Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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FARCI SANTE19
In novembre abbiamo chiesto a Dio la grazia di farci santi. E' stato questo un mese in cui abbiamo avuto più aiuti soprannaturali e più lumi. Ed ora in dicembre le grazie continuano. La festa dell'Immacolata, il Natale, sono occasioni buone per chiedere a Maria e a Gesù che riempiano sempre più l'anima nostra di grazia. Che cosa si richiede per farci santi? Due cose principalmente:
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1) Allontanare non solo la colpa, ma anche ogni imperfezione volontaria, e cioè, imperfezioni della mente, della volontà, del cuore. Togliere anche le imperfezioni, sì, perché la religiosa è una persona privilegiata che ha sentito l'invito alla vita perfetta. Al «si vis perfecta esse», ella ha risposto: «Sì, vengo!».
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La religiosa deve osservare non solo i Comandamenti e i doveri dei cristiani comuni, ma deve tendere in tutto alla santità. I suoi pensieri, i suoi voleri, i suoi sentimenti, le sue parole... Tutto ella deve modellare su Gesù.
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Tutto: le azioni più comuni, come la pulizia; e le azioni più grandi, come la santa messa, i sacramenti, l'apostolato. La religiosa fugge anche l'ombra del peccato. La religiosa santa ha la grande preoccupazione di riempirsi di Dio. Ella è sempre unita a Gesù: nulla la turba, nulla la agita, nulla la ferma nella sua ascesa verso Dio. Stare unita sempre a Dio, non solo nella preghiera, ma anche in tutte le sue opere, non escluse le minime, come la Madonna.
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Anche voi, in questa novena dell'Immacolata, cercate di imitare la Madonna, la «piena di Grazia». Siate pure, lavorate per acquistare l'intima unione con Dio. Sia la vostra piccola Comunità come un giardino di fiori olezzanti, di anime sante. Sarà povera la vostra famiglia, non avrà grandi apparenze esterne, ma sarà gradita a Dio. E questo è ciò che importa. Per lo sviluppo delle pastorelle sapete che ci vuole? Ci vogliono anime sante che siano solido fondamento. Le anime sante otterranno buone vocazioni, sviluppo alle opere, frutti copiosi al vostro apostolato. Ringraziate Dio per la vocazione che vi ha dato alla santità e all'apostolato.
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2) Sì, pregate; la santità viene anzitutto da Dio, viene dal Tabernacolo. A noi spetta di corrispondere alla grazia. Andiamo al Tabernacolo: in esso vi è l'energia che deve fortificare le anime. E' Gesù che ci illumina, che ci fortifica e che ci santifica. Il Tabernacolo è la fonte dell'acqua della vita eterna. Ma perché la luce divina, perché la forza, la grazia giunga alle anime nostre, bisogna che noi ci accostiamo a questa fonte. Far diversamente sarebbe come voler acqua senza aprire il rubinetto, pretendere che la lampadina illumini senza girare l'interruttore. L'interruttore nel nostro caso è l'umiltà. Chi crede di essere capace a qualche cosa, di poter fare da sé, pone l'impedimento alla luce, alla grazia, non gira l'interruttore, non apre il rubinetto! La superbia è il grande male. Ha rovinato Lucifero, ha rovinato Adamo, ha rovinato tante anime. Chi si insuperbisce nella mente viene umiliato nella carne.
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Una nazione potente, dopo aver costruito una nave mastodontica, la lanciò nelle onde dicendo: «Va', tu non hai bisogno di Dio!». E ci dice la storia che affondò nel primo viaggio. Sapessimo mai quale nemico è il nostro orgoglio! Esso ci fa fare grandi sbagli! Meditiamolo bene, qui, davanti al Tabernacolo: il primo impedimento alla santità è l'orgoglio, mentre il primo passo verso la santità è l'umiltà sincera, l'umiltà di mente, di volontà, di cuore, di opere; quell'umiltà che ci fa confidare solo nella misericordia divina.
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Il Maestro Gesù ci faccia comprendere questa sublime lezione.

2 Dicembre 1949

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19 2 dicembre 1949