli articoli delle Costituzioni sono freddi e scarni: occorre loro un’anima; e questa si è data con la composizione di orazioni, coroncine, istruzioni, quali sono nel nostro libro delle preghiere. Amarle, recitarle con cuore; a poco a poco entra nell’animo lo spirito della Congregazione.
Gli articoli che stabiliscono le pratiche di pietà quotidiane, settimanali e mensili, annuali ritengono tutto il loro valore.
Il modo di compierle, invece, può essere prescrizione ascetica; però ha la sua importanza, perché considera sempre la pietà come mezzo per vivere Gesù Cristo, Via, Verità, e Vita; pur non avendo, volta per volta, l’obbligatorietà di altri articoli. Tuttavia, nel suo complesso, obbliga pure in coscienza.
L’elogio migliore e riassuntivo su di un religioso è sempre questo: è osservante. Al contrario, se di esso si deve dire non è osservante, sarebbe la condanna totale di un religioso in quanto tale.
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Art. 459. Spetta solo alla sede Apostolica dare un’autentica interpretazione delle Costituzioni. I Superiori, per giusta causa e ciascuno secondo la propria autorità, possono temporaneamente dispensare i religiosi singoli, o una comunità intera se si tratta di un Superiore maggiore, dall’osservanza di qualche prescrizione delle Costituzioni in materia puramente disciplinare.
Art. 460. Senza il permesso del Superiore maggiore, a nessuno è lecito far conoscere le presenti Costituzioni a persone estranee alla Congregazione.
Art. 461. Le Costituzioni siano lette pubblicamente nelle singole case, in modo che almeno una volta all’anno si percorrano integralmente. I Superiori ne promuovano anche la lettura privata.
Art. 462. Gli antichi usi e le consuetudini ricevute secondo la natura e il fine della Società, si abbiano in onore e si osservino fedelmente da tutti i religiosi.
L’interpretazione autentica è riservata alla S. Sede.
Odiare come la peste le dispense dalle prescrizioni. Inoltre ridurre al minimo domande alla S. Sede: per dispense circa l’età, le ammissioni alle Professioni e Ordini, ecc. Le conseguenze sarebbero molto dolorose: si diminuirebbe la stima e l’osservanza delle stesse Costituzioni, ciò che insensibilmente porterebbe ad una generale trascuranza e disordine; così i migliori frutti della vita religiosa andrebbero perduti. La fedeltà assicura le benedizioni di Dio, la regolarità, lo spirito di disciplina, la letizia stessa della vita religiosa.
Le Costituzioni sono da leggere pubblicamente ogni anno: o durante gli Esercizi spirituali; oppure se ne
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leggano ogni giorno alcuni articoli prima della meditazione, o in altri tempi, ad esempio, per lettura spirituale.
Considerato tutto l’insieme degli articoli, nello spirito e nella lettera, in sé e nelle conseguenze, si può domandare: Quali sono gli articoli che non obbligano sotto pena di peccato? Nelle istruzioni, particolarmente durante il Noviziato, non si lasciano incertezze, né turbamenti di coscienza; si spieghi ogni cosa con tutta chiarezza, sciogliendo pure i dubbi.
Circa l’art. 462, è uso e consuetudine che nel ritiro mensile il Maestro stesso del gruppo o il Superiore della casa tenga le prediche, almeno l’ultima, che è la più pratica e serve a dare come consuntivo morale del mese passato ed un preventivo per il mese che viene incominciato. Inoltre il Maestro sente ognuno che si presenta spontaneamente, o chiama coloro che hanno maggior bisogno.
La via sicura
Il Direttorio, che chiarisce il senso e lo spirito delle Costituzioni, espone pure usi e consuetudini tradizionali.
Art. 463. Le Costituzioni contengono per noi la volontà certa di Dio e indicano la via sicura e necessaria (can. 448,1; 593) per raggiungere la santificazione, che è tutta la ragione di essere dello stato religioso. Per questo motivo i religiosi studino di conformare tutta la loro vita secondo le Costituzioni, che quindi devono tenere in grande stima, rendersele familiari e osservarle fedelmente. Da questa fedeltà dipende, in grandissima parte, non soltanto il progresso di ciascuno, ma anche la prosperità di tutta la Società. Di conseguenza non
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tanto il timore del peccato o della pena, quanto il desiderio e lo studio della propria perfezione, l’amore di Dio e di Nostro Signore Gesù Cristo, nonché l’amore della Società sospinga tutti alla loro esatta, fedele e costante osservanza, memori sempre della divina promessa: Voi che avete lasciato tutto e mi avete seguito, ricevete il centuplo e possederete la vita eterna.
Perciò: sono la via sicura. Noi possiamo errare; ma la Santa Sede non erra.
