Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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L' OPERA CENTRALE: IL CATECHISMO6
Oggi incomincio a dirvi qualche cosetta riguardo alla vostra vocazione speciale; poche cose, briciole, un pochino alla volta.
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Intanto sarebbe bene vi provvedeste di un trattato di Teologia Pastorale ed anche dei miei Appunti di Teologia Pastorale, tenendo presente che in alcuni punti sono arretrati e non più giusti. A queste lacune potrete supplire con lo Stocchiero, il quale, per essere stato scritto dopo il Concordato, è aggiornato e porta tutte le particolarità riguardanti lo Stato italiano.
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Diciamo dunque qualcosa molto semplice. Che cosa deve fare una suora per operare del bene in una parrocchia? In un paese, per farsi amare, bisogna anzitutto curare gli ammalati e i bambini. Voi, essendo giovani, cominciate coi bambini.
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In principio, quando avevano aperto le nostre case, volevano farcele chiudere perché vi si lavorava. Adesso s'incomincia a comprendere l'alto valore del lavoro, quanto giovi anche alla salute. Ad ogni modo, aspettiamo e vedremo come si metteranno definitivamente le cose. Appena lo sapremo vedremo di corrispondere quanto più e quanto meglio possibile alle direttive che ci vengono dall'alto.
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Le opere caritative sono il grande mezzo di attrazione dei cuori e degli animi in una parrocchia. Quando, novello sacerdote, mi mandarono Vice Curato in un paese, per prima cosa misi in chiesa la Cassetta del pane di san Antonio. In essa i più facoltosi del paese mettevano del denaro, che io prendevo una volta la settimana per comperare pane pei poveri.
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Vedete? I Francescani sono molto amati perché se chiedono molto, molto danno, e con una certa prodigalità. Perché nel mondo tutti odiamo, ma tutti desideriamo di essere amati e la carità è dappertutto stimata.
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Cura dei bambini e cura dei vecchi: come si fanno funzionare queste opere? Quei libri, cui ho accennato poco fa, ve lo insegnano; un po' in generale, è vero... Tuttavia si potranno trovare ancora altri manuali e, soprattutto, fare una carità ingegnosa e sentita. Oggi però voglio parlarvi dell'opera centrale vostra: il catechismo.
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Il catechismo! Ad esso tendono tutte le altre opere, tutte vi fanno capo. Oh! Che gli uomini conoscano la via del Cielo!
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Ieri ebbi occasione di parlare con alcuni missionari delle Missioni Estere di Parma; è una congregazione fondata da Mons. Conforti, Vescovo di Parma, ed ha come scopo l'evangelizzazione dei popoli infedeli. Hanno attualmente alcune case con un totale di una cinquantina di sacerdoti. Chiesi loro: «Come fate per arrivare alle anime dei Cinesi?». «Ecco, mi risposero, il sacerdote fa poco. Chi fa molto sono i Catechisti, e fra tutti precedono i Catechisti indigeni. I Catechisti sono per noi di un'importanza straordinaria e fondamentale Essi apprendono dai nostri e, poiché sanno di dover poi insegnare, si applicano allo studio del catechismo in modo non comune. Una volta istruiti, incominciano il loro apostolato. Tutti pieni di zelo percorrono le loro contrade chiamando a raccolta i grandi e i piccoli e parlando loro da un'altura, da un piccolo poggio o da altro luogo, proprio come faceva il Divin Maestro, che a tutti si adattava pur di illuminare le menti. Fidandosi poco di sé (fortunatamente!), essi ripetono costantemente ciò che hanno appreso a memoria, e nel tempo che hanno libero non tralasciano di mettersi al corrente in quelle cose che non conoscono con tutta precisione».
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Riconosciamo che i Frati Laici Italiani fanno assai meno di quei poveretti, perché è assai difficile avere il loro zelo nello studio del catechismo. Così avviene che quei poveri neofiti ne sanno assai più di noi!... E noi vorremmo davvero esser di sotto dei Cinesi? Che proprio loro debbano darci dei punti?
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E' necessario che in questo tempo noi studiamo molto il catechismo. Il catechismo ben fatto è spesso più utile di una predica.
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Mi mandarono a predicare a certi giovani. Predicai in tutta semplicità, illudendomi d'essere compreso. Tutt'altro! Alla fine della predica interrogai, e mi accorsi che le mie parole erano state tutte mal interpretate. «Come, dissi al parroco, non mi son fatto capire?». «Proprio così, rispose quegli, i miei giovani non hanno capito perché non conoscono le verità fondamentali del catechismo».
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Il catechismo insegna a salvarsi e quindi nulla di più importante sulla terra. Le altre scienze hanno un'importanza transeunte e relativa: il catechismo non si smentirà mai: è per l'eternità. Che cosa ricordano questi uomini adulti, tutti intenti nei loro affari di campagna o di commercio? Andando ad assisterli negli estremi momenti quando non è più il caso di contare i quintali di grano, vi accorgerete che ritengono solamente ciò che la suora insegnò loro pazientemente per la prima comunione. Idee alle volte un po' confuse per la ruggine del tempo e dell'incuria, ma che il sacerdote riesce a rinfrescare in brevissimo tempo. Se sapevano a memoria, se la Catechista fu brava, essi ritengono appena il fondamentale, altrimenti nulla di nulla.
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S'insegni il catechismo per classi, ma in modo sempre più completo! Ossia non la sola dottrina o una parte di dottrina. Tutto: dogma, morale, culto, anche senza che i ragazzi debbano fare tali distinzioni, ma s'insegni, la teoria e la pratica. Si narrano le cerimonie dell'estrema unzione? I catechizzandi sappiano come praticamente si prepara l'amministrazione di tale Sacramento.
