Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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19. SIAMO CREATI PER IL CIELO19
1. Siamo alla vigilia della festa dell'Assunzione di Maria. Maria morì, risuscitò, salì al cielo. Essa non aveva il peccato originale e quindi sarebbe stata esente dalla morte, il Signore però volle che la sua Madre Santissima fosse in tutto simile al suo Gesù. Accettare la morte è grande merito. Maria, che aveva più meriti che non tutte le creature insieme, doveva acquistare anche quest'altro merito accettando la morte.
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2. Nella vita noi dobbiamo dire due e altri sì piccoli. Sì alla vocazione e sì nell'accettare la morte. Chi fa vestizione, chi entra in noviziato, dice un bel sì al Signore.
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3. La Vergine fu risuscitata, la sua anima comparve subito in cielo a ricevere il premio. Gesù risuscitò per virtù propria, Maria invece per virtù di Gesù. Come fu il giudizio di Maria? Giudizio di retribuzione.
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4. Vi sono tre specie di giudizi: giudizio di condanna, di discussione, di retribuzione. Quando un'anima si ostina nella colpa e muore nell'impenitenza essa avrà il giudizio di condanna. Il giudizio è di discussione quando un'anima non è pronta per entrare in cielo ma bisognerà che sconti i suoi peccati in purgatorio, quindi si dovrà discutere il grado di gloria da dare.
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5. Giudizio di retribuzione fu quello di Maria, Ella si sentì dire: "Vieni madre mia a sedere alla mia destra". Il trono di Maria è più bello e più alto di quello dei cherubini e dei serafini. Maria attende lassù i suoi figli. Vediamo allora di cancellare tutto dall'anima nostra; facciamo bene il giubileo. Acquistare l'indulgenza plenaria ed eccitarsi al dolore dei peccati. Non tutti acquistano le indulgenze plenarie. Ci vuole il dolore e il distacco anche dal peccato veniale, voler amare Gesù in tutto. I difetti non mancheranno, ma ciò che conta è l'amore.
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7. Occorre pensare tre cose:
- il paradiso;
- Maria mediatrice di grazia;
- Maria ha una gloria superiore a quella degli angeli e dei santi. Domandiamo al Signore la grazia di credere fermamente nella vita eterna.
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8. Nessuno di noi fra cento anni ci sarà ancora sulla terra. Siamo fatti per il cielo. Lassù Iddio è felicissimo ed aspetta i suoi figli per renderli felici. Che cosa vi aspettate dopo la morte, se non il paradiso? Gesù ha detto a quel giovane: "Va, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi" (Mt 19,21). Quando si è religiosi si cerca solo Dio, Dio si rifiuterà forse di donarsi a chi è consacrato a lui? Non possediamo nulla. Il giorno in cui noi lasciamo le cose terrene, mettiamo un'ipoteca sul paradiso.
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9. Con la grazia si diventa padroni del paradiso. Quando si pensa al paradiso fugge la malinconia; sarete le più felici se tenderete al paradiso. In paradiso si gode ogni bene; ogni desiderio viene soddisfatto. Vi sarà però diversità fra beato e beato. Volete che il bambinetto che muore appena ricevuto il battesimo abbia il paradiso di sant' Alfonso che morì pieno di meriti all'età di novant'anni? Farsi tanti meriti, odiare il peccato, e poi grande amore alla volontà di Dio.
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10. Togliere i difetti per non rimanere alla porta del cielo, il seggio del paradiso ce lo fabbrichiamo da noi. Il materiale che usiamo possono essere opere d'oro, d'argento, di legno, di erba secca. Di quale materiale vogliamo sia nostro?
Vi benedica la Santissima Vergine Assunta.

Casa Scrittori - Albano Laziale (Roma)
14 agosto 1950

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19 Casa Scrittori - Albano Laziale (Roma), 14 agosto 1950

N.B. Nella numerazione si passa dal 5 al 7; il n. 6 è stato saltato.