Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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PRUDENZA27
Gesù buon Pastore anche nel Vangelo ci inculca la virtù della prudenza: «Attendite a falsis prophetis! Guardatevi dai falsi profeti!». Gesù ha distinto i profeti falsi dai profeti buoni: i falsi insegnano il male, i buoni insegnano il bene. Vi sono dei cattivi che insegnano il bene, ma questi non possono essere veri profeti, perché non producono buoni frutti. Infatti «dai frutti li conoscerete».
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Essere prudenti; la prudenza è una virtù cardinale infusa da Dio in noi, ma che possiamo aumentare se la coltiviamo. Vi sono persone prudenti che sanno distinguere e scegliere il bene, ve ne sono delle altre imprudenti che non considerano ciò che stanno per fare e così commettono imprudenze. Difatti nel Vangelo delle dieci vergini, cinque erano prudenti e cinque stolte. «Siate prudenti come serpenti».
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Come si intende la prudenza? Essa prima osserva, considera, giudica e poi con costanza eseguisce il bene intravisto.
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Vi è la prudenza dello spirito, ma vi è anche la prudenza della carne e, se non si sta attenti, facilmente si sbaglia. Talvolta troviamo in chi ci ama dei pericoli e, se non siamo prudenti e non sappiamo scegliere il vero bene, si può anche cadere. Non c'è solo il corpo da riguardare e curare, ma c'è prima un'anima da salvare. Avere cura del corpo solo in quanto ci deve servire per compiere bene la volontà di Dio, l'apostolato. Poi sapersi anche mortificare. Se per il corpo si devono tralasciare le pratiche indispensabili per la salute dell'anima, meglio trascurare il corpo. Se ci lasciamo guidare dallo Spirito Santo tante cose le comprenderemo facilmente e diventeremo prudenti. Saper evitare certi pericoli ove non ci porta la necessità: il pericolo è come il fuoco: se ci si avvicina, facilmente ci si brucia.
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Saper essere prudenti nella lingua: durante il turbamento è meglio non parlare. Così negli occhi e nell'udito: vedere e sentire certe cose, portano spesso turbamenti nell'anima.
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La prudenza è molto necessaria per la pastorella, il vostro apostolato lo esige. Usare prudenza anche nelle manifestazioni di coscienza, al confessionale, nella corrispondenza. La prudenza è come la luce: fa chiaro in noi e intorno a noi. Perciò vivere nella luce.
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Chi vuol vivere robusto nello spirito, bisogna che sia prudente. Non lasciarsi dominare dai sensi, dalla gola, pigrizia, sensualità. Non permettere che s'insinuino nella nostra mente certi pensieri, sentimenti, fantasie, ma subito scacciarli; ci potrebbero arrestare nella via della perfezione e alle volte anche far indietreggiare.
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Invocare spesso lo Spirito Santo e pregarlo perché ci dia il vero spirito di prudenza, per saper custodire la grazia e il buon spirito religioso. Pregare spesso: «Virgo prudentissima, ora pro nobis!».
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Anche nel bene, nella via della perfezione, ci vuole prudenza. Non si salgono le scale d'un colpo. Piano e costanti: arriveremo più presto alla santità.

12 Luglio 1953

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27 12 luglio 1953