Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

8. PAROLE DI GESÙ IN CROCE8
1. La prossima domenica di Passione ci invita a considerare il Pastore che dà la vita per le pecorelle. Consideriamo ora le parole di Gesù in croce. Gesù pregava: "Padre perdona loro perché non sanno ciò che fanno" (Lc 23,34). I giansenisti, che avevano una dottrina rigorista, costruirono crocifissi con le braccia strette, quasi che Gesù chiedesse giustizia. Ma questo è un errore: Gesù chiede perdono per tutti; anche per gli stessi crocifissori.
~
2. Al buon ladrone crocifisso accanto a lui, Gesù disse un'altra parola d'amore e di perdono. Il buon ladrone conobbe Gesù come re e confessò la sua regalità: "Ricordati di me, o Signore, quando sarai giunto nel tuo regno" (Lc 23,42). Gesù Cristo si compiace di lui, e gli risponde: "Oggi sarai con me in paradiso" (Lc 23,43). Gesù lo perdona ed è contento della prima conquista del suo sangue. Ecco le due grandi parole del divino crocifisso:
"Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno".
"Oggi sarai con me in paradiso".
~
3. Il divin Pastore è venuto a cercare le pecorelle. Egli muore in croce per le pecorelle infedeli. E sulla croce non si preoccupa delle proprie sofferenze, ma pensa ai peccatori.
~
4. Anche noi dobbiamo pregare per i peccatori, amare i peccatori, lavorare per la conversione dei peccatori.
Non dobbiamo disperare della loro salute poiché non conosciamo i misteri delle anime e soprattutto i misteri di Dio. Il buon ladrone fu salvo. Chissà quanti hanno grazie speciali come lui! "Gli ultimi - dice il Maestro - saranno i primi" (Mt 20,16). Del resto i peccatori non sempre hanno la responsabilità che noi pensiamo. Quante volte peccano più per ignoranza che per malizia.
~
5. Con piacere ho ricevuto lettere di pastorelle che promettono: "Quest'anno lavoreremo di più perché molti facciano la Pasqua. Quest'anno specialmente che è l'anno del gran perdono, conduciamo all'ovile di Cristo tante anime smarrite".
~
6. Ci sono altre parole di Gesù in croce. Guardando sua Madre, trafitta da una spada di dolore, e a fianco di lei il discepolo prediletto, proferì le mirabili parole: "Donna, ecco tuo figlio" (Gv 19,26) e al discepolo: "Ecco la tua Madre" (Gv 19,27). E' un testamento soprannaturale, molto conveniente in quel momento, in cui il Pastore consumava l'offerta di sé.
~
7. Anche ora dall'altare Gesù ci dà Maria per madre e invita noi ad essere suoi figli. Giovanni allora rappresentava i dodici apostoli, tutte le anime apostoliche, tutti i fedeli. Siamo figlioli di Maria. Gesù ce l'ha data per madre perché sa bene quali difficoltà incontriamo in questa terra d'esilio. Perciò se si tratta di difficoltà di qualsiasi genere, preghiamo Maria. Sulla croce Gesù ci aveva tutti presenti e a tutti ha rivolto la stessa raccomandazione: eccoti una Madre!
~
8. Questo testamento non ci lascia scuse. Abbiamo difficoltà, ma abbiamo anche una Madre potente, buona e misericordiosa, sempre pronta per aiutarci.
Non abbiamo paura a dire le cose alla Madonna, diciamole tutto con semplicità e con fiducia; lei è Madre. E' Madre della divina grazia e della misericordia. Ricordiamo che siamo esauditi in misura della confidenza.

marzo (?) 1950

~

8 marzo (?) 1950