Le Costituzioni presentate vengono esaminate in varie maniere e da più persone per il nulla osta; poi per il Decreto di lode 5 e per l’approvazione definitiva; hanno già il risultato delle prove fatte e le lettere commendatizie degli Ordinari dove vi è almeno una casa. Quando, convenientemente rivedute e corrette, vengono consegnate all’Istituto, è la voce del Vicario di Gesù Cristo che parla come Supremo Superiore dei religiosi. Dice col fatto: Ecco la vostra via della santificazione, seguitela fedelmente. Inoltre riconosce che l’Istituto è utile alla Chiesa e alle anime, secondo i tempi che si attraversano. A questo punto, si eclissa il Fondatore, e sta la Santa Sede, suprema moderatrice. Questo dà piena assicurazione al neo-professo, che ha letta la formula della propria consacrazione a Dio nella nostra carissima Congregazione. Il Superiore che l’ha accettata dichiara: Io, a nome del Signore, ti dichiaro che, se sarai fedele, riceverai il centuplo e possederai la vita eterna.
Emessa poi la Professione, le Costituzioni divengono anche la via unica per la santificazione. Ciò che è fatto contro di esse, o anche solo fuori di esse, è contro la
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volontà di Dio o fuori della volontà di Dio. Dio paga soltanto quanto è conforme al suo volere, nel giorno delle eterne ricompense. Guardarsi, perciò dai magni passus extra viam,6 anche se crediamo che siano più utili e necessari di ciò che insegnano le Costituzioni. Nessuno può seguire una morale-ascetica del caso, del momento, del meglio, soggettiva; grande errore! Il meglio sta nella regola, sempre. Esempio: amministrazione indipendente, secondo le proprie vedute? no! deve essere sub ductu et dependentia superioris;7 ugualmente per il modo di governare, ecc.
Con la Professione si è accettato come valido il principio di ogni ragionamento pratico, il si vis perfectus esse,8 che è la ragione di essere dello Stato Religioso.
La Regola per tutti; tutta la Regola.
La Regola per i Superiori e sudditi: ovunque e sempre.
Vivere lo spirito dell’Istituto. La preghiera ripetuta da Gesù per tutti i membri della Chiesa ut unum sint9 vale pure per la famiglia paolina; e questa unione si attua nel conformarsi a vivere le Costituzioni in ogni casa, in ogni nazione.
Lo spirito dell’Istituto
Lo spirito di un Istituto è definito: un modo caratteristico e permanente di vedere, sentire e volere, sino a riprodurlo nella vita. Si riduce in fondo a questo: vivere integralmente il Vangelo di Gesù Cristo Via, Verità e Vita, come interpretato da S. Paolo, sotto lo sguardo di Maria, Madre, Maestra e Regina. Non vi è nazionalità per la Congregazione, ma solo la cattolicità, una volta che un istituto è iuris pontificii, cioè direttamente soggetto al Papa. Non si guarda dove la Congregazione è nata; in Italia si accolgono molto volentieri Istituti nati
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in Canada, Spagna, Francia: tutti! una volta che la Chiesa li riconosce. Forse che non si accetterebbe il Vangelo perché Gesù è ebreo? o perché Maria da cui nacque è ebrea? Rifiuteremmo le lettere di San Paolo, perché egli è ebreo? L’affetto alle anime della nazione di origine è doveroso; perciò dare loro Gesù Cristo Via, Verità e Vita e portare le ricchezze della Congregazione è segno di affetto vero, soprannaturale, doveroso. Ma Gesù ha mandato gli Apostoli con queste parole: Andate, fatemi discepoli tutti i popoli [Mt 28,19]; San Paolo, fatto Magister gentium,10 visse e morì per questo comando.
Le nostre Costituzioni sono tra le migliori; dalle migliori che vennero consultate si è ricavato il meglio. E devo dire: se avessi ancora trovato del meglio, più adatto ai tempi, come pietà o come apostolato, lo avrei introdotto. A voi, carissimi, ho proposto il meglio; ho – come dire? – cercato di imbandire la mensa più ricca; e la Santa Sede ha messo il suo supremo sigillo.
Vi sono articoli, nell’ultima edizione, che sono segnati dall’asterisco: contengono le ultime proposte, ad experimentum per dodici anni; dopo, con la prova, si giudicherà se farle diventare definitive o meno.
DECRETO DI APPROVAZIONE
(N. 5611-38 A. 77)
La Pia Società San Paolo, il giorno 10 maggio 1941, ottenne il Decretum Laudis 11 e l’approvazione delle Costituzioni a modo di esperimento per sette anni.
