Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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L' OBBEDIENZA13
C'era una volta un predicatore grasso e tondo, e la gente diceva: «Non va bene quello lì a predicare la penitenza, ne mandino uno stentato, patito...».
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Oggi volevo parlare dell'obbedienza, ma potreste dire: «E facile parlare dell'obbedienza per chi comanda». No, chi sta al comando deve obbedire più degli altri, disporre per obbedienza, sottostare a più leggi di voi, a maggior numero di disposizioni, di regole. Se guardate le costituzioni, vedrete che più di metà riguardano chi comanda e guida, il quale a sua volta deve sottostare a leggi comuni, disposizioni canoniche della Chiesa... Dobbiamo obbedire tutti per ottenere il paradiso.
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Chi è sincero e si umilia sarà esaltato. In che cosa consiste questa umiliazione? Obbedire indistintamente e volentieri a tutte le Madri e sorelle, anche quando queste fossero un pò esigenti: l'uomo obbediente canterà vittoria. Quando c'è questa umiliazione, la vittoria è completa su noi stessi: non più le nostre vedute, il nostro gusto o tendenze, che c'impediscono la pace con Dio, i meriti e l'unione con Lui.
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Quando si fa nel miglior modo possibile e con tutta umiltà l'obbedienza, si è uniti con Dio.
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L'umiltà è la virtù esercitata continuamente dalla persona obbediente. Il Signore ama e favorisce gli umili. Gesù nella casetta di Nazaret, oh, quanto era obbediente!
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Se il Figlio di Dio si è sottomesso a due creature, se per obbedienza discende fra le mani del sacerdote, quale scusa osiamo noi ancora opporre all'obbedienza? ai divini voleri? Se Gesù ha obbedito agli stessi carnefici, che motivo o protesta abbiamo per ribellarci alla volontà di Dio? Si dicono tante cose, si parla di tante opere, ma ciò che conta è la mortificazione della volontà. Tanto progredirai, quanto ti farai violenza e vincerai te stessa. In alcuni casi crediamo di dover fare la nostra volontà per far piacere a Dio, e chi siamo noi? Quel che Iddio dispone è sempre il meglio e chi lo prende è sicuro di fare la volontà di Dio.
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L'obbedienza può avere molti gradi, ma i più importanti sono questi tre:
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1°) Accettare tutto: comandi, disposizioni, orari, circostanze piacevoli e spiacevoli solo per fare la volontà di Dio, con spirito di umiltà. Lasciare che dispongano come credono meglio a nostro riguardo, accettare qualunque ufficio, prendere vitto comune e nel caso di bisogno esporre semplicemente, tollerando tali umiliazioni. Accettare l'abito assegnato.
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2°) L'obbedienza cerca di indovinare i desideri di Gesù, dei Superiori ed anche un po' i capricci degli uomini.
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3°) E' il grado più perfetto: l'anima non è più accompagnata da desideri neppur di meriti; ha solo desiderio di piacere al suo Dio: «Gesù ha fatto così e così piace al Signore». L'anima si preoccupa solo di piacere a Gesù! Questa è obbedienza perfetta. Che regni Dio! Che Egli sia glorificato! Vi sono obbedienze stravaganti: il Beato da Nicosia è chiamato mentre sta spillando il vino e prontamente obbedisce lasciando il tino aperto.
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Noi non dobbiamo pensare all'obbedienza eroica o taumaturga, ma attendere a perfezionarci sempre più nell'obbedienza umile e sincera, e mirare con ogni sforzo a questo terzo grado. L'obbedienza del terzo grado può diventare eroica con la perseveranza: obbedienza cieca, muta, volenterosa, ilare.
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Ci conceda il Signore quest'obbedienza, mediante la quale ne osserverete perfettamente il voto.
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Fate bene la novena dell'Assunta, ove meglio che in altro luogo impariamo come ogni obbediente venga esaltato. Lassù non c'è nessun testardo, tutta gente obbediente.
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Preghiamo che la congregazione abbia sempre persone obbedienti, ossia umili e sante.

18 Agosto 1940

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13 10 agosto 1940