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Mi trovavo un giorno nella Parrocchia di S. Giovanni in Alba: parlavo col parroco, quando venne una donnetta dicendo: «Presto, presto, Reverendo, mio cognato è appena spirato, occorre dargli l'estrema unzione!»...
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Alle istruzioni catechistiche seguano i Ricreatori, le adunanze di azione cattolica, le riunioni delle varie Confraternite.
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Catechismo nell'asilo, catechismo in preparazione alla prima comunione, alla cresima, alla prima confessione, gare di catechismo, catechismi parrocchiali per classi, catechismi di perseveranza, catechismi nelle scuole elementari e anche in quelle superiori.
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Incominciate a studiarlo bene voi; l'esame ve lo voglio dar io! E studiate alla lettera, non a senso! Quando lo saprete a menadito, ripeterete sempre le stesse cose come i Cinesi e non sbaglierete. Non fidatevi della vostra discrezione nel cambiar parole. Può essere che una parola, da voi creduta adatta, non abbia tutto il senso dogmatico dell'altra prescelta da quel Dottore di Teologia che compilò il libretto di catechismo, e approvata dalla Chiesa dopo maturo esame. Su di un treno si parlava del Conclave in corso: un tale disse: «Nessuno mai potrà darmi a intendere che il Cardinale a giorni eletto Papa, appena seduto su quel trono diventi impeccabile!»...
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Diceva giusto quel tale? No, il Papa non è impeccabile, ma infallibile quando parla «ex cathedra» e definisce dottrine circa la fede e i costumi. Vedete che spropositi si dicono quando non si sa il catechismo? Quando si conosce il catechismo alla lettera, a poco a poco, con i lumi dello Spirito Santo, le istruzioni, i libri che si leggono, le prediche, si diventa istruiti. Oh, la fortuna di un paese che possiede delle brave suore catechiste! In un certo paese vi era una maestra elementare così brava nel catechismo, che tutti dicevano: «E' meglio di una suora». Questo per la sua grande cura, zelo, e amore per il catechismo. Siate anche voi così e soprattutto sappiate il catechismo. «Ma io ho la testa dura!», dirà qualcuna. Mettila nel Tabernacolo, e diventerà molle.
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Applicatevi a studiare e sarete benedette da Dio. Si studia catechismo lavorando nell'orto, lavando i piatti, andando in viaggio, alla Visita, dappertutto! E in ricreazione ci si interroga a vicenda finché si abbia tutto sulla punta delle dita. Non abbiate paura di interrogarvi, di fare delle gare, pur di sapere. Imparare il catechismo, tanto e bene, alla lettera, e non a senso.
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Il libretto del catechismo potrà subire delle trasformazioni, ma saranno puramente accidentali, la sostanza rimarrà invariata, sempre perché la dottrina è una; inoltre è necessario ricordare e richiamare spesso alla memoria quanto si è appreso. Dice un proverbio: «Tanto si sa, quanto si ricorda». Avete molta memoria? «Si quis indiget sapientia, postulet a Deo» (Gc 1,5).
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Oltre la parte da prendersi alla lettera, sapere tutta, e sapere bene la spiegazione. Le suore di Gesù buon Pastore debbono saper come assistere gli ammalati, assistere all'amministrazione dei sacramenti, specialmente ai bambini e ai moribondi. Occorre quindi conoscere che cosa bisogna fare e insegnarlo al popolo. E' necessario aver coraggio e buona volontà. Diceva una giovane: «Io ho paura dei moribondi. Vado ad assisterli, ma appena sono vicino al loro letto, sento paura e scappo». Non fate così: scappare è una viltà!
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Bisogna saper che cosa dire, che cosa suggerire al malato, senza rendersi pesanti: brevissimi atti di fede, di speranza, di carità e di pentimento, sentimenti di fiducia in Dio, di abbandono in Lui; bisogna saper distinguere quando il malato si aggrava, e prepararlo meglio alla morte, al supremo passo; recitare le preghiere degli agonizzanti qualora non potesse farlo il sacerdote e pregare subito quando il malato abbia reso l'anima a Dio mentre nello stesso luogo si compie il giudizio particolare. Sappiamo che dei tre sacramenti ultimi, il più necessario è la confessione, o almeno il pentimento dei peccati col desiderio di confessarli quanto prima, quando non sia possibile avere subito il sacerdote.
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Istruitevi, istruitevi, non sapete che cosa voglia il Signore da voi; sarete utili alla Chiesa quanto più saprete il catechismo. Dopo che vi siete impossessate della sacra Scienza, provatevi a insegnarla agli altri. Non abbiate vergogna di fare delle lezioncine alle vostre sorelle, mentre anche la maestra ascolta per correggervi. Non fanno così anche i nostri sacerdoti quando si preparano per la predicazione?
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Bossuet, prima di salire sul pergamo, si metteva davanti allo specchio per vedere se i suoi atti erano conforme al suo dire e abbastanza dignitosi per un Ministro di Dio, che annunzia al mondo le sue altissime Verità. Questo è una specie di piccolo teatro, che vi gioverà. In questo caso fate bene a fare il teatro, vedete? Ciascuno secondo la propria vocazione.
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Catechismo! Catechismo! Catechismo! Scrivetelo sul letto, in refettorio, nel cuore soprattutto!

20 Marzo 1939

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6 20 marzo 1939