Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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27. DELICATEZZA DI COSCIENZA27
1. Questa mattina abbiamo considerato quanto sia importante santificare la lingua. Con la lingua si può peccare contro l'obbedienza, contro la carità, contro la bella virtù, contro la speranza, contro l'umiltà parlando di noi quando non è necessario.
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2. Qual è il grande bisogno vostro? Quello di operare secondo coscienza, non per timore delle persone che vedono, ma per timore di offendere Dio, di perdere i meriti. Questo timore di Dio è molto più santo che, il timore degli uomini. Il timore e l'amore di Dio devono entrare talmente in noi da non avere più bisogno di assistenti per operare bene. Vivere secondo coscienza: Dio mi vede.
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3. Non solo operare secondo coscienza, ma essere delicate di coscienza. Vi è bisogno di profondità negli esami di coscienza, nell'adorazione, nel dolore. Lasciarsi formare nello spirito. Pregare il Signore che dia all'istituto anime che possano dare una direzione morale e godano la fiducia delle sorelle.
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4. Che dia la superiora nel governo e la superiora nello spirito. Ottima cosa l'unione e l'intimità tra di voi; ci sia sincerità sino all'eroismo, fino nell'apertura di cuore, secondo lo spirito delle costituzioni. Profondità nella fede, nell'amore a Gesù buon Pastore; profondità nell'amore nell'istituto.
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5. Due cose quindi: obbedienza a chi governa e confidenza intima con chi si occupa specialmente dello spirito. Più siete unite nello spirito e nel cuore, più farete crescere l'istituto nelle opere e nelle persone. Lo spirito deve penetrare tutte le anime! Se vi sono degli inconvenienti correggervi in prudenza vicendevolmente.
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6. Qualcuna potrebbe essere tentata di sfogarsi con i secolari; siate invece unite e non pubblicate i difetti ad altri. Dovete essere sincere tra di voi; le giovani lo siano sempre con le madri. E quando una sorella manca, la si deve correggere e incoraggiare.
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7. Il Papa diceva in una lettera che molti hanno l'eresia dell'azione. Io vi vorrei in primo luogo ricche di vita interiore e nel dare la prima importanza allo spirito. Non si mostrino dispiacenti le suore se qualche giovane scrive a chi è maestra del noviziato per qualche intimo bisogno. Quando scrivono per motivo davvero spirituale segnino "personale"; e quando è personale è sotto sigillo sia alla partenza come all'arrivo.
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8. Ogni sorella come ogni uomo ha tre ordini di beni: la stima, i beni spirituali, le cose materiali. Essere delicate di coscienza vuol dire temere anche i piccoli peccati, i piccoli difetti e amare le piccole virtù.
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9. Temere le disattenzioni, le sgarbatezze; trattare con rispetto e con riguardo a tavola, nella scuola, in dormitorio. Certe espressioni grossolane non ci debbono essere sulla bocca della suora, tanto meno verso i bambini.
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10. Quando preparate le pissidi voi togliete la polvere; il vostro corpo è da tenersi meglio della pisside, perché contiene l'anima e domani conterrà Gesù.
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11. Essere solleciti, non fare aspettare le persone, essere diligenti, se le ore della scuola sono due, non tagliarne un pezzo, compierle per intero. Delicate in tutto: se c'è qualche cosa che piace a Gesù, sia fatta subito con prontezza ed amore.
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12. Non parlate di cose che portano alle divisioni e che danneggiano l'istituto. Lavorare ad ogni costo per l'unità, allora si avrà grande pace nell'interno ed espansione nell'esterno.
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13. Se vi è la delicatezza di coscienza, benché sparse, sarete sempre tutte unite spiritualmente. Sarebbe una delle disgrazie più grosse se si dovesse formare una specie di partiti. Gesù buon Pastore ripeta la preghiera al Padre che gli apostoli fossero uniti "ut sin unum" (Gv 17,11).

Casa Scrittori - Albano Laziale (Roma)
ottobre 1950

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27 Casa Scrittori - Albano Laziale (Roma), ottobre 1950