Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

26. LA PAROLA DONO DI DIO26
1. Abbiamo considerato l'esame di coscienza, che ha per fine di farci conoscere lo stato dell'anima. Diamo ora uno sguardo alla nostra anima: per ringraziare del bene che il Signore ci ha concesso; e dall'altra parte per pentirci delle incorrispondenze alla grazia.
~
2. I punti più importanti riguardano l'interno, i sentimenti, i pensieri. Dobbiamo però anche santificare la lingua. Ciò che importa è il parlare bene, non il parlare poco o molto. Parlare a tempo e parlare giudizioso. Considerare la lingua come un dono di Dio, e ringraziamolo.
~
3. Per san Giuseppe Calasanzio fu. compiuto il miracolo che si conservasse la sua lingua intatta dopo la morte, ed è il miracolo che Dio fece perché egli insegnò bene il catechismo.
~
4. Imparate bene il canto, la pronuncia del latino, le preghiere siano ben dette, con le pause al loro posto. Poi se insegnerete anche i Vespri, darete la pronuncia giusta.
~
5. Nell'asilo, nella scuola insegnate bene, specialmente il catechismo. Si usi della lingua anche per consigliarsi a vicenda, per dire una buona parola se una sorella è scoraggiata. Chi è a capo della cucina non basta che faccia lei, ma deve insegnare anche alle altre.
~
6. Lo donna ha l'istinto della maternità, fisica e spirituale. Nelle case siete le madri; quindi insegnare alle più giovani. Non si abbia paura di passare per ignoranti, approfittare di tutto per imparare. Santificare i discorsi nelle ricreazioni ed a tavola; evitare le leggerezze e i discorsi inutili, in modo particolare con le giovani. Regolarsi come avrebbe fatto la Madonna.
~
7. In generale bisogna tenersi nella via di mezzo, non essere delle parolaie, in modo che le fanciulle non possono dare più importanza a ciò che dice la maestra. Le pastorelle devono parlare spesso di apostolato. Ognuna si domandi: come avrebbe parlato la Madonna al mio posto? Ella era sobria nel parlare, ma diceva tutto ciò che era da dirsi. Usare bene della lingua nel correggere e nell'insegnare.
~
8. Anche tra di voi correggervi ed ammaestrarvi con semplicità e chiarezza. La giovane che è in casa da un mese ha già da dire qualcosa alla nuova entrata, ad esempio come si fa il letto. C'è da imparare fino all'ultimo momento della vita nostra. Quindi oltre l'istruzione anche la correzione. Potrete cantare bene in Paradiso voi che avete usato bene la lingua sulla terra.
~
9. Non usare la lingua in male. Ho già parlato della osservanza dei segreti, specialmente per la superiora. Poi osservare il silenzio durante la giornata. Si osserva abbastanza nelle case? Mortificare la lingua vuol dire avere la grazia di tacere e parlare con frutto, secondo quanto è necessario. A volte non si persuade, non si trovano le parole che convincano; non sarà perché si è perduto la grazia mormorando?
~
10. Parliamo a tempo opportuno. Diciamo tutti i nostri peccati in confessione. Quando parlate con giudizio siete molto ascoltate, anche dagli uomini; essi acquistano rispetto per la suora. E quando la pastorella è vera pastorella, guadagna i cuori della popolazione.
~
11. Se si perde tempo in chiacchiere dopo le orazioni della sera è peccato, e si può arrivare anche ad una certa gravità, e inoltre si sarà stanchi il giorno seguente. Non mormorare, non giudicare malamente.
~
12. Vi è critica o mormorazione quando si parla dei difetti altrui senza bisogno. Non esagerare sul conto degli altri. Avviene che perché si è fatto una mancanza una volta non si tiene più in nessun conto del molto bene che si è fatto.
~
13. Anche nella correzione non essere ingiusti. Gesù correggeva i peccatori e sapeva incoraggiarli. Incoraggiare, anche quando si vede l'ostinazione. Quando si fa la correzione, alla fine si incoraggi anche. Quale diritto abbiamo noi di giudicare gli altri? A Dio spetta ogni giudizio, non prendiamo ciò che Dio si è riservato.
~
14. La mormorazione fa del male perché fa perdere la stima. Evitare le mormorazioni scritte e quelle a voce, si corre molto pericolo di sbagliare, poiché una cosa può essere stata fatta in buona fede, per ignoranza. E perché subito condannare? Parole suggerite dalla leggerezza, dall'invidia, dalla collera. Noi troviamo spesso negli altri il male che abbiamo noi.
~
15. Se uno è inclinato alla bugia trova che gli altri sono falsi. Quando si fanno le correzioni, si dimentichino poi gli errori del passato. Come volete che acquisti il giubileo chi conserva l'amarezza ed il rancore? Bisogna che ci sia un perdono generale.
~
16. Come fanno dispiacere coloro che sono sempre pronti ad umiliare. Se vogliamo essere perdonati, perdoniamo prima noi. Nei dubbi consigliarsi per fare meglio, non per rilevare i difetti inutilmente. Che il Signore non abbia a rimproverarci di nessuna parola mal detta. Avrete un premio speciale.

Casa Scrittori - Albano Laziale (Roma)
ottobre 1950

~

26 Casa Scrittori - Albano Laziale (Roma), ottobre 1950