Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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9. VESTIZIONE RELIGIOSA9
1. La vestizione religiosa è approvazione a chi vuol praticare una vita più perfetta, ed è premio per avere fatto bene.
Quando una figlia dimostra di avere tenuto una buona condotta nel passato merita la vestizione.
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2. L'abito non fa la suora, ma indica la suora; sono i voti e le virtù che formano la suora. Avete sentito spiegare che cosa siano i voti e che cosa siano le virtù? Sono due cose assai diverse.
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3. Il mondo distingue una giovane secolare dalla suora per l'abito che porta. Finché si è postulanti c'è il desiderio di indossare l'abito, cioè di farsi suore; l'abito religioso indica appunto la persona che vuol farsi suora. Prima di osservare i voti è necessario saper osservare i comandamenti. Essere sincere. Quando una suora non si mostra sincera non è nemmeno una buona donna. Anche i pagani sentono il dovere della sincerità, il rispetto ai genitori, ai superiori; amano il prossimo, trattano gentilmente, rispettano la roba degli altri. Fino a questo punto si opera semplicemente da uomini. Quando una suora non è obbediente ai suoi superiori non è ancora una buona cristiana.
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4. Bisogna essere brave persone umane, brave cristiane e poi brave religiose. Se un pagano facesse un voto è obbligato ad osservarlo, poiché è obbligo di coscienza ancorché non si sia cristiani.
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5. Mi sono trovato in India ed ho veduto come le persone erano assidue nella preghiera; anche nel Giappone, dove è difficilissimo trovare un cristiano, bisognava vedere al mattino come pregavano.
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6. Quando si è buone donne, buone cristiane, allora si può aspirare a diventare buone suore. Se incontraste una religiosa che non è schietta, non è sottomessa ai suoi superiori, è invidiosa, è ipocrita, non rispetta la roba altrui, ha desideri contro il nono comandamento, anche se essa apparentemente è vestita da suora, non è in realtà una suora. "Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli" (Mt 5,48) ha detto Gesù.
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7. Con la vestizione si dichiara esteriormente che si vuole farsi santa. La vestizione impone un dovere: avere un contegno dignitoso e maggior impegno nel bene.
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8. La pastorella si distingue dall'amore alle anime. Vestiamo delle figlie che vogliono vivere da buone cristiane e da brave religiose.
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9. L'abito indica il distacco dal mondo. La neovestita può dire: avrei potuto pensare ad una famiglia, invece amo Dio e le anime. Il mondo ha la famiglia, io ho Dio. Mettendo l'abito santo si dice: Signore rivestitemi delle virtù che questo abito significa. Sulla testa si mette il velo che significa difesa dai cattivi pensieri, non solo contro la purezza, ma da tutti i pensieri mondani, ci difende dagli sguardi umani; indica pure la consacrazione della mente a Dio nell'obbedienza. Il cingolo indica la purezza, l'uso della corona aiuta a conservare la purezza.
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10. La nostra vita è una tela di tanti sì a Dio. Maria Santissima nell'annunciazione, disse il suo "fiat" e Gesù nell'orto degli olivi disse "sì" al suo eterno Padre. Non bisogna offrire solo il nostro cuore a Dio, ma la mente, le forze, tutti noi stessi.
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11. Vera obbedienza. Pensieri santi. Piena energia e sentimenti retti. I quattro passi che si devono fare nella vita religiosa e cioè: vestizione, noviziato, professione temporanea e professione perpetua servono per addentrarci più con sicurezza nella propria vocazione.

San Pietro - Massa Martana (PG)
22 aprile 1950

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9 San Pietro - Massa Martana (PG), 22 aprile 1950