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L’incremento e la prosperità della Società in questo periodo, la sua salda compagine, lo spirito di perfezione religiosa dal quale sono animati i suoi membri, lo zelo apostolico con il quale i religiosi conseguono il fine speciale, risultano anche dalle lettere testimoniali degli Ordinari nelle cui Diocesi esistono le case. La Società infatti apporta frutti ubertosi per il bene della Chiesa non solo nelle regioni dell’Europa, ma anche dell’America e dell’Asia, lavorando strenuamente alla divulgazione della dottrina cattolica con l’apostolato delle edizioni, ossia con la stampa, il cinematografo e la radio.
Ora il Superiore generale con il suo Consiglio presentò all’esame della Sede Apostolica le Costituzioni, con alcuni articoli aggiunti ed altri modificati, umilmente implorando l’approvazione della Società e delle Costituzioni.
Pertanto il Santissimo Signor Nostro Pio per Divina Provvidenza Papa XII, nell’Udienza del 27 giugno 1949, concessa al sottoscritto Card. Luigi Lavitrano, Prefetto della Sacra Congregazione dei Religiosi, attesa l’abbondanza dei frutti salutari che la Pia Società San Paolo ha prodotti, attese le lettere commendatizie degli Ecc.mi Ordinari nelle cui Diocesi esistono le case della Società, udito il voto della Commissione dei Rev.mi Consultori, si è benignamente degnato di approvare la suddetta Società sotto il governo del Superiore generale; similmente di approvare e confermare definitivamente le Costituzioni, scritte in lingua latina come sono contenute in questo esemplare il cui autografo si conserva nell’Archivio della Sacra Congregazione; come di fatto con questo Decreto sono approvate e confermate la Società
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stessa e le Costituzioni; salva tuttavia la giurisdizione degli Ordinari dei luoghi a norma dei sacri canoni.
Nonostante qualunque cosa in contrario.
Dato a Roma, dalla Segreteria della Sacra Congregazione dei Religiosi, nel giorno, mese ed anno come sopra.AL. CARD. LAVITRANO, Prefetto
l.s.
FR. L. E. PASETTO, Segretario
A proposito le parole della Teologia Dogmatica precisano: La Chiesa è infallibile quando
definitivamente e solennemente approva le Costituzioni di un Ordine religioso, in quanto non può approvare istituti che fossero contrari alla fede od ai costumi, perché non sarebbe la vera custode della dottrina rivelata se potesse errare in cosa così solenne e riguardante tutta la Chiesa. Non è però infallibile per ciò che riguarda le opportunità di una determinata regola nel tempo e nelle circostanze di luogo o persona; ma anche in questo il parere del Papa è di altissimo valore (Tanquerey).
12Lo stato religiosoInfine meditiamo la consolantissima conclusione delle Costituzioni: l’assicurazione del centuplo e la vita eterna.
È sempre poco ciò che chiede il Signore, è sempre una richiesta fatta con sapienza ed amore: per darci
l’æternæ gloriæ pondus.13 Pio XI traduce così tale pensiero: Nella vita religiosa si avanza nel cammino della perfezione con passo così franco e sicuro, che già
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sembra di aver gettato le ancore nel porto della salvezza.
Lo stato religioso ha le sue radici nelle profondità del Vangelo.
Il cristianesimo passerà sempre per il mondo come un paradosso vivente, pazzia per gli uni, scandalo per altri; per noi è verità e realtà divina; lo si rileva dalle otto beatitudini annunziate dal Maestro Divino. Tanto più lo stato religioso, che è il perfezionamento della vita cristiana, la pratica integrale del Vangelo, sembra un paradosso: sacrificare la propria vita per salvarla; perdere tutto per salvare tutto. E questo è il culmine del paradosso: la povertà diventa ricchezza; l’abiezione, esaltazione; la verginità, maternità; la servitù, libertà; il sacrificio, beatitudine; il servizio, apostolato; la morte, vita. Voi siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio [Col 3,3]; Sono stato crocifisso con Cristo; e se vivo, non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me [Gal 2,20]. La mistica crocifissione del religioso è stata compiuta con tre chiodi: povertà, castità, obbedienza. E questa, dopo la Messa ed il martirio, è l’atto più grande e meritorio. Ogni mattina, nella rinnovazione del sacrificio di Gesù, affiggo alla medesima sua croce il mio essere, rinnovando i tre santi voti.
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1 “La parte migliore” (cf. Lc 10,42).
2 “Con le forze unite”.
3 “Conserva l’ordine e l’ordine conserverà te”.
4 “Con forza e dolcezza, estendendosi da un confine all’altro” (cf. Sap 8,1).
5 Si veda più avanti: I, 52, nota 11.
6 “Grandi passi, ma fuori strada” (Virgilio).
7 “Sotto la disposizione e in dipendenza dal superiore”.
8 “Se vuoi essere perfetto” (Mt 19,21).
9 “Perché siano una sola cosa” (Gv 17,21).
10 “Maestro delle genti” (cioè: dei pagani).
