Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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6. LE TEMPESTE DELLA VITA6
1. Nella messa di oggi la liturgia ci presenta il miracolo della tempesta sedata.
"Gesù montò in barca seguito dai suoi discepoli. Ed ecco che una grande tempesta si levò in mare, tanto che la barca era quasi sommersa dai flutti. Gesù intanto dormiva. Gli si accostarono i discepoli e lo svegliarono dicendo: Signore, salvaci, siamo perduti. E Gesù rispose: Perché temete o uomini di poca fede? Allora alzandosi comandò ai venti e al mare e si fece grande bonaccia. Gli uomini ne furono ammirati ed esclamavano: Chi è costui ai quali obbediscono i venti e il mare?" (Mt 8,23-27).
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2. Nella nostra vita ci sono varie specie di tempeste, tempeste delle anime, dei cuori, degli istituti, della Chiesa. La Chiesa, come gli istituti e tutti i cristiani hanno avuto sempre le loro tempeste. E' stato così anche di Gesù: appena nato, Erode lo perseguita ed è obbligato a fuggire in Egitto; sebbene avesse potuto agire diversamente nei confronti dei suoi persecutori.
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3. Gesù non ha evitato tutte le tempeste, anzi ne ha permesse tante. Nella Chiesa vi furono le persecuzioni dei primi secoli, nei secoli successivi vi furono le eresie che divisero la Chiesa. Ai nostri giorni varie ideologie tentano di distruggere la Chiesa. Ma la Chiesa non sarà vinta. Gesù lo ha detto: "Le porte dell'inferno mai prevarranno contro di lei" (Mt 16,18).
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4. Questo però non ci deve assicurare da ogni pericolo; quante regioni sono rimaste senza i ministri di Dio? "Come gregge senza pastore!" (Mt 9,36).
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5. Noi che cosa possiamo fare? "Non temere" (Mt 28,10), dobbiamo avere molta fede. Pregare per la Chiesa, unirci ai grandi problemi della Chiesa e fare tutto quello che la nostra vocazione ci chiede per costruire il regno di Dio.
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6. Gli apostoli durante la tempesta invocarono aiuto di Gesù, ma nello stesso tempo usarono tutti i mezzi per affrontare le onde minacciose.
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7. Lavorare per la Chiesa. Il vostro apostolato è tutto un lavoro per la Chiesa; lavoro senza scoraggiamenti, senza debolezza, senza paura. Non occorre fare cose straordinarie, basta fare tutto quello che possiamo e che sappiamo fare secondo lo spirito del nostro istituto. Il Signore farà il resto.
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8. Ho detto che ci sono le tempeste delle anime e dei cuori. Il diavolo non ci lascia mai in pace. Da una parte si sente la voce di Gesù che ci guida alla santità, dall'altra la voce ingannatrice del demonio che ci mostra il male sotto l'aspetto di bene.
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9. Che cosa bisogna fare? Per prima cosa, pregare Gesù buon Pastore e la Madonna: 1ì troverete la forza di combattere e di non perdervi di animo; cercate anche di ancorarvi alla vostra famiglia religiosa; nella vostra famiglia troverete gli aiuti comuni e la serenità.
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10. Vi sono anche le tempeste degli istituti. L'istituto è come una barca; ma in questa barca vi è Gesù. Fidatevi di lui. Non vi ha mai fatto sentire le parole che disse agli apostoli: "Gente di poca fede, perché dubitate?" (Mt 8,26). Ve l'ha detto tante volte; ve lo ha fatto sentire in fondo all'anima; perché Gesù parla nel silenzio, nella quiete. Abbiate fede nella presenza e nell'aiuto di Gesù, ovunque e sempre.
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11. Da parte vostra dovete però operare. Contribuire ad allontanare le tempeste nell'istituto; correggervi con dolcezza e sincerità. La soavità, la dolcezza, l'incoraggiamento contribuiscono alla pace e alla tranquillità dell'istituto. Non crediate di ottenere molto con penitenze grosse. No. Il Signore richiede tutto quello che voi fate per amore.
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12. Non comportatevi come chi non ha fede, ma come coloro che ripongono in Dio tutta la loro fiducia: "il Padre celeste sa di cosa avete bisogno" (Mt 6,8).

29 gennaio 1950

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29 gennaio 1950