11 “Decreto di lode”. Il nulla osta per l’erezione dell’istituto maschile Pia Società San Paolo in congregazione religiosa di diritto diocesano, con voti pubblici e semplici, reca già la data del 30 luglio 1926 (e la firma del cardinale Camillo Laurenti). Il decreto ufficiale di erezione della Pia Società San Paolo in congregazione religiosa, emesso da monsignor G.F. Re vescovo di Alba, reca la data del 12 marzo 1927, allora festa di S. Gregorio Magno, Papa e Dottore della Chiesa. Don Alberione propose al Vescovo di firmare questo decreto il 19 marzo, solennità di S. Giuseppe, giorno del suo onomastico. Il Vescovo rispose: “La Pia Società San Paolo è opera della divina Provvidenza, non è merito mio”. – La data del Decreto di lode (decretum laudis) e della approvazione pontificia delle Costituzioni della Pia Società di San Paolo, è il 10 maggio 1941, a modo di esperimento per sette anni. Dopo i sette anni l’approvazione diventava definitiva. – La Santa Sede, approvando (il 27 giugno 1949) le Costituzioni in maniera definitiva, intese premiare quello che si era già fatto, specialmente dal 10 maggio 1941 in avanti, per vivere le Costituzioni e per attuare il fine speciale della Società, ossia l’apostolato della stampa, della radio, del cinematografo, apostolato definito globalmente anche dal Decreto pontificio, come “apostolato dell’edizione”. Nelle Constitutiones Piæ Societatis a Sancto Paulo Apostolo del 1949, nell’articolo 2 che parla del fine speciale della stessa Pia Società, si dice che detto fine consiste nella “diffusione della dottrina cattolica mediante l’apostolato delle edizioni cioè la stampa, il cinema, la radio, la televisione e con gli altri mezzi più efficaci e più celeri che il progresso umano fornisce e le necessità e condizioni dei tempi richiedono”.
12 Cf. anche UPS II, 14. Di A. TANQUEREY, cf. Compendio di teologia ascetica e mistica. Questo libro, ancora conservato nello studio di Don Alberione insieme con i volumi di teologia dello stesso Autore, ha avuto molte edizioni e un influsso da manuale sui Paolini. Può essere quindi utile una conoscenza della struttura dell’opera. Parte prima: I Principi. 1. Le origini della via soprannaturale; 2. Natura della vita cristiana: a) Della parte di Dio nella vita cristiana (della Trinità, di Gesù, della Vergine, Angeli e Santi); b) Della parte dell’uomo nella vita cristiana (lotta contro i nemici spirituali, il merito, i sacramenti); 3. Della perfezione della vita cristiana (consiste nella carità); 4. Dell’obbligo di tendere alla perfezione (per i cristiani, per i religiosi, per i sacerdoti; necessità della santità per il sacerdote); 5. Dei mezzi generali di perfezione (desiderio, conoscenza di sé e di Dio, conformità alla volontà di Dio, preghiera, direzione spirituale, regolamento di vita, letture e conferenze spirituali, relazioni sociali). Parte seconda: Le tre vie. Libro I: Purificazione dell’anima o via purgativa. 1. Preghiera degli incipienti (metodo di S. Ignazio e di S. Sulpizio); 2. La penitenza per riparare il passato (peccato mortale e veniale); 3. La mortificazione per prevenire le colpe (del corpo, dei sensi, delle passioni, delle facoltà intellettuali); 4. Lotta contro i peccati capitali (orgoglio, sensualità, avarizia); 5. Lotta contro le tentazioni (regole sul discernimento degli spiriti). Libro II: La via illuminativa. 1. Dell’orazione affettiva dei proficienti (vantaggi, pericoli, metodi); 2. Virtù morali dei proficienti (infuse e morali; prudenza, giustizia, fortezza, temperanza); 3. Delle virtù teologali (fede, speranza, carità - il Sacro Cuore di Gesù modello e fonte di carità); 4. Contrattacchi del nemico (vizi capitali, tiepidezza). Libro III: Della vita unitiva. 1. Della vita unitiva semplice (i doni dello Spirito; orazione di semplicità); 2. Della contemplazione infusa (in generale e le varie fasi: quiete, unione piena, unione trasformativa o matrimonio spirituale - quietismo o falso misticismo); 3. Fenomeni mistici straordinari (rivelazioni, fenomeni parapsicologici, differenze con i fenomeni morbosi, fenomeni diabolici come l’ossessione); 4. Questioni controverse. Appendici. - In appendice si trova anche la “Spiritualità di S. Paolo” (spogliarsi dell’uomo vecchio per rivestirsi del nuovo, Cristo). Esiste inoltre un’appendice intitolata “Lo studio dei caratteri”.
13 “La misura di gloria eterna” (cf. 2Cor 4,17).